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ITALIA

Verso la fine del sedicesimo secolo lo sviluppo dell'architettura italiana ebbe come centro a

Roma. In generale, tuttavia, l'architettura del primo barocco era caratterizzata da un

un'impostazione relativamente superficiale del problema della forma architettonica. Per

realizzare i fini propagandistici che erano negli intendimenti si moltiplicarono il combinarono

in modi complessi gli elementi dell'articolazione e spesso ne risultò un certo effetto di

ridondanza. Un esempio tipico è:

la facciata di Martino Longhi per i santi Vincenzo e Anastasio Roma(1644):

dove le edicole le colonne che si raggruppavano verso la parte mediana

della facciata per sottolineare l'asse centrale che l'hanno un'eccessiva

condensazione. La transazione del primo al tardo barocco è caratterizzata

da una penetrazione più profonda dei problemi. Cioè gli scopi

dell'integrazione spaziale della propaganda furono raggiunti mediante una

trasformazione della forma fondamentale piuttosto che mediante la

decorazione.

La nuova impostazione è evidente già nella prima opera di Gianlorenzo

Bernini(1598-1680) il baldacchino di San Pietro(1624-1633). Le quattro

colonne tortili in bronzo ripetono la forma delle colonne paleocristiane

impiegate nella Pergola della vecchia basilica ma hanno assunto una

dimensione gigantesca che esprime simbolicamente il passaggio

della semplicità paleocristiana allo splendore della Chiesa

controriformista e vuole rappresentare il trionfo della cristianità sul

mondo pagano. Sopra le colonne si alzano enormi volumi a forma di

“S” che reggono la croce sul globo d'oro. Il baldacchino può essere

considerato come il manifesto l'architettura barocca. La sua forma

ricca deriva da una trasformazione degli elementi essenziali piuttosto

che dall'aggiunta di una decorazione e ne risulta un insieme semplice

e integrato notevole per la continuità plastica.

Tra le opere del Bernini è importante la scala regia del Vaticano (1663-66). Lo stretto spazio

disponibile non permetteva lo sviluppo di una scala monumentale ma con abili giochi di

prospettiva e di luce il Bernini corresse le dimensioni reali dello spazio. Così i muri convergenti

avrebbero dato un'impressione di profondità eccessiva se il Bernini non avesse disposto nel

primo tratto filo di colonne che correggono la prospettiva. L'opera del Bernini mirano ad una

oggi attivazione di fenomeni che vanno al di là delle proprietà misurabili e reali della situazione

e ci rendono partecipi di situazioni che sembrano naturali ed evidenti mentre hanno un

contenuto irrazionale.

Le opere di Francesco Borromini (1599-1667) esprimono invece il contenuto irrazionale

sintetico per mezzo di forme corrispondentemente complesse. Il Borromini supera la

complessità per mezzo della continuità spaziale plastica e unifica elementi eterogenei di unità

sintetiche che rappresentano nuovi caratteri fisici ed esistenziali. C'è particolarmente evidente

nelle due opere che non abbiamo ancora citato il campanile e la cupola incompiuti di

Sant'Andrea delle fratte (1653) e la cappella spada in San Girolamo della carità(1662).

Per l'architettura barocca romana mantenne sempre una caratteristica identità attraverso tutte

le variazioni personali. La plasticità e la proprietà essenziale del barocco romano presente

perfino nelle opere del Borromini, nelle quali i muri annullati dovrebbero essere intesi come

espressioni astratte dell'interazione drammatica di forze esterne ed interne. Nelle opere di

Carlo Rainaldi (1611-91) è evidente la stessa tendenza ma nonostante le sue capacità inventive

Rainaldi non raggiunge un'autentica sintesi barocca di masse, spazi, superfici. I suoi mezzi

principali di articolazione sono le colonne appiattite retoricamente al nodo del primo barocco

piuttosto che integrate plasticamente.

Nonostante l'importanza di Roma per l'architettura italiana del 600 sorsero alcuni invalidi stili

regionali. Abbiamo già ricordato gli importanti contributi di Francesco Maria Ricchino(1584-

1658) che continua la tradizione milanese di Pellegrino Tibaldi e Lorenzo Binago. A Torino

troviamo il centro di un'architettura piemontese particolarmente ricca iniziata da Ascanio

Vittozzi (1539-1619) è continuata da Carlo(1560-1641) e Amedeo di Castelmonte(1610-83).

Questa prima fase dell'architettura barocca piemontese subì l'influenza tanto di Roma che di

Parigi. Mentre gli edifici singoli hanno un carattere inconfondibilmente italiano l'ambiente

urbano è ispirato al razionalismo francese. Ha un pronunciato carattere locale si trova a

Venezia dove la tradizione ha la tendenza pittorica e decorativa ricevette un'interpretazione

barocca da Baldassare Longhena (1598-1682). L'architettura barocca del mezzogiorno

d'Italia appartiene principalmente al diciottesimo secolo. Dobbiamo tuttavia citare il

napoletano Cosimo Fanzago(1591-1678), barocco nella versatilità ma senza un reale talento

creativo. Verso la fine del secolo l'architettura romana fu dominata dal mediocre classicista

Carlo Fontana (1638-1714). In generale l'architettura italiana del diciassettesimo secolo ebbe

nella chiesa il principale tema edilizia.

