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Il tetto era del tipo con tegole piane e coppi pentagonali realizzato in marmo concluso sui lati da tegole di

bordo e antefisse. I primi tetti in marmo sono un’invenzione cicladica. Il gocciolatoio è molto semplice. Il

khyma ionico di raccordo ha una gola alla base.

La ricostruzione del tempio, rispetto ai modelli dell’area microasiatica, mostra delle diversità:

 una lontananza dal gigantismo architettonico che sembra caratterizzare la più monumentale delle

architetture religiose del mondo microasiatico. I templi dipteri e peripteri del mondo microasiatico

sono assenti nel mondo cicladico. L’unico periptero costruito nelle Cicladi è a Naxos ed è opera di

Ligdami, tiranno di Naxos, ed è una manifestazione del monumentalismo tirannico. Quindi tutti gli

edifici cicladici di età arcaica hanno dimensioni più contenute;

 la monumentalizzazione dello spazio interno, infatti l’interno della cella è molto ricco con colonne

ioniche scanalate, sequenza di stele e statue, diversamente da quanto documentato nell’area

microasitica;

 frontalità dell’edificio sottolineata dalla soluzione prostila.

Santuario di Apollo a Delos

Sull’isola di Delos sorge uno dei più grandi santuari di Apollo che unisce tutti gli ioni di Grecia perché è l’isola

dove Latona, madre di Apollo viene accolta e partorisce il figlio. All’interno del santuario vi sono templi

dedicati ad Artemide, sorella di Apollo, a Latona. Il santuario è molto esteso, ma in realtà l’intera isola nel

quale vi era anche un abitato era nel suo intero un santuario. Questo aveva delle conseguenze perché

all’interno del themenos non è consentito né nascere, né morire, né versare sangue, né essere seppelliti

quindi i malati gravi, le donne partorienti venivano allontanati dall’isola. Il porto in antichità si trovava a nord,

quindi i fedeli sbarcavano, percorrevano una via sacra e raggiungevano il santuario di Apollo. La via sacra era

bordata da una sequenza di leoni accovacciati. È un tratto di importazione egizia. L’area del santuario prevede

alcuni edifici: l’oikos dei Nassi, la stoà dei Nassi e alcuni monumenti di antichissima data che si legano a fatti

lontani. Naxos è l’isola su cui approda Teseo proveniente da Creta dopo aver liberato le giovani ateniesi che

erano state offerta al Minotauro ed è l’isola dove abbondona Arianna che lo aveva aiutato ad uscire dal

labirinto. Arianna qui incontrerà Dioniso e si sposerà con lui. Nella fase alto arcaica il controllo sul santuario

era da parte di Naxos, che era in quel momento la più potente tra le poleis del mondo cicladico.

L’Oikos dei Nassi a Delos

L’edificio è oggetto di interpretazioni contrastanti per quanto riguarda non solo la destinazione d’uso, ma

anche le fasi costruttive. La struttura è identificata dal Gruben come un hestiatorion, cioè una sala per

banchetti rituali come attesterebbe una vasca con canalizzazione di scavo rinvenuta al suo interno, piuttosto

che come un tempio come sosteneva Courbin. Secondo i francesi l’edificio avrebbe avuto una prima

fase datata ancora all’età tardo geometrica,

orientalizzante nella quale si sarebbe presentato come

un ampio vano rettangolare suddiviso in tre navate da

due file di otto colonne e con due ingressi a Est e a Nord,

seguito da una sorta di vestibolo, non accessibile

dall’interno, ma attraverso una porta ad Ovest,

raccordato al piazzale antistante da una scala.

L’attestazione di due file di colonne sarebbe da

riconoscersi in una serie di buchi di palo rinvenuti

durante lo scavo. Intorno al 575-550 a.C. l’interno

avrebbe visto la sostituzione del doppio colonnato

interno con un colonnato assiale e la fronte occidentale

sarebbe stata aperta con una fronte distila in antis

sollevata su di una crepidine di quattro gradini, mentre

contestualmente sarebbe stato realizzato il Propylon I e

in questa occasione sarebbe stato realizzato il kouros di

Apollo. Infine intorno al 550 a.C. l’edificio avrebbe

raggiunto lo stato finale con la trasformazione del

propileo in una forma più monumentale e l’aggiunta un

nuovo accesso monumentale da oriente.

I tedeschi e i greci non condividono questa

apposizione e rigettano l’ipotesi di un edificio

geometrico antecedente alla costruzione arcaica e

identificano una prima fase datata al 590-580 a.C.

costituita da un ampio vano principale suddiviso in

due navate da una fila di otto colonne, accessibile

da Nord, sul lato lungo dell’edificio, e da Ovest

attraverso un portico tristilo in antis, aperto verso

il mare, cui pochi anni dopo si sarebbe addossato il

Propylon I; la fase del 550 a.C. vede sia i francesi

che i tedeschi concordi nel ritenere che in questa

occasione venne introdotta una fronte prostila

monumentale a oriente.

A questa struttura è addossato un grande blocco di marmo di Naxos che reggeva un kouros colossale di Apollo

alto più di 8 metri e rivolto verso il mare. Sulla base vi è un’iscrizione situata ad est perché lì vi era una porta

d’ingresso alla struttura. Quindi la porta principale della struttura nella sua fase iniziale è sul lato nord da

dove proveniva la via sacra.

