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IMPERO ROMANO D’ORIENTE

Costantino trasforma la città di Bisanzio (di cultura

greca) in Costantinopoli, la seconda capitale

dell’Impero Romano, la quale faceva da tramite tra

l’impero d’Oriente e quello d’Occidente.

Costantinopoli prende pian piano il distacco da

Roma. Quella che poi verrà chiamato architettura

bizantina, verrà definita anche grazie ai monarchi

seguenti, i quali creeranno altre basiliche e

strutture varie.

San Giovanni di Studios, Costantinopoli: Questa è una basilica che si trova a Costantinopoli, di cui si vede la

planimetria originaria, come si dovesse configurare, con queste tre navate, e con un’abside esternamente

poligonale e internamente semicircolare. La muratura denota un’opera mista, perché ci sono diversi

materiali in pietra e laterizio e quello che sopravvive degli ornamenti sono l’opus sectile dei pavimenti e i

capitelli della trabeazione della navata principale, che fa vedere la particolare tecnica scultorea tardo-antica

e orientale: non è più quella dei grandi capitelli e foglie d'acanto che si è vista nel primo impero, quella fatta

rifiorire nel pieno dell’arte scultorea greco-romana, ma è una versione tarda, dozzinale, in cui viene

utilizzato il trapano per i fori che vanno a definire il disegno del capitello. I fori possono essere lasciati a foro

di trapano, oppure scavati a scalpello, per dare maggiormente l'idea della struttura.

struttura lineare, tre navate, abside poligonale all’esterno e curvo all’interno. Per capire ciò che rimane degli

ornamenti, allestiti con opus sectile, e lo stile architettonico parrebbe essere un corinzio (gli ordini erano

lavorati in maniera differente in oriente) con la particolarità di piccoli buchi presenti su tutto il capitello.

Basilica di San Demetrio a Salonicco: era preceduta da un quadripartito come tutte le grandi basiliche

romane, il quale poi scomparve. I sostegni della navata hanno un ritmo particolare, un passo ritmato, con la

sequenza di tre colonne alternate a pilastri ed altre tre colonne verso l’altare maggiore, ed a costruirle con

questo ritmo particolare e con una sorta di tribuna che è situata sulle navate laterali, una tribuna che

consentiva di partecipare dall’alto alle funzioni senza mischiarsi con quelli presenti nella navata centrale. Ci

sono anche innesti bizantini però in Occidente, ovvero Ravenna, in quanto non solo divenne capitale

italiana, bensì aveva un porto a classe dove avvenivano scambi commerciali, quindi Ravenna diventa anche

importante per l’economia e di conseguenza fu influenzata dall’Oriente.

caratterizzato per il fatto di avere una sequenza non solo di colonne, ma un ritmo dettato dall'alternanza di

colonne e di pilastri e che ha al di sopra del registro delle arcate inferiori un secondo registro costituito da

una sorta di matroneo, una tribuna che serviva alle matrone per assistere alle funzioni senza mescolarsi con

i maschi che stavano nell’aula.

Chiesa di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna: fondata da Teodorico, re degli Ostrogoti. É una basilica

cristiana, con archi sopra le colonne, quest’ultime sono monolitiche e sono sovrastate da corvini (sezioni di

trabeazione) che servono a dare maggiore verticalità ai fusti. Di particolare in questa chiesa è l’aspetto

decorativo, in quanto fregiata di mosaici, i quali erano dorati, tipico del mondo bizantino. L’oro rappresenta

la perfezione di un mondo, quale era quello raffigurato nel mosaico.

Mausoleo di Teodorico: struttura poligonale, la quale è l’ultima dimora del monarca. Composto da ghiere

d’arco perfettamente condizionate, blocchi lisci e ben tagliati di pietra d’Istria, in più è presente anche una

cupola (realizzata in un unico blocco). É presente una decorazione a tenaglia tipica degli ostrogoti.

Quelle sorte di agganci sull'estradosso della cupola sono effettivamente le asole in cui far passare le grandi

funi che, mediante una gru, dovevano innalzare questo monolite gigantesco fino a posarlo sulla camera

sepolcrale. Nella posa si è spezzato il coperchio, quindi ha una fessurazione che lo attraversa.

L’ARCHITETTURA AI TEMPI DI GIUSTINIANO

Imperatore dal 527 al 565, promosse un’intensa attività edilizia. Lui portò avanti le opere di Costantino e

questo lo sappiamo grazie a Procopio da Cesarea, il quale scrisse il testo “il de edificis”, e ne escono

centinaia di strutture ed edifici simbolici (tipo a Costantinopoli ed a Ravenna).

Santi Sergio e Bacco a Costantinopoli: la prima chiesa non era di dimensioni straordinarie e serve

d’ispirazione per qualcosa che verrà a seguito costruito a Ravenna. Non ha gli stessi impianti canonici voti in

precedenza ed all’interno è piuttosto particolare. L’interno è configurato in un ottagono costituito da piloni

con absidi sulle diagonali dell’ottagono. Sempre presente una tribuna (matroneo), la cupola ribassata

(dall’esterno non ne percepiamo tutto lo sviluppo).

La planimetria: all'interno mettevano una spazialità inedita, ispirata al San Lorenzo Le Colonne, però non

con quattro absidi raccordate tra loro, ma un ottagono descritto in un quadrato, con alcuni dei lati, quattro,

sulle diagonali conformati in forma di abside filtrante. Si hanno marcati pilastri alternati a colonne che si

dispongono sulle diagonali. L'abside accanto alla ferrovia è quella dell'altare maggiore, che si contrappone

al vestibolo, a quel filtro, al corridoio trasversale, che fa da filtro tra l’esterno e l'interno. L’interno è

conformato a due livelli con dei colonnati verticali, con absidi al piano superiore e al di sopra la vera e

propria cupola che chiude il tutto.

