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Meccanismi di attivazione dei recettori adrenergici
Stimolate vanno ad attivare l'adenilato ciclasi:
- Gα: inibitorie
- Gα: attivate dall'interazione del recettore con ammine
Se stimolate, attivano una fosfolipasi C che scinde il fosfatidilinositolo:
- Gα e Gβγ
- Vediamo due esempi:
Glucagone: viene rilasciato dal pancreas in caso di ipoglicemia. Questo va ai tessuti bersaglio legandosi ad un recettore 7-TM specifico, attiva la Gα e quindi l'adenilato ciclasi (effettore), il quale trasforma ATP in cAMP che va a sua volta ad attivare la chinasi A che quindi fosforila degli enzimi.
Adrenalina: viene rilasciata dalla midollare del surrene, si lega ad un recettore 7-TM specifico e attiva la Gα, la quale va poi ad attivare l'adenilato ciclasi (effettore) per produrre cAMP. Questo va ad attivare la proteina chinasi A che fosforila gli enzimi bersaglio. L'adrenalina può agire anche su recettori α-adrenergici legandosi ad un recettore 7-TM il legame induce
Una modificazione conformazionale che attiva una proteina Gα, la quale attiva a sua volta la fosfolipasi C (effettore) che scinde il fosfatidilinositoloQin inositolo trifosfato e diacilglicerolo. L'inositolo trifosfato agisce quindi su una chinasi C che inizia a fosforilare gli enzimi bersaglio.
20/04/21 β-adrenergici I recettori sono presenti principalmente sulle membrane delle cellule muscolari; ne esistono di tre tipi (β1, β2, β3), e attivano tutti una proteina Gα (→ adenilato ciclasi cAMP chinasi A). Gli effetti derivanti sono diversi a seconda della proteina Gα coinvolta, ma in generale il processo può portare a glicogenolisi, tramite azione su fegato e muscolo scheletrico, o lipolisi, tramite azione sul tessuto adiposo.
Anche nel caso dei recettori α-adrenergici (α1, α2) possiamo distinguere due varianti, e ma in generale a noi interessano gli presenti sugli epatociti, i quali, se attivati, stimolano glicogenolisi e gluconeogenesi.
In caso di liberazioni copiose di adrenalina, questa andrà ad agire sia sui recettori α che β in modo da amplificarne l'effetto scatenante. Vediamo il meccanismo di attivazione della proteina Gα (la proteina Gα si comporta allo stesso modo, cambia solo la risposta biologica): nella subunità sono presenti due domini: - Dominio GTPasico: dominio che permette lo scambio di GDP con GTP. L'entrata del GTP perturba la struttura, a causa dell'inserimento di una carica – aggiuntiva, e causa la chiusura del dominio α-eliche. - Dominio α-eliche: dominio connesso sia all'inizio che alla fine con il dominio GTPasico. Nella forma 'off', il dominio α-eliche copre il sito di legame del GDP impedendone l'uscita; quando arriva lo stimolo che attiva il recettore 7-TM, questo apre le sue eliche nella faccia citosolica permettendo l'entrata e la presa di contatti con la proteina G. Il dominio viene così stirato, permettendo loSpostamento del dominio adeliche e di conseguenza l'uscita del GDP e l'entrata del GTP; lo scambio dei nucleotidi avviene per gradiente di concentrazione, poiché la concentrazione citosolica del GTP è maggiore rispetto a quella del GDP. Una volta che il α βγGTP si lega al dominio GTPasico, si ha la rottura delle interazioni tra le subunità e a causa dell'entrata di una carica – aggiuntiva; ciò permette alla prima di staccarsi e di dirigersi verso l'adenilato ciclasi. Questo effettore è formato da 12 eliche TM divise in 2 domini da 6 eliche ciascuno, legati tra di loro da un loop citosolico contenente un dominio catalitico dell'effettore; è poi presente un secondo dominio catalitico a livello dell'estremo citosolico C-terminale. L'adenilato ciclasi catalizza la trasformazione dell'ATP a cAMP, ovvero il secondo messaggero deputato all'amplificazione del segnale tramite azione sulle chinasi.
Le chinasi sono proteine formate da 4 subunità, due catalitiche e due regolatorie. Quest'ultime possiedono un'ansa che entra ognuna in un sito catalitico tenendolo chiuso; inoltre, le due subunità regolatorie si incrociano in una struttura lipidica formante un'ancora di sostegno all'interno del citosol. Quando 4 molecole di cAMP (quota necessaria per l'attivazione dell'enzima) arrivano alla chinasi, a due a due vanno a legare le subunità regolatorie inducendo, per modificazione conformazionale, il ripiegamento dell'ansa e quindi lo sgancio dal sito catalitico liberandolo. Il sito catalitico, contenente ATP e Mg, ha il compito di trasferire un P dall'ATP a residui di Ser o Thr presenti sugli enzimi, così da indurre la risposta metabolica corrispondente. Il motivo per cui l'ansa della subunità regolatoria non si fosforila è dovuto all'assenza di residui di Ser o Thr fosforilabili; lasubunità si comporta quindicome un inibitore analogo del substrato. Una volta portato atermine il processo di fosforilazione sarà necessario siaspegnere il segnale attivante che rigenerare recettore edenzima. Lo spegnimento avviene su tre livelli diversi: α,1. Una volta legato il GTP ed effettuato il distacco della subunità il sito di legame del GTP defosforila il suosubstrato, il GTP, a GDP; ciò viene permesso dalla presenza di residui di Gly, Arg e Thr disposti in modoα-elichetale da formare un sito di defosforilazione. Essendosi riformato GDP, il dominio ad si richiude suldominio GTPasico permettendo anche il riaggancio tra leα βγ;subunità e2. Terminata l’attività di defosforilazione, il cAMP si staccadalle subunità regolatorie per poi venire degradato, dauna fosfodiesterasi, a 5’-AMP;βγ β-arrestina3. Le sub reclutano una chinasi (βARK), lalegano e la portano vicino ai residui C-terminali delrecettore; qua,Dei residui di Ser vengono fosforilati in modo da permettere il richiamo di una proteina arrestina, la quale va a legarsi alle Ser-P formando un complesso recettore - arrestina. A questo punto, tramite la formazione di una vescicola di endocitosi, il complesso viene internalizzato nella cellula e viene processato, ovvero il recettore viene defosforilato e staccato dalla proteina, per poi essere riposizionato sulla membrana.
