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Analisi della pianta
C'è un porticato molto imponente dal punto di vista delle prospettive, doveva essere l'ingresso carrabile dalla strada (tre navate con l'abside di chiusura e dietro il salone ovale), l'introduzione dell'ovale è un elemento molto rilevante, basti guardare la pianta per vedere che è il nodo compositivo. C'è anche la scala dove si accedeva direttamente agli appartamenti di Taddeo, poi ci sono delle scale a chiocciola da dove entrava la schiavitù, che viveva nel palazzo di fronte e questa scala arriva fino all'ultimo piano in modo che la schiavitù potesse servire a tutti i piani.
Piano nobile: aveva un grande salone con una volta a padiglione e che spinge su una parete molto sottile e finestrata, infatti sono stati usati dei dispositivi per cercare di gravare il meno possibile sulla facciata. Anche dal punto di vista costruttivo è stata una bella sfida.
La scala ovale o Borrominiana:
c'è il precedente di Caprarola, ma ha una forza e potenza espressiva straordinaria. È un'opera celebrata e indagata, fatta con il travertino.
Scala di Bernini: è una tipologia non nuova, ma nel corso del tempo se ne era quasi persa la memoria perché il principe Enrico Barberini nel 900 fa installare un ascensore all'interno del pozzo di Bernini, e di conseguenza non era più visibile. La decisione di installare questo ascensore era dovuta al fatto che il palazzo era stato diviso in appartamenti che venivano affittati e quindi di conseguenza gli affittuari avevano richiesto l'ascensore per muoversi all'interno del palazzo. In seguito, hanno dovuto eliminare le tramezzature, l'ascensore e gli impianti per riportare le sale.
I materiali: l'uso dei materiali, specialmente del travertino è riservato a poche parti, dove serve, quindi negli elementi che sono sollecitati dal punto di vista architetturale, o nelle cornici.
mentre tutto il resto è stucco. Nel restauro di questa scala è stata vista la rifinitura della scala con una tecnica tipo graffito, che consisteva di passare un piccolo pettino sull'intonaco a base di travertino fresco, quindi dava la sensazione di irregolarità sul travertino. Nel salone, Borromini realizza questi portali con una soluzione che i due timpani si sfiorano, ma da lontano sono un unico elemento, c'è come un filo invisibile che crea uno stile unico. PIETRO DA CORTONA - all'ombra dei sacchetti - copia della galatea - volta del salone di palazzo Barberini - Chiesa dei Santi Luca e Martina al foro romano: Pietro non si è mai sposato perché diceva che le donne portano via soldi, e avendo lavorato per tutta la vita aveva un patrimonio molto consistente. Lascia nel suo testamento una clausola che assegna al conservatorio di Sant'Eufenia tutto il suo patrimonio destinato alla manutenzione della chiesa posteriore, alle candele e alla.Recitazione delle messe. In questa zona del foro romano esisteva una piccola chiesa dedicata a santa Martina martire, che era stata martirizzata in quel luogo e quando entra nell'accademia di San Luca come membro, Pietro propone ai suoi colleghi di autotassarsi per restaurare questo edificio, nel frattempo però questo luogo era stato assegnato all'accademia perché alla fine del 1500, quando Sisto V comincia la costruzione della villa Montalto, fa demolire una chiesa dedicata a San Luca, protettore degli artisti, gli accademici insorgono e Sisto V gli affida la Chiesa dei Santi Luca e Martina. Pietro aveva già in mente un progetto per questa chiesa, e quando diventa principe dell'accademia, propone questo progetto, era ricco e inizia a sistemare il sacello di Santa Martina, intorno al quale costruisce la propria tomba. Il progetto prevede una croce greca con un braccio più esteso di quello trasversale ed è una chiesa a due livelli.
C'è una parete molto elaborata, un apparato molto denso che caratterizza le superfici murarie. Modellato delle finestre: il disegno corrisponde perfettamente all'opera eseguita, perché Cortona ha bisogno che la sua devozione a santa Martina venga rispettato. Soffitto: Il cassettonato diventa altro rispetto a questo modello antico, ma anche l'abbinamenti con le costole festonate. Il pennacchio ha un colore grigio-azzurro, frutto dei restauri precedenti (anni 50), perché il bianco veniva considerato troppo violento. Cupola-profilo a quarto acuto-diametro alto 2 x diametro (12 cm)-spessore medio calotta: 0,60 m (in corrispondenza delle 8 costole strutturali aggettanti esternamente arriva a 1,35 m)-Spessore calotta: 1/9 diametro (come prescritto da Serlio e Palladio)-Spessore d'imposta: 3 palmi romani (0,66 m)-tessitura muraria in laterizio (26x13x3 cm)-Volute all'imposta della calotta sono in stucco-la lanterna è innovativa, con i.contrafforti che scendono e si riallargano, il cupolone dell'alanterna è un po' schiacciato verso il basso (novità)
Sopra la tomba di Santa Martina c'è una volta piana, molto particolare, decorata da Pietroa cassettoni e sostenuta da quattro pilastri. Sotto l'altare c'è un'altra camera con una scatola di reliquie, in un altro livello sotto al pavimento.
La facciata: non si è del tutto certi che il timpano centrale fosse previsto, quello maggiore sembra ridondante. I gradini sono stati aumentati ed è stato riabbassato il sedime stradale di fronte che crea una percezione diversa da quello originale. C'è il registro centrale che fa pressione verso l'esterno e che viene bloccato dalle ali con le paraste binate, però questa soluzione è priva di un completamento logico perché le paraste rimangono senza una forza definita e inoltre isola la chiesa dagli edifici di fianco.
SANTA MARIA DELLA
PACE