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NATURA

In ordine logico parliamo di .Il kosmos è l'ordine soprattutto come bellezza, il kosmos è il vertice della natura, come volta celeste e come ordine.

Chi ha scardinato il rapporto tra natura e architettura? E Hegel inverte Kos>S con Kos<S. "È ovvia per la coscienza comune l'opinione che la produzione artistica dell'uomo sia inferiore al prodotto della natura" invece "l'opera d'arte è superiore ad ogni prodotto della natura, che non ha operato" il passaggio "attraverso lo spirito".

Un altro riferimento importante è Spengler (filosofo tedesco), quello che ci fa notare è che si è passata nella storia di questo momento rivoluzionario (siamo ancora una coda del romanticismo, perché la terza rivoluzione non c'è ancora stata, oggi). Pensate alla forma stessa delle città e al tema della finestra in particolare o comunque se non si vuole chiamare.

finestra è ciò che serve a mettere in comunicazione interno ed esterno garantendo anche un ricambio d'aria. Rispetto al primo tema in effetti l'idea che la natura sia superiore si manifesta con un sacro rispetto e quasi superiore perché pericolosa. Quindi le città sono viste come chiuse: mura di cinta, fossati ecc. per chiudere il Kosmos dal Kaos, poi cambia il perimetro delle nostre città in tempi più recenti, per esempio, a partire dall'800. Si apre e si disfa, non solo, qui vediamo che quando credo che la natura sia superiore la temo sacramente mentre quando vedo che l'arte sia superiore allora tolgo il perimetro e rendo permeabile il passaggio tra città e spazio caotico. Il tema della finestra nel corso dei secoli come cambia? La finestra una volta si faceva piccolissima mentre ora il muro scompare e diventa la finestra intera. Perché la natura diventa da dominante a dominabile. PAESAGGIO Riemerge in questi anni

Il tema del paesaggio. Molti studiosi dicono che è una visione di necessità, il modo antico di trattare il paesaggio e costruttivamente diverso perché per noi ha ancora a che fare. Che cos'è il paesaggio? È necessario il contributo del soggetto per riconoscerlo come tale. Anche filosoficamente per parlare del paesaggio serve un oggetto= natura e un soggetto= noi. Ce paesaggio quando ce relazione, questa è la relazione che non può che essere moderna e contemporanea, soprattutto da dopo Hegel (700). Io entro in relazione con l'altra parte quando smetto di averne paura, quando comincio a sentirmi un po' alla pari, quando non la percepisco più come caotica da qui inizia ad emergere la nozione di paesaggio. Un primo modo per usare la filosofia per decodificare il paesaggio è tendenzialmente negli ultimi due otre secoli la natura è stata concepita in due modi: natura trovata o natura cercata. Sono le due

Attitudini principali con cui noi esseri umani ci siamo messi in relazione, intendere la natura come una cosa che troviamo o che cerchiamo.

  • N. TROVATA: quando io incontro un paesaggio che guardo e contemplo trovo qualcosa, che ha una sua identità a prescindere da me, che trovo e basta, quindi io posso intendere la relazione dando più peso al lato natura/paesaggio. Provo a contemplare cosa c'è di là e a identificare il suo Genius loci ed a esaltarla come semplice contemplatore e come architetto progettista come se cercassi di capire cose. Faccio tanta analisi dell'uomo da cui devo capire il suo genius loci.
  • N. CERCATA: proiezione, è un'invenzione romantica, significa che arrivo io poeta sensibile e proietto sul paesaggio la mia identità è una sorta di espressione. Uso la natura come proiezione della mia identità, la mia storia, il mio carattere ecc. dal punto di vista progettuale sono io che comando, non importa cosa ho
dà un'atmosfera o un'emozione specifica a tutto ciò che lo circonda. Questo concetto di Stimmung può essere applicato anche al paesaggio, in quanto esso ha la capacità di influenzare il nostro stato d'animo e di creare un'atmosfera particolare. D'altra parte, ci sono autori che si concentrano sull'aspetto attivo del paesaggio. Questi autori vedono il paesaggio come qualcosa da esplorare e da vivere attivamente. Per loro, il paesaggio diventa uno spazio di azione e di interazione, dove è possibile sperimentare e mettersi alla prova. In conclusione, la nostra percezione del paesaggio dipende da come ci sentiamo e da come vogliamo interpretarlo. Possiamo contemplarlo e lasciarci influenzare dalla sua atmosfera, oppure possiamo viverlo attivamente, esplorandolo e interagendo con esso. In entrambi i casi, il paesaggio diventa un riflesso di noi stessi e delle nostre emozioni.

è tuttavia l’universale in cui tutti i particolari si incontrano – così la Stimmung del paesaggio pervade tutti i suoi singoli elementi, spesso senza che si possa stabilire quale di essi ne sia la causa; in un modo difficilmente definibile ciascuno ne fa parte – ma essa non esiste al di fuori di questi apporti né è composta da “essi.

Si può pensare al lavoro di un progettista come disegno progetto un’atmosfera, identificata questa mi fa da guida a tutto.

