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INDICE

  • Cos'è la contabilità analitica - pag.1
  • Premessa 1 - pag.1
  • Premessa 2: Qual è lo scopo della contabilità analitica? - pag.1
  • Esercizio - pag.2
  • Natura/Tipologia dei costi (costi variabili e fissi) - pag.2-3
  • Esempio esercizio (costi variabili e fissi) - pag.3
  • Differenza principale tra costi variabili e costi fissi - pag.3
  • Differenza principale tra costi variabili unitari e costi fissi unitari - pag.3
  • Natura/Tipologia dei costi (costi diretti e indiretti) - pag.3-4
  • Foto contabilità generale vs contabilità analitica - pag.4
  • Metodo Directing Costing Puro (ci fermiamo al primo margine di contribuzione) - pag.5
  • Metodo Directing Costing evoluto (qui abbiamo il secondo margine di contribuzione) - pag.5
  • Margine di contribuzione unitario - pag.5
  • Margine di contribuzione unitario % - pag.5
  • Esercizio (Bep break even point) - pag.5
  • Esercizio: (Voglio fare tot profitto, quanto devo produrre?) - pag.5
  • Margine di sicurezza - pag.5-6
  • Leva operativa

pag.6Cos'è la contabilità analitica? È una contabilità che viene istruita parallelamente alla contabilità generale ed è focalizzata su un singolo oggetto di costo (Per esempio analizzare una divisione dell'azienda, analizzare quanto ci costa quel prodotto). Questo tipo di controllo viene istruito per effettuare poi dei controlli ed assumere delle decisioni per fare eventuali correzioni. La prima analisi che vuole effettuare è quella di vedere se l'attività è svolta con efficienza ed efficacia economica. Efficienza vuol dire andare a vedere se le risorse impiegate per quella attività sono impiegate efficientemente o se sono sprecata. L'efficacia andiamo a vedere se quelle risorse ci consentono di conseguire gli obiettivi che ci siamo prefissati. Questo è il primo stato, se poi la contabilità analitica è istruita bene, noi saremmo anche in grado di fare delle scelte strategiche.

volte ci porta anche a scelte strategiche del Made or Buy (esternalizzare o internalizzare la produzione per esempio).

Premessa 1: La contabilità analitica nasce intorno agli anni 70 nelle grandi aziende manufatturiere, quando esse cominciavano a perdere la loro posizione monopolistica e iniziarono ad entrare in mercati competitivi. La strategia di alcune di esse fu andare ad analizzare i costi. La contabilità generale non ci consente molto spesso di analizzare questo risultato. La contabilità analitica è finalizzata al controllo di gestione e alla programmazione. Quest'ultima pone in essere dei budget previsionali e poi fa dei controlli man mano che l'azienda opera, per verificare eventuali scostamenti dal budget, attività che molto spesso con il bilancio è possibile fare. Questo perché i documenti di bilancio offrono dati dell'azienda nel suo complesso, mentre la contabilità analitica va a focalizzarsi su singole

divisioni aziendali. Il sistema della contabilità analitica elabora costi e ricavi al fine di definire margini e obiettivi particolari supportando i vertici aziendali nelle scelte da adottare.

Premessa 2: Qual è lo scopo della contabilità analitica?

Lo scopo principale della contabilità analitica è quello di rilevare i ricavi e i costi di gestione nonché i flussi di finanziamento valutando:

  • L’efficienza cioè l’utilizzo ottimale delle risorse inteso come rapporto tra risorse impiegate (input) e risultati (output). Questo tipo di analisi è necessaria per combattere gli sprechi di materie o lavoro utilizzando le risorse strettamente necessarie.
  • L’efficacia cioè la capacità dell’azienda di conseguire gli obiettivi prestabiliti valutando a posteriori la qualità, quantità o il fattore temporale.

