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CHIESE E MONUMENTI
Il tempietto del santo sepolcro in San pancrazio: Sin dal 1440 Giovanni Rucellai dispose di destinare le rendite
della tenuta di Poggio a Caiano, o il ricavato della sua eventuale vendita, all’allestimento di una <cappella con
un sepolcro simile a quello di Christo Nostro che è in Hieruralem… nella chiesa di Santa Maria Novella o….. di
Sancto Brancatio di Firenze>. Nello Zibaldone Quaresimale il Rucellai dichiarava di aver inviato in Terra Santa
degli uomini per prendere la giusta forma e le misure corrette dell’edicola contenuta nella basilica circolare
dell’Anastasis di fondazione costantiniana. Il sacello ripropone le proporzioni dell’originale tempietto , ma
con misure dimezzate.
L’eliminazione del diaframma murario consentiva di ammirare l’ordito architettonico di bicromia della
cappella (di matrice brunelleschiana) e il tempietto eretto all’interno.
Il ricco rivestimento lapideo riproduce lesene e decori geometrici di gusto fiorentino; l’iscrizione latina porta
di ingresso fa diretto riferimento alla data, alla data, al committente e alla sua speranza di salvezza eterna;
quella nel fregio, in lettere capitali romane, riporta un versetto del Vangelo di Marco.
Santa Maria Novella: La chiesa eretta allo scadere del XIII sec. , ha costituito uno dei più importanti centri
domenicali della cristianità. La facciata è rimasta interrotta al registro degli avelli all’esordio del XIV sec.
Nello Zibaldone Quaresimale Giovanni Rucellai afferma di aver destinato , nel 1471 e per la costruzione del
rivestimento di facciata , le rendite della proprietà di Poggio a Caiano, acquista sposando Iacopo Strozzi.
Giorgio Vasari ha attribuito l’opera ad Alberti un documento lo conferma citando anche l’esecutore, il
muratore e scalpellino Giovanni di Bertino. L’iscrizione sul fregio superiore riporta il nome del committente e
l’anno 1470 anche se i lavori (forse già previsti nel 1440) iniziarono nel 1458 o nel 1460 e furono completati
dopo il 1478.
Nel 1478 Mancavano ancora il portale di ingresso e la voluta destra. Lo schema geometrico in bicromia è
ispirato alla chiesa fiorentina di San Miniato al Monte. L’intervento di Alberti va considerato a partire dagli
architetti a tutto sesto, il cui diametro è imposto dall’ampiezza dei preesistenti avelli compresi entro nicchie
concluse da archi acuti.
Leon Battista Alberti a Rimini tempio malatestiano (dal 1450): l'impresa avvio nel 1454 per un ex voto di
Sigismondo Pandolfo Malatesta (vittoria di Piombino contro Alfonso d’Aragona). L'opera viene eseguita con
la tecnica dei piccoli blocchi impiegando numerose pietre di recupero dal 1451 Matteo de pasti con Agostino
di Duccio (veronese allievo di Donatello) è a Fano per esaminare blocchi di pietra d’Istria (quelli per il ponte
sul Metauro). Nel 1454 Alberti è con Matteo de pasti a Senigallia forse alla ricerca di pietre marmi altre pietre
sono prevalente dalla necropoli di Rimini.
La medaglia coniata da Matteo de Paschi 1450 è l'unica fonte di iconografiche che mostra il progetto
completo con strutture e dettagli solo parzialmente eseguite: basamento in opera isodoma, facciata a tre
fornici aperti, campata centrale con portale arretrato, semicolonne reggenti una trabeazione aggettante,
tondi o clipei nei pennacchi dei tre archi edicola con apertura ad arco con apertura tripartita tribuna con
cupola emisferica.
Alberti utilizza la tecnica dei piccoli blocchi impiegando: pietre gessose tagliate tipiche del luogo, marmi
antichi (dalla necropoli di Rimini uno di essi è un capitello altro è un frammento rivoltato sul portale), pietra
d’Istria (dal ponte sul Metauro), calcari Veronesi , pietre dure e pregiate dagli scavi di Ravenna.
Un ricco fregio a girali vegetali decora il basamento con gli elefanti simbolo araldico dei malatestiani e i
monogrammi I ed S.
il tempio malatestiano è forse l'opera più archeologica dell’Alberti. Ripropone quasi filologicamente
elementi dell'antico reinventando nella composizione d'insieme. Pur tuttavia riconosce nel prospetto il nucleo
limitante l'arco di trionfo con iscrizioni in capitali latine serti d’alloro.
Porfidi e pietre da classe: il portale con frontone triangolare all'antica e fregiato sotto tutto intorno da pietre
dure porfidi e graniti prelevati da sant’Apollinare in classe a Ravenna che riproducono il romano <opus
sectile è documentata la condotta di ben 20 <carra>.
>
Pilastri e arcate del fianco: <…non fidarsi su quei pilastri dar loro carico…> Alberti forse si riferisce ai pilastri
dell'arcade montate sui fianchi peraltro cavi e quindi non portanti. Le arcate dovevano solo ospitare le
arche dei dignitari di Corte e iscrizioni economistiche e mascherare i fianchi della Chiesa medievale
Sigismondo Pandolfo Malatesta costruì un nobile tempio a Rimini in onore di San Francesco ma lo riempi di
tante opere a pagane che non sembra un tempio di cristiani ma di infedeli adorati dai demoni. Secondo la
medaglia la navata si doveva concludere con una tribuna cupolata. Nella lettera del 18 novembre 1454 Alberti
accenna all’uso degli oculi e della <chierica> nelle cupole. Nel dicembre del 1454 de’ Pasti si reca a Roma
dall’Alberti per ragguagli sul <modo del voltare> esistevano dubbi di Giovanni di Alvise carpentiere sulla scelta
fra <tercio, o quarto, o tutto agudo per la volta>. Ma Alberti sull’avversione per le scelte <acute> di Manetti
era stato chiaro già nella lettera di novembre. La cupola è emisferica, forse a creste e vele, forse a spina di
pesce e a corsi orizzontali, forse in legname.
