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L’IMPRESA COME SOGGETTO SOCIALE
(PROF. MARIO GREGORI)
Prenderemo in considerazione l’impresa nel suo insieme e l’impresa nel suo insieme inserita nel contesto in cui
opera. Parleremo dell’impresa come soggetto sociale mentre per quanto riguarda il contesto in cui opera verranno presi
in considerazione tre particolari aspetti:
gli effetti sull’ambiente della produzione e consumo
1) il ruolo dell’innovazione
2)
3) la dimensione etica delle scelte economiche
1. Introduzione
L’oggetto dell’analisi economica
1.1
“Gli economisti sono molto discordi circa l’oggetto della scienza economica” (E. Roll)
di ricerca che hanno interessato l’attività
Non è facile trovare una definizione che sintetizzi la molteplicità di filoni
di ricerca economica.
Se vogliamo partire da un’analisi generale l’economia si occupa delle condizioni reali cioè quotidiane e materiali
della vita degli uomini e si interessa sostanzialmente di quattro problemi economici.
Economia:
Interesse per le condizioni reali di vita degli uomini (A. Sen)
Problemi economici (J. Stiglitz):
a) il tipo e la quantità di merci prodotte
b) i metodi impiegati per produrle
c) la redistribuzione della produzione tra i membri di una collettività
d) la responsabilità economica delle decisioni
Sono problemi molto articolati che portano in direzioni molto lontane tra di loro e per cercare di tenere insieme
questi problemi, nelle analisi economiche, si ricorre a dei modelli.
L’impiego dei modelli nell’analisi economica
1.2
“Il modello può essere paragonato ad un gioco di costruzioni” (A. Heertje)
Rappresentazione della realtà:
semplificata
relativa tutta quest’enorme
I modelli sono delle rappresentazioni semplificate e relative della realtà. Semplificate perché in
realtà di produrre e distribuire merci vengono presi in considerazione solamente alcuni aspetti. Relative perché
modificando alcune ipotesi, alcune assunzioni relativamente al funzionamento dell’economia, il significato del modello
viene a cambiarsi, le risposte saranno diverse. 10
CORSO TRASVERSALE DI CULTURA D’IMPRESA
1.3 Il modello elementare
Schema 1 Modello elementare di una economia di mercato
Soggetti economici
Mercati
Flussi di beni e servizi
Flussi monetari
Beni di consumo Beni di consumo
Mercato dei beni
Ricavi delle vendite Reddito speso
Interessi Interessi
Imprese Famiglie
Mercato finanziario
Investimenti Risparmio
Salari, stipendi Salari, stipendi
Mercato del lavoro
Capacità lavorativa Capacità lavorativa
Nel modello elementare individuiamo innanzitutto quelli che sono gli operatori economici, le imprese e le famiglie.
Vengono definiti in funzione alla relazione che essi svolgono. Le imprese in particolare hanno la funzione di produrre
beni da immettere sul mercato mentre le famiglie hanno la funzione di rendere disponibile risorse alle imprese in
maniera tale che queste possano svolgere la loro attività produttiva e quindi produrre i loro beni.
Le famiglie dispongono di due risorse fondamentali: una capacità relativa (cioè l’attitudine degli individui a lavorare) e
dispongono di risparmi. Queste risorse vengono immesse dalle famiglie, in concorrenza tra di loro, sul mercato del
lavoro (capacità lavorativa) e sul mercato finanziario (risparmio).
Le imprese a loro volta si rivolgono al mercato finanziario e a quello del lavoro per recuperare le risorse produttive di
cui hanno bisogno cioè capacità lavorativa e capitali risparmiati, in via dei quali realizzare gli investimenti.. Si
rivolgono, in concorrenza tra di loro, sui mercati per ottenere dalle famiglie risparmi e lavoro. Una volta avuti a
disposizione capacità lavorativa e capitali, le imprese attuano dei processi produttivi e quindi trasformano queste risorse
in beni di consumo che collocano sul mercato e che vengono acquistati dalle famiglie che, sempre in concorrenza tra di
loro, domandano i beni di consumo di cui hanno bisogno per sopravvivere.
In sostanza si ha un modello che prevede due soggetti (imprese e famiglie) e tre mercati dove in quelli finanziario e del
lavoro si rivolgono, in concorrenza tra di loro, le famiglie (offrendo risorse finanziarie e lavoro) e le imprese
(domandando sui medesimi mercati investimenti e capacità lavorativa). Sul mercato dei beni i ruoli si invertono: le
imprese offrono i beni che vengono acquistati dalle famiglie in concorrenza tra di loro.
Si ha un flusso di servizi che procede in senso orario dalle famiglie alle imprese (capacità lavorativa e risparmio) e un
flusso di beni che procede dalle imprese alle famiglie, sul mercato dei beni di consumo. A questi flussi di servizi e di
beni corrispondono dei flussi inversi di pagamenti. Le imprese versano alle famiglie salari e stipendi (per disporre della
capacità lavorativa) e interessi (per disporre degli investimenti). A loro volta le famiglie formano dei redditi dai salari e
dagli investimenti che ricevono o risparmiano. Utilizzano per acquistare, sul mercato dei beni, i beni di cui hanno
bisogno.