L’analisi dell’efficienza e dell’efficacia può interessare gli aspetti

più disparati della gestione quali adesempio le politiche di prezzo da adottare, la valutazione dell’utilizzo corretto delle scorte inmagazzino, la convenienza ad adottare una scelta piuttosto che un’altra (scelte di convenienza economica Make or Buy.) Nell’ambito del controllo di gestione la contabilità analitica/industriale offre gli strumenti per porre in essere delle indagini sull’azienda su singoli segmenti di essa (prodotto, servizio o centro di responsabilità) misurando anche dei risultati ex ante cioè a preventivo e ex post a consuntivo espiegando le cause che hanno creato un’eventuale scostamento degli obiettivi che si erano prefissati. La contabilità analitica è un valido supporto informativo per le valutazioni di bilancio. Al termine di ogni esercizio si rende necessario valutare il costo di fabbricazione dei prodotti in rimanenza, le commesse etc. Esercizio: Noi compriamo e vendiamo scrivanie. Nel 2021

compriamo 1000 scrivanie ad un prezzo di 500 euro ascrivania, quindi spenderemo 500.000. Nel corso dell’ex vendiamo 400 scrivanie e le vendiamo a 1000euro ciascuna. Quindi avremo ricavi per 400.000.

Poi ipotizziamo che per fare questa attività ho un camion che ho acquistato a 400.000 euro e il costo loammortizziamo a 4 anni. Quindi la quota di amm/to in questo esercizio è di 100.000 euro.

Quindi se facciamo il c/e abbiamo:

  • ricavi: 400.000 euro
  • costi: 500.000; amm/ti: 100.000

Il risultato dell’esercizio del 2021 a primo impatto sembra una perdita, ma in realtà non è una perdita,perché dobbiamo rilevare le rimanenze. 600 scrivanie ci rimangono in rimanenze ed il costo di acquistodelle stesse, non è un costo di competenza dell’esercizio. A fine anno noi valutiamo le rimanenze dimagazzino perche cosi togliamo dal c/e il costo di quei prodotti che non abbiamo venduto. Allo stessotempo sono soldi che ci rimangono nell’attivo patrimoniale.

quindi a fine anno quando si rilevano lerimanenze si fa una scrittura in partita doppia, si usa il "conto merci" (conto di s/p attivo) a "merci contorimanenze finali" (è un conto di c/e che va tra le componenti positive e mi va a stornare il costo dellemerci che non è di competenza dell'esercizio perché non le ho vendute). Quanto valgono queste merci?(300.000), quindi la società chiude in utile.La cosa è piu complessa quando le scrivanie invece di comprarle le produciamo. Il dato che dobbiamoricercare non è piu prezzo di acquisto x scrivanie invendute ma dobbiamo trovare il costo di acquisto emoltiplicarlo per le scrivanie invendute, ma la parte difficile è andare a ricostruire tutta la competenzaeconomica dei costi di produzione e come essi sono costruiti (legno, fabbro, assemblaggio, stoccaggio,ecc). Costruiremo un piccolo c/e per capire il prezzo delle materie di magazzino in questo caso.Tutti i varimodelli di contabilità analitica per costruire il costo mettono i costi diretti e/o costi indiretti (non strettamente riconducibili a quella area), dipende dal modello. Ad esempio, l'amministrazione del camion sarebbe un costo diretto se io produco solo scrivanie e i camion vengono utilizzati solo per il trasporto delle stesse. Se invece io produco scrivanie ed altri oggetti ma i camion sono sempre quelli, io devo mettere eventualmente una frazione e basta di quell'amministrazione e devo dare una logica della ripartizione di quel costo. Noi cercheremo il modello più consono al nostro caso per ricostruire l'andamento dei costi di quella divisione. Per fare questo, il passo successivo è capire la natura dei costi (costi variabili, fissi, diretti, indiretti). Fino ad adesso ci siamo dati un concetto di contabilità analitica, ora dobbiamo capire come funzionano i diversi meccanismi. Natura/Tipologia dei costi: (costi variabili e fissi) - Costi variabili: Essi sono quei costi che variano in proporzione all'attività produttiva o al volume di vendite. Ad esempio, il costo delle materie prime o il costo del lavoro dipendente dal numero di unità prodotte o vendute. - Costi fissi: Essi sono quei costi che rimangono costanti indipendentemente dall'attività produttiva o dal volume di vendite. Ad esempio, il costo dell'affitto dell'edificio o il costo delle utenze. Oltre alla distinzione tra costi variabili e fissi, è importante considerare anche la distinzione tra costi diretti e indiretti. - Costi diretti: Sono quei costi che possono essere direttamente attribuiti a un determinato prodotto o servizio. Ad esempio, il costo delle materie prime utilizzate per produrre una scrivania. - Costi indiretti: Sono quei costi che non possono essere direttamente attribuiti a un determinato prodotto o servizio e devono essere allocati in base a criteri di ripartizione. Ad esempio, il costo dell'amministrazione generale dell'azienda. La scelta del modello di contabilità analitica dipenderà dalla natura dei costi e dalla necessità di ottenere informazioni specifiche sulla gestione dei costi.

