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L'ITALIA MERIDIONALE
Non è toccata dal fenomeno comunale, ma vediamo cosa accade al Meridione della nostra penisola dalla fine del 1100. È una storia diversa, di compattezza legata a quella geografia, dalla Campania all'isola della Sicilia.
L'abbiamo lasciata, e per lungo tempo rimane, un po' abbandonata a sé stessa: ci sono i ducati longobardi di Salerno e Benevento che per lungo tempo non hanno aspirazioni ad allargare i loro domini, abbiamo un fenomeno molto vivace di città, città che, soprattutto quando sono portuali e legate ai commerci via mare, tendono ad essere prospere, grandi, belle, come Napoli, Palermo, Brindisi, Bari. Erano più grandi ed evolute, più ricche di quanto non lo fossero quelle dell'Italia centro settentrionale ma non hanno la tensione a sviluppare forme di autogoverno o autonomia.
Genericamente erano soggette alla giurisdizione dell'Impero bizantino che però era dall'altra parte.
parte dell'Adriatico, l'imperatore non venivano mai in Italia, avevalasciato un po' di armati sulle coste, pochi avamposti, tanto che non riescono ariprendere la Sicilia che viene in gran parte erosa dagli Arabi. Quindi nonavevano quelle tensioni all'autonomismo che avevano invece le città del Regnod'Italia, non ne sentivano il bisogno.
Questo ha pesato sul loro futuro destino, sulla mancanza di un fenomenopolitico di organizzazioni cittadine, perché dal 1180 si mettono di mezzo ipontefici e cominciano ad essere preoccupati dall'avanzata degli Arabimusulmani in Sicilia che non mancavano di fare scorrerie sulle coste dellaPuglia e della Calabria turbando il commercio via mare con azioni di pirateriamolto frequenti. I pontefici temono che gli arabi sbarchino sul continente e chelo risalgono arrivando a puntare su Roma. Era improbabile che gli Arabifacessero tutta quella strada velocemente da arrivare sotto le mura di Roma.
È probabile che ci fosse anche una concausa e cioè il tentativo dei pontefici di avanzare delle pretese giurisdizionali sopra il meridione della penisola, sapendo che i bizantini non avrebbero potuto fare nulla per difendere il pontefice. Fra l'altro, nel 1154, c'era stato lo scisma tra Oriente e Occidente, la separazione tra la Chiesa cristiano cattolica occidentale e quella cristiano ortodossa che si spaccano sul dogma della rappresentazione o meno in forma umana delle divinità, la Santissima Trinità. In Oriente, in una realtà che praticava una religione fortemente interiorizzata, comincia ad essere perseguitata la rappresentazione della Santissima Trinità, vengono addirittura distrutte le icone. Quindi il pontefice sapeva di non poter contare sull'esercito bizantino, si guardano in giro e anche in questo caso si rivolgono ad una popolazione di origine germanica ma stabilizzata ai margini del Regno franco, il regno di Normandia, inormanni che si affacciavano sul mare del Nord, erano cattolicissimi ed erano anche ben messi dal punto di vista economico. Questi rispondono all'appello del papa pensando a loro volta di averne vantaggio e quindi via mare partono dalla Normandia e approdano sui porti della Puglia e della Calabria. Ovviamente arriva solo un contingente di armati guidati da una delle più grandi dinastie feudali, quella degli Altavilla, con i due figli maschi erano le guide, i capi di questo piccolo esercito, Ruggero e Tancredi, abilissimi combattenti. Questo piccolo esercito normanno comincia inizialmente a debellare le resistenze dei pochi presidi bizantini presenti sul territorio, sempre sentiti come stranieri dalla popolazione che quindi accolgono quei normanni che arrivano. Più duri ad essere sconfitti furono i discendenti dei longobardi nei ducati di Benevento e Salerno che opposero una resistenza molto forte perché si era creata un amalgama tra locali e Longobardi. E poi liberano laSicilia dalle presenze musulmane. Che poi in realtà gli Arabi radicati rimasero ma i Normanni posero fine a quei successivi tentativi di occupazione che nel secolo precedente erano stati frequentissimi e avevano comportato molteplici spostamenti. Nel giro di poco più di 100 anni, la prima generazione di Normanni e la seconda, quella di Ruggero II, riescono ad unificare con le loro armi, l'intera parte meridionale della nostra penisola compresa la Sicilia e nel 1140, il pontefice, incorona a Palermo, Ruggero II, re di Sicilia. Nasce nel 1140 il Regno di Sicilia che comprendeva la parte della penisola e l'isola della Sicilia che dà il nome all'interno regno. Mentre il regnum italiae si stava sgranando in una molteplicità di autonomie comunali il meridione si compatta in un regno con almeno due grandi città, Palermo e Napoli, e una robusta architettura di controllo del territorio messa in essere già dalla dinastia normanna che crea un.regno dal carattere fortemente accentrato, almeno nella concettualità di Ruggero II, che nella forte coesione tra il sovrano, i suoi fedeli importano il sistema feudale nel meridione dellapenisola. Questo feudalismo è di tipo franco, la trasmissione ereditaria segnata dal principio della maggiore età: al figlio maggiore il feudo che tende a rimanere un grande feudo e non si frantuma. Le grandi proprietà fondiarie del meridione vengono dall'imprinting che i normanni hanno