Caratteristiche postulate degli operatori economici:
bene informati
autointeressati
razionali
Le imprese e le famiglie sono ben informai, cioè dispongono di tutte le informazioni necessarie e idonee per
effettuare le loro scelte. Gli operatori sono autointeressati e perseguono innanzitutto il loro benessere reale. Sono anche
operatori razionali cioè nel perseguire il loro benessere cercano di utilizzare le loro risorse massimizzando il loro
risultato. 11
CORSO TRASVERSALE DI CULTURA D’IMPRESA
1.4 Le imprese come operatori razionali
Schema 2 Il processo di produzione
Input 1 Output 1
……… ………
Input n Output n
Le aziende acquistano da una parte fattori di produzione (input) che trasformano all’interno dell’azienda in beni
(output) che vengono immessi sul mercato.
Per disporre degli input le imprese sostengono dei costi:
[1] C = Px * X
1 1 1
= costo dell’input 1
C
1 = prezzo dell’input 1
Px
1
= quantità acquistata dell’input 1
X
1 per l’ora di
Le imprese per poter usufruire ad esempio del lavoro debbono pagare alle famiglie una tariffa oraria
lavoro.
Se gli input sono più di uno sosterranno uno costo proporzionale a tutti gli input impiegati:
+ … Px n
[2] CT = Px * X + Px * X * X + Px * X = Px * X
1 1 2 2 n-1 n-1 n n j j
CT = costo totale
n = input acquistati
j = generico input
Il costo totale sarà la sommatoria delle quantità acquistate di tutti gli input moltiplicate per i rispettivi prezzi.
L’impresa dispone però di un output (Y) che colloca sul mercato e da cui ottiene un ricavo:
[3] R = Py * Y
1 1 1
= ricavo dall’output 1
R
1 dell’output 1
Py = prezzo
1
= quantità venduta dell’output 1
Y
1
Se l’impresa produce più di un output, quindi più di un bene che mette sul mercato, evidentemente avrà un ricavo totale
dato dalla sommatoria della quantità degli output venduti moltiplicati ognuno per il rispettivo prezzo:
+ … m
[4] RT = Py * Y + Py * Y Py * Y + Py * Y = Py * Y
1 1 2 2 m-1 m-1 m m i i
RT = ricavo totale
m = output venduti
i = generico output
L’impresa vuole ottenere un profitto che è dato dalla differenza tra il ricavo totale e il costo totale:
–
= RT CT
= profitto
L’impresa definita come operatore razionale è immaginata come un soggetto che trasforma input in output con
l’obbiettivo di massimizzare questo profitto. 12
CORSO TRASVERSALE DI CULTURA D’IMPRESA
Esempio: Tab. 1 Scelta dei processi di produzione
Alternativa Ricavi totali Costi Profitto
totali
Quantità Prezzo Ricavi
prodotta unitario totali
(n.) (euro) (euro) (euro) (euro)
11 10 110 90 20
A 12 10 120 95 25
B
Supponendo che un’impresa abbia due alternative (A e B): la prima produce 11 quantità di output per un prezzo
unitario di 10 euro ottenendo un ricavo di 110 euro e un costo totale di 90 euro. Il profitto è quindi pari a 20 euro.
L’altra alternativa B ottiene invece un profitto di 25 euro.
Se l’impresa è quindi un operatore razionale sceglierà l’alternativa B che è quella che gli garantisce una maggior
massimizzazione del suo profitto.
2. Impresa ed ambiente
Vediamo ora cosa significa questa ipotesi di massimizzare il profitto in termini di relazioni tra impresa ed
ambiente. che non tutti gli input che l’azienda acquista provengono dalle famiglie, vi sono
Qui va evidenziato il concetto
degli input non acquistati da alcun soggetto come ad esempio l’ossigeno utilizzato per la combustione.
Tab. 2 L’impiego razionale di beni pubblici
Alternativa Ricavi Fattori Bene pubblico Costo Profitto
totali Privatizzati totale
Costo Quantità Prezzo Costo
(euro) (euro) (euro) (euro) (euro) (euro)
110 90 10 0 0 90 20
A 120 95 20 0 0 95 25
B Sempre in relazione all’esempio precedente supponiamo che le due alternative A e B prendano in
considerazione l’input prelevato dall’ambiente e per il quale, non essendo stato pagato nessun prezzo, lo chiamiamo
“bene pubblico” e ne consumino una determinata quantità. Per l’alternativa A 10 unità e per quella B 20 unità.
Essendo il prezzo uguale a zero, anche il loro costo evidentemente sarà nullo e quindi le quantità di bene pubblico
impiegate nel processo produttivo non influenzano i costi che l’impresa sostiene per cui si sceglierà l’alternativa B
anche se consuma una quantità maggiore di bene pubblico. Il fatto che i beni pubblici non abbiano un prezzo fa si che il
mercato non sia capace di gestirli in maniera razionale.
È perfettamente compatibile che con un comportamento razionale delle imprese e dei consumatori venga
dell’inquinamento, cioè un uso che consumi i beni pubblici. Se noi volessimo intervenire per ottenere un minor
prodotto
consumo di beni pubblici dobbiamo operare su tutte le aziende perché per ottenere ad esempio una riduzione dello smog
al di sotto dei limiti di tossicità si devono prendere in considerazione tutte le aziende in causa. E poi, se agiamo solo su
un determinato numero di aziende e non su tutte alteriamo il gioco concorrenziale a favore di aziende che inquinano.
13
CORSO TRASVERSALE DI CULTURA D’IMPRESA
Schema 3
Soggetti economici
Mercati
Flussi di beni e servizi
Flussi monetari
Beni di consumo Beni di consumo
Mercato dei beni
Ricavi del