Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 8
Cinema e comunicazione audiovisiva Pag. 1 Cinema e comunicazione audiovisiva Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 8.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Cinema e comunicazione audiovisiva Pag. 6
1 su 8
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

L’arte del video mapping: Palnoise e Visualia.

Palnoise :Il loro primo video mapping architettonico risale al 2009 ed era davvero

pionieristico, era una tecnica semi sconosciuta.

Sempre a Girona un anno dopo, nel Palazzo della Generalitad, Palnoise crea un

mapping fumettistico, ben lontano dalla storia del palazzo che lo ospita di stile

barocco spagnolo, immaginandosi uno scenario alla Escher con tanto di scale

visionarie, impossibili e continue percorse da figure in nero che entrano ed escono

da diverse camere.

Marko Bolkovic con il gruppo croato Visualia ha realizzato nel 2014 un video

Transiency

mapping molto significativo dal titolo sulla facciata di Casa Pastors a

Girona in Spagna; il gruppo ha deciso di iniziare con un semplice processo creativo

e uno story board ispirato alla natura: nubi (elemento aereo) che simboleggiano

l’immaginazione da cui emerge l’ elemento acqua (vita), che è collegato ad un

processo di nascita (albero) e culmina con la forma più semplice di vita (bruco)

diventando una forma complessa (farfalla), che è un simbolo di un’arte libera.

La caratteristica è una narrazione astratta, basata sullo speciale connubbio audio e

video che si avvicina all’atmosfera techno e alla club e Vj’ng culture. Un mix

optical

esplosivo di effetti bianco e neri e forme dai colori flashanti alternati,

insieme con il gioco di scomposizione dei singoli elementi architettonici fanno del

palazzo storico qualcosa di più di una superficie di proiezione. Articolato su storie

di luci, atmosfere romantiche, da sogno e cupe sottolineate dalla musica, il

mapping smaterializza il palazzo che diventa qualcosa di liquido o aereo,

evanescente e pittorico insieme giocando sul tema della metamorfosi. Un risultato

tra i più riusciti del video mapping internazionale che suggerisce come la

grammatica del mapping sia sempre più spinta sull’animazione in grafica 3D e

musica perfettamente sincronizzata agli effetti visivi e colorati di grande impatto.

Le tre fasi del video mapping teatrale.

L’uso delle proiezioni su volumi grazie al video mapping, permette l’inserimento di un elemento

sostenibile e non invasivo anche in strutture storiche e architetture protette (come avvenuto

nel mapping floreale per il Teatro Olimpico di Vicenza).

L’idea originaria che apre la prima fase di un video mapping teatrale, è

quella di usare la facciata dei palazzi nello spazio pubblico, come

What’s up

palcoscenico; emblematici sono gli esempi firmati Urban screen: è il

titolo di una performance video architetturale dove il corpo ingigantito di un

green screen)

personaggio (precedentemente registrato in ambiente viene

incastrato dentro un cubo, a sua volta inscritto nel cubo dell’edificio collocato al

centro di Enschede (Olanda). Una situazione comica e surreale allo stesso tempo

che propone un evento teatrale un po’ kafkiano, ben giocato nell’illusione tra gli

ingombri delle finestre reali del palazzo, raddoppiate in digitale e la superficie

virtuale della proiezione.

Altro esempio di teatro in verticale, ossia di un palcoscenico/palazzo è evidenziato

dalla proiezione progettata sempre da Urban screen nelle coperture

architettoniche a forma di vela dell’Opera house di Sidney. Due corpi di danzatori si

muovono nello spazio limitato dalle vele, trovando un elemento sia narrativo che

coreografico nell’ambientazione generale e nella forma stessa dello spazio in cui

sono collocati. Anche in questo caso le immagini sono state registrate

green screen

precedentemente in in uno spazio che simulava le dimensioni della

copertura architettonica.

Il secondo passaggio verso un video mapping teatrale è rappresentato

dall’uso dell’interazione tra superficie video mappata e il pubblico, come è

Perspective lyrique,

evidente nel progetto di Architecture 1024 ( 2010) la

deformazione del palazzo e delle figure annesse era determinata e controllata in

tempo reale dalla voce del pubblico tramite un microfono e un algoritmo di analisi

sonora; Dancing house

Klaus Obermaier ( ) è il corpo stesso delle persone che assistono, a

volte inconsapevoli, tracciate tramite sistema ottico, a determinare significative

storpiature delle immagini e creare una dinamica molto partecipata.

Il terzo passaggio al mapping teatrale è rappresentato dal video mapping

architetturale con interazione tra performer e immagine video.

Cycle of Life

- Xavi Bové dal titolo La voce della soprano grazie a un software

appositamente creato, permetteva la modificazione delle immagini da un

repertorio scelto precedentemente.

- Klaus Obermaier ha pionieristicamente sperimentato a teatro le più ardite modalità

tecno scenografiche per spettacolari video mapping e per le sue performance audio video

Apparition

interattive a partire da presentato al FutureLab di Ars Electronica nel 2012. Così

concept

l’artista digitale spiega il del lavoro di danza interattiva in cui è il corpo dell’attore a

essere tracciato e a diventare supporto per la proiezione:

Le tecnologie interattive liberano l’esecutore dai limiti della coreografia pre-

impostata e generano il contenuto visivo in tempo reale. L’obiettivo era quello di

creare un sistema interattivo che fosse molto più che semplicemente

un’estensione dell’operatore, ma un potenziale partner esecutivo.

