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TRASPARENTE
È un procedimento che consente di risparmiare molti soldi e facilitare le
condizioni di ripresa. Viene mandato un operatore nel luogo del reale della
riprese, la ripresa poi viene retroproiettata su di uno schermo traslucido e
davanti venivano posti gli attori.
Questo permette l’integrazione tra:
- le immagini riprese precedentemente
- le immagini riprese successivamente
Lo spettatore così percepisce immagini che sembrano omogenee ma che in
realtà non lo sono.
“Caccia al ladro” di Alfred Hichcock 1955
-un basamento che i muove con una parvenza embrionale di macchina
- ventilatore posto davanti
- colline utilizzo del procedimento del trasparente.
L’illusione è permessa grazie alla natura stessa del cinema.
SPLIT SCREEN
Lo schermo non è più monopuntuale ma ci sono contemporaneamente più
punti di vista.
Non è più importante il confine quanto piuttosto il rapporto tra le inquadrature,
è una sorte di evoluzione tecnologica del “Sogno di Sofonisba”.
Alcuni registi lo utilizzano come sistema: Brian de Palma
“Due sorelle” 1972 vediamo simultaneamente da 2 angolazioni di ripresa..
Punto di vista complementare e speculare con una tensione panoscopica.
(troviamo anche una citazione di Psycho).
Lo spettatore deve muoversi all’interno dei diversi quadri.
Split sceen POLISCOPIO DIGITALE
Una stategia comunicativa che ci dice molto sul cinema di oggi:
FAN FOOTAGE
La disponibilità dei dispositivi di oggi fa sic he coloro che erano un tempo
consumatori oggi si trasformano in coproduttori. Vi sono infatti progetti
audiovisivi creati collettivamente.
Il Fan Footage in particolare nasce da una Start-up con una stategia di Crow
sourcing per video di eventi. (fusione di immagini riprese dal pubblico e
professionali. Il pubblico diviene autore e attore.
Es Linkin Park live in Milan
Il risultato è un quadro composto da elementi caleidoscopici con prospettiva
pluriscopica e pluripuntuale.
L’evento è la co-partecipazione collettiva al concerto stesso. Il quadro perde
in qualche modo la sua centralità diventa completamente autoreferenziale
(polimaterica, caleidoscopica) attraverso una moltiplicazione esponenziale
delle inquadrature.
Per analizzare tale prodotto dovremmo utilizzare quindi delle nuove
categorie.
Un’inquadratura non è un’unità tecnica ma un’unità PERCETTIVA.
Inizialmente il cinema si affidava ad una materialità fisica (LA PELLICOLA)
Il cinema classico ci ha fatto poi dimenticare questa materialità (la superficie
dell’immagine non doveva essere percepibile).
Il cinema moderno anni 50 60 70 vuole ricordare allo spettatore che ciò che
sta guardando è un’immagine su di una superficie.
Lucio Fontana anni 60 i quadri sono materia, tagliandola noi la percepiamo.
Ciò ha convergenze concettuali con le sperimentazioni del cinema.
Es. nel 67 un regista polacco: storia di due giovani alla fine il regista brucia la
pellicola (interviene sulla materialità) il regime di identificazione è di totale
estraniamento. L’immagine evanescente che può prendere fuoco.
CODICI TECNOLOGICI : la pellicola
Il supporto è l’elemento chiave della materialità: la pellicola.
Composta da 3 strati:
1° IL SUPPORTO
Nitrato di cellulosa (celluloide)
Aveva molti vantaggi ma era altamente infiammabile, poteva andare in
autocombustione gia a 40/45°.
Dagli anni 30 si utilizzò:
Acetato di cellulosa
Il vantaggio era quello di essere immune da tale rischio ma il limite è quello
di essere a rapido decadimento, colpito dalla sindrome dell’aceto.
Tutte le immagini tuttavia hanno una loro biologia, quelle in nitrato di cellulosa
150 anni.
Sopra il supporto:
2° EMULSIONE
Strato di gelatina con copra Sali d’argento fotosensibili, sciogliendosi
compongono l’immagine.
Se una pellicola è dotata di Sali d’argento più grossi l’immagine risulterà
meno nitida
(+ grandi i cristalli + sensibili alla luce – nitida l’immagine)
3° STRATO PROTETTIVO ANTIALONE
Il tutto è in pochi mm, la sensibilità è sempre stata una problema.
“Barry Lyndon” 1975 di Stanley Kubrick
Film ambientato nel 700 in Inghilterra, il regista ha come obiettivo quello di
ricreare una situazione tanto più verosimile a quella del tempo, film fatto di
luci non elettriche ma solo con luci da candele. Decise quindi di utilizzare una
pellicola Iper-sensibile : lo svantaggio è quello di ottenere delle immagini con
una granulosità evidente e quindi non nitide.
Egli utilizzò degli obiettivi pensati per la NASA che hanno la straordinaria
capacità di convogliare la luce.
Fare i conti con la materialità significa farli anche con la sensibilità.
I TIPI DI FORMATO
Il formato standard della pellicola è 35 mm (utilizzato dal 1889) da Edison
Il formato semi-amatoriale 16mm (dal 1923) prime esperienze di
cinegiornalismo.
Il formato 8mm e Super 8 mm formato amatoriale che segna l’inizio della
massificazione delle tecnologie di ripresa. Formato utilizzato da Abraham
Zapruder colui che riuscì a filmare il passaggio nel corteo di John Kennedy
(22 secondi di riprese) sarà poi venduto nel 99 per 16 milioni di dollari, gli
americani lo videro solo molto più tardi.
