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X ESAME
Bisogna sapere per l’esame: la capacità dell’acqua di formare legami
idrogeno e gli effetti che i vari legami idrogeno possono avere sulle
proprietà chimico-fisiche dell’acqua;
Bisogna anche ripetere la teoria acido base e cosa sono i tamponi ma
questo non lo chiede.
Amminoacidi e legame peptidico.
Le proteine sono polimeri costituiti da alfa-amminoacidi; tra le
macromolecole di interesse biologico le proteine sono state le prime ad
essere state studiate.
Esse non sono le principali macromolecole, ma hanno una principale
importanza nel buon funzionamento di una cellula; inoltre sono le più
abbondanti in quanto rappresentano più del 50% del peso totale di una
cellula se si esclude l’acqua.
Un amminoacido è una molecola che presenta almeno due gruppi
funzionali, un gruppo amminico ed uno carbossilico,
entrambi legato ad un carbonio detto carbonio alfa,
cioè il carbonio 1.
A questo carbonio sono legati anche un atomo di
idrogeno e una catena laterale R che nella glicina è
sostituita da un altro idrogeno.
(All’esame non scrivere mai come amminoacidi la glicina perché è
troppo semplice e può pensare che non sappiamo gli amminoacidi).
Gli amminoacidi che entrano a far parte delle proteine sono 20, ciò non
significa che in natura esistono solo questi amminoacidi; inoltre sarà la
loro combinazione nella proteina a conferire proprietà diverse alle
diverse proteine.
Esistono diverse strutture per poter disegnare gli aminoacidi, ma basta
saperlo scrivere anche come nell’immagine precedente, anche se in
questa condizione gli amminoacidi non esistono poiché avremo sempre
uno stato di ionizzazione dell’amminoacido.
Abbiamo detto che il carbonio alla quale sono legati il gruppo amminico,
il gruppo carbossilico, l’idrogeno e la catena
laterale R prende il nome di carbonio alfa; gli
altri carboni della catena si nominano
partendo dalla catena alfa ed allontanandosi
da essa, questi prendono il nome di beta,
gamma, delta, eta, ecc.
Nell’immagine ci sono due esempi, nel caso
della lisina il gruppo amminico legato al
carbonio epsilon si dice gruppo epsilon
amminico; per quanto riguarda invece il
glutammato il gruppo carbossilico legato al
carbonio gamma si dice il gruppo gamma
carbossilico.
Gli amminoacidi possono essere raggruppati secondo alcune proprietà
che condividono, per esempio gli aminoacidi con gruppi R alifatici e
quindi non polari comprendono:
• Glicina
• Alanina
• Valina
• Leucina
• Isoleucina
• Metionina, particolare poiché contiene un’atomo di zolfo
• Prolina, particolare poiché non presenta un gruppo amminico lineare
ma un gruppo imminico ciclico.
Qui accanto c’è la
rappresentazione dei diversi
amminoacidi con gruppi R
alifatici ed in rosa è evidenziata
la catena R.
Tutti questi elencati sono 1- Val
la
Gly Pro
amminoacidi idrofobici e quindi
non polari.
Questi amminoacidi singolarmente
in soluzione possono interagire
con l’acqua perché sia il gruppo
amminico che il carbissilico
possono interagire con l’acqua;
infatti la definizione di questi Ite
Leu Net
aminoacidi è di amminoacidi con
gruppi alifatici e quindi è il gruppo R a non poter interagire con l’acqua,
ma essi singolarmente possono ancora interagire con l’acqua.
Ci sono poi gli amminoacidi con gruppi R aromatici che sono:
• Fenilalanina
• Tirosina
• Triptofano
Questi presentano catene molto
idrofobiche, ma dei tre amminoacidi solo
uno in realtà presenta anche un gruppo
che può interagire con l’acqua ed è la
tirosina; in verità anche il gruppo
amminico del triptofano se venisse
esposto all’acqua può avere un minimo di Tyr
Phe Trp
capacità di formare legami idrogeno.
Abbiamo poi gli amminoacidi con gruppi R polari non carichi che sono:
• Serina
• Treonina
• Cisteina
• Asparagina
• Glutammina ser CYS
Thr
Dire che questi aminoacidi presentano dei
gruppi polari non carichi significa che le
catene laterali possono interagire con
l’acqua pur non avendo una carica netta.
Questi gruppi R presentano le caratteristiche
che gli consentono di interagire con l’acqua
come la presenza del gruppo ossidrilico di Asn Gin
serina e treonina; il gruppo solfidrilico
della cisteina; o ancora i gruppi ammidici (-CONH2) di asparagina e
glutammina; tutti questi sono gruppi che almeno in linea teorica possono
interagire con l’acqua formando legami idrogeno.
Esistono poi degli aminoacidi con gruppi R carichi, in particolare
vediamo quelli carichi negativamente che sono soltanto due:
• Aspartato, anche detto acido aspartico
• Glutammato, anche detto acido glutammico
Utilizzando questi due possiamo ricavare
facilmente l’asparagina e la glutammina
poiché questi ultimi due differiscono per la
presenza di gruppo ammidico. Glu
Asp
Oltre agli amminoacidi con gruppi R carichi negativamente ci sono gli
amminoacidi con gruppi R carichi positivamente che sono tre:
• Lisina
• Arginina
• Istidina
Questi tre amminoacidi tendono
naturalmente ad accettare protoni.
