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SAN GIOVANNI IN LATERANO (Paleocristiana)
Storia: Prima basilica realizzata a Roma, fondata sotto l'imperatore Costantino.
Struttura:
Grande navata centrale con abside aggettante all'esterno.
Fiancheggiata da due file di 15 colonne enormi con trabeazione, che separano la
navata centrale dalle navate laterali.
Navate:
5 navate in totale.
Le navate laterali interne erano destinate al raduno della congregazione dei fedeli e
continuavano fino alla parete dell'abside.
Le navate laterali esterne erano destinate ai catecumeni (coloro che stavano
seguendo il percorso di preparazione al battesimo).
CUPOLA DI SANTA MARIA DEL FIORE, Brunelleschi
Bando: Nel 1418 fu bandito il concorso per la realizzazione della cupola, vinto da
Brunelleschi e Ghiberti, con inizio dei lavori nel 1420.
Sfide:
1. Impossibilità di usare una centina tradizionale: La cupola non poteva essere
costruita usando una centina di legno robusta, come tradizionalmente fatto.
2. Esistenza di un tamburo preesistente: La cupola doveva essere impostata su un
tamburo ottagonale già esistente.
3. Esigenze visive e strutturali: I fiorentini preferivano una cupola emisferica perfetta,
senza archi rampanti (soluzione gotica).
Soluzione di Brunelleschi:
Cupola a quinto acuto: Per ridurre le spinte laterali, la cupola è costruita con
sezione a quinto acuto, meno spingente rispetto a una a tutto sesto.
Doppia calotta: Costruita con 8 costoloni maggiori e 2 costoloni intermedi per
spicchio, per un totale di 16 costoloni.
Materiali: La parte inferiore è in pietra, quella superiore in mattoni, disposti a spina
di pesce per autoportanza.
Invenzioni meccaniche: Introduzione di gru, macchine per il trasporto dei materiali
e mensole a sbalzo per gli operai.
Corsi orizzontali: I corsi venivano allineati per essere autoportanti, supportando il
lavoro sui corsi successivi.
Lanterna:
Problema: L'anello centrale rischiava di aprirsi a causa delle forze sui costoloni.
Soluzione: Aggiunta di una lanterna pesante come "tappo" per contenere le spinte.
Concorso: Nel 1446, Brunelleschi vinse il concorso per la realizzazione della
lanterna, che completò con Michelozzo seguendo il progetto in ogni particolare.
Caratteristiche della lanterna: Non solo un "tappo", ma un'opera indipendente e
decorata da Brunelleschi stesso
TEMPIO MALATESTIANO, Alberti
Commissione e Inizio del Progetto:
Nel 1446, Sigismondo Malatesta commissionò a Leon Battista Alberti (A) la
trasformazione della chiesa di San Francesco a Rimini in un mausoleo per sé, la
moglie Isotta e i membri della sua corte.
L’intento principale non era la ricostruzione della chiesa per la gloria di Dio, ma la
creazione di un monumento funebre.
Caratteristiche e Innovazioni della Facciata:
Il Tempio Malatestiano è il primo modello in cui viene utilizzata una soluzione
classica per la facciata di una chiesa con una navata centrale alta e navate laterali più
basse.
Alberti risolse il problema utilizzando l’arco trionfale classico, creando una struttura
giustapposta all'ingresso, simbolo della vittoria sulla morte.
La facciata doveva risolvere il contrasto di altezze tra la navata centrale e le laterali
con una struttura a due ordini sovrapposti.
Struttura e Completamento:
La chiesa rimase incompiuta, e l’interno conserva la struttura gotica originaria.
Le intenzioni di Alberti per il piano superiore prevedevano una reiterazione dell’arco
sopra l’ingresso, con finestra fiancheggiata da lesene e un tetto delle navate laterali
nascosto da timpani decorati.
Elementi Decorativi e Simbolismo:
Alberti progettò la facciata con due ordini sovrapposti al centro, diventando una
caratteristica ricorrente nelle chiese dei secoli successivi.
La facciata non si limita a un’influenza diretta sugli acquedotti romani, ma presenta
un alto stilobate che isola l'edificio dall'ambiente urbano, suggerendo un oggetto
autosufficiente.
Adattamenti e Problemi Strutturali:
Alberti non si addossò alle pareti laterali delle navate minori, ma creò un involucro
discostato per mantenere la luce naturale proveniente dalle finestre preesistenti.
Il progetto di Alberti consisteva in un rivestimento esterno del precedente edificio,
senza alterare o appoggiare direttamente le navate minori.
Facciata e Soluzioni Future:
Sebbene il progetto della facciata non fosse completato, Alberti pose le basi per
soluzioni che avrebbero influenzato le facciate delle chiese nei secoli successivi.
SAN SEBASTIANO A MANTOVA, Alberti
Commissione e Inizio del Progetto:
La Chiesa di San Sebastiano a Mantova fu commissionata da Ludovico Gonzaga,
iniziata nel 1460 e completata nel 1472, anno della morte di Leon Battista Alberti.
Il progetto rappresenta la prima attuazione delle idee di Alberti riguardo alla
sostituzione delle colonne con paraste per creare un'architettura tutta muraria.
Caratteristiche e Innovazioni del Progetto:
La chiesa è eretta su un'alta scalinata, in linea con la concezione di Alberti, che
riteneva che le chiese dovessero elevarsi per isolarsi dal contesto urbano.
