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- LEGAME COVALENTE PURO O APOLARE:
Un legame covalente viene detto "puro" quando si verifica tra atomi con
valori identici o molto simili di elettronegatività, cioè (l’elettronegatività è)
la capacità di un atomo di attrarre a sé gli elettroni in un legame chimico.
In questo caso, gli elettroni condivisi sono equamente distribuiti tra le due
cariche.
Quando due atomi di idrogeno si uniscono per formare una molecola di H₂,
si crea un legame covalente puro, poiché i due atomi di idrogeno hanno la
stessa elettronegatività. In un legame covalente puro, gli elettroni
vengono condivisi in modo equo tra i due atomi, poiché hanno la stessa
capacità di attrarre gli elettroni. La nube elettronica che si forma tra di
essi ha quindi una distribuzione simmetrica.
Il legame covalente è considerato un legame forte. In particolare, i due
atomi sono uniti da forze tali da mantenere una distanza tipica di circa 0,1
nm (nanometri). Questa breve distanza implica che l'interazione è molto
forte, poiché gli elettroni condivisi formano una zona stabile in cui la forza
di attrazione tra i nuclei e gli elettroni mantiene salda la struttura della
molecola.
In breve:
Un legame covalente puro si forma tra atomi con elettronegatività
uguale o simile.
Gli elettroni vengono condivisi equamente.
L'elettronegatività rappresenta la capacità di un atomo di attrarre
elettroni, mentre gli atomi elettropositivi tendono a cedere elettroni.
I legami covalenti sono forti e tipicamente si formano a una distanza
di circa 0,1 nm.
- Legame covalente polare:
Legame covalente polare:
Il legame covalente polare si verifica quando due atomi con una differenza
significativa di elettronegatività condividono una coppia di elettroni. In
questo caso, l'atomo con l'elettronegatività maggiore esercita una forza di
attrazione più forte sugli elettroni condivisi. Di conseguenza, la nube
elettronica si trova più vicina all'atomo più elettronegativo, e ciò crea una
distribuzione asimmetrica della carica elettronica.
Questo tipo di legame crea un dipolo elettrico: l'atomo più elettronegativo
acquisisce una parziale carica negativa (δ-), mentre l'altro atomo, meno
elettronegativo, acquisisce una parziale carica positiva (δ+).
Esempi di legami covalenti polari:
H-Cl (acido cloridrico): Il cloro è molto più elettronegativo
o dell’idrogeno; quindi, attira gli elettroni condivisi più verso sé
stesso, generando una carica parziale negativa sul cloro (δ-) e
una carica parziale positiva sull'idrogeno (δ+).
H-O (in H₂O): Nella molecola d'acqua, l'ossigeno è molto più
o elettronegativo dell'idrogeno, quindi attira maggiormente gli
elettroni, creando un dipolo permanente con cariche parziali
negative sull'ossigeno e cariche parziali positive sugli idrogeni.
N-H (in NH₃, ammoniaca): L'azoto, essendo più elettronegativo
o dell'idrogeno, attrae gli elettroni verso sé stesso, creando
cariche parziali negative sull'azoto e positive sugli idrogeni.
Nel caso di legami polari, le molecole risultanti sono spesso idrofile, cioè
capaci di interagire bene con l'acqua, proprio grazie alla loro distribuzione
di cariche che favorisce la formazione di legami idrogeno con le molecole
d'acqua.
Differenza tra legame covalente apolare e polare:
Legame covalente apolare: Si verifica quando gli atomi che
condividono elettroni hanno la stessa elettronegatività o valori
molto simili. Gli elettroni sono equamente condivisi e la molecola
non presenta cariche parziali. Questo tipo di legame si trova spesso
in molecole formate da atomi uguali o molto simili (come negli
idrocarburi, in H₂, O₂, ecc.).
Legame covalente polare: Si verifica quando c'è una differenza
significativa di elettronegatività tra gli atomi coinvolti. Gli elettroni
condivisi sono attratti maggiormente dall'atomo più elettronegativo,
portando alla formazione di un dipolo con cariche parziali positive e
negative. Questo tipo di legame si trova in molecole come l'acqua
(H₂O), dove l'ossigeno ha una forte elettronegatività rispetto
all'idrogeno.
Elettronegatività:
L'elettronegatività è una proprietà chimica che indica la capacità di un
atomo di attrarre verso di sé gli elettroni di legame. Più un atomo è
elettronegativo, più tende ad attrarre gli elettroni condivisi in un legame
covalente.
Atomi con alta elettronegatività: Atomi come fluoro (F), ossigeno
(O), e azoto (N) hanno elevata elettronegatività e tendono a
trattenere fortemente gli elettroni.
Atomi con bassa elettronegatività: Atomi come il carbonio (C) e
l'idrogeno (H) hanno un'elettronegatività relativamente bassa e
tendono a condividere gli elettroni con altri atomi con meno forza.
L'elettronegatività relativa tra due atomi determina se il legame sarà
apolare (equamente condiviso) o polare (attrazione disuguale degli
elettroni).
- Legame ionico:
Il legame ionico si verifica quando un atomo cede elettroni a un altro
atomo, permettendo ad entrambi di raggiungere una configurazione
elettronica stabile, simile a quella di un gas nobile. Questo scambio di
elettroni si basa sulla differenza di elettronegatività tra i due atomi
coinvolti.
