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Estratto del documento

Acropoli di Atene L’acropoli sorgeva sul punto più

alto della città di Atene,

identificato proprio come luogo

sacro.

Pianta:

Non sono presenti assi

che possano mettere gli

edifici uno di fronte

all’altro, per quanto

alcuni edifici possano

sembrare messi

frontalmente rispetto

all’ingresso. Dobbiamo

tener presente che l’Acropoli si raggiunge seguendo una salita molto ripida, il

cui percorso tiene conto dell’andamento impervio del pendio della collina e il

progettista tiene conto di questo andamento, anzi lo integra nella

progettazione stessa. Gli edifici dovevano essere scoperti a poco a poco

con visuale diversa. Per gli architetti greci era importante il rapporto

bilaterale tra l’edificio e la natura, cioè il paesaggio circostante, in modo

tale che le strutture potessero integrarsi bene in quest’ultimo e arricchirlo, ma

far in modo che anche la natura stessa potesse dar risalto alla costruzione.

Inoltre, gli edifici essendo stati progettati per poter esser fluiti esternamente, il

loro posizionamento doveva metter in risalto ma anche servire a valorizzare

questo aspetto fondamentale. Il posizionamento sulla via sacra permetteva di

cogliere sia il prospetto frontale che quello laterale, in modo tale da coglierne

il fascino e permettere la fruibilità necessaria all’edificio. I teatri erano

posizionati lungo i pendii della collina, questo è l’aspetto fondamentale che li

distingue dalle costruzioni romane. l Partenone è posto rispetto all’ingesso in

modo tale che l’osservatore entrando nell’acropoli potesse coglierne la visione

del prospetto principale e del prospetto laterale.

L’Eretteo e i propilei sono stati realizzai dopo il Partenone, che invece fu costruito al

tempo di Pericle da Fintino e Fidia.

Fidia per le sculture utilizzò la tecnica del tessuto bagnato. Questa tecnica

permetteva di risolvere il problema del “nudo”, poiché il formoso corpo era

coperto dalle molte pieghe di un panneggio particolarmente articolato, ma molto

aderente alla dea rappresentata, in modo tale da evidenziare comunque la figura

rappresentata. Per alcune parti del tempio la scultura si fondeva con

l’architettura, basti pensare ai triglifi che da elemento strutture ed architettonico

si trasformano in elemento anche decorativo e scultoreo. Il confine tra 2

architettura e scultura era molto sottile, ed è complicato distinguere l’una

dall’altra.

STATUA DI ATENA: alta 7 metri, nonostante le colossali dimensioni, anche

quest’ultima era stata posizionata in modo tale che potesse esser scoperta

attraverso il proseguimento del percorso sulla via sacra.

Tempio di Atena Nike

Tempio piccolo ed elegante, come tutti i templi di ordine ionico. È presente un fregio

continuo, cioè che si sviluppo lungo tutti i lati. La base del tempio si discosta da

quelle di origine ionico e si avvicina più alle varianti asiatiche. Del frontone

rimangono solo alcuni resti. È presente un elemento caratteristico dell’evoluzione dei

templi ionici, cioè il capitello d’angolo, presente anche sulle colonne d’angolo

dell’Eretteo. Anche in questa struttura è presente una statua con l’effetto di

bagnato, posizionata nel parapetto.

Eretteo

Realizzato in marmo, l’Eretteo presenta

una forma insolita, come nei Propilei

è formato da tre blocchi. L’ordine è Ionico,

e il tempio sorge su due diversi livelli

collegati essenzialmente da una scalinata

a nord del portico occidentale.

La parte orientale del corpo rettangolare

principale e la loggia delle cariatidi

sorgono sul livello superiore, la parte

occidentale è dedicata al culto di Eretteo,

ed è costituita da un vestibolo e da due

parti adiacenti, il portico nord e il recinto

in cui cresceva il sacro olivo di Atene. La

parte mediana è stata tamponata per

motivi statici, e aveva un fine sacro. Le

finestre, così come il muro, sono state

aggiunte dopo. La loggia delle cariatidi è

decorata con colonne costituite da figure

femminili con vesti drappeggiate, che

esprimono con grazia la resistenza al

peso. Il capitello dell’Eretteo è arcaico e le

statue originali sono conservate in un

museo per preservarle, sul luogo sono

presenti delle copie.

Partenone

Il Partenone fu al centro di numerose trasformazioni, fu prima trasformato in chiesa

cristiana, in seguito in moschea e poi in ripostiglio per armi e un’esplosione di 3

bombe lo distrusse quasi completamente. Ci fu una ricostruzione attenta con le

parti che sono riusciti a recuperare. Pianta: octastilo e periptero,

circondate da colonne di ordine

dorico rastremate e alte quasi

sei volte il diametro della base;

quindi, il rapporto è più vicino

quello consueto di 6.

Sezione:

Sulla sezione del Partenone

sono state fatte diverse

ipotesi, soprattutto per quanto

riguarda l’illuminazione interna

della cella stessa. Sappiamo

sicuramente che nella cella

c’era una doppia fila di colonne. Si ipotizza che il tetto della cella fosse a

cassettoni oppure che fosse coperta con una sorta di capriata con tetto fisso in

legno, dove però lateralmente entrava presentava delle aperture per far entrare la

luce naturale, ma sono solo delle ipotesi!!! Al centro era posta la preziosa statua

di Athena in oro e avorio creata da

Fidia. I frontoni erano ornati delle

sculture dello stesso Fidia. Sulle

pareti esterne della cella è presente il

famoso fregio Panathenaico, il quale

si estendeva anche sulle testate

sopra le colonne del pronao e

dell’opistodomo completamente

dipinte. Lo spazio interno era pensato

per accogliere due spazi tra loro non

comunicanti uno maggiore e uno

minore.