La facciata originaria prevedeva sei lesene che sorreggevano una trabeazione,
riprendendo il modello di un tempio classico, ma l'edificio attuale ha solo quattro
lesene.
Pianta e Concepimento Spaziale:
La pianta della chiesa è a croce greca, scelta da Alberti come forma perfetta e
simbolo della perfezione divina.
L'ispirazione venne dalle chiese paleocristiane di Ravenna, in particolare dal
mausoleo di Galla Placida e dalla chiesa di Santa Croce.
L’interno della chiesa si avvicina a quello di un mausoleo, con una concezione
spaziale che richiama la classicità antica.
Problemi Critici e Modifiche:
L’architettura ha suscitato critiche a causa delle modifiche apportate durante la
costruzione, del completamento rinascimentale successivo e del restauro moderno
poco fedele.
Elementi come la trabeazione pesante, l’interruzione centrale con una finestra
archeggiata, la riduzione delle lesene e l’alto stilobate indicano una scelta di un
insolito modello romano.
Influenza e Significato:
Sebbene la pianta a croce greca non fosse facilmente applicabile per via delle
difficoltà nella disposizione dei fedeli, essa rappresentava un’aspirazione alla
perfezione e divinità.
L'uso della croce greca e della trabeazione riflette una fusione di influenze classiche
e una maggiore enfasi scenografica ed emozionale rispetto ad altri progetti di Alberti.
FACCIATA SANTA MARIA NOVELLA, Alberti
Commissione e Inizio del Progetto:
La facciata di Santa Maria Novella fu progettata da Leon Battista Alberti (A) per
conto della famiglia Rucellai.
La costruzione iniziò nel 1458, non nel 1470 come precedentemente ritenuto.
Caratteristiche e Innovazioni:
A causa dell'edificio preesistente, A fu costretto a integrare elementi gotici con un
approccio più innovativo.
La facciata segue un preciso schema matematico basato su quadrati e proporzioni
(1:1, 1:2, 1:4), una caratteristica ricorrente nelle opere di Alberti.
La divisione della facciata crea un quadrato centrale, diviso in due quadrati più
piccoli nella parte inferiore.
Proporzioni e Moduli Compositivi:
A utilizza il rapporto aureo (1,618), che definisce come "traviata ritmica".
Questa tecnica compositiva si basa su intervalli determinati da paraste che
o rispondono al numero d'oro.
Viene applicata sia nella parte inferiore che superiore della facciata, con moduli
o compositivi distinti ma sempre in relazione al numero d'oro.
Elementi Architettonici e Strutturali:
L’assenza di colonne, sostituite da paraste, risolve il compromesso tra colonna e
muro, creando un'architettura coerente e tutta muraria.
La facciata mostra un equilibrio tra l'estetica classica e la funzionalità, con soluzioni
per raccordare le navate centrali e laterali.
Policromia e Rapporti Scenici:
Alberti impiega la tecnica della policromia, caratteristica dell'architettura toscana.
La facciata risponde anche alla "scala umana", in particolare nei rapporti tra gli archi
laterali e le altre proporzioni, rendendo l'edificio visivamente accessibile e
armonioso.
Influenza e Eredità:
La facciata è stata ampiamente copiata in seguito per il suo equilibrio tra elementi
classici e gotici, e per la sua capacità di risolvere problemi architettonici in modo
innovativo.
Il modello di Alberti diventa un esempio per architetti successivi, grazie alla sua
proporzionalità e all'uso del numero d'oro.
SANT’ANDREA A MANTOVA, Alberti
Progetto: La chiesa fu progettata nel 1460, ma i lavori iniziarono nel 1472 e furono
completati solo nel Settecento.
Pianta:
Pianta a croce latina, simile a quella di Brunelleschi ma con una sostanziale
differenza. Non ci sono navate laterali, ma una successione di spazi maggiori
(cappelle) e minori, creando due direzioni assiali:
1. Ritmo laterale di spazi minore-maggiore-minore (traviata ritmica).
2. Direzione longitudinale verso l'altare, con una volta a botte.
Motivazione: Alberti si ispira ai prototipi romani per modellare gli interni, creando
un contrasto con le chiese brunelleschiane.
Navata: La navata principale è buia, con una volta a botte cassettonata (larga 18m)
che è la più ampia costruita nell'antichità.
Supporto della volta: Per sostenere il peso della volta, Alberti utilizza piloni
massicci simili a quelli delle Terme di Diocleziano e della Basilica di Massenzio,
evitando l'uso di colonne.
Ripresa della pianta: La pianta a croce latina con alternanza di spazi ritmici e il tetto
a volta in muratura furono ripresi nel tardo Cinquecento da Vignola e dai Gesuiti.
Facciata:
Modello classico: Unisce l'arco trionfale con la fronte di un tempio classico.
Struttura: Composta da 4 lesene alte, coronate da un frontone triangolare. L'arco
trionfale si apre sotto il frontone e presenta una piccola porta centrale.
Ritmo alternato: La facciata riprende il ritmo alternato delle cappelle all'interno.
Riflessioni di Alberti:
Alberti si riallaccia ai prototipi romani, ma si distacca dalle imitazioni scadenti.
Apprezza l'architettura romana, ma riconosce anche il merito di Brunelleschi
nell'utilizzare le regole classiche in modi nuovi senza copiare.
PALAZZO RUCEELAI, Alberti
Contesto: Iniziato nel 1446, insieme a Palazzo Medici è uno dei più importanti
palazzi fiorentini.
Struttura e organizzazione:
Ordini architettonici: Introduzione della sovrapp