5.CHIESE VENEZIANE: SAN GIORGIO MAGGIORE E IL REDENTORE
Negli ultimi anni della sua carriera, palladio si dedicò alla progettazione di edifici religiosi, in
particolare a Venezia. Tra le sue principali chiese figurano:
• Basilica di San Giorgio Maggiore 1565
• Chiesa del Redentore 1577
• Facciata di San Francesco della Vigna 1562
Queste chiese si caratterizzano per le facciate a doppio tempio, una soluzione ideata per armonizzare la
struttura basilicale cristiana con l’ordine classico.
Il fronte principale della navata centrale richiama il timpano di un tempio romano, mentre le navate
laterali sono raccordate tramite un secondo timpano di altezza inferiore.
Nel redentore, l’altezza della navata centrale e i contrafforti laterali chiesero l’aggiunta di un attico
sommitale.
Questa innovazione derivava da studi precedenti di Leon battista Alberti e Bramante, ma palladio riuscì
a creare una fusione più armoniosa tra le diverse parti della chiesa, conferendo maggiore equilibrio e
monumentalità alle sue facciate.
6.TEATRO OLIMPICO (Vicenza,1580)
Il teatro olimpico, progettata nel 1580 e inaugurata nel 1585, e il primo teatro stabile coperto
dall’epoca moderna.
Commissionato dall’Accademia olimpica di Vicenza per la rappresentazione di
commedie classiche, il teatro fu l’ultima opera di palladio prima della sua morte
rappresenta una sintesi perfetta dei suoi studi sull’architettura teatrale antica.
Il teatro fu costruita all’interno di un preesistente complesso medievale e le
celebri scenografie fisse in legno furono realizzate da Vincenzo Scamozzi.
Queste scenografie, raffiguranti una città ideale con prospettiva illusionistiche,
sono le uniche strutture teatrali rinascimentali giunte fino a noi in ottimo stato
di conservazione.
Il progetto del teatro si basa sugli studi di palladio sull’opera di Vitruvio e sui testi dei teatri romani antichi. Ancora oggi il teatro olimpico è stato di spettacoli e
concerti, ed è stato riconosciuto nel 1994 come patrimonio dell’umanità l’UNESCO, insieme alle altre opere palladiane di Vicenza.
In conclusione, Andrea palladio rivoluzionò l’architettura rinascimentale, reinterpretato i modelli classici e soluzioni innovative e funzionali. Dalla basilica
palladiana alle ville, dalle chiese veneziane al teatro olimpico, la sua opera è influenzata profondamente da architettura europea, dando origine al palladiane, un
linguaggio architettonico che si diffuse in tutto il mondo occidentale.
IL VIGNOLA
Nato a Vignola, a Modena nel 1507, iniziò la sua carriera come pittore prima di dedicarsi all’architettura. Influenzato da Sebastiano Serlio, si trasferì a Roma dopo
il 1530, lavorando alle fabbriche vaticane e diventando segretario dell’Accademia vitruviana.
Dal 1550, grazie alla protezione di Alessandro Farnese, ottenne incarichi prestigiosi, consolidandosi come una delle figure più rilevanti dell’architettura
manierista.
Dopo la morte di Michelangelo nel 1564 fu nominato direttore dei lavori della basilica di San Pietro, ruolo che mantenne fino alla sua morte nel 1573.
Le principali opere architettoniche sono state:
• VILLA GIULIA (Roma, 1550-55)
Commissionata da Papa Giulio terzo, la villa mostra una facciata semplice che nasconde un raffinato cortile ciclico
ispirato al belvedere Vaticano. Elementi distintivi includono logge, fontane e scalinate che creano un ambiente
armonioso tra architettura e natura.
• PALAZZO FARNESE A CAPRAROLA (1559-1573)
Costruito su una base pentagonale ideata da Antonio da Sangalli, il giovani, il Vignolo trasformò la fortezza in una
residenza principesca. Il cortile ellittico centrale, gli scaloni monumentali e i giardini geometrici culminano in un
giardino segreto e nella palazzina del piacere, un rifugio per Alessandro Farnese.
Scala regia: elemento spettacolare del palazzo, una scala elicoidale in peperino con una balaustra balaustrata e
colonne doriche decorate con i gigli Farnesiani. Affrescata da Antonio Tempesta, e sovrastata da una cupola con lo
stemma Farnese.
• CHIESA DEL GESÙ (Roma, 1568)
Progettata per i gesuiti su richiesta del cardinale Farnese, chiesa introduce la tipologia navata unica con cappelle
laterali, ideale per la predicazione. I pilastri gemelli e la volta a botte si ispirano a Sant’Andrea di Mantova di Alberti. Il contrasto tra la zona oscura della navata e
la luminosità della cupola prefigura soluzioni barocche.
Il trattato “Regola dei cinque ordini d’architettura “ 1562
Opera fondamentale dell’architettura rinascimentale, codifica in modo chiaro e razionale, cinque ordini classici (toscano, dorico, ionico, corinzio e composito )
secondo un sistema modulare. Le proporzioni seguono precise relazioni geometriche:
• Altezza della colonna : varia da sette diametri per il toscano a 10 per il composito.
• Cornici: alte 1/4 della colonna
• Piedistalli : alti 1/3 della colonna
• Architettura modulare: il modulo, basato sul semi di diametro del flusso della colonna, permette di calcolare proporzioni dettagli decorativi con precisione
matematica.
L’opera ebbe enorme successo, con altre 250 edizioni, influenzando il classicismo barocco e autori come Andrea pozzo.
