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PALAZZO FARNESE

Commissionato da Papa Paolo III Farnese, il palazzo era già stato iniziato da Antonio da Sangallo il

Giovane. Michelangelo lo trasforma in un edificio dinamico e ritmato. Pone cantonali in bugnato agli angoli e

enfatizza la parte centrale con un portale in bugnato a raggiera e una balconata. Inserisce una finestra

senza cimasa, come nella Sagrestia Nuova, e tre grandi stemmi araldici della famiglia Farnese. Sostituisce

le aperture di Sangallo con finestre che alternano timpani triangolari e curvilinei. L'intera facciata è rafforzata

lateralmente e conclusa da un grande cornicione plastico.

La pianta ricorda una domus romana, con un vestibolo a tre navate che conduce al cortile centrale. Nella

facciata che dà sul cortile d'onore, si notano giochi di membrature architettoniche che richiamano la

presenza di archi e pilastri. La parte retrostante, realizzata da Giacomo della Porta, si affacciava sul giardino.

BASILICA SAN PIETRO

Altra grande commissione di Paolo III è la costruzione della nuova Basilica di San Pietro. Michelangelo si

confronta con i progetti di vari architetti che lo hanno preceduto, come Bramante, Raffaello, Giuliano da

Sangallo, Fra Giocondo, Baldassarre Peruzzi e Antonio da Sangallo il Giovane.

Michelangelo critica il progetto di Sangallo il Giovane per il suo verticalismo e per la presenza di un

deambulatorio. Decide di demolire quanto era stato realizzato e di ritornare al progetto di Bramante a croce

greca. A differenza di Bramante, però, Michelangelo riduce lo spazio degli ambienti angolari per creare

continuità spaziale e rafforzare il ruolo di fulcro della cupola centrale.

L'ordine gigante viene riproposto anche all'esterno, con grandi lesene che dal basso salgono verso l'alto,

creando una successione di piani che rende l'architettura molto dinamica.

Per la cupola, i lavori furono proseguiti da Giacomo della Porta con alcune varianti. Michelangelo aveva

studiato l'opera di Brunelleschi a Santa Maria del Fiore, e i suoi disegni mostrano la presenza di oculi nel

tamburo. La soluzione finale presenta colonne binate aggettanti che sostengono una trabeazione. Le

colonne suggeriscono la spinta dei costoloni che salgono verso la lanterna. Michelangelo aveva pensato a

una soluzione semicircolare, mentre Della Porta optò per un profilo più acuto per risolvere i problemi di

spinta dell'arco.

PANORAMICA DI OPERE CHE CONTRASSEGNAO IL CONTESTO

ARCHITTETTONICO ROMANO NELLA 2° META’ DEL 500 profondamente influenzato

dall’opera di Michelangelo.

Il MANIERISMO nasce con un'accezione inizialmente negativa, vista come la pura imitazione dei grandi maestri del

Rinascimento.

Gli architetti dell'epoca, tuttavia, si svincolano da questa logica, prendendo a modello figure come Raffaello,

Bramante e Peruzzi non per copiarle, ma per trovare una maggiore libertà espressiva. In questo senso, il Manierismo si

trasforma in un periodo di sperimentazione, in cui il repertorio classico viene rivisitato con autonomia e innovazione. È

interessante notare come questo approccio sia un tratto distintivo dell'architettura italiana del periodo: mentre il

Rinascimento si diffonde in altri paesi europei, mantenendo le regole classiche, in Italia questa classicità comincia a

essere rielaborata e alterata.

JACOPO BAROZZI detto il VIGNOLA

La prima grande figura di questo periodo è Jacopo Barozzi, noto come il Vignola. Nato a Vignola,

realizza importanti ville nella zona della Tuscia, a Roma e nel Lazio.

La sua carriera lo porta anche in Francia, dove il Rinascimento italiano viene accolto con grande interesse, soprattutto

da re Francesco I.

—>Per la realizzazione della reggia di Fontainebleau, il sovrano coinvolge artisti italiani negli anni '30 del

Cinquecento. Tra questi, spicca Sebastiano Serlio, il cui trattato e in particolare il motivo della "serliana" (quattro

colonne, tre aperture, due trabeazioni laterali e un arco semicircolare) vengono ampiamente utilizzati da architetti come

Palladio e Giulio Romano.

Fontainebleu è prima grande reggia che si apre al rinascimento Italiano, vi lavorano anche Rosso Fiorentino, Niccolò

dell’Abate e Serlio al ritorno Barozzi va a Roma e prosegue sua attività. Il palazzo più stravagante a Bologna

N.B A differenza di molti altri artisti, Barozzi decide di rientrare in Italia e si stabilisce a Roma, dove si svolge la

parte principale della sua carriera. VILLA GIULIA,dal 1550

La Villa Giulia, richiesta da Papa Giulio III, è un progetto esemplare del Manierismo. Si tratta di una villa suburbana,

situata nell'immediata periferia di Roma, il cui scopo era consentire al pontefice di trascorrere giornate dedicate all'ozio

(otium).

Il progetto vede la partecipazione di diverse personalità:

- a Vignola viene assegnata la configurazione della parte principale (il casino),

- Bartolomeo Ammannati progetta il Ninfeo

- Giorgio Vasari si occupa delle componenti decorative, con un contributo anche da parte di Michelangelo.

Villa Giulia segna un punto di svolta nella progettazione della villa suburbana, grazie a uno stile più manierista che

deroga dalle rigide regole compositive viste in altri progetti, come Villa Madama.

La villa si distingue per il suo rapporto innovativo con l'ambiente circostante: presenta un complesso giardino nella

parte retrostante, e il rapporto tra architettura e natura è così forte da dare vita a un vero e proprio giardino

all'italiana.