Chiesa di San Sebastiano (dal 1460): Costruito come ex voto dedicato a San Sebastiano, protetto dalla peste
e Miles Christi in previsione di una crociata. L’impianto a croce greca non è contemplato nel De Re
Aedificatoria, il cardinale Francesco Gonzaga non capisce se si tratti di <chiesa>, <moschea>, o <sinagoga>.
Non secondaria l’influenza del cardinale Bessarione e di Nicolò Cusano. Non è però una perfetta croce greca,
non essendo le braccia della croce allineate con gli angoli rinforzati.
Simboleggia orientale:
quadrato (terra, aria, fuoco, acqua)
semisfera (mondo celeste).
1460, marzo, Fancelli sbaglia il tracciamento delle fondazioni, avendo sbagliato il modello, che getta nel
fuoco. Le <schale> erano con tutta probabilità laterali, certamente non frontali. La copertura doveva essere
a cupola al di sopra di fronti laterali, di cui si scorgono le ammorsature.
Constatato l'errore nel 1470 Alberti da ordine di <minuire li pilastri del porticho>. Diverse ipotesi:
• eliminare due delle sei paraste previste
• riduzione dell'ampiezza dei pilastri
• riduzione delle misure del portico
• riduzione delle testate del portico
Sono tutte in qualche modo verosimili. Saranno i canonici lateranensi a commissionare a maestro Pellegrino
Ardizzoni l'esecuzione di una volta crociera, in luogo della cupola <incrustata, smaltata stabilita>. In
quell'occasione vengono realizzate anche le scale esterne l'edificio fu consacrato nel 1529.
Volte in calcestruzzo: Nel 1478 risulta essere già costruita una volta in muratura a copertura di un braccio
laterale. La struttura (secondo Gargani in getto cementizio su casseri di laterizio a perdere) è purtroppo
malamente assettata tanto da ipotizzare addirittura la demolizione fancelli suggerisce infatti di farla <de zeso
o di calcestruzzo> ossia di eseguire una falsa volta in alternativa a una volta vera in opera cementizia. Fancelli
non doveva avere l'esperienza necessaria se nel 1479 venne inviato a Firenze a <…vedere un modo de far
volte de giara et de calcina et de far mattoni pur de giara et de calcina…>.
Chiesa inferiore o cripta: Il 31 marzo 1460 si registra che i lavori di Fondazione erano conclusi con le
impostazioni della cosiddetta cripta o chiesa inferiore. Le ghiere dell’area che si sono realizzati a grandi conci
ma non perfetti forse perché ricavati in rottura. Potrebbe non trattarsi di una chiesa inferiore ma di:
• un podio artificiale per innalzare gli edifici religiosi secondo quanto prescritto dallo Battista Alberti
• una semplice intercapedine ventilata
• un luogo di sepoltura per Ludovico II
Pietre e marmi:1463 Fancelli è plausibilmente assente dal cantiere per cercare le pietre idonee. Le
decorazioni di facciata sono realizzate con calcare veronese <nericcio> di Noriglio impiegato pressoché in
tutti i cantieri albertiani (Ferrara Rimini Mantova). 1464 Fancelli sarà a Roma presso Alberti per studiare i
motivi all’antica da scolpire. Il portale ha volute ioniche come quelle descritte da Alberti. I putti reggi stemma
dei plutei (posti in opera fra il 1463 e il 1479) richiamano motivi funerari tardo antichi , diffusi nel bacino del
Mediterraneo e nei codici miniati donati dal cardinale Bessarione alla Marciana di Venezia.
Agostino di Duccio: è stato un celebre scultore italiano del Rinascimento, attivo nel XV secolo. Nato a Firenze
intorno al 1418 e morto dopo il 1481, Agostino è noto soprattutto per il suo lavoro a Rimini e a Rimini e
Urbino. È stato influenzato da artisti come Donatello e Luca della Robbia. Le sue opere più famose includono
sculture in marmo e terracotta, caratterizzate da uno stile delicato e raffinato. Una delle sue creazioni più
conosciute è il portale della Cappella del Pellegrini nella Basilica di San Francesco a Rimini, che mostra una
serie di rilievi scolpiti con scene della vita di Cristo. La sua abilità nell'intagliare il marmo e nel lavorare la
terracotta lo ha reso un artista stimato nel suo tempo, contribuendo al panorama artistico rinascimentale con
la sua maestria tecnica e il suo stile distintivo.
Sant’Andrea A Mantova: fondato anticamente dai monaci benedettini presentava anticamente un campanile
tardo gotico del 400. Possedendo come reliquia il Sangue di Cristo si pone intorno al 1500 di costruire un
tempio degno di tale reliquia. Ispiratosi alla basilica di Massenzio presenta una facciata perfettamente
geometrica ispiratasi e richiamando gli archi di trionfo romani. è caratterizzato da una luce filtrata proveniente
all’esterno.
La sua facciata, non completamente terminata, riflette l'estetica classica con l'uso di marmo bianco e pietra
locale, combinando elementi architettonici come colonne corinzie e archi a tutto sesto. L'idea di Alberti era
quella di creare un edificio grandioso e armonioso ispirato all'architettura romana antica, manifestando
l'equilibrio e la proporzione tipica del Rinascimento. All'interno della basilica, l'ampio spazio a pianta a croce
latina è dominato dalla maestosa cupola al centro. L'illuminazione naturale che filtra dalle finestre e l'elega