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FINE MONOGRAFIA
Ora riprendiamo con la parte generale del programma, parte non monografica.
Partiamo dalla fine degli anni 30 1938, anno fondamentale per la definizione
internazionale del personaggio di Hitler capo di governo propenso all’espansionismo del
proprio paese, necessità della Germania di recuperare lo spazio vitale.
Infatti, Hitler in questi anni porta avanti alcune annessioni particolarmente significative:
1) Austria e Sudeti, 2) Boemia sotto il protettorato, 3) estende influenza su Slovacchia, 4)
Ungheria, Bulgaria, Romania, Jugoslavia.
È evidente che nel 38 la politica di Hitler non è una politica pacifica, ma è caratterizzata da
una forte tensione verso l’esterno. Nel 39 Hitler e il suo alleato principale, Mussolini,
stringono il Patto D’Acciaio alleanza di natura difensiva che prevede l’intervento
dell’alleato in caso di conflitto (non di attacco).
Ma perché Mussolini decide di stringere questo patto con Hitler? A causa di un
deterioramento del dialogo Italiano con l’Intesa e anche a causa di una valutazione
negativa e riduttiva delle potenze dell’Intesa Mussolini credeva che le potenze dell’Intesa
non si sarebbero gettate in un’altra guerra. Mussolini inoltre era convinto di poter
esercitare un forte condizionamento sulle politiche del Reich: Mussolini era sempre stato il
modello di Hitler, Mussolini vedeva Hitler come suo pari grado grande sottovalutazione.
Inoltre, Mussolini vedeva con questo patto l’ottenimento di vantaggi immediati:
l’ottenimento del Sud Tirolo e l’idea che si potesse trovare un accordo con Hitler su questo
tema si prevedeva che fosse data la possibilità ai cittadini di lingua tedesca del Sud
Tirolo di prendere la cittadinanza di lingua tedesca: la popolazione rimasta in Sud Tirolo
sarebbe stata solo Italiana e quindi il Sud Tirolo sarebbe facilmente passato all’Italia.
Al domani del patto d’acciaio, Hitler inizia immediatamente ad ammettere al Reich vari
territori la prima grande vittima della Germania è la Polonia, attaccata da Hitler attraverso
il corridoio di Danzica.
La Polonia era la porta verso i paesi di lingua slava, verso l’Unione Sovietica, che era il
grande nemico di Hitler.
La Polonia, a livello propagandistico, viene attaccata con la scusa del fatto che in Polonia
vivesse una percentuale di tedeschi.
L’annessione della Polonia cambia le carte in tavola: l’idea che la Germania possa
annettere la Polonia suscita grande preoccupazione in Francia e GB, che affermano di
non essere disposte ad accettare questa annessione quindi Francia e GB estendono la
propria garanzia ad alcuni paesi che erano ritenuti possibili prede della Germania, come
per esempio Grecia e Bulgaria.
All’inizio del 39, iniziano a stagliarsi parecchie posizioni precise: gli USA si schierano per la
pace ma sostanzialmente non fanno niente. Per evitare lo scoppio della seconda guerra
mondiale, si muovono sicuramente la GB e la Francia, non permettendo l’espansione
tedesca.
La Francia vede nell’Unione Sovietica un forte alleato contro la Germania e quindi la
Francia riallaccia rapporti con la Russia.
La GB invece è molto diffidente nei confronti dell’URSS, non lo ritiene un alleato affidabile.
A Mosca si tiene una missione militare anglo-francese, i delegati francesi e GB incontrano
Stalin, ma si tratta di un incontro pieno di diffidenza: questo primo tentativo di dialogo tra
FR GB e URSS in funzione difensiva della Polonia fallisce e a questo punto Stalin cambia
completamente strategia: Stalin invece che fidarsi delle “chiacchere” delle potenze
occidentali, instaura un dialogo con la Germania e da qui nasce il patto di Molotov-
Ribbentrop, un patto di non aggressione allegato a questo patto c’era anche un
protocollo segreto che prevedeva una alleanza anche politico-commerciale a la spartizione
dell’Europa orientale.
Quali sono gli aspetti positivi per i due paesi contraenti il patto di non aggressione
Molotov-Ribbentrop? Per la Germania, il poter invadere la Polonia senza che nessuno ci
metta il becco.
Da parte sovietica sicuramente pesa sulla stipula del patto una valutazione positiva degli
accordi commerciali con la Germania e la possibilità di prendersi i paesi balcanici.
Il patto di non aggressione coinvolge anche l’Italia, alleato della Germania: Mussolini si
rende conto che in realtà Hitler sta sviluppando una politica molto autonoma, che taglia
fuori l’Italia, Mussolini si rende conto di non avere alcuna influenza sulla politica tedesca.
Una volta che la Polonia è stata invasa, lo scoppio del conflitto è inevitabile.
La campagna polacca della Germania è una campagna che dura poco in un mese la
Germania riesce a spartirsi la Polonia insieme all’Unione Sovietica.
A questo punto è inevitabile che FR e GB dichiarino guerra alla Germania l’Italia si
dichiara non belligerante: ovvero siamo dalla parte della Germania ma non siamo pronti ad
entrare in guerra.
Il governo polacco va in esilio, prima in Romania e poi a Parigi.
11/04/2016
La scorsa volta abbiamo parlato delle pre-condizioni della seconda guerra mondiale.
Oggi cerchiamo di parlare di tutta la seconda guerra mondiale.