N.B A differenza del Giardino del Belvedere, dove la prospettiva permetteva un controllo visivo totale, a Villa

Giulia la prospettiva viene continuamente deviata e contraddetta.

Passeggiando per il portico, si ha l'impressione di essere condotti all'interno, ma il percorso porta all'esterno,

costringendo il visitatore a rientrare lateralmente.

la prospettiva qui viene continuamente deviata da percorso =PROSPETTIVA CONTRADDETTA E NEGATA

passeggio per il portico e sembra che vengo portato all'interno del cortile ma invece mi porta fuori e sono costretto a

rientrare lateralmente . mi ritrovo poi su un balcone che mi porta o da una parte o dall'altra = ALLONTANAMENTO

DALLA PROSPETTIVA CENTRALE

La prima contraddizione si nota guardando il complesso qual è il primo elemento che stupisce vedendo la villa? Siamo

lungo via flaminia vediamo che ha avancorpo e 2 ali laterali

La villa, inoltre, si presenta con una forma particolare, con un avancorpo e due ali laterali, e la sua parte interna è

concava, quasi come se il giardino entrasse nella villa stessa, che funge da "filtro" per accedervi.

Il percorso inizia con un portico semicircolare che si allontana dall'asse principale.

Per ritrovare l'asse centrale del giardino, il visitatore deve percorrere i due sentieri laterali e rientrare.

Il percorso devia nuovamente dopo la grande loggia, scendendo verso il ninfeo

Dettagli architettonici

La villa presenta un linguaggio architettonico che cambia tra l'esterno e l'interno.

La facciata principale, ad esempio, utilizza il bugnato grezzo, che rimanda al mondo militare,

• MA.. le cimase sono ingentilite da elementi decorativi d'invenzione.

• Il corpo centrale riprende la tipologia dell'arco di trionfo a tre fornici, con lesene e ordini architettonici mischiati al

• bugnato.

Invece, la PARTE INTERNA mostra una semplicità rigorosa.

Qui, Vignola intreccia i due sistemi costruttivi del mondo classico,

- usando le colonne che reggono la trabeazione (in stile greco) ,colonne ioniche

- + l'arco retto da pilastri (in stile romano).

Particolari degni di nota sono le finestre inginocchiate, il cui profilo viene riproposto lateralmente,

• le finestre del pian terreno, che presentano bugne a ventaglio che rompono la cornice inferiore. una soluzione

• audace che il Vignola riproporrà anche a Bologna in Palazzo Bocchi.

le bozze ruvide e grossolane rompono la cornice ed entrano nel mpano

• Le finestre del piano superiore richiamano le "finestre inginocchiate" di Michelangelo ma con l'aggiunta di

• mensole laterali e una cartella.

I modiglioni e le volute affrontate diventano una firma stilistica del Vignola.

• Ninfeo e giardino

Il Ninfeo, progettato da Ammannati, è un altro luogo di "osmosi" tra architettura e mondo naturale,

-con le sue cariatidi,

- le finte grotte,

- acqua

- le fontane

- i mosaici raffiguranti un tritone, che testimoniano il riuso del classico.

La configurazione a tre fornici del ninfeo, con un'apertura centrale ad arco e due laterali trabeate, è una soluzione

riscoperta da Sebastiano Serlio e da lui teorizzata, che sarà successivamente chiamata "serliana" e adottata da

architetti come Andrea Palladio.

La Villa Giulia è un'opera che, insieme ad altre dimore come Villa d'Este, inaugura una nuova fase per il giardino

all'italiana, che nella seconda metà del Cinquecento diventa sempre più protagonista.

In questo periodo, il giardino non è solo un elemento accessorio, ma il fulcro della dimora, un'opera d'arte che

unisce architettura e natura in un continuo gioco di finzione e osmosi.

L'importanza dei giardini italiani in questo periodo è tale che attira artisti stranieri, come l'incisore Étienne Dupérac, e

porta a commissioni internazionali per architetti e artigiani italiani, che esportano in Francia il modello della villa e

delle fontane. La Reggia di Fontainebleau è uno dei primi esempi in Francia ad adottare significativi elementi del

giardino all'italiana.

Nella seconda metà del Cinquecento, il giardino all'italiana raggiunge il suo apice e diventa un protagonista assoluto,

come si può ammirare a Villa d'Este.

Artisti italiani, come Francini da Firenze, venivano richiesti dai re di Francia per realizzare giardini e fontane che, in

alcuni casi, venivano costruite in Italia, smontate e spedite per essere riassemblate in Francia. Questo capitolo,

tuttavia, termina tra il 1630 e il 1640, quando gli artisti italiani vengono sostituiti da quelli francesi, dando così vita ai

giardini alla francese. VILLA D’ESTE ,TIVOLI,dal 1563

La Villa d'Este a Tivoli fu commissionata dal cardinale Ippolito d'Este, che per il progetto si affidò a PIRRO

LIGORIO, noto sia come architetto che come iconografo.

La scelta del luogo, Tivoli, non fu casuale, dato che era già famosa per la presenza dell'antica Villa Adriana. A

differenza di molte altre ville, dove il palazzo è l'elemento centrale, qui la struttura residenziale ha una spazialità ridotta

e serve principalmente come un "fondale" o un elemento di passaggio per introdurre il visitatore al vero protagonista: il

giardino.

Il giardino è concepito su un vasto terrazzamento che crea uno spiazzo orizzontale nella parte posteriore della villa. A

differenza dei giardini alla f

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Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Benny0500 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Architettura moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Righini Davide.
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