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Patto della Società delle Nazioni

Alcuni aspetti di questo primo esperimento organizzativo sono:

  1. La convinzione di poter provocare un trasferimento del controllo delle relazioni internazionali dalle grandi potenze all'Assemblea della Società, fondata sulla parità degli stati e concepita come organo centrale dell'organizzazione.
  2. Il principio della diseguaglianza fra gli Stati contenuto in seno alla Società (Consiglio), poiché i rappresentanti delle principali potenze venivano considerati permanenti.
  3. Le "principali potenze alleate" erano le potenze vincitrici, per cui la nuova organizzazione si presentava come un sistema internazionale definito dai vincitori ai vinti.
  4. Questa genesi della Società fu soprattutto opera di Stati Uniti e Gran Bretagna, che vi tradussero le loro posizioni strategiche, politiche e culturali.

La Società delle Nazioni si dichiarò aperta a qualunque Stato, dominio o.

"

“colonia” non membro originario che desse effettive garanzie del suo sincero intendimento di osservare gli impegni internazionali della Società e di accettarne il regolamento riguardo a forze e armamenti militari.

Gli articoli chiave del Patto erano quelli che riguardavano gli impegni collettivi a contrastare le aggressioni e il ricorso alla guerra, ossia:

  • Art 10: I Membri della Società si impegnano a rispettare e a proteggere contro ogni aggressione esterna l'integrità territoriale e l'attuale indipendenza politica di tutti i membri. In caso di aggressione il Consiglio appronta i mezzi per assicurare l'esecuzione di tali obblighi.
  • Art 16: In caso di atto di guerra da parte di un membro sono elencate le misure da prendere contro esso, scaricando però responsabilità di eventuali sanzioni militari sui “governi interessati”.

In altre parole, alla Società non erano forniti i mezzi necessari per far rispettare le

" se non ricorrendo agli Stati membri, ciascuno dei quali poteva scegliere come e quando intendeva procedere contro lo Stato che aveva violato il Patto, ovviamente a seconda dell'interesse nazionale. La base della Società delle Nazioni risultò inoltre compromessa dal fatto che l'America di Wilson, artefice principale del Covenant, alla fine non vi aderì. <1023> La Società delle Nazioni tra le due guerre mondiali. L'esperienza della Società delle Nazioni durò venti anni, dalla sua instaurazione nel '21 fino alla sua ultima azione nella "guerra d'inverno" russo-finlandese del '39-'40. In questo ventennio si distinsero due periodi: 1. 1921-1930: la Società si collocò in un clima favorevole, dato da alcuni fattori fra cui la politica della Germania volta alla normalizzazione e alla revisione consensuale del trattato di pace. Si cercò di fornire strumenti giuridici

Più efficaci per la conservazione della pace, arrivando al Protocollo di Ginevra del '24 con il quale gli Stati si impegnarono a sottoporre ad arbitrato ogni divergenza, si definiva la condizione di aggressore e si dichiarava che per decretare azioni contro un aggressore sarebbe stata sufficiente la maggioranza dei 2/3. A esso però non aderì l'Inghilterra.

2. 1930-1940: la crisi del '29 aggravò le difficoltà della Società ed esasperò le tendenze espansionistiche delle potenze non soddisfatte come la Germania. In questo contesto storico mutato la Società si trovò di fronte a crisi internazionali provocate da sviluppi aggressivi ed espansionistici soprattutto ad opera degli Stati totalitari, che mettevano in discussione i principi e le norme di convivenza e di conciliazione internazionale:

  • Giappone: occupò la Manciuria cinese disinteressandosi degli appelli della Cina alla Società, la quale non

riconobbe lo stato fantoccio del Manciukuò creato dai Giapponesi. Il Giappone uscì quindi dalla Società nel marzo ’33, sottraendo all’organizzazione l’unica vera potenza asiatica. Inoltre, l’organizzazione non osò dichiarare il Giappone colpevole di aggressione e non fece valere le sanzioni previste dall’art 16 del Covenant. Gli stessi USA non intervennero, anzi il governo di Washington si limitò alla dottrina di non riconoscimento di qualsiasi mutamento territoriale in Asia orientale che violasse i trattati e fosse imposto con le armi.

Germania: Hitler riuscì in primis a far valere la tattica del mascheramento, mostrando di portare avanti la politica di conciliazione e di revisione. La questione fu complicata dall’iniziativa italiana del “Patto a quattro” che, scavalcando la Società, privilegiava il sistema delle grandi potenze. La Germania uscì dalla Società nell’ottobre

’34 dopo la dichiarazione congiunta sull'indipendenza dell'Austria da parte di Francia, Inghilterra e Italia.

- Italia: la guerra all'Etiopia indebolì ulteriormente la Società, che ben presto deliberò sanzioni economiche contro l'Italia, misure comunque tali da non impedire a Mussolini di proseguire la sua impresa. Il successo fascista portò la Società ad abolire nel ‘36 le sanzioni economiche, riconoscendo il fatto compiuto del già proclamato Impero Italiano d'Etiopia.

