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ARCHITETTURA RINASCIMENTALE La loro fedeltà all’antico era limitata da un gran numero di fattori. Innanzi tutto, essi conservarono – consciamente o inconsciamente – tecniche edilizie specificatamente medioevali e, in particolare, canoni di proporzionalità geometrici. In secondo luogo, essi si rifacevano a modelli che, in realtà, erano romanici. Infine, l’unico antico trattato di architettura cui tutti facevano riferimento, quello di Vitruvio, presentava notevoli difficoltà di interpretazione. Cionondimeno, l’approccio maturato degli architetti di quel periodo e, quindi, consegnato in eredità alle generazioni successive, dapprima in Italia e poi in tutto il mondo, consisteva in un atteggiamento critico nei confronti della tradizione che condusse infine a una riconsiderazione complessiva della progettazione di edifici. La cesura medioevale tra le varie sfere dell’attività culturale comincia a sfaldarsi da se attraverso il concetto di proporzione che permette di intendere l’arte antica come una forma di naturalismo più alta e più vera secondo la versione neoplatonica di “natura naturans” e “natura naturata”. Se intendiamo quindi l’Umanesimo come fase preparatoria a quello che il Vasari definisce Rinascita come fase di movimento, si intende assai bene il ruolo preminente che assume l’architettura, in quest’ultima, sia nell’ambito delle arti figurative sia, per mezzo della trattatistica, nel più generale processo della cultura. Nella sua fase iniziale il movimento di rinascita si impone come cultura rivoluzionaria, a larga base partecipativa, essenzialmente cittadina: al tempo di Cimabue, di Arnolfo, di Giotto, del Brunelleschi, le iniziative della cultura d’avanguardia costituivano ancora avvenimenti cittadini, destavano l’interesse di tutti, suscitavano entusiasmi, polemiche, passioni. In una seconda fase tale cultura, almeno quella più Avanzata,si identifica con la corte del principe, come lui in bilico fra il potere e la morte. Vi è poi una terza fase, che coincide con la sua ufficializzazione a livello europeo, in cui prevale decisamente la sua caratteristica di “istrumentum regni” e che la portano ad identificarsi con le monarchie nazionali ed a seguirne fatalmente i destini. Questa periodizzazione, che taluni fanno corrispondere a quelle di Rinascita, crisi della stessa e Manierismo, è volta ad individuare caratteri preminenti, ma non assoluti. Se alla prima fase appartengono di diritto, nell’architettura, il Brunelleschi e l’Alberti; è pur vero che in questa scena, che non oltrepassa di molto a prima metà del XV secolo, opera una schiera numerosa di artisti (Ghiberti, Donatello, Michelozzo, Rossellino, Filarete) ancora in parte intrisi di goticismo, o almeno incapaci di intendere nella sua interezza la struttura della rivoluzione brunelleschiana; ma con l’Alberti, che già pone, nel complesso della sua opera teorica e letteraria, i motivi della crisi, siamo già alle soglie della sec
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Publisher
A.A. 2024-2025
7 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gemmagida di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Canali Chiara.