Dei tre l’istidina è un po’ particolare
poiché ha come catena laterale un anello
imidazolico; mentre lisina e arginina sono
amminoacidi carichi positivamente e
insolitamente abbondanti in proteine che Lys Arg His
devono il loro ruolo alla presenza di
questi amminoacidi.
La lisina ha un gruppo epsilon amminico, mentre l’arginina è
particolarmente ricca di atomi di azoto.
Un’altra classificazione degli aminoacidi prevede la divisione di questi in
aminoacidi essenziali e non essenziali.
Gli amminoacidi essenziali sono quelli che noi non sappiamo sintetizzare
autonomamente per cui dobbiamo inserirli attraverso la dieta, mentre
quelli non essenziali sono quelli che sappiamo sintetizzare
autonomamente (non chiederà mai quali sono gli amminoacidi
essenziali).
X ESAME
Molto spesso la prima domanda d’esame è disegna il legame peptidico
tra un amminoacido polare non carico a piacere e uno aromatico; oppure
tra un amminoacido alifatico e la serina.
lezione 4
Gli amminoacidi sono molecole estremamente versatili e reattive grazie
alla presenza del gruppo amminico e del gruppo carbossilico, ma anche
grazie alle catene laterali le quali sono in grado di poter contrarre
diversi legami:
- Legami ionici o elettrostatici
- Legami a idrogeno
- Forze di Van der Waals
- Interazioni idrofobiche
Tra questi dobbiamo ricordare anche i ponti disolfuro ovvero dei legami
covalenti che soltanto la cisteina può instaurare.
Bisogna imparare questa immagine; per facilitare il compito ricordiamo
che il legame ionico può avvenire tra amminoacidi con catena laterale
carica; il legame a idrogeno può avvenire soltanto se gli aminoacidi
presentano un atomo di idrogeno legato ad un altro atomo
elettronegativo nella catena laterale; le interazioni idrofobiche possono
avvenire tra aminoacidi con catene laterali apolari.
X ESAME
Quello che bisogna sapere identificare se un amminoacido presenta i
presupposti per creare un determinato legame piuttosto che un altro.
Ogni amminoacido, almeno in linea teorica, presenta due gruppi
ionizzabili quello carbossilico e quello amminico.
Ignorando la catena laterale R se io immergo un amminoacido in acqua
entrambi i gruppi tenderebbero a ionizzarsi.
Per questo motivo gli aminoacidi possono essere visti come ioni
dipolari; la conformazione dipolare di uno ione prende il nome di
forma zwitterionica, ovvero una molecola che presenta carica netta
nulla.
Se mi allontano dalla condizione zwitterionica, e quindi variando il pH
succede che il gruppo amminico ed il gruppo carbossilico si ionizzano in
una maniera piuttosto che in un’altra:
— Per valori di il pH bassi (acido)
prevalgono le cariche positive
- Per valori di pH alti (basico)
prevalgono le cariche negative
- Per valori di pH pari al punto
isoelettrico avremo la forma
zwitterionica.
Il punto isoelettrico è il valore di
pH al quale un amminoacido si
trova con una carica netta pari a zero cioè si si trova nella
sua forma zwitterionica.
Esempio
Sappiamo che nel nostro stomaco c’è un enzima chiamato pepsina che
funziona a pH acidi, per cui gli aminoacidi che la compongono devono
essere funzionali a pH acidi. Questo significa che se noi togliessimo la
pepsina dal pH acido spostandolo ad un pH fisiologico questa non
funzionerà perché la sua struttura si distorce a causa del cambiamento
di ionizzazione degli aminoacidi.
In generale ciò significa che se varia il pH cambia la struttura degli
aminoacidi di quella proteina e quindi cambia la possibilità di legami
che la catena laterale può effettuare per questo la proteina potrebbe
smettere di funzionare correttamente.
Abbiamo detto che il punto isoelettrico è quel valore di pH in cui
l’amminoacido si presenta nella forma zwitterionica, questo valore è
dato dalla media dei valori di pK del gruppo carbossilico e del gruppo
amminico.
Ricordiamo che il pK è un numero che esprime la forza di un acido o di
una base e che a Ka (costante di dissociazione acida) maggiori
corrisponde un pKa minore quindi un acido è tanto più forte quanto più
piccolo è il suo pK.
Tutti gli amminoacidi hanno dei punti isoelettrici caratteristici poiché
non solo il gruppo carbossilico ed il gruppo amminico possono essere
ionizzati ma anche le catene laterali di alcuni amminoacidi.
Un esempio è il caso dell’istidina.
A pH molto bassi la forma dell’amminoacido è positiva, però
aumentando il pH perdo prima il protone del gruppo carbossilico (perché
è un gruppo acido), poi si perde il protone dell’azoto dell’anello
imidazolico (perché più instabile) arrivando così alla forma
zwitterionica, infine si perde l’idrogeno del gruppo amminico (il più
restio a cedere protoni).
Curve di titolazione.
Se tutto questo discorso lo dovessimo
porre in un grafico verrebbe fuori un
grafico del genere in cui sull’asse delle
ascisse avremo gli equivalenti e su
quello delle ordinate il pH.
Si potrebbero notare a questo punto ben
due flessi uno a monte e uno a valle.
In questo caso il punto isoelettrico è
dato dalla media dei valori di pK più alti
perché è lì che ri