Santa Sofia: inizia nel 532 e viene edificata su una chiesa bruciata di Costantino. Giustiniano convoca due

architetti, ovvero Antemio di Tralle, Isodoro da Mileto, Mechanopoili, costruttori con solide conoscenze

matematiche, geometriche ed astronomiche. La pianta ha un impianto longitudinale e circolare. Le absidi, i

colonnati e i loggiati dilatano o spazio. La grande cupola con un diametro di 30 m su una campata di circa 31

m (100 piedi bizantini), è leggermente più piccola di quella del Pantheon. La cupola ha 4 piloni di appoggio

(rispetto alle otto del pantheon) e ulteriormente appoggia su 4 pennacchi che garantiscono una maggiore

superfice di appoggio formando una base a quadrato (che sta a simboleggiare la terra, mentre la cupola

rappresenta il cielo). La costruzione delle fondamenta e dei pilastri principali, secondari e dei contrafforti è

costituito da pietra tagliata, per le parti più pesanti, mentre in mattoni , malta e calce per il matroneo e le

parti interne.

La cupola ha subito tre crolli dinamici (da terremoto più o meno parziali ed è stata ricostruita:

1) 557, terremoto e primo crollo della cupola ribassata Isidoro Il Giovane ricostruisce la cupola (557-

562 d. C.). le alza la chiave di circa 20 piedi (6 m.), riducendo del 30 % la spinta della precedente

struttura troppo ribassata,

2) 989, terremoto e parziale crollo della cupola

3) 1346, terremoto e crollo parziale della cupola ricostruzione, ma con le forme già conferite da

Isidoro.

Le debolezze dell'edificio sono:

-nella tessitura muraria

-nella minore qualità della malta;

nell’adozione di due sistemi di contenimento delle spinte: absidi e contrafforti terremoti hanno mosso

contrafforti e accresciuto la deformazione plastica. Il diametro trasversale della cupola è aumentato di 2.60

m costringendo ad una ricostruzione ovale.

La muratura bizantina del VI sec è costituita da letti di malta e cocciopesto i cui grande spessore tende ad

equivalere (4-5 cm) e a superare (6-7 cm) quello dei corsi di laterizio cotto Assomigliava un calcestruzzo

rudimentale meno resistente di quello con pozzolana Questo determina:

-essicazione lenta,

-elevata deformabilità

Il vizio di forma sta nell'asimmetria: banalmente un arco deve essere simmetrico, non può avere due metà

diverse, ma devono essere due metà uguali e avere due masse uguali. Qui non si presenta una simmetria:

l’edificio non è simmetrico, perché ha due sistemi strutturali diversi: da una parte e dall’altra si poggiano sui

piloni e ci sono questi contrafforti, e dall’altra parte la cupola spinge sui piloni, ma non si hanno i

contrafforti; non si hanno delle strutture omologhe che spingono in questa direzione e che tengano fermo il

pilone. Si hanno delle strutture molto più leggere delle absidi che creano un grosso problema: in questo

senso la struttura è più solida, in questo è meno solida. L'asimmetria strutturale, che costituisce un

virtuosismo, perché consente di avere uno spazio diverso dal solito, unico, diventa una debolezza della

struttura.

I contrafforti che legano e che si appoggiano ai piloni e servono a tenerli fermi in quella direzione,

trasversale dell'edificio, e dall’altra parte non si ha lo stesso: nella direzione longitudinale i piloni mancano,

ma abbiamo una sequenza di absidi quasi a scendere verso terra, che raccolgono le spinte e i pesi e li

portano a terra. È una situazione problematica e difficile da gestire.

Due sistemi strutturali,

Il principale è quello costituito da:

-4 piloni principali,

-4 grandi archi principali,

-4 piloni secondari;

-6 archi secondari

-4 piloni di contrafforte

-6 absidi

il sistema secondario è quello costituito da:

-sostegni alle volte secondarie

Il sistema strutturale principale è asimmetrico, fatto di:

-4 piloni con 6 absidi

-4 piloni con 4 contrafforti

Il problema è il tipo di muratura. I bizantini, in questa fase tarda della storia, sono meno precisi rispetto ai

romani, perché innanzitutto non posseggono la pozzolana, l’ingrediente segreto del calcestruzzo romano e

ricorrono quindi al cocciopesto.

Questo edificio ha avuto una serie di gravi crolli ed è stata fortificato a partire dal 500. L’ultimo restauro del

1854 di Gaspare Fossati punta più sull’uso delle catene che sulla controspinta dei contrafforti.

Il problema era anche il tipo di muratura, in laterizio, che non è quella raffinata dei romani: non c’è la

pozzolana ma il cocciopesto, non ci sono corsi sottili su cui disporre i cementa, cioè i frammenti di pietra e

mattone, ma vengono realizzati degli strati molto spessi di malta per accelerare l’esecuzione e per

risparmiare sui materiali resistenti, per cui nella fretta di costruire si realizzano strati troppo alti e questo

determina con i pesi, che si caricano progressivamente, causano delle deformazioni della struttura: il muro,

man mano che viene costruito, con il suo peso, tende a far espellere la malta, che è troppa, e si assesta in

posizioni non perfettamente verticali.

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
14 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Alberto207 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Togliani Carlo.