Ci sono molti autori che partono dall’intuizione di Kant, e ci dicono che ce un racconto profondo tra l’etica e il paesaggio. L’intuizione di Kant è: “colui che prende interesse al bello della natura non ne sarebbe capace se prima non avesse avuto un interesse ben fondato per il bene morale. Si ha dunque ragione di supporre in colui che s’interessa immediatamente per il bello di” natura almeno una disposizione ai buoni sentimenti.

moraliPer Kant quindi c e un legame tra amare la natura ed essere una persona per bene.Se la natura la intendiamo come cosmica e il kosmos lo intendiamo come bellezza, e se il kosmosabbiamo detto essere la misura umana, allora da una parte la curva della bellezza della natura ciparla dell'identità umana in senso lato, ma anche la dimensione dell'aspirazione all'evoluzione dise. Altri filosofi per lo più italiani la spiegherebbero in altro modo:

  • Massimo Venturi Feriolo (insegnava al poli) lui è un sostenitore della nozione antica di paesaggio, lui dice che in molte culture l'aldilà viene descritto attraverso il Giardino, l'eden. Paesaggio amisura umana, lui dice che guarda caso la condizione più felice possibile per un essere umano è la natura fatta a misura umana
  • Paolo D'Angelo (insegna ancora a Roma, ma in pensione) lui ha riflettuto sulla parola Bellezza
  • Luisa Bonesio ha inventato la
Geofilosofia 15 28 Marzo 2022

LEZIONE 6

ARCHITETTURA ORGANICA – ORGANICISTICA

  • GESTALT= che significava forma statica e di solito era associata all’architettura perché con il suo peso e i suoi vincoli statici non poteva che essere tale
  • BILDUNG= era la forma dinamica, degli organismi viventi, che evolve dalla nascita alla crescita, si pensava sempre a questa come la natura, ma nel secolo scorso almeno alcuni isolati architetti importantissimi come Wright e LC, ce stato qualcosa che rilega l’architettura alla natura. Ce l’idea che l’architettura possa essere percepita come forma organica quindi che cambia.
  • LC con il suo MODULOR è l’idea che la forma architettonica debba fondarsi sulla natura umana, idea profondamente classica e antica.
  • D’altro punto di vista con l’organicismo di wright recuperiamo l’idea che se l’architettura si installa in un territorio e in particolare in un territorio fortemente caratterizzato

Per la sua componente naturale/selvaggia come la casa sulla cascara, allora l'idea è che l'architettura può fare questo solo in modo antico cioè non pensandosi superiore alla natura senza domarla imponendovisi, ma al contrario pensando che l'architettura debba auto concepirsi come un prolungamento della natura stessa. La natura è sempre più forte alla maniera classica, quindi come può essere sostenibile? Concependola solo se le regole, l'ordine e il kosmos che quel luogo mi dà diventa il fondamentale per la mia architettura. Posso essere sostenibile di un ambiente naturale solo se mi sottometto ad esso. Questo significa che non è assolutamente vero che gli ultimi due secoli sono esclusivamente romantici (A>N).

FORMA

In epoca antica è stata pensata secondo due parole: EIDOS e MORPHE. I Greci dicevano che la eidos è l'idea quindi la forma astratta mentre la morphè è la forma

concreta. Quando io ho un artefatto come un'architettura o un'opera d'arte (A) che si differenzia dalla meracostruzione perché è un simbolo (X), quindi che rappresenta una forma astratta un'idea. Come fa la mia casa ad essere la forma concreta di chi io stessa posso essere al mio meglio evolvendomi. I rapporti tra A X nella storia sono stati diversi. Fino alla fine del 700 il lavoro che doveva fare la morphè (forma concreta dell'arte) era scoccare la freccia, negli ultimi secoli si è passati a A=X quindi ho una relazione di un assoluto e la forma diventa autonoma, mentre prima era eteronoma perché ogni forma concreta ogni morphè è fondata su un'idea alla quale la porto. Se io tolgo il contenuto la forma come morphè la forma perderà ragion d'essere, quindi ogni forma deve avere una eidos se no la morphè non ha senso. Primo autore da considerare è Kant perché per lui

Inizia a dire che la forma libera è superiore. Kant dice che i disegni alla grecque (ghirigori) non significano niente, nessuna eidos, quindi sono liberi e quindi per lui sono bellezze libere, e quindi superiori. Dice che la bellezza di un edificio presuppone invece un concetto dello scopo che la cosa deve essere quindi una bellezza aderente e quindi gerarchicamente inferiore. Quindi parla di una morphé che può essere libera, ma l'architettura è una morphé eteronoma. Dopo poco arriva Hegel e arriva l'idea che A e X coincidono, lui esprime cosa l'arte non deve fare: "l'errore consiste in questo, che l'opera d'arte deve riferirsi ad altro, che è opposto come essenziale. Va qui invece affermato che l'arte è chiamata a rivelare la verità sotto forma di configurazione artistica sensibile. È chiamata a manifestare quella opposizione" conciliata.

forme più arretrate, primitive di altre funzionano ancora con la freccia, ma più le arti si evolvono più le frecce si accorciano fino a
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
38 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/04 Estetica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher SaraPOLIMI di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Estetica dell'architettura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Chiodo Simona.