vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
JACOPO TATTI DETTO IL SANSOVINO
Nasce nel 1486 e muore nel 1570. Nasce a Firenze e si forma presso lo scultore Andrea Sansovino (da qui il soprannome).
Come testimoniato da Vasari si distingue nel 1515 in occasione del trionfale ingresso a Firenze del Papa Leone X de’
Medici, in quell’occasione predisposte archi trionfali, scenografie e facciate temporanee. Scenografie all’antica che
dovevano mascherare la città medioevale per accogliere personaggi di un particolare rango.
FACCIATA SAN LORENZO
La faacciata di San Lorenzo era stata fatta costruire da Brunelleschi sotto ordine dei
Medici. Oggi si presenta con una facciata incompleta, doveva avere un rivestimento in
pietra. Viene richiesto il progetto di Sansovino che però rimarrà solo su carta.
SCUOLA GRANDE DELLA MISERICORDIA A VENEZIA (1531)
Venezia al tempo era in piena ascesa anche se c’era la crisi del commercio.
Viene affiato a Sansovino il progetto della scuola della misericordia. Un progetto
privato per un’organizzazione di mestiere, corporazioni che popolavano la città. Il
linguaggio architettonico era un ordine inferiore che regga a un alta trabeazione. Un
ordine fatto di lesene o semicolonne, alternate a nicchie molto strette e allungate.
Questa opera rimane incompiuta.
CHIESA DI S. FRANCESCO DELLA VIGNA (1534)
Allunga l’edificio e lo conclude a croce latina, prolunga il coro, copre l’aula con una volta a botte,
amplia le cappelle, scandisce le pareti con paraste, archi e trabeazioni in pietra grigia su fondo
intonacato bianco. Chiaramente la chiesa essendo in un territorio paludoso non doveva essere
pesante. Gli va riconosciuto anche l’abilità di creare una grande struttura comunque molto
leggera, il tutto grazie anche a delle strutture lignee (in ambiente anaerobico). Introduce un
lignaggio tipicamente toscano, molto semplice dal punto di vista planimetrico e ornamentale.
Per costruire a Venezia c’era bisogno della palificazione, infliggendo dei pali tra i 5 e i 10 m che
costruivano una piattaforma e sopra venivano disposti dei tavolati.
Sansovino introduce un linguaggio tipicamente brunelleschiano, un lessico che per Venezia è inusuale.
LA NUOVA ZECCA (1536)
Viene commissionata a Sansovino la nuova Zecca (1536): la sua caratteristica
era quella di un edificio come una cassaforte. Si rifà al bugnato nella parte
bassa ma anche per i piani superiori. I vuoti prevalgono sui pieni. Ci sono molte
aperture che quasi occupano i piani alti. Questo perché Sansovino ha la
necessità di dare l’idea della fortezza ma allo stesso tempo di costruire un
edificio leggero.
Di fianco un altro edificio dello stesso architetto. Letifico era dedicato alla
stampa delle monete del comune Veneziano. Ritmo serrato delle aperture con
la trabeazione sopra le finestre che sembra inghiottire le semicolonne fasciate. 4
Storia dell’architettura lezione 11
LIBRERIA MARCIANA (1537) Iniziata subito dopo in una Venezia tardo gotica. Un edifico che deve trasformare
piazza San Marco in una Piazza antica. Il progetto piace viene prolungato sul fianco
in 21 campate. Gioca sull’alternanza di ordini, e colonne e serliane. A Venezia la
serliana assume dei caratteri monumentali. La balaustra anche in questo caso va a
mascherare le falde del tetto.
Un crollo improvviso del tetto fa incarcerare l’architetto, venne però rilasciato e
completò l’opera. L’edificio piace talmente a Palladio che ne parla in uno dei suoi
scritti (perché riprende la basilica romana che va a definire la piazza antica). Il
tema dell’angolo viene interpretata in maniera piuttosto felice.
LOGGETTA - 1537-49
Accanto alla libreria si trova la Loggetta (1537-49): definiva un piano rialzato che
rappresentava il primo piano, accessibile tramite una breve scala frontale. Un fregio in alto
che racconta alcune scene.
A sx e a dx vi sono le due allegorie delle isole delle città di Candia e Cipro. Quella che
vediamo oggi è una ricostruzione del 1912 poiché vi fu un crollo del Campanile si San
Marco nel 1912.
PALAZZO CORNER SUL CANAL GRANDE - 1545
Questo palazzo è innovativo perché ha radici in Sanmicheli visto che assomiglia a
palazzo Canossa (troviamo un vestibolo a triforio). In piano terreno è bugnato, i
superiori esibiscono ordini di colonne binate e finestre ad arco. Il binato e le finestre
con balcone (qui però non trabeate ) sono riprese da Palazzo Carpini a Roma.
I palazzi veneziani rispettavano la regola di avere un lotto stretto e allungato, la
luce nei palazzi proviene principalmente dalle finestre in facciata e da quelle sul
cortile interno.
VILLA GARZONI A PONTECASALE
Si tratta di una villa progetta da Sansovino (l’unica). Il cortile è
costituito da una sorta di peristilio (che richiama la casa romana),
circondato da pilastri e semicolonne a distribuire gli ambienti
interni.
Sopra i portici del cortile è presente una terrazza che consente di
guardar sul retro e il cortile.
È bassa, larga e dotata di una doppia loggia, ha un ingresso
monumentale e una scalinata. 5
Storia dell’architettura lezione 11
ANDREA DELLA GONDOLA DETTO IL PALLADIO
Nasce nel 1508 e muore nel 1580. Muore dieci anni dopo aver pubblicato i quattro libro. Sarà un architetto di grandissima
fortuna, moltissime commissioni legate all’architettura veneta. Di umili origini, apprendista di grande talento presso una
bottega. La sua fortuna viene segnata da una serie di mecenati che trova ognuno la sua strada, che lo porteranno in giro
per l’Italia. Il primo fu Giangiorgio Trissino. Ha molta fortuna perché Venezia è in espansione sulla terra ferma.
