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Sequenza di colonne con capitelli ionici, sormontati da archi a tutto sesto e
trabeazione. Elementi che fanno già parte dell’architettura moderna.
Elemento principale colonna che si lega alla paraste della parte più interna che
richiama o è richiamata alla loggia del palazzo ducale di Urbino.
Il tema è che elementi simili si stanno verificando in architetture.
Chiesa di santa Maria presso san satiro, Milano
Siamo di fronte ad una chiesa già esistente a croce greca inscritta, la croce greca
maggiore determina la presenza dell’altare. Il corpo è longitudinale a tre navate e
con un transetto. La navata centrale e il transetto hanno una monumentale
simile a quella di Sant’Andrea a Mantova. Una cupola
copertura a botte
emisferica cassettonata copre la crociera all’intersezione. Il transetto rinvia allo
schema della cappella de pazzi.
C’è bisogno di un ampliamento e viene chiamato Bramante che lo propone nella
direzione opposta a via del falcone. Una delle vie adiacenti e che era difetto un
vincolo.
L’architetto lavora all’ampliamento alle spalle di quello che era l’altare
preesistente dal 1482 al 1486.
Bramante modifica questa linearità della parete di fondo con un aggetto, non è un
aggetto qualsiasi ma è un’illusione prospettica. Inventa un finto coro con lo scopo
di razionalizzare l’intera struttura. In questo modo impone una centralità allo
pone come un supporto psicologico all’equilibrio della cupola. Sistema
spazio. Si
a navata centrale e due navate laterali che si legano alla preesistenza come se
questa fosse un transetto. Bramante avrebbe voluto impostare un sistema a
croce greca ma non ne aveva la possibilità perché vincolato da via del falcone,
quindi inserisce quell’aggetto, inoltre disegna in prospettiva una volta a botte nel
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breve spazio di un metro e mezzo(aggetto) in questo modo simula la profondità
dello spazio, ci sembra che ci sia uno spazio profondo al di la dell’altare
(macchina illusoria, ci vuole dare l’illusione di spazio centrale) , in modo tale che
chi si trova nella navata centrale all’altezza della terza campata crederà che al di
la del transetto ci sono altre tre campate, che completerebbero la croce greca.
Capacita di disegnare in prospettiva secondo un unico punto di vista privilegiato,
del fruitore che dall’ingresso cammina e si ferma all’altezza
stabilito nel percorso
della terza campata e gode dello spazio centralizzato.
La facciata è definita da una scansione di paraste abbinate che tripartiscono la
facciata. Riferimento alle tavole con la storia di san Bernardino.
E’ fondamentale anche il tema della centralità della pianta è uno dei temi che
fanno capire la produzione architettonica di bramante e che lo porterà al progetto
di San Pietro a Roma.
Come ci arriva a quella soluzione? Con lo studio degli impianti centrali, progetto
per il duomo di pavia, la conoscenza e il confronto di Leonardo da vinci (studia a
Milano i sistemi di organismi centralizzati).
La canonica di Sant’Ambrogio a Milano
Bramante progetta la canonica e i chiostri: due progetti che denotano
l’importanza dell’ampliamento.
Progetto che possiamo assimilare all’idea di una piazza antica o un foro porticato
(tema del foro all’antica). Egli ci parla di organizzazione degli spazio, al foro si
accede attraverso l’arco di trionfo, posti nei punti di maggiore importanza. Inoltre
rifà al progetto di Brunelleschi dell’Ospedale degli Innocenti (presenza del
si
dado brunelleschiano).
Vengono fusi elementi brunelleschiani come il dado e la regolarità geometrica ad
elementi classici come le colonne creando un proprio stile.
Progetta una struttura porticata, con un portico inferiore e in corrispondenza
dell’ingresso colloca un arco di trionfo, definito da un ordine di paraste con il
capitello corinzio a cesto, quello dell’incisione prevedari, su cui si imposta una
e su cui si imposta un arco che all’interno ha delle decorazioni.
trabeazione
Addossata alla parasta una strana colonna, che rammenta alle origine naturale
delle colonne, cioè un albero, ludovico il moro ,il committente, l’ha richiesto. Ciò
enfatizza l’ingresso centrale alla basilica ma è anche inserita come elemento
angolare, da maggiore enfatizzazione anche nelle parti che ci chiariscono le
attenzioni dell’architetto ai reali problemi dell’architettura.
L’ingresso è aulico e sottolinea l’importanza attraverso l’arco di trionfo.
Realizza inoltre i due chiostri, chiostri distinti a seconda dell’uso architettonico, un
ordine dorico nel primo chiostro e un ordine ionico nel secondo chiostro.
Sequenza di colonne libere che definisco arco a tutto sesto, colonne poste su un
alto basamento per il controllo dell’organizzazione dello spazio.
Trabeazione che giunge al livello del davanzale delle finestre, che raddoppiano in
corrispondenza di ciascuna campata. Lesene che inquadrano un arco a tutto
sesto nell’ordine superiore. Suddivisione delle campate raggiunta attraverso un
dell’interasse delle finestre. Scansione dell’ordine
sistema di moltiplicazione
superiore, costituita de lesene di ordine maggiore e lesene di ordine minore che
sostengono un arco a tutto sesto, innovatrice rispetto alle soluzioni viste in
precedenza.