Recettori con attività tirosin chinasica: sono recettori che rispondono all'insulina. Sono formati, in generale, da un dominio extracellulare di legame con il ligando, seguito da un dominio transmembrana e infine un dominio citosolico con attività chinasica; come al solito, il terminale amminico si trova all'esterno della cellula, mentre quello carbossilico all'interno. A questa famiglia appartengono non solo i recettori leganti l'insulina, ma anche recettori per la crescita di epidermide, piastrine, tessuto vascolare e fibroblasti.
A differenza di questi ultimi, il recettore dell'insulina si trova in forma dimerica, ed è in grado di trasdurre sia un segnale proliferativo che un segnale metabolico; se viene sovraespresso, il recettore diventa un fattore coinvolto in malattie neoplastiche poiché provocherà un elevato aumento della proliferazione cellulare. Ogni monomero è costituito da due subunità: α:1. occupa la porzione extracellulare e possiede due domini, L1 e L2, fondamentali per il riconoscimento dell'insulina a livello extracellulare; β:2. occupa la porzione transmembrana (TM) e intracellulare, dove formerà il dominio tirosin chinasico (TK). La sequenza di RNA codificante per il recettore dell'insulina può trascrivere o meno l'esone 11, dando quindi origine a due possibili recettori (vedi subito dopo). Ciò ci informa del fatto che l'insulina può trasdurre due diversi segnali: o Recettore proliferativo: non possiedeL'esone 11 può legare sia l'insulina che gli IGF, ovvero i fattori insulino-simili. È il recettore per l'insulina di tipo A; o Recettore metabolico: possiede l'esone 11, il quale origina un piccolo dominio di 12 aa. È il recettore per l'insulina di tipo B.
In età avanzata, la trascrizione del tipo A viene diminuita riducendo i processi di crescita cellulare; i recettori di tipo A verranno quindi gradualmente sostituiti con quelli di tipo B. In tutto, gli esoni trascritti sono 22 (21 nel caso dell'A).
L'interazione insulina - recettore che permette l'innesco del segnale intracellulare è il seguente:
- Quando l'insulina interagisce con il recettore inattivo (stato T) a forma di V, induce una modificazione conformazionale che gli permette di raddrizzarsi stirando il dominio transmembrana e, di conseguenza, quello tirosin chinasico, che verrà attivato (stato R);
- T , 'ATP,IL DOMINIO TIROSIN
CHINASICO NELLO STATO POSSIEDE UNA SORTA DI BOCCA SITO DI LEGAME DELL CHIUSA DA PARTE DI’ 3 Tyr: Y1158, Y1162 Y1163.
UN ANSA PRESENTANTE RESIDUI DI Eo Il dominio tirosin chinasico, tramite scalzamento laterale dell’ansa, apre il dominio di legame dell’ATPpermettendone l’entrata. A questo punto, le tre Tyr di un’ansa si avvicinano al TK del monomero adiacentevenendo così fosforilate grazie all’ATP (viceversa per l’altra ansa). Questo processo prende il nome diautofosforilazione controlaterale.
Una volta ricevuto il segnale metabolico, la cellula esporrà sulla membrana plasmatica delle proteine di trasportodel glucosio, le quali cominceranno ad inglobare zucchero per permettere la glicogenosintesi o la crescita cellulare.
Il segnale proliferativo vede la seguente cascata di processi:
- L’insulina si lega al recettore e, per modificazione conformazionale, provoca la auto-fosforilazione deldominio tirosin chinasico su residui di Tyr,
diventando il segnale di inizio della trasduzione;
o La fosforilazione viene riconosciuta da un modulo proteico quale l'IRS-1, il quale si lega al recettore, viene fosforilato e quindi rilasciato;
IRS-1 , SH2, pTyr - X - X - Tyr.RICONOSCE SUL RECETTORE GRAZIE AL MODULO LA SEQUENZA
o Questa fosforilazione viene ora riconosciuta da un secondo modulo, Grb2, il quale viene riconosciuto da SoS che attiva la proteina RAS. Questa è una proteina Gα monomerica che, attivata, scambia il GDP con GTP;
G 2 IRS-1 SH2. F , SH3RB RICONOSCE LA FOSFORILAZIONE DI GRAZIE AD UN DOMINIO ACENDO CIÒ ESPONE SU DI SÉ ANCHE DUE DOMINI Pro - X - X - Pro - X S S.CHE RICONOSCONO INVECE LA SEQUENZA SU O
o L'attivazione di RAS porta all'attivazione di RaF-1, fattore che permette l'attivazione di MEK per fosforilazione, il quale a sua volta fosforila ERK attivandolo in m