Venezia si inizia a dedicare all’agricoltura, allora i grandi proprietari iniziano a investire in questo settore. Costruiscono
delle aziende dotate di ville. VILLA TRISSINO
E’ la prima opera in cui Palladio interviene. Entra come dipendente nella più famosa
bottega di scalpellini di Vicenza. Nel 1531 viene scoperto dall’ umanista Trissino
che gli attribuisce il nome di Palladio.
La Villa presenta tutti i caratteri della villa di campagna veneta, un portico
compatto con delle torrette che inquadrano la facciata nella quale Palladio è
coinvolto per una costruzione di prospetto (con un vestibolo a tre fornici). Finestre
frontonate triangolari e curve che si alternano.
VILLA PISANI A LONIGO - 1541-42
Non ci sono elementi architettonici di spicco, tranne il bugnato, la
corniciatura delle finestre e la finestra termale. Il fronte con due ali a
torrette, tra le quali si incastona un triforio rustico di bugne. Il fronte verso
il giardino mostra le due ali delle torrette dove si incastona un triforio
rustico. L’architettura primitiva di Vitruvio è il modello con cui Palladio
costruisce le sue architetture. → Si cerca di riprodurre la casa degli antichi.
Palladio pubblica 4 libri sull’architettura, con questi l’architetto viene
conosciuto in tutto il mondo. I libri non sono di stampo classico, ma un per anella in cui condensa le conoscenze vitruviane,
le opere dei suoi contemporanei e di alcuni suoi progetti. Palladio da tutti i tipi di conoscenza al lettore.
PALAZZO THIENE A VICENZA 1542
-
I fratelli Thiene commissionano a Giulio Romano (che costruisce la parte
basamentale) il progetto per il loro palazzo affidandone la direzione a Palladio
(perché Giulio Romano muore prematuramente). Giulio lo troviamo nella parte
basamentale, con grandi conci e le finestre al piano nobile con semicolonne. Alla
sua morte Palladio must il progetto per il piano nobile. Palladio lo troviamo nella
parte liscia e meno rustica. Nel cortile i hanno i due che si contrappongono: Giulio
Romano nel registro inferiore, Palladio in quello superiore.
Se confrontiamo il piano terra (il loggiato di ingresso ) del palazzo Thiene con il palazzo Te di Mantova, non troviamo nessuna
differenza. Fine di Giulio Romano solo le colonne ad effetto non finito.
PALAZZO DI ISEPPO DA PORTO (1542-43/1547)
Anche in questo caso termina un’opera già iniziata da Romano. Palladio però non utilizza mai
materiali pregiati, in laterizio intonacato (materio preziosi solo in alcuni piccoli elementi)
per assomigliare alla piastra. Simula la pietra come si vede dall’effetto di questi fusti che
simulano pietre attraverso effetto traslucido dell’intonaco. 6
Storia dell’architettura lezione 11
VILLA POJANA (1446-49)
Commissionata per il nobile militare Bonifacio Pojana, nobile militare, che volle per se
una villa austera. Il progetto non venne finito, oggi ne rimangono alcune parti. Ordine
astratto di colonne che definiscono una serliana. Casa antica che viene sottolineata dal
grande frontone. Il primo piano ( nobile ) che viene rialzato, è un mezzanino. Il piano
basamentale è per le cantine, le dispense, ossia tutta la parte di servizio, lontano dalle
orecchie e degli occhi del proprietario.
LA BASILICA DI VICENZA (1546)
Costituiva il palazzo della ragione di Vicenza. Il basamento è fatto di botteghe. Dopo un cedimento la città decide
ristrutturare il palazzo. Viene indetto un concorso di idee, tra gli architetti che parteciperanno troviamo anche Giulio
Romano.
Palladio vuole riproporre il modello dell’antica Basilica Latina. Palladio
utilizza la serliana, doppia, conserva l’edificio medioevale che viene nascosto
da questo doppio porticato che va a definire le nuove tre facciate. La serliana
gli permette di avere delle travi di diverse lunghezze e adattarsi così alle
dimensioni del edificio medioevale preesistente, mentre il diametro degli archi
rimane uguale. In laterizio tutte le volte mentre in pietra sono le colonne e i
rivestimenti dei pilastri.
È un progetto semplice in linea teorica, prezioso in pietre d’Istria.
PALAZZO CHIERICATI A VICENZA (1550) Vicino alla periferia di Vicenza. Di fronte aveva la parte non edificata della città.
Questo palazzo è diverso, è profondo e molto schiacciato. Palladio deve fare
i conti con una concessione edilizia particolare. Si è chiesto di porte creare un
portico sul suolo pubblico, ad eccezione che fosse della collettività. Dal punto
di vista degli spazi l’architetto si cimenta sullo studio di Vitruvio per avere una
sequenza tipica della casa romana.
Sul fondo un cortile molto stretto con anteriormente sue scale. Un piano
seminterrato necessario perché nella zona un torrente e cui esondazioni sono
molto frequenti. I profili dei soffitti sono a volte o cassettonate riprendendo
l’antico. Il fronte è rivoluzionario, sembra che gli elementi siano invertiti. Il portico prosegua anche sulla arte alta in
particolare per gli angoli. L’unica parte ceca tra le colonne è il salone con un mezzanino sopra.
Il palazzo ha un piano seminterrato che è necessario poiché il torrente esonda, quindi il piano terra è rialza