In conclusione, il Vignola fu una figura centrale del manierismo, anticipante il linguaggio barocco attraverso soluzioni innovative nelle forme e negli spazi. Il suo
trattato razionalizza l’architettura classica, rendendola accessibile e applicabile ai progettisti del futuro.
GIORGIO VASARI
Giorgio è una figura fondamentale nel panorama artistico del Rinascimento, non solo per il suo talento come pittore architetto, ma soprattutto per il contributo
che è dato alla storia dell’arte con il celebre trattato “ le vite dei più eccellenti pittori, scultore e architetti italiani “.
Quest’opera, pubblicata per la prima volta nel 1550 e riedita con aggiunta nel 1568, è considerata una pietra miliare della storia storiografia artistica e ancora
oggi rappresenta un punto di riferimento imprescindibile per lo studio della vita e delle opere di oltre 160 artisti.
“Le Vite” non è solo una raccolta biografia, ma un testo che introduce una vera e propria visione critica della storia dell’arte. Vasari organizza le sue narrazioni con
una struttura che parte da Cimabue arriva ai suoi contemporanei, sostenendo che gli artisti fiorentini abbiano avuto un ruolo centrale nella rinascita dell’arte
dopo il medioevo.
Questa visione, pur essendo in parte di parte e talvolta poco oggettiva, ha avuto un enorme influenza sulla percezione dell’arte rinascimentale e sulla fortuna
critica di molti artisti toscani, che grazie a lui hanno acquisito fama internazionale.
La prima edizione del 1550, pubblicata a Firenze dall’editore Lorenzo Sorrentino è dedicata al granduca Cosimo primo de’ Medici, comprendeva anche un
prezioso trattato sui metodi tecnici impiegati nelle varie arti.
Nel 1568, Vasari rielabora l’opera, ampliandola con nuove aggiunte introducendo xilografie con i ritratti degli artisti, anche se alcuni di questi erano di fantasia.
Curiosamente, nonostante la prima edizione fosse più corposa e ricca dal punto di vista artistico, fu la seconda la vera maggiore successo, con ben 18 edizioni
italiane otto traduzioni straniere, a fronte di una sola pubblicazione della versione originale.
L’opera è strutturata in tre parti, ciascun introdotta da un Proemio, è basato non si limita a descrivere la vita e le opere degli artisti, ma propone una lettura della
storia dell’arte secondo un’evoluzione stilistica che culmina con Michelangelo, considerato l’apice della perfezione artistica .
Inoltre, è proprio Vasari a coniare il termine rinascita per indicare questo straordinario fenomeno artistico, sebbene già da tempo fosse diffusa la consapevolezza
di una rinnovata fioritura delle arti, come testimoniato dagli scritti di Leon battista Alberti.
Oltre ad essere un grande storico dell’arte, Vasari fu anche notevole architetto e progetto edifici di grande prestigio.
• COMPLESSO DEGLI UFFIZI A FIRENZE
Il suo progetto più celebre è il complesso degli Uffizi a Firenze, realizzata a partire dal 1560 per volontà di Cosimo primo de’ Medici.
Inizialmente concepito per ospitare le 13 magistrature amministrative dello Stato. Il complesso presenta una pianta a U che definisce una piazza oblunga,
un’innovazione architettonica che conferisce all’insieme un aspetto solenne ed elegante.
L’alternanza tra il grigio della pietra serena e il bianco dell’intonaco crea un contrasto raffinato, mentre gli elementi decorativi, dalle colonne doriche dei portici
alle finestre quadrate del mezzanino, fino ai finestroni balconate alla sporgenza del petto, conferiscono all’edificio un senso di armonia e luminosità.
La sua posizione sul fiume è quasi in aria, come scrisse lo stesso Vasari, giunge ulteriore fascino alla struttura.
• PALAZZO DELLA CAROVANA A PISA
Un’altra opere architettoniche di rilievo è il palazzo della carovana, a Pisa, costruito tra
il 1562 e il 1564 ristrutturando l’antico palazzo degli anziani.
Qui Vasari intervenne per regolarizzare la facciata medievale, un endo architettura,
sculture e pittura in un insieme armonico.
Disegnò una decorazione graffiti con figure allegoriche e segni zodiacali, realizzata da
Tommaso battista del Verrocchio e Alessandro Forzori.
Tuttavia, queste pitture, essendo molto fragili, furono ridipinte nei secoli XIX e XX.
Il nome del palazzo deriva dal periodo di addestramento dei nuovi membri
dell’ordine dei cavalieri di Santo Stefano, che qui trascorrevano tre anni di formazioni
militari prima di partire nelle carovane per combattere le incursioni dei corsari nel
Mediterraneo.
Il palazzo, che fosse dell’ordine, ospita dal 1846 la prestigiosa scuola normale superiore di Pisa.
Nel complesso fu un artista poliedrico e una figura chiave del Rinascimento.
Se da un lato la sua opera ha contribuito alla fortuna critica di molti artisti toscani, da dall’altro il suo mezzo dello storiografico ha gettato le basi per il moderno
studio della storia dell’arte.
Il suo approccio, se il pur talvolta partigiano, inaugurato il genio delle biografie artistiche è offerto una narrazione coerente dell’evoluzione dell’arte italiana.
GIULIO ROMANO
Nato a Roma intorno al 1499 fu uno degli architetti più importanti del cinquecento, erede della grande tradizione di Raffaello, di cui fu principale assistente.
Il suo stile si distingue per una raffinata ricerca dell’erudizione e della classicità, destinata a una cerchia ristretta di intenditori.
Fu particolarmente legata alla corte dei Gonzaga, in particolare a Federico Secondo, duca di Mantova, che lo invitò nella sua città nel 1524, offrendogli grande
prestigio generosi compensi.
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