vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
L’apparato Locomotore: Il movimento dell’essere umano avviene attraverso un insieme di
strutture anatomiche ben collegate tra loro, che prende il nome di apparato locomotore. Esso
è costituito da una componente passiva, l’apparato scheletrico, e da una componente attiva,
il sistema muscolare. L’apparato scheletrico umano è formato da ossa e da articolazioni e
svolge la funzione di: protezione, sostegno, movimento. La funzione protettiva consiste nel
difendere i più importanti organi interni. Il cranio ad esempio protegge il cervello, la cassa
toracica protegge cuore e polmoni, la colonna vertebrale difende il midollo spinale. La
funzione di sostegno consiste nel dare stabilità al corpo e posizionarlo in modo adeguato nello
spazio. Il movimento del corpo è possibile grazie all’azione sinergica dei muscoli inseriti sulle
ossa e dalle articolazioni.
Muscoli agonisti, antagonisti e sinergici: Il movimento è reso possibile dalla contrazione di uno
o più muscoli, detti agonisti, che realizzano l’azione di spostamento di un segmento
scheletrico. All’inizio di quest’azione, è necessario che i muscoli che compiono l’azione
contraria, gli antagonisti, siano rilasciati per non risultare di freno al movimento. I ruoli si
invertono nell’azione opposta. Quando i due muscoli concorrono a realizzare un movimento la
loro azione verrà definita sinergica. In genere il muscolo possiede la capacità di sviluppare
un’azione principale, in base alla quale viene classificato (come abduttore, rotatore,
estensore).
La mobilità è la capacità di muoversi liberamente nell’ambiente ed è fondamentale per il
mantenimento della salute e della propria autonomia. Si definisce autonomia la capacità di un
individuo di svolgere le attività di vita quotidiana, lavorative e quelle legate al proprio ruolo
sociale e familiare. Per mantenere una mobilità ottimale, l’apparato muscolo scheletrico e il
sistema nervoso devono essere integri e funzionanti. Le alterazioni della mobilità hanno effetti
sistemici, psicologici e sociali.
Alterazioni della mobilità: Alterazioni dell’andatura. Il termine andatura viene usato per
descrivere la deambulazione (camminata) di una persona. La deambulazione può essere
definita come un movimento armonico e complesso del corpo che si produce in seguito ad
una azione simultanea e coordinata fra tronco, bacino ed arti (inferiori, ma anche superiori per
la presenza del movimento oscillatorio delle braccia). Esistono vari tipi di alterazione
dell’andatura e la loro manifestazione può essere indicativa di lesioni neurologiche:
Atassica: tipica delle lesioni cerebellari. Il paziente cammina a gambe divaricate in modo
tale da allargare la base di appoggio e abbassare il baricentro e con una leggera
abduzione degli arti inferiori.
Anserina: detta anche dondolante (simile a quella dell’oca), dovuta ad atrofia dei muscoli
glutei oppure a lussazione bilaterale dell’anca.
Falciante: tipica del paziente con paralisi spastica. Riceve il nome di "falciante" in
relazione alla vecchia definizione neurologica basata sullo spostamento dell'arto
inferiore paretico che durante la deambulazione sembra mimare l'immagine della falce
che taglia il grano. Quest'andatura è tipica dei soggetti con emiparesi dovuta ad ictus
ischemico.
Steppante: il paziente non può flettere dorsalmente il piede (piede cadente), per cui, per
non inciampare, tende a sollevare tutto l’arto. È tipica delle lesioni del nervo peroneo.
Parkinsoniana: è un’andatura a piccoli passi, solitamente lenta ma può presentare una
progressiva accelerazione, in cui i piedi sono strisciati al suolo, la postura del paziente è
a tronco flesso con le braccia lungo i fianchi e con una riduzione del movimento
oscillatorio.
Alterazioni del tono*, forza muscolare* : *Tono muscolare: è la capacità dei muscoli di
contrarsi e mantenere l’efficiente postura eretta dell’individuo. *Forza muscolare: è la
capacità posseduta dal muscolo di sviluppare tensione utile al superamento o all’opposizione
rispetto a resistenze esterne.
Atrofia: è caratterizzata dalla riduzione delle dimensioni e della forza contrattile di un
muscolo e si verifica, ad esempio, in persone paralizzate in seguito a lesioni midollari o in
modo più modesto a seguito dell’immobilità temporanea di un muscolo dopo, ad esempio,
l’ingessatura di un arto.
Flaccidità muscolare: dipende da un ridotto tono muscolare (ipotonicità muscolare). I
muscoli si presentano deboli e molli, con una ridotta resistenza ai movimenti. La flaccidità
è la conseguenza della compromissione dell’innervazione dei muscoli, può essere
localizzata a un solo arto oppure a un gruppo muscolare. La sua insorgenza può essere
acuta, come nei traumi, o cronica, come nelle malattie neurologiche. La totale assenza
d’attività fisica è di sicuro la principale causa della perdita di tono muscolare.
Spasticità muscolare: è uno stato di tono muscolare eccessivo (ipertonicità muscolare) che
consiste in un abnorme aumento del tono muscolare involontario, in genere
accompagnato anche da un deficit di forza muscolare.
