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I CARATTERI DELLE ORAZIONI
Grazie alla sua competenza giuridica, alla chiarezza espositiva e
all'eccezionale abilità dialettica, Cicerone riesce a utilizzare le tre
funzioni che nelle opere retoriche assegna all'oratore:
-DOCERE —> informare chiaramente e dimostrare la sua tesi nel
modo più convincente dal punto di vista razionale.
-DELECTARE —> Intrattenere il pubblico utilizzando le doti di
narratore vivacissimo e di trattatista psicologicamente acuto e
penetrante con l’arguzia e l’ironia.
-MOVERE —> Facendo suscitare agli uditori sentimenti come ora e
commozione.
LE OPERE RETORICHE
•De Oratore : è un opera del 55 a.C. composta da tre libri di tipo
platonico aristotelico, cioè l'argomento viene trattato dai vari
interlocutori che dialogano tra di loro.
Nel 1 libro Cicerone espone per bocca di Crasso, la teoria di
quest'ultimo che affermava che un uomo non poteva definirsi un
buon oratore se non sapeva e non aveva studiato tutto. A Cicerone
faceva orrore questa teoria ed era contro al pensiero di chi riteneva
che un perfetto oratore fosse colui che si forma per mezzo di sole
regole e esercizi e di chi riteneva che bastassero le doti naturali e
l’esperienza. Per Cicerone, riprendendo il pensiero di Isocrate, il
perfetto oratore è colui che prende l'oratoria come una scienza. In
particolare l'oratore deve sapere di filosofia, perché è l’unica
materia in grado di spiegare in modo chiaro le cose con un
linguaggio tecnico. Nel secondo e nel terzo libro Cicerone spiega
come divisa l'arte della retorica:
INVENTIO —> Ricerca degli argomenti giusti da trattare in base a
ciò di cui si parla. Per esempio se si vuole parlare con comicità
bisogna saperlo fare, poiché se l’empatia salta, l’orazione sarà
sempre un fallimento.
DISPOSITIO —> La scelta della disposizione degli argomenti e
secondo la scelta l’orazione può prendere un taglio differente.
MEMORIA —> Memorizzare l'argomento. Cicerone dice che con una
buona memoria non sempre si nasce come Pico della Mirandola e
per questo bisogna fare degli Esercizi. Per esempio quello di
mettere in connessione cio che si conosce in modo da
schematizzare ciò di cui si parla.
ELOCUTIO —> Ossia l'elaborazione stilistica in cui Cicerone una
mediazione tra Asianesimo, che aveva uno stile gonfio che stupiva
ma distraeva dall’argomento, e L’Atticismo, che aveva uno stile
scarno e riassuntivo.
ACTIO —> Ossia il modo in cui l'oratore doveva porgere il discorso.
Cicerone recitava davanti allo specchio oppure ad amici fidati le sue
orazioni, studiando quando si doveva inginocchiare oppure quando
doveva piangere. Perciò nulla casuale.
Da quel momento in poi ogni buon oratore possedeva il libro di
Cicerone per aiutarsi.
9 anni dopo , sotto la dittatura di Cesare, Cicerone riprese gli
argomenti del De oratore in altre due opere, il brutus e l'orator,
composte entrambe nel 46 a.C.