Il Partenone era stato costruito

secondo la proporzione del rettangolo

aureo.

Correzioni ottiche: La struttura e

soprattutto lo stilobate, cioè il

pavimento su cui appoggiavano le

colonne doriche, era talmente

perfetto che per una distorsione dell’occhio umano sembrava quasi non

perfettamente rettilineo. Di conseguenza lo stilobate fu leggermente curvato ma

questo provocava uno spostamento delle lastre del pavimento le quali erano

fermate in posizione mediante delle “farfalle” di piombo. Quest’ultime erano due

trapezi posti uno di fronte all’altro

Teatro greco di Epidauro

Il Teatro greco, viene pensato come uno spazio non come uno spazio chiuso, ma

come un’architettura che vive completamente nello spazio naturale. Esso viene posto

lungo i pendii di un colle, inserendosi perfettamente in quest’ambiente. Al centro del 4

teatro c’è l’orchestra attorno alla quale si sviluppano tutte le gradinate, addossate

direttamente al pendio della collina, collegate mediante degli scalini. La parte al

limite dell’orchestra è il proscenio, poi vi è il parsacene e poi il portico, questi sono gli

elementi fondamentali che caratterizzavano il teatro greco. Era Particolarmente

famoso questo teatro per l’acustica perfetta e per la visibilità che offriva. Il teatro di

Dionisio

Il teatro di Dionisio sta più in basso e sfrutta

anche lui il pendio, nella cavea lo schienale

della seduta è scolpito. La scena è rivolta

verso la città, è realizzata in pietra ed essa è

fissa rispetto al teatro di Epidauro. Nel tempio

di Erate Attico nelle aperture ad arco nelle

quali erano collocate delle statue.

Propilei

Bouleuterion

Particolare teatro non all’aperto che presentava una

porzione di tempio.

L’ abitazione greca

La struttura delle abitazioni greche non si allontanava

dalle domus romane. Nella casa greca le stanza si

aprono su un cortile interno. Questa configurazione

evidenzia come ci sia un carattere di chiusura

dell’abitazione rispetto al mondo esterno. I greci

volevano conservare gelosamente la propria

individualità e la loro vita privata, poiché erano

presenti edifici specifici per quella che era la vita

sociale. 5

ARCHITETTURA

ROMANA

SISTEMA ARCO E SISTEMA VOLTE

Vi è un superamento del sistema trilitico, il quale era caratterizzato da un

sistema di forze verticali, a favore del sistema arco, il quale presenta una

forza obliqua. Le forze oblique che scaturiscono dall’arco sono le risultanti

delle componenti di: una forza orizzontale e una forza verticale.

Lo spessore di un arco può dare origine a un tipo di volta e a

seconda della sua inclinazione può essere considerata obliqua. Ad esempio

le volte a botte nascono da uno spessore eccessivo dell’arco.

L’arco

Un arco è un’apertura che permette, come una porta, di oltrepassare un

muro, una parete. L'arco, considerato dal punto di vista costruttivo, è

una struttura curva con la quale si supera uno spazio.

Elementi 6

Luce: larghezza dell’arco, o

distanza tra i due piedritti (primo

elemento su cui poggia l’arco)

Piano d’imposta: il piano su cui

poggia l’arco, se un arco è a tutto

sesto.

Concio: blocco di pietra sagomato,

realizzato in diversi materiali che

costituisce l’arco.

Concio in chiave, o chiave di

volta: ultimo concio che viene

inserito nella parte mediana,

posizionato dunque sull’asse

verticale dell’arco, che permette

all’intero sistema arco di

autosostenersi.

Centina: è una sorta di

impalcatura in legno, che riproduce

la curvatura dell’arco ed

fondamentale in quanto la posa dei

concio inizia contemporaneamente

sia da destra che da sinistra,

lasciando l’ultimo spazio vuoto che

ospiterà il concio in chiave.

Intradosso e l’estradosso, i rinfianchi (che possono essere anche

sagomati).

Freccia (o monta) (che è il raggio del sesto, ovvero l’intradosso dell’arco),

La freccia è uno dei parametri fondamentali dell’arco ed è funzione del suo

sesto: nell’arco a tutto sesto la freccia è uguale al raggio di curvatura ovvero

a metà della luce; negli archi ribassati è inferiore a metà della luce e negli

archi acuti ne è superiore.

Giunto alle reni ( la semiretta che parte dal centro dell’intradosso con

l’apertura di 30 gradi e che incontra l’arco), definisce la porzione di arco e,

per estensione anche di volta compresa fra il piano d’imposta e una retta di

inclinazione circa 30° dall’orizzontale (nel caso di archi a tutto sesto, è circa

45° per gli archi acuti). Fino al giunto ai reni si sprigiona la forza obliqua che

nasce dalle reazioni di muto contrasto trai i conci superi

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
16 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher manalomae di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Lerza Gianluigi.