Paralisi: è la conseguenza di una lesione del motoneurone superiore e determina la
perdita totale della funzione motoria volontaria. A seconda della sede colpita si distingue
in emiparesi, nel caso in cui la perdita della funzione sia localizzata a livello di un
emisoma, come avviene frequentemente in seguito ad un icuts; paraparesi, nel caso in cui
la perdita di funzione sia localizzata a livello degli arti inferiori, e la causa più frequente è
la lesione midollare in corrispondenza e/o al di sotto della parte superiore del midollo
toracico; tetraparesi, nel caso in cui sia compromessa la funzione motoria di tutti e quattro
glia arti e la causa più nota è quella legata alla lesione del midollo cervicale.
Accertamento della tolleranza all’attività fisica/esercizio fisico: La raccolta dati è orientata a
comprendere la tolleranza della persona assistita all’attività fisica e la presenza di possibili
situazioni che possono influenzarla o ridurla e la presenza o assenza di alterazioni o problemi
della capacità motoria. La raccolta dati si avvale dell’intervista al paziente, dell’osservazione
diretta e dell’esame obiettivo da parte dell’infermiere. Attività fisica ed esercizio fisico sono
due termini utilizzati per descrivere il movimento umano. L’ attività fisica è stata definita
dall’OMS come qualsiasi forza esercitata dai muscoli scheletrici che aumenta il dispendio
energetico al di sopra del livello basale (o a riposo). L’attività fisica fa parte della nostra vita e
la maggior parte delle attività quotidiane implicano attività fisica. L’ esercizio fisico
comprende movimenti ripetitivi, programmati e strutturati ed è finalizzato a migliorare e a
sviluppare le capacità funzionali e prestative di determinati organi od apparati. La raccolta
dati è orientata a comprendere la tolleranza della persona assistita all’attività fisica e la
presenza di possibili situazioni che possono influenzarla o ridurla . Si valuta:
Tipo, tempi e frequenza attività fisica
Tipo e la durata dell’attività che scatenano la sintomatologia
Il tempo di recupero, dopo quanto regredisce la sintomatologia
Parametri vitali prima e dopo attività fisica (se rientrano a livelli normali dopo 5 minuti,
l’attività è sicura)
Presenza di stanchezza, sensazione di fame d’aria, aumento FR, giramenti di testa,
cardiopalmo durante l’attività
Stile di vita e tipo di lavoro
Grado di soddisfazione circa l’attività fisica fattori legati allo stato di salute e malattia
Fattori ambientali
La tolleranza all’attività/esercizio fisico viene valutata attraverso dei test specifici, tipo il test
del cammino. Il test del cammino o 6MWT (Six minute walking test) misura la distanza che un
soggetto può percorrere camminando il più velocemente possibile su una superficie piana in
sei minuti, comprese tutte le interruzioni che il soggetto ritiene necessarie. Serve a valutare la
capacità di percorrere una certa distanza e rappresenta una misura rapida ed economica per
valutare la capacità di svolgere le normali attività quotidiane o, di converso, il grado di
limitazione funzionale del soggetto. Per lo svolgimento del test del cammino il paziente è
invitato a camminare alla massima velocità per lui possibile per sei minuti su una superficie di
marcia piana, lungo un percorso rettilineo. Il paziente può fermarsi ogni volta che lo ritenga
necessario. Allo scadere di ogni minuto vengono rilevate la frequenza cardiaca e la
saturazione emoglobinica, oltre al numero di metri percorsi durante il test. Prima e al termine
dell’esame viene compilato un breve questionario per valutare il grado di dispnea, cioè di
affaticamento della respirazione (scala di Borg). È caratterizzata da un range che va da 0 (0
assoluto) a 10 (10 = “Massimo”, ossia sensazione di sforzo più alta mai percepita nella propria
vita).
Accertamento della capacità motoria: La raccolta dati è orientata a comprendere la presenza
o assenza di alterazioni o problemi della capacità motoria. La raccolta dati si avvale
dell’intervista al paziente, dell’osservazione diretta e dell’esame obiettivo da parte
dell’infermiere. La capacità di movimento è valutata accertando il grado di funzionalità
motoria e il grado di autonomia o livello di assistenza richiesto dalla persona. I principali dati
sono:
Emisoma dominante: chiedere alla persona qual’ è la mano dominante.
Abilità di camminare: tempo impiegato a percorrere ad esempio 6 metri, la distanza
percorsa in 5 minuti e il livello di assistenza richiesto.
Andatura e deambulazione: è necessario chiedere al paziente di percorrere un breve
tratto in modo da poter osservare l’allineamento corporeo, l’oscillazione alternata degli
arti superiori rispetto a quelli inferiori, il movimento del piede in dorsi/flessione, il
numero e il ritmo dei passi, la base di appoggio ampia, il bilanciamento del peso e se
durante la deambulazione cerca appoggi o meno.
Caratteristiche della marcia: verificare se è compromessa, passo strisciante, instabile.
Abilità di muovere gli arti superiori: la capacità della persona di alzare e abbassare e
flettere gli arti superiori e le mani, ad esempio, per pettinar