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Cesare e costruirà il Foro di Augusto, che si viene a disporre ortogonalmente rispetto al forum Iulium con
un impianto monumentale con tempio in asse che, in buona parte, replica il modello stesso del foro di
Cesare. Con la morte di Nerone la dinastia Giulio-Claudia si interrompe e dopo un breve interegno in cui si
succedono diversi imperatori in breve tempo, i Flavi si affermeranno iniziando una nuova dinastia, il primo
è Vespaiano, poi seguirà Tito e Domiziano. I Flavi realizzeranno anche un foro che va sotto il nome di
Templum Pacis, il complesso forense situato alle pendici del Fagutale. Poi tra il Templum Pacis e il forum
Iulium, in una stretta area racchiusa tra l’Argiletum e i limiti di questi due fori, Domiziano inizia la
costruzione del Foro Transitorio, così detto perché si pone in condizione di diaframma tra i due fori, che
verrà completato da Nerva, infatti è noto con il nome di Foro di Nerva. Questo foro aveva delle
caratteristiche peculiari dovute alla scarsa disponibilità di area libera, per cui risolverà i problemi dei portici
laterali con una singolare soluzione, destinata ad avere una sua propria fortuna nell’ambito del mondo
immediatamente a venire.
Traiano, quindi, si trova di fronte a una situazione in cui lo spazio occupabile dell'area forense è
completamente saturato dai vari fori già esistenti (di Cesare, di Augusto, Transitorio, Pacis, romano).
Il foro di Traiano si viene a collocare a nord-ovest del foro di Cesare e subito ad ovest del foro di Augusto
nella nuova area ottenuta attraverso lo sbancamento della sella che collegava il Quirinale al Campidoglio, in
modo tale da avere spazio sufficiente per realizzare un complesso che sarà il più monumentale, grandioso,
lussuoso tra tutti i fori imperiali.
Il foro di Traiano viene comunemente ricostruito con un ampio piazzale porticato con esedre, con un arco
trionfale che introduce verso il foro di Augusto e con, dal lato opposto, una basilica disposta
trasversalmente che fa da diaframma, con un'espansione verso occidente nella quale trovano posto la
colonna traiana, che celebra le vittorie militari in Dacia, e le biblioteche greca e latina; al di là di questi si
riteneva dovesse sorgere il Templum Divi Traiani, ovvero il tempio di Traiano divinizzato, realizzato da
Adriano dopo la morte di questo.
L’ubicazione del tempio era frutto di una interpretazione che vedeva il tempio, disposto in asse rispetto alla
basilica trasversa e lo spazio porticato. Questa è stata poi smentita dai saggi condotti soprattutto nell'area a
occidente, dove al di sotto dei palazzi cinquecenteschi, sono state rivelate altre strutture e non il tempio.
Certamente vi era un Templum Divi Traianii, però non sappiamo dove fosse situato. È l'unico tra gli edifici
realizzati da Adriano che nell'iscrizione reca la sua dedica, perché egli, contrariamente a quello che hanno
fatto tutti gli imperatori prima e dopo, non ha mai riportato nelle epigrafi il suo nome i in riferimento al
proprio intervento.
Dal lato opposto, dove si riteneva essere l'arco trionfale di Traiano, anch'esso noto sia dalle fonti sia da
emissioni monetali, al contrario è stata trovata una soluzione con un portico disposto verso est sull'asse del
quale si viene a collocare una struttura di forma rettangolare con un peristilio, al cui centro vi è una vasca e
che si conclude con un abside a est, nel quale sono una serie di basamenti quadrangolari.
L'insieme è stato ritenuto una sorta di santuario delle legioni, dove ciascuno di quei basamenti avrebbe
ospitato uno degli stendardi delle legioni che erano state impegnate nella campagna dacica. In effetti il foro
di Traiano è stato realizzato proprio a celebrazione delle vittorie militari, in particolare della campagna
dacica, e quindi il fatto che ci sia un tempio dedicato alle legioni di Roma, quindi a coloro che sono stati
artefici della vittoria militare, è coerente con il progetto.
Il foro di Traiano, secondo le nuove acquisizioni, si configura con un grande piazzale porticato, con una
terminazione poligonale sul lato meridionale e con un portico alle spalle del quale vi è un particolare
ambiente quadrangolare con peristilio e vasca centrale che potrebbe essere identificato come un santuario.
In questo caso la struttura cambierebbe in maniera significativa, perché la sequenza sarebbe: tempio-
piazzale porticato- basilica. L'ipotesi avanzata per il foro di Augusto, la cui parte meridionale non ci è nota
perché non è mai stata scavata, ma di cui ci è noto l'attacco di un’abside, se avesse una basilica traversa
disposta sul fondo potrebbe avere esattamente la stessa sequenza tempio-piazzale porticato-basilica
trasversa, con le esedre sia in corrispondenza del piazzale porticato, sia in corrispondenza della basilica
trasversa, come accade per il foro di Traiano. Queste similitudini sono rafforzate dal fatto che del foro di
Traiano vi sono consistenti resti della decorazione architettonica che mostrano come il modello di
riferimento sia stato proprio il foro di Augusto, perciò si rafforza l'idea che i due fori si somigliassero.
Il foro di Traiano era chiuso da un alto muro che separava i quartieri abitativi e le pendici del Quirinale
dove, al di là di questa strada, sorgevano una serie di strutture a carattere commerciale che si sviluppavano
su molte terrazze sino a raggiungere la sommità del colle, che prendono il nome di mercati traianei; quindi
una serie di strutture disposte su più livelli che svolgono una funzione prevalentemente commerciale.