> segna una svolta: chiunque può trovarsi nella situazione di filmare qualcosa di unico
Il formato 70mm panoramico + largo.
Esiste il formato della pellicola ma anche il formato del fotogramma
FRAME che viene misurato come rapporto tra base e altezza.
Il formato rettangolare viene chiamato formato Accademy 1:2.37
Nel corso del tempo il formato si è allargato per superare la concorrenza con
al TV.
FORMATI DIGITALI
Il vincolo dei formari diviene più complesso, i linguaggi più flessibili del
formato digitale stanno condizionando il cinema contemporaneo:
es. Mommy girato in formato quadrato per restituire il senso di soffocamento,
per stare addosso ai personaggi, tale formato ci ricorda il fatto che “qualcuno
sta riprendendo” nel corso del film però il formato cambia e diviene
figurazione visiva metalinguistica che trasmette e comunica il desiderio di
libertà personale del protagonista.
Mommy è l’esempio di un cinema che utilizza i formati come soluzione di stile
che comunica qualcosa, dotata di una semantica. 19.02.16
I formati variabili interni al quadro
Possiamo intervenire sulla forma interna dell’immagine con perimetri
particolari che non coincidono con il fotogramma. Es soggettiva con vista da
binocolo.
Per creare tale effetto si utilizzano della mascherine che vengono sovrapposti
o interposti in post- produzione.
I Keyhole films sono generi che si sviluppano soprattutto con il cinema della
attrazioni, soddisfacendo una vera a propria pulsione voyeristica.
Questo genere crea inevitabilmente una soggettivazione dello sguardo.
Ne uscirono poi anche delle parodie:
es. 1901 “attraverso il buco della serratura”
donna che poi si rivela essere un uomo
film molto breve ma con un significato preciso: “punizione per la pulsione
voyeristica” con un raccordo diretto tra attore e noi.(ci si rivolge direttamente).
Tale interpellazione è tipica del cinema della attrazioni, tale
comunicazione diretta sarà poi del tutto negata nel cinema classico.
I CODICI TECNOLOGICI:la pellicola, la sensibilità
Il contrasto è la gradazione di tonalità, le pellicole più sensibili sono
• meno contrastate
La grana dipende dal numero di alogenuri d’argento presenti nella
• pellicola. La grana nella pellicola è più grossa nelle pellicole più
sensibili
La risoluzione è la capacità di rendere visibili particolari molto
• piccoli. Più è alta la sensibilità, minore sarà la risoluzione.
Il cinema ha portato al “trionfo della vita” poiché il cinema è movimento, ci
deve essere nel cinema la velocità di scorrimento della realtà ogni
variazione della velocità di scorrimento implica un’alterazione del
principio di realtà.
Es. film dei Lumier in cui un ambino mangia la sua colazione, ciò che colpì
maggiormente furono le foglie sullo sfondo che si muovevano al vento.
I CODICI TECNOLOGICI: lo scorrimento SLOW MOTION/ Ralenti
Prima dell’avvento del sonoro, i film muti era visti a 18 fotogrammi al
secondo
Il sonoro venne introdotto negli Stati Uniti nel 1926 in Italia negli anni 30 per
stare al passo del sonoro di dovette però aumentare il numero di fotogrammi
al secondo a 24.
La caratteristica che contraddistingue il cinema è sicuramente: la possibilità di
alterazione del TEMPO.
Se io riprendo a 24 f/s e proietto a 12 f/s : 1 secondo di proiezione
equivale a 0,5 secondi di riprese, quindi si ha un effetto di rallentamento.
(SLOWMOTION)
La dilatazione del tempo non viene molto usata nel cinema classico ( meno
che non si tratta di sogni). Viene invece molto utilizzato:
- avanguardie degli anni 20 : con un cinema non narrativo ma di rottura
- cinema moderno.
Es. Zabriskie Point di Michelangelo Antonioni, 1969
Film contestazioni giovanili anni 60 in America, con uno dei finali più belli
della storia del cinema: esplosione di un edificio come simbolo del sistema
occidentale capitalistico (edificio, beni , generi alimentari , abiti ecc). volontà
di sttolineare il bisogno di distruzione della merce; il ralenti trasforma la merce
in mostri informi ad amplificare il tutto c’è la colonna sonora dei Pink Floyd.
Nel 2015 la scena è venuta risemantizzata in uno spot che assume il principio
formale di Antonioni ma lo risemantizza: estetizzazione della merce (Conad).
Esempio di come la cultura dia numerosi spunti e quanto le pubblicità siano
percettive.
Nel cinema contemporaneo lo slow motion viene utilizzato spesso per
procastinare in modo esasperato la tensione di un’azione (creando
suspance).
Per le scena di azione (violenza) è utilizzato per creare coreografie e danze.
Es Gli intoccabili Brian de Palma, 1987
TRAMA: una squadra della polizia
lotta per portare Al capone in
carcere (sono gli anni del
proibizionismo in USA) la scena in
stazione e la sparatoria a cui si “la corazzata
“Scalinata di Odessa” dal film
Potemkin di Eisenstein, 1926 TRAMA: la popolazione di Odessa
in Crimea manifesta in solidarietà
- scalinata con i ribelli ma vengono uccisi a
- carrozzina colpi di armi da fuoco. Si tratta di
immagini crude con un mo