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Luogo cuore della spiritualità e religiosità milanese.
Luogo anche molto importante all’interno del tessuto urbano. Canonica e chiostri
denotano l’importanza dell’ampliamento degli spazi legati alla basilica:
La canonica è quel tratto di portico della manica di accesso alla basilica
Chiostro dorico e ionico
Il problema del progetto per la canonica era la necessità di dare un accesso
aulico anche lateralmente. Un accesso che fosse definito da un portale e da uno
spazio d’accesso. La richiesta era di prevedere dei locali in un contesto urbano di
all’interno della basilica passando per la porta laterale.
accoglienza anche
Il progetto di bramante lo possiamo assimilare all’idea di una piazza antica: un
foro porticato antico (tema del foro all’antica che ci parla di organizzazione degli
spazi: utilizzo di portici che delimitano uno spazio).
Al foro si accede con archi di trionfo nei punti di maggiore importanza. Bramante
progetta una struttura porticata con un portico inferiore e gli spazi per i canonici
nella parte superiore. Nell’ingresso laterale colloca un arco di trionfo. Il progetto
iniziale probabilmente prevedeva una piazza porticata con 2 archi di trionfo, ma
non viene realizzata.
Arco di trionfo definito da un ordine di paraste con capitello corinzio a cesto
all’antico su cui si imposta una trabeazione e un arco con rosoni all’interno di
riquadri. Bramante sottolinea la presenza di questo arco attraverso l’inserimento
di una strana colonna addossata alla parasta che:
ricorda l’origine naturale delle colonne (come tronco d’albero).
Questa colonna a trunconos ricorda l’emblema di famiglia di Ludovico il moro (il
committente di quest’opera).
Viene poi posta anche nelle parti ad angolo dei porticati.
Cosa caratterizza l’impostazione dei due chiostri? L’impostazione delle colonne
libere che definiscono le volte a crociera. Volte poste su un alto basamento. Al di
sopra del sistema di ordine architettonico una trabeazione che raggiunge le
finestra. Le finestre scansionate da paraste e lesene. Se da un lato il richiamo
puo essere quello del chiostro del palazzo ducale di Urbino dall’altro è una
soluzione che lega il progetto di bramante ad ipotesi di architetture dipinte da san
bernardino.
Il tema di ordine architettonico che bramante inserisce nella diversa scelta dei
chiostri di sant’ambrogio (chiostro dorico e ionico). Tema che bramante utilizzerà
spesso mai casualmente e banalmente.
Nella facciata della chiesa di santa Maria nascente a Milano bramante inserisce
un ordine architettonico corinzio: l’ordine corinzio è legato all’intitolazione della
chiesa e all’attributo che viene dato a Maria “nascente”. Attributo di gentilezza e
di legame con quella litania della madonna. Questo tema di maria nascente è
una caratteristica della madonna che bramante vuole sottolineare attraverso l’uso
di ordine piu legato alla figura femminile di madre e di raffinatezza.
Bramante rispetto all’intitolazione di maria come “regina della pace” che ricorda il
carattere di potenza maggiore attribuisce un altro ordine architettonico. A San
Pietro in montorio viene attribuito l’ordine dorico.
Santa Maria delle Grazie
Altro progetto realizzato da Bramante a Milano per la famiglia Sforza è legato ad
un tipico tema che lega la committenza agli architetti: la richiesta di un monumento
funerario, un mausoleo di famiglia.
Il progetto è commissionato a Bramante da Ludovico il Moro e consiste nella
progettazione di uno spazio che potesse ospitare le tombe da porre all’interno
della chiesa preesistente quattrocentesca, progettata da Guiniforte Solari, di Santa
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Maria delle Grazie, appartenente all’ordine domenicano. La chiesa è attualmente
nota per la presenza dell’Ultima cena di Leonardo, di cui si ha uno schizzo. La
necessità di inserire le tombe porta all’espansione dello spazio con l’innesto di un
sistema centrale, riconoscibile nello schizzo di Leonardo, legato all’impianto
preesistente. Ciò che interessa è l’utilizzo dello spazio centrale questa volta per un
uso come mausoleo: da un lato è un ampliamento e centralizzazione della chiesa,
dall’altro ha un utilizzo sepolcrale. Questo viene realizzato da Bramante, con la
progettazione di due chiostri superiori, un ulteriore ampliamento del convento
domenicano.
Nella progettazione dello spazio aggiunto alla chiesa da parte di Bramante è
evidente il riferimento sia alle soluzioni delle cappelle fiorentine brunelleschiane,
come la sagrestia vecchia o cappella Pazzi, sia ad opere di Alberti come San
Sebastiano di Mantova.
L’impianto è centrale con una scarsella con terminazione absidale, lateralmente
lo spazio principale è dilatato da absidi semicircolari. Questo disegno pubblicato
nel testo di Bruchi : Bramante architetto, fa apprezzare il cambiamento di
linguaggio e il rapporto tra la navata della chiesa preesistente, realizzata da
Solari che sconta la tradizione medievale, e l’ampliamento.
Il progetto bramantesco è uno spazio legato alla nuova architettura fiorentina,
ci sono una serie di derivazioni e una serie di riferimenti, un innesti antico che
si contrappone alla chiesa preesistente ma ad essa legato per il richiamo alla