- Guerra d’inverno: la Russia voleva imporre a Lettonia, Estonia, Lituania e Finlandia trattati che prevedevano l’installazione di basi militari e una sorta di annessione in sfida allo “spirito di Ginevra”. Il governo di Helsinki si appellò alla Società che nel dicembre 1939, dopo essersi astenuta per anni, decise sorprendendo tutti di espellere la Russia dalla Società e di far pervenire alla Finlandia aiuti internazionali.

4.

La genesi delle Nazioni Unite La Società delle Nazioni continuò ad esistere sulla carta per tutta la WWII e fu sciolta solo nel 1946, mentre nel frattempo nascevano le Nazioni Unite. Prima caratteristica peculiare della seconda organizzazione è che nasce mentre l'altra era ancora in vita, e sulla base di scopi, struttura e istituti dati dalle tre principali potenze alleate nel conflitto: USA, URSS e UK. Queste erano infatti spinte da una convergenza di interessi diversi ma solidali a dare al sistema del dopoguerra una struttura in cui esse mantenessero il controllo. Tuttavia, diverse erano le concezioni dell'ordine che si sarebbe creato. Se l'Unione Sovietica si fosse concentrata sui propri interessi nazionali, l'Inghilterra avrebbe prospettato invece un ordine organizzato su basi regionali, mentre gli USA sostenevano una visione più globalista. Va inoltre considerato che l'ONU nasce in un contesto di guerra totale nel quale contano.solo gli stati che prendono le decisioni strategiche e sono in grado di portare avanti le decisioni militari. Ciò contribuisce a rendere il sistema internazionale delle Nazioni Unite un "sistema bellico", nato come alleanza di guerra in una fase del conflitto ancora non avviato verso una decisione, ossia durante la conferenza di Washington, quando 26 Stati presero posizione contro la Germania e i suoi alleati facendo propri i principi e gli intenti enunciati nella Carta Atlantica. Tali principi fornirono una base etico-politica alle Nazioni Unite, il cui processo di formazione proseguì con altre conferenze internazionali. Dal contrasto tra la dimensione regionale che gli inglesi volevano dare all'organizzazione, e quella globale sostenuta dagli Americani, uscirono vincitori gli Stati Uniti. Nel 1944, a Dumbarton Oaks, si tenne la conferenza che diede avvio alla fase di realizzazione concreta del processo. La conferenza fu una tappa chiave perché svoltasi in

circostanze generalipeculiari e favorevoli, e perché caratterizzata da un alto livello tecnico. Ciò lepermise di introdurre nell’organizzazione gli organi già precedentemente sperimentaticon la Società delle Nazioni: Assemblea, Consiglio e Segretariato.Le proposte emerse dai lavori della Conferenza costituiranno il documento di base perla conferenza di San Francisco.

5. La Carta di San Francisco: un progresso?Al termine della conferenza tenutasi a San Francisco fra gli stati che avevano aderito205alla Dichiarazione delle Nazioni Unite , il 26 giugno 1945 fu approvata212all’unanimità la Carta, o Statuto, della nuova organizzazione internazionale : undocumento di 111 articoli più un preambolo, a cui aggiungere i 70 articoli dello Statutodella Corte Internazionale di Giustizia.Si può quindi confrontare la Carta di San Francisco e il Patto della Società delleNazioni per capire se effettivamente ci sia stato un progresso.

rispetto al '19. La questione all'origine della nascita di entrambe le organizzazioni era stata la volontà di creare uno strumento che garantisse pace e sicurezza internazionali. Tuttavia è diversa, tra la Carta dell'ONU e il Patto della Società delle Nazioni, l'impostazione sul tema della guerra e dei mezzi per impedirla: nella Società delle Nazioni la facoltà di fare ricorso alla guerra non è completamente esclusa, ma solo condizionata; lo Statuto ONU invece contiene un divieto categorico alla guerra (art.2), con le due eccezioni dell'autodifesa individuale e collettiva (art.51) e del diritto di agire contro i paesi nemici della WWII (art.107, 53.1). La differenza nel modo di garantire la pace tra il '19 e il '45 emerge nei diversi atteggiamenti verso gli armamenti. Nel Patto il problema non era affrontato esplicitamente nei termini di un piano di disarmo generale, mentre nella Carta l'esistenza di.

La preoccupazione di apportare strumenti più efficaci per garantire la pace portò inoltre i redattori della Carta a definire norme riguardanti la soluzione delle controversie internazionali dettagliate.

Per dare maggiore efficienza all'organizzazione si procedette a una redistribuzione delle funzioni dei suoi organi, con conseguente potenziamento degli organi esecutivi a cominciare dal Consiglio. La Carta si preoccupò di rafforzare la preminenza e il potere decisionale delle potenze vincitrici e di conseguenza dell'organo nel quale esse, i "quattro poliziotti" di Roosevelt, potevano avere buon gioco: il Consiglio di Sicurezza.

Il Consiglio, divenuto Preposto all'azione per il mantenimento di pace e sicurezza internazionale, è composto da 11 membri, di cui 5 permanenti (4 potenze vincitrici più la Francia) che dispongono inoltre del diritto di veto (art 27: "le decisioni saranno prese").

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Dettagli
A.A. 2020-2021
215 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/06 Storia delle relazioni internazionali

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher carloalberto.abruzzo01 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle relazioni internazionali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Antolini Fabrizio.