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di colori e di composizione, effetti teatrali prodotti dal libero gioco di luci e
ombre, un’indiscriminata commistione di materiali e tecniche, e così via. Ed è .0
.certo vero che un’opera come La cattedra di San Pietro (1655-1666) di Bernini
mostra tutti questi caratteri in sommo grado. Sculture in bronzo, marmo e
stucco si fondono tra loro e con l’architettura del coro in uno spettacolo quasi
visionario, e non solo la linea di confine tra i vari elementi e le tecniche, ma
anche quella tra arte e natura è del tutto abolita (i raggi di luce naturale che
attraversano la vetrata sembrano prolungarsi nei raggi di bronzo, mentre le
nuvole naturali sembrano condensarsi in nubi scultoree). Così la cattedra di
Bernini ci sembra, in effetti, diametralmente opposta a un’opera del pieno
Rinascimento come la tomba del cardinale Andrea Sforza di Andrea Sansovino.
Qui abbiamo una struttura del tutto autosufficiente, formata da una chiara,
impeccabile intelaiatura architettonica ben distinta dall’architettura della chiesa
e che fornisce degli ambienti in cui la scultura trova il suo “spazio vitale”: così
ogni figura esiste e si muove nel proprio ambito, autosufficiente e libera”].
Così riusciamo a comprendere un altro centralissimo aspetto del Barocco,
ovvero la radicale distanza che tiene dal Rinascimento, sebbene questa sia
meno evidente di quella che si manteneva tra il linguaggio gotico e quello,
appunto, rinascimentale.
Il Barocco, in modo ambivalentemente corretto, si può intendere come “il
portiere di notte del Rinascimento” ( Longhi )- dunque atto conclusivo del
linguaggio nato nel Quattrocento- o l’inizio del linguaggio artistico dell’Arte
Moderna, quella giunta fino alla nostra epoca.
Ciò si evince dal confronto che possiamo fare tra il “Bacco” di Caravaggio
(1595), il “Bacco” di Michelangelo (1495 ca) ed il barista del “Bar de Folies
Bergere” di Monet (1881).
_Confronto tra il Bacco di Caravaggio ed il Bacco di Michelangelo: rifacimento ai
modelli antichi si unisce ad una rappresentazione realistica di un vago stato di
ebrezza. Avviene, mediante l’offerta della coppa di vino, un rapporto con lo
spettatore.
_Confronto tra il Bacco di Caravaggio e il Bar delle Folies Bergere di Monet: in
entrambi i casi vi è una figura che guarda verso lo spettatore e che acquisisce
senso e vita solo grazie alla presenza dello spettatore stesso. Monet, superando
Caravaggio (che realizzava questo contatto opera-spettatore mediante il gesto
del soggetto protagonista dell’artefatto), rende esplicito questo rapporto
dipingendo dietro alla donna uno specchio in cui si può scorgere il suo
interlocutore, un messere col cilindro. Le molte corrispondenze ( banco
marmoreo in primo piano, nature morte, trasparenza dei cristalli ecc) inducono
a credere che Monet avesse visto, in soggiorno a Firenze, l’opera di Caravaggio,
ora al Louvre.
L’ispirazione al Bacco non fu certamente casuale o isolata, infatti sappiamo che
Monet, precursore dell’Impressionismo, partì proprio dalla riscoperta dell’opera
di Diego Velasquez, a sua volta seguace di Caravaggio.
Se esiste una differenza vera e propria tra Barocco e Rinascimento è proprio la
consapevolezza della propria modernità: che significa anche una tormentata
consapevolezza della propria fragilità.
Per gli artisti del Quattrocento e del Cinquecento, infatti, il confronto con la
lezione degli antichi era stato del tutto teorico: la pittura antica era del tutto
perduta e quel che restava dell’architettura e della scultura non era abbastanza
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per impaurire quei giovani rivoluzionari (come ad esempio Masaccio). Ma, per
gli artisti nati negli anni Settanta del Cinquecento ed in seguito, guardarsi
indietro significava trovarsi dinanzi all’intera opera di Raffaello, Tiziano,
Michelangelo, dunque colossi la cui statura non verrà mai messa in discussione.
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