dato alla feudalità meridionale. Quindi se prima non avevano interesse ad evolversi perché erano libere, adesso non possono farlo perché sono controllate da un potere sovrano attento e presente nei propri magistrati. Non ottengono mai la facoltà di darsi statuto, al massimo arriviamo alla messa per iscritto delle consuetudini cittadine delle grandi città: consuetudini messe per iscritto e che i normanni si riservano di placitare dopo aver verificato che non.contengano norme contrastanti con il potere regio. La dinastia normanna che si consumò nell’unico re normanno, Ruggero II, che morì senza figli maschi ma solo la figlia Costanza, provvide anche a lasciare un piccolo corpo di leggi, fondamentalmente legati alla costituzione del regum, non entrava nell’ambito del diritto privato che prende il nome di Assise di Ariano perché concessa ad Ariano di Puglia, una città simbolo dei normanni. Siamo negli anni 30 del 1100 e queste leggi hanno una forte impronta romanistica e alla sua compilazione avevano lavorato degli anonimi che forse si erano formati a Bologna e avevano dato l’influenza del diritto ormanogiustinianeo. La dinastia normanna finisce con Ruggero II e per una contingenza particolare Costanza d’Altavilla si sposa con Federico II, figlio dell’Imperatore del Sacro romano impero e del Regno D’Italia Enrico VI che era morto giovanissimo lasciando un figlioletto, Federico II, di cui la
madre è tutrice insieme al pontefice. Egli erediterà, quando nel 1220, verrà incoronato, la corona di Sicilia e quella del Sacro Romano Impero. Il destino di Federico II non fu fortunato come gli avvii facevano pensare. La sua decisione di cercare di recuperare i comuni dell'Italia centro settentrionale porta ad una nuova sollevazione, ad una seconda lega lombarda, al fatto che il pontefice si schieri con i comuni e alla successiva sconfitta dell'Imperatore che viene sconfitto a Benevento, morirà nel 1250. Il suo erede legittimo Enzo viene catturato dal comune di Bologna e muore in prigionia, neanche il figlio naturale Manfredi riuscirà a mettere in piedi le sorti dell'Impero e il regno di Sicilia verrà affidato alla dinastia degli Aragonesi di Spagna. Nel 1282 una clamorosa rivolta, la rivolta dei vespri siciliani, porta ad una spaccatura fra la parte continentale del regno con Napoli e quella insulare con Palermo. A Napoli va una diversa dinastia.gli Angioini; in Sicilia rimane la dinastia Aragonese. Il nuovo regno, dal 300, prenderà il nome di Regno di Napoli, con una riconosciuta autonomia del vice regno per la Sicilia; e permane questa rivalità tra Sicilia e continente, tra Napoli e Palermo. Federico II ebbe iniziative che, nell'ambito del fronte normativo, erano destinate a lasciare una traccia profonda, ad irrobustire le fondamento di diritto regnicolo gettate dai normanni con le assise degli anni 30 del 1100. Federico II promulga nel 1231 le constitutiones augustales, le costituzioni dell'augusto, che non si indirizzava all'Impero ma al regno di Sicilia e quindi l'uso dell'aggettivo augustus era esagerato ma voleva dare un'impronta autorevole e suggestiva a quella raccolta di norme. Si tratta di una raccolta normativa organizzata in libri, tre libri, e in svariati titoli secondo quella che era una sistematica eredità modellata dalla legislazione romano giustinianea. Come perl'assiste di Ariano di Puglia. Anche le costituzioni di Federico II hanno un'impronta legata al diritto pubblico, inteso come una disciplina delle magistrature del regno, delle loro funzioni che erano legate ad una politica fortemente centralista, ancora più centralista di quanto non lo fosse stata quella normanna e che quindi governava un regno nel quale il sovrano e i suoi più alti funzionari controllavano in modo molto severo e stringente il territorio sul piano dell'amministrazione, della riscossione delle imposte, della leva militare. Una parte non indifferente dei contenuti è dedicato al rito, alla materia procedurale, indicando quali erano i giudici e i gradi delle giurisdizioni nel regnum e complessivamente denotando, anche per la raccolta di Federico II un calco molto romano giustinianeo sia nei contenuti che nella struttura delle norme che vi erano contenute. Federico II si può avvalere di valenti collaboratori, il più noto dei quali fu l'assiste di Ariano di Puglia.Il suo cancelliere Pier de le Vigne e anche di giuristi, non noti individualmente macertamente di formazione bolognese, con una matrice molto chiara che era quella della scienza dei glossatori.
Tra l'altro Federico II nel 1224 aveva istituito a Napoli uno studium che aveva l'ambizione di chiamare a sé tutti i giovani sudditi del regno di Sicilia a studiare in quella sede fondata proprio per volontà del re di Sicilia. Viene definita la prima università creata in Italia per atto pubblico.
La leva che mosse Federico II in questa direzione fu la volontà di muovere una rappresaglia nei confronti dello studio di Bologna nel momento in cui il comune di Bologna si era fatto promotore della seconda Lega lombarda contro l'imperatore. L'intento era impoverire Bologna e le sue scuole ordinando agli studenti siciliani di studiare a Napoli, così come ai docenti siciliani obbligò di lasciare Bologna per andare ad insegnare a Napoli.
La chiamata che,