FRANCIA

In Francia il processo di centralizzazione fu molto più forte che in Italia. Fino alla morte di

Mazzarino (1661) esistette una certa attività regionale ma dall'inizio del secolo il potenziale

artistico si concentrò Parigi. La forza motrice fu la concezione della monarchia assoluta per

diritto divino ne risultò un nuovo tipo di architettura di Stato che unificò i popoli di ragione e

trascendenza. Il principale tipo edilizio era il palazzo che costituiva il punto focale di uno spazio

infinitamente esteso l'estensione presuppone che gli elementi costitutivi abbiano una certa

uniformità e infatti l'architettura francese del XVI secolo non presenta la modellatura plastica

e l'enfasi che caratterizzano gli edifici italiani contemporanei. E perciò spesso considerata

meno barocca e più classica. Tale giudizio, infatti, deriva da una definizione superficiale delle

categorie in questione. Il concetto di architettura barocca ha senso soltanto se denota la

concretizzazione di un certo tipo di spazio esistenziale piuttosto che particolari tratti formali.

Nelle opere di Le Vau (1612-70) problemi simili sono affrontati in modo diverso. La differenza è

evidente se si confronta la chiesa delle Minimes con il college Des quatre Nations di Le Vau.

In entrambi i casi la cupola segna il termine di un assorbano mentre le ali sporgenti creano

un'estensione laterale. Nondimeno nell'edificio di Le Vau le sottili tensioni di mansarde sono

state sostituite da una retorica barocca basata sul contrasto tra volumi e convessi e volumi

concavi e ordini giganti ordini normali. La continuità generale si ottiene grazie alla ripetizione

uniforme delle aperture.

Durante la prima metà del secolo l'architettura ecclesiastica francese era ancora

artisticamente molto viva come dimostrato dalle opere di francoise mansarde, e lo spazio era

sentito non come estensione astratta ma come fenomeno concreto al nodo italiano. Con

l'affermarsi di architettura di Stato e del palazzo come tema predominante il tema della Chiesa

perse importanza. Le cupole tesero a scomparire e la forma ideale divenne un salone neutro

che non agiva più come prevalente. Focale dell'ambiente. Furono sottolineate le proprietà

astratte dello spazio in particolare i problemi di proporzione e l'architettura mostra la tendenza

a seguire le leggi della natura e della ragione invece che l'immaginazione e le motivazioni

individuali questo atteggiamento fu condiviso dal presidente dell'accademia Francois

Blondel(1617-86) che si propose di stabilire una serie di canoni di validità assoluta e nei course

de architectura(1675). Per fortuna le dottrine di Blondel non vennero mai applicate

completamente ma dietro iniziò ad un'impostazione accademica dei problemi dell'architettura

che sopravvisse fino al ventesimo secolo.

SPAGNA

In Spagna il potere imperiale raggiunse il suo massimo

splendore nel 16 secolo durante il Regno di Filippo II.

Sotto Filippo III che governò dal 1598 al 1621 cominciò

la decadenza il paese fu minacciato dal collasso militare

ed economico e lo sfortunato mondo iberico trovò la

propria espressione nel Don Chisciotte di

Cervantes(1605). Perciò le condizioni storiche non

erano favorevoli allo sviluppo di una vera architettura

barocca. Le grandi concezioni che si riscontrarono nelle

storie di Filippo II furono abbandonate e l'architettura spagnola si ridusse ad un fatto di

secondaria importanza. El Escorial fu progettato da Juan Bautista de Toledo nel 1562 e fu

costruito prevalentemente da Juan de Herrera V(1530-97), tra il 1572 e il 1584. Esso

rappresenta una grande sintesi di tipi edilizi perché doveva offrire a Filippo un palazzo per la

sua Corte un monastero in cui potersi ritirare una grande chiesa ed una tomba. Simboleggia

perciò il carattere particolare dello Stato spagnolo.

INGHILTERRA

Fino all'inizio del diciassettesimo secolo l'architettura inglese ebbe vita autonoma. Malgrado

le relazioni culturali con il continente nel periodo elisabettiano l'architettura rimase isolata. Nel

secondo decennio del secolo la situazione muta improvvisamente grazie al fondamentale

contributo di un singolo architetto Inigo Jones(1573-1652). Jones aveva visitato Venezia fra il

1597 e il 1603 e nel 1613-14 fu ancora in Italia per un anno e mezzo. Nel frattempo, nel 1609

visitò Parigi.

Inigo Jones costruì per la Corte ma il suo stile palladiano esprime l'aspirazione ad una

corrispondente architettura democratica. Lo scopo era di creare un'architettura che

possedesse una universalità neutrale. La prima opera interessante di Jones e la Queen House

di Greenwich(1616-35). Il piano nobile più alto è di semplice stile ionico particolarmente

evidente nell'oglio sul lato che da un giardino. Il tetto piatto contribuisce a creare un carattere

italianizzante. Le altre finestre la proporzione a allungata del blocco sono appena di origine

nordica e creano un attenuato gioco di tensione che comprende anche una certa enfasi

dell'asse principale.

L'architettura inglese del diciassettesimo secolo fu

divisa dalla guerra civile in due fasi distinte. Con Inigo

Jones domino la prima Christopher Wren (1632-1723) fu

il protagonista della seconda. Wren Cominciò come

astronomo e matematico e divenne membro della Royal

Society quando essa fu fondata nel 1662. Dopo il grande

incendio di Londra nel settembre del 1060 66 in pochi

giorni più di 13.000 case io 87 chiese furono distrutte

da

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Publisher
A.A. 2023-2024
33 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Alberto207 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Togliani Carlo.