I porticati che bordano il grande piazzale nel foro di Traiano presentano colonne in marmo colorato,
capitelli corinzi e opus sectile che pavimenta i portici interni. I capitelli delle colonne, ma soprattutto
l’attico, richiamano molto da vicino quello del foro di Augusto, questo perché l’attico di Traiano prevedeva
a collocano dei clipei (gli scudi), esattamente come in quello di Augusto. Le differenze sono nei temi: quelle
che nel foro di Augusto sono le cariatidi replicate dall’Eretteo, qui sono, invece, dei daci presi prigionieri, e
quelli che nel foro di Augusto sono busti di divinità (protomi divine), nel foro di Traiano sono i busti dei
generali che hanno partecipato alla campagna dacica. Si ha, quindi, uno stretto parallelismo, almeno per ciò
che riguarda l'apparato decorativo, tra i due fori. Come il foro di Augusto celebrava le origini della gens
julia ricollegata alla storia di Roma e a Venere Genitrice, il foro di Traiano celebra l'aspetto peculiare
dell'impero traianeo e quindi il portato del ruolo militare di Roma che si incarna bene nella figura di un
imperatore guerriero com’egli era appunto.
In asse, nel piazzale porticato, sorge la statua equestre dell'imperatore.
La grande Basilica Ulpia, nome della basilica traianea, è una struttura rettangolare con doppio anello di
colonnati interni e absidi disposti sia a est che a ovest destinati a funzionare come tribunal, coperta da un
tetto a capriate con più ordini sovrapposti, l'ultimo dei quali corrispondente all'anello interno di colonne
diaframmato da finestre. Una soluzione architettonica destinata ad avere una notevole influenza sugli
sviluppi dell'architettura di II secolo d.C. perché il modello della Basilica Ulpia sarà ripreso in molte città
provinciali, sia a nord e sia nella Proconsolare, per esempio la Basilica Severiana di Leptis Magna.
Vi sono due possibili ricostruzioni della Basilica Ulpia: la più probabile mostrerebbe un'articolazione su tre
livelli con un riscontro diretto nella Basilica Aemilia, mentre la seconda possibile ricostruzione vedrebbe un
cassettonato e un doppio livello, non un triplo livello. I lati brevi della basilica vedevano la presenza di due
grandi esedre.
Al di là la colonna traianea, di grandi dimensioni, serviva come elemento di misura perché la sua altezza era
corrispondente esattamente all'altezza della collina che era stata rasata per poter realizzare lo stesso foro,
e al tempo stesso era la celebrazione di un'impresa imponente che ha visto lo sbancamento della collina e
che ha consentito la realizzazione del più ricco e lussuoso tra i fori imperiali romani. La colonna era
istoriata: lungo il suo fusto si snoda un rilievo continuo che narra gli eventi della campagna dacica.
Sorreggeva alla sommità la statua bronzea di Traiano e ospitava nel basamento quella che sarebbe dovuta
divenire la successiva tomba dell’imperatore. Ai lati vi erano le biblioteche greca e latina, alla cui terrazza si
poteva accedere per meglio leggere la storia, riportata sulla colonna, della campagna dacica. Poi ancora un
propileo colonnato introduceva verso l'area del Campo Marzio. L’ideatore è probabilmente Apollodoro di
Damasco un architetto orientale molto importante e molto vicino all'imperatore.
Il tema della Basilica Ulpia viene ripreso anche in altri contesti, per esempio nella Basilica Severiana di
Leptis Magna nel foro Severiano realizzato da Settimio Severo. Il foro Severiano è un foro di grandi
dimensioni realizzato presso un fiume a carattere torrentizio, che limita la città verso oriente e che corre
poco al di là del limite meridionale del foro. Il foro si inserisce in una zona irregolare e si presenta con un
grande piazzale porticato, tempio in asse e basilica trasversa sul fondo. La Basilica Severiana replica, sia
pure in dimensioni minori, la grande Basilica Ulpia: uno spazio rettangolare absidato sui lati corti dove ci
sono i tribunalia, con certamente due ordini perché ben conservata. La basilica è ruotata rispetto al grande
piazzale porticato e per rendere meno evidente l’irregolarità sono utilizzati vani intermedi. Ma questa
anomalia nella realtà non è percepibile.
Sulla strada lastricata che corre alle spalle spalle del muro limitante del grande piazzale del foro di Traiano
si aprono i mercati traianei, una serie di botteghe. Da questa strada si sale al livello superiore dove
un’ulteriore strada coperta, una via tecta, passa dietro delle finestre dalle quali si affacciano una serie di
botteghe. Ancora a un livello superiore una strada (nell’assonometria appare di colore rosso), la via
Biberatica costeggiata da una serie di botteghe in curva e da una serie di altre botteghe che si sviluppano
lungo quest’asse. Le tabernae che si aprono sulla via, sono caratterizzate da aperture molto ampie che
venivano chiuse con tavole di legno strette e alte inserite all’interno di una scanalatura sulla soglia.
Raggiunta la sommità, data la pendenza, si raggiunge un passaggio che accede a una grande sala che
costituisce il coronamento dell'intero sistema dei mercati traianei.
L’aula centrale dei mercati traianei ha due livelli. Vi è un grande passaggio centrale sul quale si aprono una
serie di botteghe con finestra superiore che corrisponde al soppalco dove viveva