CO
2 100
Molti enzimi, nel catalizzare un processo di reazione vanno a formare dei cosiddetti intermedi
covalenti, i quali nel proseguimento del processo verranno poi rotti per arrivare all’effettiva
sintesi dei prodotti. Per fare ciò , spesso gli enzimi vanno a esplicare la catalisi covalente di tipo
nucleo ilo, al ine di effettuare attacchi di tipo nucleo ilo. Esempi di gruppi presenti nella
struttura di un enzima che possono effettuare attacchi nucleo ili possono essere serina, gruppo
–OH legato a uno ione Zn , gruppo –SH della cisteina, il CO di un aspartato, o l’amminoacido
2+ 2–
istidina. Vediamo nella tabella seguente gli enzimi relativi a questi gruppi, e gli intermedi
covalenti che vanno a creare:
Un esempio di reazione catalitica in cui si ha la formazione di un intermedio covalente è quella
catalizzata dalle proteasi a serina, enzimi che degradano le proteine, rompendo il legame
peptidico che lega gli amminoacidi della catena polipeptidica. E_ un enzima che, grazie alla
presenza del gruppo –OH della serina, oltre a rompere legami ammidici, può idrolizzare anche
gli esteri.
Nel meccanismo, si ha quindi la formazione di un intermedio covalente, un acil-enzima (un acile
legato al sito attivo dell’enzima) in seguito alla fase di acilazione, alla quale segue una
deacilazione dopo l’intervento di una molecola di acqua, che permette l’effettiva idrolisi del
legame peptidico, oppure dell’estere. In particolare, la serina viene inizialmente deprotonata da
una base presente nell'enzima stesso ed è ora in grado di formare un complesso intermedio
attaccando il carbonio carbonilico del substrato, che è un’ammide o un estere, si forma quindi
un acil-enzima. Nella successiva fase di deacilazione interviene l'acqua, che scinde l'enzima
dall'acile e la porzione R-NH o R-O del substrato si allontana, poi acquista un H diventando
– – +
R-NH o R-OH, riformando l'enzima di partenza e acido carbossilico o ammina come prodotto.
2
A fare da base per sottrarre il protone alla serina è l'istidina, assistita dall'acido aspartico che
possiede un gruppo carbossilico dissociato a COO che stabilizza la carica positiva dell'istidina
–
(effetto Bohr). Si parla, perciò , di triade catalitica, formata da serina, istidina e aspartato, legati
tra di loro da legami a idrogeno, che permette la liberazione del protone del gruppo –OH della
serina. 101
Si hanno differenti tipologie di proteasi a serina, come ad esempio la chimotripsina, tripsina o
elastasi, che cambiano tra di loro per la variazione di speci icità per il substrato su cui agiscono.
Prendiamo in considerazione nel nostro studio la chimotripsina, enzima che rompe un legame
peptidico – idrolizza quindi il legame carboammidico tra un C=O e un N-H – quando legato al C
α
che porta il carbossile si ha un amminoacido ingombrante e idrofobico (come fenilalanina,
tirosina, triptofano, metionina…).
Al livello dell’enzima, si ha quindi una tasca idrofobica che permette di far alloggiare un
determinato substrato, ovvero l’amminoacido riconosciuto, e questo consente di catalizzare
l’idrolisi del legame peptidico. Oltre alla chimotripsina, che riconosce residui amminoacidi
ingombranti e idrofobici, altre proteasi a serina hanno una determinata speci icità per il
substrato: la tripsina riconosce i residui amminoacidici basici (es. residuo di Lys o di Arg,
riconosciuti nel sito attivo da un residuo carico negativamente di aspartato), mentre l’elastasi
riconosce residui amminoacidici di piccole dimensioni e quindi non ingombranti (es. Ala): si ha
quindi una tasca estremamente ridotta al livello del sito attivo (è più una depressione
strutturale che una vera e propria “tasca”). 102
Analizziamo il meccanismo della chimotripsina. La serina presente nel gruppo catalitico è un
alcol primario; quindi, non subito “pronto” a cedere un protone, per cui per permettere questo
fenomeno vengono in aiuto un residuo di His e uno di Asp (aspartato), che “assistono” la serina
nel cedere il protone dell’ossidrile (azione della triade catalitica). A questo punto, il doppietto
elettronico dell’ossigeno può effettuare un attacco nucleo ilo sul carbonio carbonilico, che passa
poi sull’azoto, e in ine, in seguito all’ingresso di un protone, si ha la liberazione del peptide che
porta il gruppo amminico e la formazione sull’enzima del complesso dell’intermedio covalente,
ossia l’acil-enzima (fase di acilazione). acil-enzima
Fase di acilazione
Vediamo, in dettaglio il meccanismo di azione della chimotripsina. Nella prima fase di
acilazione, l’atomo di ossigeno della catena laterale di Ser produce un attacco nucleo ilo sul
195
carbonio carbossilico del legame bersaglio, formando un complesso instabile denominato
intermedio tetraedrico. L’intermedio tetraedrico formato possiede una carica negativa formale
sull’ossigeno (ione alcossido) derivato dal gruppo carbonilico. Questa carica è stabilizzata da
interazioni con gruppi NH della proteina, presenti in un particolare sito detto “buca
dell’ossianione”. In questo modo si ha una stabilizzazione dell’intermedio, e questo consente il
proseguimento della catalisi. Se l’intermedio rompe il legame con la serina, si torna alla
situazione di partenza, mentre invece se rompe il legame con N o O, si ha la formazione
dell’acil-enzima. 103
Meccanismo dettagliato della chimotripsina 1
2
In questo caso consideriamo come amminoacido “ingombrante” la fenilalanina, che si inserisce
nella tasca del sito attivo dell’enzima all’inizio del processo. Nella prima fase di acilazione,
l’interazione tra Ser e His genera uno ione alcossido sulla Ser fortemente nucleo ilico; lo
195 57 195
ione attacca il gruppo carbonilico del peptide, formando un intermedio tetraedrico acil-enzima
(1). Si ha, inoltre, la formazione di una carica negativa a vita breve sull’ossigeno carbonilico del
substrato, stabilizzata da legami idrogeno nel buco ossianionico.
