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------DIALOGHI POLITICI--------
De Re Publica
le sue opere politiche, come quelle filosofiche, nascono nel cercare di uscire
dalla crisi morale e politica di Roma. In questo senso sono un modello
dell'impegno dell'intellettuale nella vita civile.
Vi lavora a lungo tra il 54 e il 51. ci è giunta in condizioni lacunose.
La parte finale dell'opera, “Somnium Scipionis” ha circolato indipendente fin
dall'antichità; era l'unica parte nota del De Re Publica fino al 1820.
è ambientato il dialogo nel 129, in sei libri e con protagonista Scipione
l'Emiliano e alcuni membri della sua cerchia, tra cui Lelio.
Libro I : esposta la dottrina della costituzione romana come “costituzione
mista”.
Libro II : evoluzione della costituzione e delle istituzioni romane dall'età
regia in poi.
Libro III : la Iustitia, la virtù politica per eccellenza, con un tentativo di
confutazione delle critiche mosse dall'accademismo di Carneade aveva mosso
all'imperialismo romano.
Libro IV : educazione e formazione cittadini.
Libro V : uomo politico ideale: rector o gubernator rei publicae, o princeps,
cioè il primo tra i cittadini
Libro VI : conclusione del dialogo con la rievocazione del sogno di Scipione
l'Emiliano, il cui avo adottivo Scipione Africano Maggiore gli era parso
condurlo in cielo per mostrargli la piccolezza e l'insignificanza delle cose
umane compresa la gloria terrena e mostrargli i benefattori dello stato, i
grandi uomini politici che hanno immortalità nella dimora celeste.
Etichetta garbata ma rigorosa. Gli interlocutori sono troppo stretti nel loro
ruolo paradigmatico, troppo compresi in un ideale ascetico di virtù e dovere
politico percui perdono in freschezza e vitalità umana, in individualizzazione.
Proemi: questione dell'opportunità di una vita dedicata alla politica (vs
dottrine come l'epicureismo).
L'azione politica deve avere profonda ispirazione filosofica, e perciò fa un
vero e proprio inno alla filosofia, guida e maestra della vita.
Tra impegno politico e otium filosofico difficile dialettica: tensione tra
senso del dovere verso la collettività alla tranquillità: contrasto in Cicerone.
La “costituzione mista”: per uno stato duraturo: temperamento di elementi
monarchici, aristocratici, democratici tale da evitare le degenerazioni delle
singole forme di governo pure.
Scipione muove dalla dottrina aristotelica delle tre forme di governo e della
inevitabile degenerazione in forme estreme: monarchia → tirannide;
aristocrazia → oligarchia; democrazia → oclocrazia, governo della feccia del
popolo.
Interpretazione della costituzione romana di Polibio (amico e maestro di
Scipione): lo stato dei maiores si era messo in grado di rallentare molto questa
degenerazione. Attraverso le tre istituzioni della res publica: elemento
monarchico → consolato; elemento aristocratico → senato; elemento democratico →
comizi popolari.
Divergenza dalla Repubblica di Platone, che pure ha fornito spunti: Cicerone non
pensa ad uno stato ideale che richiede la costruzione di un modello teorico; lo
stato perfetto che descrive è identico alla res publica romana, compiuta dopo
secoli di formazione.
La dottrina della costituzione mista ubbidisce a una tendenza conservatrice che
garantisce il mantenimento dei vigenti rapporti di potere e proprietà e il
riconoscimento, per i ceti inferiori, di una voce più o meno nominale negli
affari politici.
Non vi è una pluralità di fonti del potere; ad una interpretazione estensiva del
potere del senato, Cicerone ne affianca una altrettanto limitativa dei poteri
del popolo.
La costituzione mista garantisce in modo più equilibrato la gerarchia degli
ordini sociali e una scala differenziata dei diritti politici. Per Scipione
l'oclocrazia è la degenerazione peggiore.
Come nella Pro Sestio sembra auspicare una classe politica rinnovata, aperta ai
talenti emergenti, capace di mediare tra i conflitti sociali.
L'uomo politico ideale
arbitro delle divergenze interne al corpo sociale. Princeps è ogni singolo
rappresentante di spicco dell'elite politica riformata. Una figura non destinata
a uscire dalle istituzioni della Res Publica, ma a fungere da presidio in
momenti di particolare crisi.
L'interesse di Cicerone era soprattutto sulla formazione dell'elite dirigente.
Il princeps doveva nutrirsi di gloria
• altresì è necessaria la consapevolezza della sua vanità.
•
Il desiderio di gloria lo spinge all'impegno e alla fatica, il disprezzo
ascetico della gloria e del vantaggio personale gli impedisce di anteporre sé
all'interesse dello stato. Dunque l'uomo di potere deve unire alla capacità di
governo competenza filosofico-letteraria.
Il problema della giustizia
Necessità di trovare un fondamento etico all'azione politica.
Nel 125, circa venticinque anni prima della data in cui il dialogo è ambientato,
l'opinione pubblica romana era stata scossa dalle conferenze di
Carneade,neoaccademico. Seguiva il metodo della disputatio in utramque
partem,cioè trattazione della stessa questioni da punti di vista contrapposti.
