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UGO GROZIO

Olandese, vive quella che è il momento di ascesa della piccola repubblica delle

province unite che sta vivendo un’espansione soprattutto dal punto di vista coloniale

in Asia. Grozio vive un momento in cui le province unite si trovano adda affrontare

una guerra che le mette a dura prova, è avvocato della compagnia olandese per le

indie orientali che si occupa di commerciare in spezie senza passare dai porti europei.

L’opera fondamentale è “de jure belli ac pacis” si occupa di guerra e diritto.

Secondo Grozio un nucleo fondamentale di principi bisogna che sia mantenuto anche

in uno stato di guerrapacta sunt servanda, restano validi principi di portata

universale. Un nucleo fondamentale di diritti universali deve restare in vigore anche

in uno stato di guerra che costituirà la base dell’odierno diritto internazionale. Grozio

in particolare da protestante sostiene che sia necessaria una netta separazione tre sfera

religiosa e politica, un pensiero di questo tipo discende la distinzione tra peccato e

reato che devono rimanere entità distinte. Grozio sostiene la necessità di

depenalizzare l’eresia, insiste sulla necessità di elaborare una politica religiosa che sia

aperta, bidogna affidarsi alla ragione che è la stella polare per risolvere i vari

problemi di dialogo tra le religioni.

In Francia troviamo due giuristi che daranno uno spunto fondamentale per quella che

sarà la codificazione del diritto civile. Jean Domat è essenzialmente un conservatore,

il suo pensiero è legato alla religione, è necessario rispettare i principi religiosi ed

essere fedeli al diritto, l’intento di Domat è quello di tutti i giusnaturalisti ossia

mettere ordine nel diritto vigente, criteri per districarsi nel sistema delle fonti. Vuole

mettere ordine nel diritto civile e nel diritto pubblico. Sul diritto civile scrive “les lois

civiles dans leur ordre naturel” è necessario mettere ordine nel diritto romano

giustinianeo che è pieno di culti e religioni, si può mettere ordine applicando quei

principi già utilizzati dalle scienze matematiche, applica al diritto molti strumenti

presi dalle scienze esatte. Le scienze umane vanno messe al passo con le scienze

esatte, questa prima sua grande opera Domat la prepara grazie ad un’apposita

pensione che riceve dal sovrano francese che decide di finanziare Domat che muore

mentre si appresta a svolgere un diritto analogo sul diritto pubblico. Domat vede il

cuore del diritto naturale nel diritto civile, in ambito anglosassone ci si concentrerà di

più nel diritto pubblico. Domat insiste sull’esigenza di mettere ordine mantenendo

quello che è il diritto vigente, la sua opera sulle leggi civili rappresenta un grande

sistema di principi generali di diritto privato.

Pothier completa l’ampio schema fornito da Domat, è un magistrato che applica le

consuetudini francesi, ha una profonda conoscenza del diritto giustinianeo, le sue

opere spaziano su argomenti di diritto consuetudinario. Riempie lo schema con

alcune delle sue opere che sono i trattati, uno fondamentale è quello sulle

obbligazioni. Il legislatore napoleonico nella sua opera di codificazione civilistica,

Napoleone troverà già i principi generali di Domat, ed i trattati civilistici di Pothier.

In generale le idee di Pothier vanno a riprendere il pensiero dei culti secondo cui il

diritto francese debba essere vigente in tutto il regno, uno schema efficace per mettere

ordine viene trovato nelle istituzioni di Gaio.

In area germanica il pensiero giusnaturalista risulta molto importante, la prima

cattedra viene data a Pufendorf, elaborano norme economiche, si vogliono trovare

criteri per elaborare norme semplici e comprensibili. I più importanti giusnaturalisti

di area germanica: Pufendorf scrive “de jure naturae et gentium” e “de officio

hominis et civis”, tutto è riportato alla legge, il diritto naturale si impegna stabilire

cosa è bene e cosa è male, il sovrano si impegna a farlo rispettare, lo stato assicura il

rispetto del diritto naturale. In area germanica ci si affida molto all’operato del

sovrano, si pensa che l’operato del sovrano sia finalizzato a garantire il benessere dei

propri sudditi. La fiducia verso l’operato del sovrano da parte dei giusnaturalisti si ha

perché il giusnaturalista stesso coopera col sovrano. Gli studiosi sono inseriti nella

stessa macchina sociale, si fidano del sovrano. Un’altra posizione interessante è

quella di Thomasius che rappresenta il primo esponente del giusnaturalismo tedesco,

vuole tra la coscienza individuale, la dimensione sociale e la dimensione del diritto.

“Fondamentum

Scrive un’opera iuris naturae et gentium in quibus sacernemuntur

principis honesti, iusti et decoris”. Il decoro rappresenta l’insieme di regole che

servono per vivere bene in società, più che regole sono principi di ordine morale che

non devono riguardare la dimensione del diritto. La sola area di cui si deve

interessare il diritto è quello dello iustum, regole che servono a regolare i rapporti con

i soggetti, la pace esterna, il diritto consta in un insieme di regole esiguo. Il diritto

deve disciplinare una sfera ristretta, quello che basta ad assicurare il rispetto di

reciproci diritti, il diritto consta di divieti e di pochi divieti, tutto quello che non è

vietato è permesso.