L’instabilità della carica negativa sull’ossigeno carbonilico del substrato porta al collasso
dell’intermedio tetraedrico: la riformazione di un doppio legame con il carbonio rimuove il
legame tra il carbonio e il gruppo amminico del legame peptidico, causandone la rottura. Il
gruppo amminico uscente viene protonato dall’His e ne viene facilitato il distacco. Si ha cosı̀
57
la formazione dell’intermedio covalente acil-enzima.
Una molecola di acqua in entrata viene deprotonata per catalisi basica generale, formando uno
ione ossidrilico fortemente nucleo ilico. L’attacco dell’ossidrile sul legame estere
dell’acil-enzima genera un secondo intermedio tetraedrico (2), con l’ossigeno che assume
nuovamente una carica negativa nel buco ossianionico. 104
La scissione dell’intermedio tetraedrico forma il secondo prodotto, un anione carbossilato, e
produce il distacco della Ser . In ine, l’allontanamento del secondo prodotto di reazione dal
195
sito attivo (il residuo carbossilico), ripristina l’enzima libero. A questo punto, il ciclo può
ricominciare, con l’inserimento nel sito attivo di un altro amminoacido, ingombrante e
idrofobico, per quanto riguarda la chimotripsina.
Vediamo sotto riportata la schematizzazione della buca dell’ossianione, la struttura
appartenente all’enzima che consente la stabilizzazione degli intermedi tetraedrici.
Ossigeno carico negativamente
(ossianione), stabilizzato da legami
a idrogeno di atomi di H legati ad
atomi di azoto della Ser e Gly
195 193
Dopo aver visto adesso il meccanismo della chimotripsina, che effettua una catalisi di tipo
nucleo ilo, analizziamo di seguito il meccanismo di una catalisi di tipo elettro ilo, con la
formazione di una base di Schiff. La base di Schiff si forma per la reazione di un composto
carbonilico con un composto che porta un gruppo amminico, con sostituzione del doppio
legame C=O con il doppio legame C=N.
A pH neutro, la base di Schiff può essere protonata, per favorire il rilascio di un protone, al ine
di formare una enammina (nel caso riportato, in cui abbiamo CH al posto di R’).
3 105
In generale, si ha la formazione di una base di Schiff in quanto il doppietto elettronico
disponibile sull’atomo di azoto dell’ammina va da attaccare il del legame fortemente
+
δ
polarizzato tra C=O (che possiede un sul carbonio e un sull’ossigeno), e cosı̀ si forma un
+ –
δ δ
intermedio tetraedrico. A questo punto entra un protone H , si ha un riarrangiamento di legami,
+
portando alla formazione di una molecola di acqua instabile, che si distacca dal composto (si
crea una carica positiva sull’ossigeno, stabilizzato dal movimento di un doppietto elettronico, e
questo determina il rilascio di una molecola di H O). Il doppietto elettronico spostato nel
2
passaggio precedente va cosı̀ a costituire il doppio legame C=N, lasciando una carica parziale
positiva sull’atomo di azoto. Nel passaggio inale, si ha il rilascio di un protone H , e cosı̀ si ha la
+
formazione di una base di Schiff.
–
δ
R O
δ
+
C
R 1
Numerosi enzimi utilizzano la base di Schiff nel processo di catalisi, come nel caso delle
transaminasi, le quali utilizzano il PLP (piridossal-fosfato) come cofattore, derivante dalla
vitamina B (può esistere come forma protonata dell’ossidrile, come in igura, o come forma
6
protonata dell’azoto N e deprotonata dell’ossigeno O ).
+ –
Vitamina B Piridossal-fosfato (PLP)
6 106
Vediamo quindi un esempio di transaminasi (reazione catalitica che prevede un passaggio con
formazione di una base di Schiff): analizziamo la α-amminoacido transaminasi, una reazione che
prevede il trasferimento di un gruppo amminico da un α-amminoacido su un α-chetoacido, con
formazione dell’amminoacido corrispondente al chetoacido, e formazione del chetoacido
corrispondete all’amminoacido di partenza. Il meccanismo di reazione può essere classi icato
come ping-pong (entra il primo substrato, esce il primo prodotto, entra il secondo substrato,
esce il secondo prodotto) e si ritrova in molte vie metaboliche, al ine di regolare il bilancio degli
amminoacidi.
Il primo passaggio della reazione è la formazione di una aldimmina interna, a causa del legame
del PLP con l’azoto di un residuo di Lys della catena polipeptidica, che crea cosı̀ una base di
Schiff interna. A questo punto entra il substrato, un altro amminoacido, e si forma la aldimmina
esterna, nel processo cosiddetto di transaldiminazione. Il passaggio iniziale della reazione che
prevede la formazione dell’aldimmina interna consente all’enzima di assicurarsi la presenza del
PLP, un cofattore molto versatile che può
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