costi la cui entità varia "proporzionalmente" al variare dei volumi di produzione o di vendita. Per esempio più produciamo pezzi di scrivanie e più avremo costi di acquisto di materie prime.

  1. Materie prime
  2. Manodopera diretta
  3. Provvigioni passive (darò un mandato a degli agenti per vendere esclusivamente le mie scrivanie, più lotti venderà e più provvigioni avrà.)
  4. Spese di trasporto
  5. Ecc

Sono costi che l'azienda sostiene solo se e nella misura in cui produce e vende.

- Costi fissi: Il loro comportamento non dipende dall'aumento della produzione (L'affitto però per esse parliamo di un capannone, cambia al variare della produzione perché se produco tanto ho bisogno di un magazzino più grande).

Esempi:

  1. Ammortamenti
  2. Stipendi amministrativi
  3. Spese generali (postali, telefoniche)
  4. Manutenzioni ordinarie (quando per es si stabilisce un controllo settimanale)
  5. Canoni leasing
EccSono definiti anche "costi di struttura" in quanto devono essere sostenuti per il fatto stesso che esiste una struttura aziendale. Essi graverebbero sul conto economico anche qualora il fatturato aziendale fosse nullo. Non esiste una valutazione a priori del costo per natura, normalmente è così, però poi ci dobbiamo calare nella realtà aziendale e cercare di capire come si muove quel costo all'interno dell'azienda. (a volte un costo fisso diventa variabile) Introdurremo anche i costi variabili unitari ed i costi fissi unitari. ESEMPIO ESERCIZIO: (costi variabili e fissi) Se produco 200 scrivanie spendo 3000 euro (2000 costi variabili e 1000 costi fissi). Quindi una scrivania mi costa realizzarla 15 euro (3000/200). Di questi 15 euro 10 sono costi variabili e 5 costi fissi. Il costo fisso unitario è (1000/200=5). Noi poi capiremo come agire per abbassare i costi, normalmente si prova ad abbassare i costi variabili. Poi abbiamo fatto

Un'analisi sull'aumento di produzione. Nel nostro caso siamo saliti da una produzione di 200 unità a una di 500 unità. L'imprenditore chiede, se io passo a 500 unità quanto mi costa la singola scrivania? E come vediamo, aumentando la produzione riusciamo ad avere un risparmio. I costi variabili rimangono uguali perché aumentano proporzionalmente, mentre i costi fissi si riducono perché io spendo sempre 500 euro di affitto, ma li ripartisco su più scrivanie e quindi pesano di meno.

Differenza principale tra costi variabili e costi fissi: I costi variabili aumentano all'aumentare della produzione, mentre i costi fissi non aumentano all'aumentare della produzione. (A meno che non ci siano contratti, ad esempio di manutenzione, che dicono che se passi da 200 a 500 unità hai più costi fissi perché, ad esempio, il tecnico deve venire più di tot volte a settimana.)

Differenza principale tra costi variabili unitari e costi fissi unitari:

fissi unitari:
I costi variabili unitari aumentano all'aumentare della produzione, m
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A.A. 2021-2022
7 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Jackone di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Contabilità analitica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università internazionale degli studi sociali Guido Carli - (LUISS) di Roma o del prof Gabrielli Fabio.