Aveva prima trattato gli argomenti in favore dell'esistenza di un criterio
obiettivo della giustizia per poi procedere al loro smantellamento. Si era
rifatto all'esempio dell'imperialismo romano. Riconduce il fondamento di ogni
diritto a rapporti di forza. La reale alternativa era tra una saggezza ingiusta,
che portava la spinta alla prevaricazione, e una giusta stoltezza, tesa al
rispetto della proprietà e dei diritti altrui.
Parte di Carneade: Furio Filo,che lo fa a malincuore. Confutazione degli
argomenti contro la giustizia era affidata a Lelio; sottomissione si, ma di
popoli incapaci di governarsi, per i quali l'asservimento a Roma era un
vantaggio.
Somnium Scipionis
Modello platonico della Repubblica. Sembra voler suggerire un confronto con i
sogni di investitura consacrati nella tradizione epica romana (apparizione di
Omero a Ennio) e tener conto delle dicerie sui sogni profetici che Scipione
Africano si procurava, dicerie che lo stesso Emiliano alimentava su di sé (alone
carismatico).
La terra vista dall'alto è un pianeta dove le poche zone abitate sono separate
da immense distese d'acqua e deserti, con impossibilità di comunicazione. Quindi
la gloria che valore può avere?
Altre limitazioni alla gloria: mortalità dei posteri e dello stesso universo.
Precarietà delle cose terrene contro ogni brama personale dell'uomo politico.
Promessa di immortalità alle anime dei grandi statisti ha diversi modelli
filosofici; voler essere di sostegno al rector nei momenti di incomprensione o
ostilità da parte dei contemporanei. Per alimentarne l'ossequio del dovere.
De Legibus
Cicerone, Attico, il fratello Quinto. Nei contorni della vecchia casa di
famiglia di Cicerone,vicino ad Arpino.
Problemi di filosofia del diritto: a fondamento del diritto viene posto il
diritto naturale, emanazione della mente divina che governa il mondo e unica
matrice riconosciuta della legislazione civile.
Esempio di legislazione positiva conforme al diritto naturale è fornito dalle
leggi che trovavano fondamento nel mos maiorum romano. Così Cicerone emana un
suo codice di leggi per lo stato romano. Indirizzo conservatore. Addomesticare
il popolo senza arrivare allo scontro frontale.
La legislazione che propone presuppone una classe dirigente rinnovata, in grado
di essere modello di comportamento per la cittadinanza. Legislazione questa
opprimente, soffocante, intollerante. Venerazione per il mos maiorum nello stile
volutamente arcaizzante in cui sono redatte le leggi ciceroniane.
- - - - - - - OOPERE FILOSOFICHE - - - - - -
Le opere filosofiche sono del periodo di forzato ritiro sotto la dittatura di
Cesare; lo scopo era d far conoscere ai romani, in forma letteraria elegante, il
pensiero filosofico greco. emento costitutivo dell'educazione libera La
rigenerazione etico-politica della Respulica richiedeva, secondo lui, che la
cultura filosofica (una riflessione sui valori alla base della convivenza
sociale) divenisse ell dei gruppi dirigenti.
Paradoxa stoicorum
Composti nel 46, poco dopo il Brutus, omaggio a CaoneUticense. Ciceron intese
dare forma oratoria alle problematiche stoiche che spesso aveva affrontato nei
suoi interventi in senato. Voleva rendere persuasive e accettabili per il vasto
pubblico le tesi della filosofia stoica. La valutazione in chiave paradossale di
eventi della storia recente serve a far risaltare la falsità dell'opinione
comune che identifica la gloria e la virtus col successo politico, economico,
col potere.
Coperte valenze di opposizione al dominio di Cesare e alla degenerazione della
Respublica.
Tra il 45 e il 46 vengono composte le opere filosofiche. Presuppongono un vasto
dominio della materia hanno un taglio originale soprattutto per ciò che
riguarda l'adattamento del pensiero greco alla situazione romana.
Vanto di dare alla sua patria esempi massimi di eloquenza e di averla introdotta
alla filosofia.
Proemi: parla in prima persona per spiegare il valore dei contenuti filosofici
ad un pubblico diffidente. Ribadisce la dignità sociale di questo tipo di studi.
Superata la maggior importanza data allo studio dell'eloquenza e alla politica
(rispetto alla filosofia). Una profonda cultura filosofica è la base
dell'impegno civile.
Filosofia come medicina dell'anima nei confronti dell'afflizione e strumento di
elevazione culturale per la classe politica.
Sotto l'oppressione cesariana nella scrittura filosofica il modo di continuare,
con altri mezzi, l'attività civile.
La forma letteraria dei Dialoghi filosofici
Cicero seppe trovare una forma letteraria capace di interessare un vasto
pubblico, si rifaceva alla tradizione accademica e peripatetica. Insistenza
sulla necessità del legame tra filosofia ed eloquenza elegante e persuasiva.
L'impegno filosofico realizzato da Cicero, quello del cittadino eminente per cui
la filosofia non è una professione, è una novità a Roma. Per lui è uno degli
ingredienti di una vita spesa per la Respublica. Perciò i personaggi dei
dialoghi ciceroniani non sono filosofi di mestiere ma cittadini romani
importanti, di ceto elevato. Questo permetteva di mettere in rilievo il legame
tra filosofia e impegno civile.
De finibus
Il più felice dei dialoghi filosofici dal punto di vista della costruzione
letteraria, ha una salda coesione tematica, ma rinuncia all'unità di tempo e di
luogo. Si compone di una serie di conversazioni collocate nell'atrco d