Eravamo arrivati al punto in cui era scoppiata la guerra.
Nel settembre del 39 la Polonia capitola senza grosse difficoltà da parte dell’esercito
tedesco, la posizione dell’Italia era quella di restare non belligerante: inoltre Mussolini
inizia a nutrire qualche diffidenza nei confronti di Hitler.
La politica occidentale in questi anni è ancora una politica di tipo difensivo quasi non ci si
capacita che la Germania abbia davvero deciso di scatenare un conflitto di queste
dimensione a così breve distanza dalla prima guerra mondiale.
Belgio e Olanda decidono di stare neutrali, sperando quindi di non essere attaccati.
GB e Francia desistono dallo scendere in guerra nonostante la presa della Polonia,
nonostante una loro scesa in guerra avrebbe davvero scosso Hitler. Non scendono ancora
in guerra per vari motivi: c’è ancora un retaggio della prima guerra mondiale, credono che
questa non sarà una guerra lampo e quindi conservano le forze, invece che dispenderle
attaccando.
C’è inoltre la speranza, soprattutto inglese, di riuscire a coinvolgere gli USA.
C’è poi un fattore eminentemente psicologico, ovvero che le popolazioni inglesi e francesi
sono davvero considerate impreparate a sostenere una ulteriore guerra contro la
Germania, che ora appare un paese invincibile: queste sono le ragioni che portano
Francia e GB ad avere un atteggiamento attendista, nonostante l’attacco della Polonia.
Questa fase è abbastanza fluida, viene chiamata spesso dagli studiosi “la strana guerra”,
“la guerra finta”, fase che va dal 39 al 40 in questo anno di guerra ci sono principalmente
delle azioni di artiglieria, c’è una attività di ricognizione molto organizzata, ma è una fase
che non vede il conflitto partire in guerra.
Questo è riconducibile alla classe dirigente che ha il potere, è una classe dirigente che è
convinta di poter gestire il problema della Germania ed è convinta che avere un
atteggiamento morbido nei confronti della Germania possa ripagare.
L’unico personaggio che in questa fase si dimostra più accanito, e l’unica voce fuori dal
coro, è Churchill, che vuole far vedere alla Germania che non hanno paura, che pensa che
bisogna attaccare. In questa prima fase, dal punto di vista diplomatico, c’è un
atteggiamento molto attendista. Gli unici risvolti di azione sono dal punto di vista interno,
soprattutto sullo scenario francese: viene messo al bando come illegale il partito
comunista francese c’è una azione contro i comunisti visti come un nemico interno:
questo attacco verso i comunisti aliena la maggior parte della classe operaia alla guerra e
mette in buona luce il governo.
La Germania, dopo aver acquisito la Polonia, adotta una politica diversa rispetto ai primi
mesi, adotta una politica quasi attendista Hitler non aveva pensato ad una guerra
generalizzata e in questi anni fa anche degli appelli di pace, rivolge la sua attenzione
soprattutto alla GB e all’Europa, pone quindi scarsa attenzione alle realtà extra europee.
L’Unione Sovietica in questi anni ha invece una posizione più volitiva, dopo la spartizione
della Polonia ha un atteggiamento molto aggressivo, sia all’interno che all’esterno: sui suoi
territori compie una serie di massacri di classe (massacri di Catyn, a danno di ufficiali e
popolazione civile). All’esterno, dal punto di vista internazionale, l’aggressività è comunque
equiparabile porta avanti la guerra d’inverno contro la Finlandia e riesce ad acquisirla: la
reazione internazionale a questa faccenda è molto debole, in quanto le potenze
occidentali sono occupate in altre faccende.
L’acquisizione della Finlandia da parte dell’URSS porta all’uscita d’URSS dalla NATO.
L’Urss inoltre porta avanti una sovietizzazione dei paesi baltici, che inizialmente doveva
essere solo una occupazione militare ma che alla fine diventa proprio una sovietizzazione.
Inoltre l’Urss voleva anche ottenere la Bessarabia, che viene sottratta alla Romania.
Il periodo tra il 39 e la primavera del 40 è questa fase della “guerra finta”.
Dall’aprile del 40 questa fase termina, si passa alla fase 2: Hitler esce dalla fase attendista
e porta avanti il suo obiettivo, che è quello di aprire il fronte occidentale ma prima di
aprire il fronte occidentale, Hitler si assicura di avere sotto controllo il fronte centrale e
settentrionale, in modo da non rimanere scoperto e in modo da poter fare la festa ai
francesi in tutta calma.
È così che Hitler combatte per la prima volta contro la Norvegia, instaurando in Norvegia
un governo filo fascista fantoccio, con a capo del governo tale Quisling, nome che è poi
diventato simbolo del collaborazionismo con i nazisti.
Quindi, ottenuto il fronte settentrionale, Hitler apre poi il fronte occidentale: porta avanti
una offensiva contro Belgio e Olanda passando dalle Ardenne, senza trovare un vero
ostacolo delle potenze occidentali.
A questo punto c’è un cambio di atteggiamento di GB e Francia: la Francia ha un
atteggiamento incolore guidata da un politico non di grande spessore, Reynaud, ha un
governo quasi allo sbando con una classe dirigente non forte appena si capisce che
Hitler sta puntando a Parigi, l’esercito francese e la popolazione stessa va allo scatafascio:
l’esercito e la popolazione si fanno prendere dal panico, tutti scappano, Reynaud stesso
scappa da Parigi e va a bordeaux: data questa situazione la caduta francese è quasi