Nel caso del cloruro di sodio (NaCl), l'atomo di sodio (Na) ha un solo
elettrone nel suo guscio elettronico più esterno, l'orbitale 3s. Questo lo
rende altamente instabile, poiché tende a "liberarsi" di quell'elettrone per
raggiungere una configurazione stabile come quella dell'argon, che è il
gas nobile più vicino (con 8 elettroni nel guscio esterno). Quando il sodio
cede questo elettrone, diventa uno ione positivo (Na⁺) con un guscio
esterno completo.
L'atomo di cloro (Cl), invece, ha sette elettroni nel suo guscio più esterno
e "desidera" acquisire un ottavo elettrone per completare il proprio
ottetto, raggiungendo la configurazione stabile del gas nobile argo.
Quando il cloro accetta l'elettrone ceduto dal sodio, diventa uno ione
negativo (Cl⁻), con una carica negativa in eccesso.
Poiché gli ioni Na⁺ e Cl⁻ hanno cariche opposte, si attraggono fortemente
tra loro, formando un solido reticolo cristallino ionico. Questo è il motivo
per cui il cloruro di sodio esiste come un insieme di cristalli solidi, dove
ogni ione è circondato da ioni di carica opposta.
Dissoluzione in acqua
Quando il NaCl viene messo in acqua, avviene il fenomeno della
dissoluzione:
Le molecole d'acqua, essendo polari, hanno una regione con carica
parzialmente negativa (l'ossigeno) e una con carica parzialmente
positiva (gli idrogeni).
Le cariche parzialmente negative degli atomi di ossigeno dell'acqua
sono attratte dallo ione sodio (Na⁺), positivo, e tendono a
staccarlo dal legame con il cloro.
Contemporaneamente, le cariche parzialmente positive degli atomi
di idrogeno dell'acqua sono attratte dallo ione cloro (Cl⁻),
negativo, separandolo dallo ione sodio.
Quando il NaCl si dissolve, ogni ione Na⁺ e Cl⁻ viene circondato da
molecole d'acqua, impedendo agli ioni di ricombinarsi e permettendo loro
di rimanere dispersi nella soluzione. Questo processo permette al sale di
dissolversi completamente in acqua.
- LEGAME IDROGENO:
Il legame idrogeno è fondamentale in molte strutture biologiche e
processi vitali. Questo tipo di legame si verifica quando un atomo di
idrogeno, legato covalentemente a un atomo fortemente
elettronegativo (come l'ossigeno, l'azoto o, in alcuni casi, il fluoro),
interagisce con un altro atomo elettronegativo.
Come si forma il legame idrogeno
1. L'idrogeno è legato a un atomo molto elettronegativo:
In una molecola, l'idrogeno si lega con un atomo fortemente
o elettronegativo come ossigeno (O), azoto (N) o fluoro (F)
attraverso un legame covalente polare.
Poiché l'atomo elettronegativo attira gli elettroni verso di sé
o più di quanto lo faccia l'idrogeno, gli elettroni condivisi nel
legame sono spostati verso l'atomo più elettronegativo.
Questo fa sì che l'idrogeno acquisisca una leggera carica
o positiva (δ+), diventando parzialmente elettropositivo.
2. Interazione con un altro atomo elettronegativo:
L'idrogeno, essendo parzialmente positivo, è ora attratto da
o un altro atomo che possiede una parziale carica negativa
(δ−). Di solito, questo secondo atomo è ossigeno (O), azoto
(N) o fluoro (F) in un'altra molecola o in una parte diversa
della stessa molecola.
Questa attrazione tra il parziale positivo dell'idrogeno e il
o parziale negativo dell'altro atomo crea il legame idrogeno.
3. Forza del legame idrogeno:
Il legame idrogeno è più debole rispetto a un legame
o covalente, ma è abbastanza forte da influenzare la struttura
e la stabilità delle molecole in cui si forma. Ad esempio, i
legami idrogeno stabilizzano la doppia elica del DNA e sono
importanti nella struttura tridimensionale delle proteine.
Esempio: l'acqua (H₂O)
Nella molecola d'acqua:
L'ossigeno è molto più elettronegativo dell'idrogeno, quindi
l'ossigeno attira gli elettroni del legame covalente, rendendosi
parzialmente negativo (δ−), mentre gli atomi di idrogeno
diventano parzialmente positivi (δ+).
Questi idrogeni parzialmente positivi di una molecola d'acqua
vengono attratti dagli ossigeni parzialmente negativi di altre
molecole d'acqua, formando legami idrogeno. Questi legami
idrogeno conferiscono all'acqua molte delle sue proprietà uniche,
come la capacità di formare strutture ordinate e la coesione tra
molecole.
Lezione 3:
Molecole polari e legami con l'acqua (idrofiliche)
Le molecole che sono in grado di formare legami a idrogeno con l'acqua
sono considerate polari o idrofiliche (dal greco "idros" = acqua e "philia" =
amore), cioè, sono attratte dall'acqua. Questo accade perché le molecole
polari possiedono una distribuzione asimmetrica delle cariche elettriche.
Hanno regioni parzialmente positive e parzialmente negative, che possono
interagire con le molecole d'acqua (che sono anch'esse polari). Queste
interazioni si manifestano attraverso legami idrogeno, che sono legami
deboli ma fondamentali per solubilizzare queste molecole in acqua.
Esempi comuni di molecole polari e idrofiliche inc