L’edificio è realizzato in parte in marmo di Naxos e in parte in granis. I frammenti sopravvissuti delle colonne

della fronte occidentale mostrano colonne caratterizzate da basi troncoconiche, fusti scanalati e capitelli a

volute della tipologia ad echino globulare. Le colonne sono molto snelle, 14 diametri d’altezza, e sorreggono

una trabeazione costituita da: un architrave liscio coronato da un khyma ionico, un fregio, un altro khyma

ionico, un gocciolatoio e una sima frontonale rettilinea.

L’edificio è costruito su un dislivello naturale, per cui la fronte occidentale prevede una crepidine che non è

presente sul prospetto orientale. Questo fa si che anche la trabeazione presenti un andamento inclinato per

quel che riguarda architrave e fregio, mentre la cornice è perfettamente orizzontale.

L’interno della cella, che risale alla fase iniziale, presenta colonne molto simili a quelle del prospetto

occidentale con base troncoconica, fusto scanalato, capitello a volute ad echino globulare. Nell’edificio anche

i travi della copertura, soprattutto quelli obliqui sono in marmo. In corrispondenza dei travi orizzontali si

presenta il fregio, quindi viene confermata l’ipotesi sull’origine lignea in cui il fregio non è altro che la

mascheratura della travatura orizzontale.

Il portico est, più tardo, presenta colonne tozze con basi composte da toro liscio e scozia appena accennata,

fusti non scanalati e capitello ad echino globulare. La trabeazione, ben conservata, era costituita da un

architrave liscio con un khyma ionico, un fregio, un khyma lesbio, un gocciolatoio raccordato al khyma lesbio

da un tondino, un timpano, un altro gocciolatoo raccordato da un tondino e una sima.

Il capitello ad echino globulare è una particolare tipologia di capitelli ionici con echino a forma emisferica e

il pulvino affonda all’interno dell’echino. Era inciso solo l’echino, mente un incisione semplice designava le

volute. Il balaustrino era liscio.

Il tetto nella prima fase era ibrido con tegole piane e coppi semicircolari in marmo di Naxos. Le antefisse a

terminazione dei coppi erano decorate con teste di gorgone dipinte.

Il propylon dei Nassi E’ distilo in antis verso l’interno, prostilo

tetrastilo verso l’esterno. Raccorda

l’oikos, nella sua fronte occidentale, con

la stoà dei Nassi.

Il dato più importante è il colonnato prostilo esterno al quale può

essere attribuito un capitello angolare a multiplo registro che nel

passato era stato attribuito al Polinos Naos, cioè al tempio dedicato

dagli ateniesi all’Apollo di Delos. Si pensava che poiché vi era un

doppio registro (echino scomposto in due componeneti) questo

dovesse essere un tratto evidente di un’influenza attica.

Diversamente il rinvenimento di altri capitelli a Varsavia e presso

Olimpia, non angolari, ma uguali a quello angolare pertinenti al

propileo dei Nassi attesta che anche il capitello angolare è un

prodotto non attico ma proviene dal propileo stesso.

La tipologia dei capitelli a multiplo registro che diventerà

largamente documentata nell’Atene della prima metà del V secolo

a.C. è una tipologia già presente nel mondo cicladico.

Tempio di Demetra a Naxos (540-520 a.C) A Naxos è riconducibile il tempio di Sangrì

dedicato al culto di Demetra. Ha una

struttura molto distante dalla tipologia

templare tradizionale perché consiste in

un’ampia aula suddivisa in due navate da un

colonato interno di cinque colonne,

preceduta da una sorta di portico dal quale

attraverso due porte si accede all’aula.

La tessitura del tetto è trasversale e questo

comporta una particolarità: le colonne che

dividono assialmente il grande vano interno

per sostenere la travatura del tetto sono

realizzate con altezze differenziate crescenti

verso la trave di colmo. Il prospetto esterno si manifesta nelle forme

di un’architettura ionica cicladica che si

avvale di colonne con basi non troppo

dissimile da quelle di Delos, quindi con

cilindro inferiore, toro superiore, fusto liscio,

capitello ad echno semplice dipinti. Ante

racchiudono le cinque colonne del portico

frontale. La trabeazione consta di un

architrave liscio, un khyma ionico di

coronamento, un fregio, un altro khyma

ionico e un gocciolatoio. L’edifcio è realizzato

in marmo di Naxos. E’ caratterizzato da un

classico acroterio cicladico molto alto

caratterizzato da un intreccio di volute che si

conclude con una palmetta superiore.

Santuario di Apollo a Delfi

Il santuario di Apollo a Delfi ha un themenos delimitato da un muro, il peribolos e più accessi. L’accesso

principale è quello della via sacra che risale fino alla terrazza del tempio. Lungo questo percorso si dispongono

numerosi monumenti: dediche, complessi scultorei, esedre con gruppi scultorei, ma anche thesauroi. Una

presenza cicladica già nell’età arcaica era attestata con la realizzazione della colonna votiva dei Nassi situata

del santuario della dea della Terra. La colonna era impostata su una roccia naturale che sorreggeva una sfinge.

Un esempio di thesauros cicladico è quello dei Siphni la cui costruzione risale al 525 a.C. Si tratta di un piccolo

edificio che riproduce schematicamente soluzioni templari, dedicato e costruito dalla poleis di Siphno,

orientato verso ovest e parallelo alla via sacra che lo fiancheggia. E’ uno dei thesauroi della pre

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
14 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vc4 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Bari o del prof Rocco Giorgio.