I processi computazionali che modellano e simulano la fisica del mondo reale

creano uno spazio cinetico in cui la bellezza e la dinamica del corpo umano e la

qualità del movimento vengono estese e trasferite nel mondo virtuale.

Queste due aree principali di ricerca, il sistema digitale interattivo come partner di

performance e la creazione di uno spazio cinetico immersivo, costituiscono la

cornice artistica di Apparition”[15].

- Il video mapping si unisce spesso all’interaction design: l’esempio più clamoroso che ha unito

drien Mondot e Claire Bardainne

danza e tecnologia 3D, è quello del duo A con le

Cinematique

numerose varianti scenografiche dal primo stupefacente spettacolo (2011)

create con il software E-motion.

Si tratta di spettacoli che sembrano far uscire dal nulla, e solo col movimento delle

danzatrici, mondi, geometrie, astrazioni.

La scenografia, sintetizzata in un immenso spazio di possibili, torna alla sua più semplice

espressione: le due pagine bianche di un libro aperto, ancora da scrivere” . Les aiguilles et

- Interamente in mapping sono le proiezioni della nuova versione di

l’opium di Robert Lepage (2015): in un macchinario praticabile a forma di cubo

con due lati aperti e in movimento gli attori si muovono come acrobati; le

proiezioni seguono tale movimento ricreando ambientazioni diverse: la camera

d’hotel, la sala di doppiaggio, il concert-hall.

Il contenuto in proiezione video mapping si affianca, ormai di consuetudine ai

classici fondali anche nell’opera lirica, creando una visione scenografica al passo

con la modernità tecnologica, fornendo un incremento visivo su pìù livelli di

schermi per un’immersione totale dello spettatore. Omote

l giapponese Nobumichi Asai presentò tre anni fa ad Ars Electronica

- I

project, Real Time video mapping.

primo esempio di Tecnicamente è

complicatissimo proiettare sul volto in tempo reale, immagini in movimento: si

traccia con massima precisione il volto tramite sensori OptiTrack, processando i

dati, facendo opportuni rendering e usando i proiettori. Il volto è

Omote è la parola giapponese per volto o maschera. Dice l’autore:

considerato lo specchio che riflette l’anima, una soglia tra l’esteriore e l’interiore;

Dynamic

Ma la tecnologia che cambierà il volto delle scenografie tecnologiche è il

projection mapping, per ora allo stato di prototipo. Si tratta di una proiezione

dinamica su scenografie (anche superfici non rigide) in movimento con una

significativa riduzione del ritardo tra il tracciamento (cioé il riconoscimento del

movimento e dell’oggetto) e la proiezione tramite sensori, telecamera con

frequenza di 1000 frame al secondo e proiettori ad altissima velocità. Il ritardo

infatti, è ciò che determina un disallineamento significativo non tollerabile per

l’occhio umano, considerato il fatto che il mapping lavora sull’illusione percettiva.

Mappando alberi

Mapping on trees è il nome di una delle proiezioni di videmapping su alberi degli

Apparati Effimeri

italiani , una delle strutture più vivaci del panorama dell’arte digitale

internazionale che collabora anche per progetti di scenografie in video mapping. Appartiene al

Gardenia projection

progetto pensata come dicono gli autori per animare giardini e

parchi, creando un’atmosfera da sogno, magica e favolosa.

La proiezione in tre dimensioni, applicata alla vegetazione che compone il giardino,

ha avvolto lo spettatore in un’atmosfera onirica e meravigliosa che ha modificato

la percezione dello spazio contribuendo ad amplificarne le prospettive.

Il fruitore era immerso in un’ambientazione boschiva alle primi luci dell’alba, quando le foglie

acquistano sfumature madreperlacee e tutto accade in una dimensione cangiante e mutevole.

Il video mapping è solo uno degli esempi (forse il più eclatante) di una vastissima produzione

artistica piuttosto variegata e sempre in aumento che si è generata non soltanto dalla

specificità del digitale (e dei software) ma da una caratteristica ben più evidente: la presenza

della proiezione.

Questa modalità d’arte “proiezionale” produce formati effimeri naturalmente performativi e

light

fortemente scenografici; formati che spesso sono collegati tra loro in forma ibrida: dal

painting live drawing projection mapping live performance live projection

al , al , dal

mural all’augmented drawing Vj set, laser painting holographic

, , dal al all’

projection digital graffiti projection installation Cave immersive

dal , al , al

technology[17] . Si tratta di modalità artistiche digitali versatili che stanno abbandonando

progressivamente non solo lo schermo ma anche la galleria d’arte per proporsi in un formato

proiezionale che si esprime principalmente come “arte pubblica” in esterno.

Le nuove tecnologie entrano nel mondo dell’arte urbana definendo nuove soluzioni artistiche,

in cui l’interazione tra artista e superficie attraverso il software è il cuore dell’azione

performativa, facendo evolvere sia la videoarte che la street art.

Se la scena teatrale offre ampi margini di sperimentazione ma con le limitazioni del quadro

scenico, la strada, la piazza, i portici aprono a possibilità illimitate, leggere e brulicante di

co

Dettagli
Publisher
A.A. 2006-2007
8 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mirydimartino di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teorie e tecniche del cinema e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Rinaldi Cirus.