Pufendor e Thomasius sono accomunati dalla soluzione del problema della

semplificazione del diritto, tutto ciò che non è vietato è permesso.

13/04/2023

Leibniz non è solo un giurista, è un grande intellettuale che presenta un profilo molto

poliedrico e pone particolarmente l’accento sul fatto di portare le scienze umane al

passo con le scienze esatte, anche i giuristi hanno i mente i metodi delle scienze

esatte, questi metodi vanno applicati anche alle scienze umane. Leibniz è un

conservatore e vuole migliorare il sistema di diritto vigente e non si propone delle

riforme epocali, vuole riportare il diritto ad una logicità senza stravolgere il sistema

che ha ereditato dal medioevo ossia quello del diritto comune. Pensa al diritto come

un insieme di proposizioni ogni norma connette un soggetto giuridico ad un predicato

giuridico. Leibniz utilizza lo schema delle istituzioni di Gaio, è visto come uno

schema particolarmente sensibile, parte da persone, cose, atti, diritti. Parte da alcuni

concetti fondamentali che hanno ad oggetto questi temi, il giurista ricorrendo

semplicemente alla logica è in grado di ricavare disposizioni più specifiche. Il diritto

secondo Leibniz è carità, è ciò che serve ad assicurare il benessere all’uomo, si pone

particolarmente l’accento sui toni del giurista e dei giudici. Il sovrano per primo

conosce ciò che serve ai propri sudditi e provvede ed i giuristi coadiuvano il sovrano,

è una teoria che è funzionale conservare senza avere dei bruschi stravolgimenti,

questo modo di pensare sarà tipico anche dei giuristi di area germanica, dove vi

saranno sovrani illuminati. Leibniz ha molto condizionato quelle che sarnno le

tecniche di redazione dei cosici contemporanei, già in lui troveremo un codice con

caratteristiche che informeranno la maggior parte dei codici di età contemporanea.

Simile a quella di Leibniz è la posizione di Wolf che ha sempre un profilo piuttosto

poliedrico, è anche teologo quindi è anche molto legato alla religione. È un esponente

del giusnaturalismo religioso, ha una visione molto diversa da quella di Grozio, la sua

visione sarà molto importante nelle aree legate alla tradizione cattolica. Il pensiero di

Wolf sarà importante perché diffonde il giusnaturalismo in molte aree e perché

rappresenta la chiusura della scuola del giusnaturalismo, scrive un’opera “ius naturae

methodo”. Dopo di lui saranno maturi i tempi per lo sviluppo di un’altra scuola:

l’illuminismo.

Leibniz e Wolf sono accomunati anche dal punto di vista della tecnica che

condividono per mettere ordine nell’ordinamento, vedono, entrambi, la norma

giuridica come una proposizione che connette un soggetto giuridico e predicato

giuridico a cui si collegano proposizioni sempre più dettagliate.

Un importante contributo deriva dal sovrano assoluto che cerca di mettere ordine nel

complesso del diritto vigente, lo fa nel suo interesse quindi predilige il suo dominio.

L’intervento dei sovrani assoluti è volto a fermare il predominio della lex

sull’interpretatio. Nel panorama europeo troviamo una semplificazione più chiara ed

emblematica dell’assolutismo monarchico. In Francia il percorso che porta

all’affermazione dell’assolutismo monarchico è molto risalente, alla base c’è la

volontà di uniformare il diritto vigente sul territorio. La Francia per tutto il medioevo

e l’età moderna rimane distinta in due territori: a settentrione si applica il “droit

contumier”, il territorio meridionale formato dai pays de droit ecrit in cui si è radicato

il codice teodosiano. I sovrani cercano di elaborare un diritto applicabile in tutti i

territori del regno, i provvedimenti legislativi del sovrano sono definiti ordonnances

che entrano in vigore dopo la registrazione del parlament del territorio, il parlament

può fermare le ordinanze quindi ha molto potere. Progressivamente i sovrani francesi

emanano un enorme quantità di ordonnances e si diffondono anche raccolte di

ordinanze regie che premono il nome di “codes” che non rappresentano la nostra idea

di codici, questi codici sono raccolte di ordonnances che sono sintetizzate e ordinate,

le passano al setaccio e mettono ordine nel diritto. Sono selezionate e ordinate,

solitamente non sono introdotte nuove norme, per realizzare queste raccolte i sovrani

si appoggiano ai magistrati. Code de Henry III sarà aggiornato e ne sarà fatta anche

una nuova edizione. Luigi XIV nell’elaborazione della propria ordonnances deciderà

di tenere lontani i giudici, il code de henry III sarà adattato al passare dei tempi. Un

altro importante esempio sarà il code Michau, questo nome rappresenta una

storpiatura del nome del guardasigilli, si presenta come ordonnances unica e

rappresenta una risposta alle tollerances avanzate dagli stati generali che erano

l’assemblea rappresentativa dei ceti, periodicamente questa assemblea si riuniva e

lamentava la disomogeneità del diritto, gli stati generali si erano riuniti nel 1614 ed il

code Michau rappresenta una risposta in tal senso. Dopo ciò Luigi XIV opererà senza

più convocherà più gli stati generali sino al 1789. Il code Michau regista anche un

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A.A. 2023-2024
11 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/19 Storia del diritto medievale e moderno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher chiara030303 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del diritto medievale e moderno e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Furfaro De Gasperi Federica.