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14.3 GLI ANNI DEL CENTRISMO
La sconfitta della sinistra non attenuò gli spiriti ma anzi peggioreranno il 14 luglio 1948 con
l’attentato a Palmiro Togliatti.
Ciò scatenò proteste e milioni lavoratori scesero in sciopero convinti che si stesse tornando ad un
regime.
Per difendere tutti coloro che hanno scioperato e che sono finiti in galera il partito comunista mette
un comitato di solidarietà democratica formato da Umberto Terracini, uno dei personaggi storici
dell’antifascismo, questi comitati di solidarietà democratica devono garantire la difesa legale di
coloro che sono stati arrestati in seguito all’attentato a Togliatti e garantire anche la difesa morale.
È grazie alla responsabilità del leader del partito comunista che non scoppia una rivoluzione.
L’Italia è un paese sull’orlo di esplodere. Tra i tanti fatti che avvengono in quei giorni c’è un fatto che
balza alle cronache di tutti i giornali, e sono i fatti di Abbadia San Salvatore, un piccolo paesino sul
Monte Amiata che dopo l’attentato a Togliatti viene messo a ferro e fuoco da parte della polizia
celere mandata da Scelba a controllare il territorio.
Li furono arrestate oltre 200 persone, praticamente quasi tutti gli abitanti del paese, per reato di
adunata sediziosa violenza perché queste persone sono scese in piazza a manifestare.
Le proteste non portano a nulla di fatto se non alla scissione dell’ala più cattolica e filoamericana
della CGIL che divamperà in CISL.
Il governo a firma DC proseguì la linea di Einaudi inaugurando però una linea economica che durerà
nel tempo, cioè finanziamenti pubblici alle imprese private senza programmazione per il futuro.
I prezzi della manodopera si abbassarono grazie agli accordi politici e il movimento sindacale stava
venendo raso al suolo.
La CGIL nel 1949-1950 indusse una serie di scioperi mobilitando milioni di lavoratori, il risultato fu
una risposta negativa da parte di governo e Confindustria. Nel 1950 il ministro Antonio Segri fece
una riforma agraria molto importante che prevedeva la redistribuzioni delle terre e la creazione di
una vasta area di piccola proprietà contadina.
Si crearono delle misure di sostegno creditizio e questo cambiò potentemente i giochi politici del
meridione. Il potere politico e sociale andava sempre di più verso l’esponente politico locale, in
grado di erogare risorse in cambio di un appoggio clientelare.
Questo creò una spaccatura tra proprietari terrieri ed esponenti della DC e ne uscì vincitrice la
destra che riscosse un grande successo alle elezioni amministrative.
Però anche il Vaticano voltò un po alle spalle alla DC poiché si opponeva al laicismo e alle politiche
sociali di De Gasperi.
Per questo De Gasperi attuò una riforma elettorale che assegnava un consistente premio di seggi
allo schieramento che avesse superato il 50% in parlamento.
La sinistra si schierò contro dichiarandola “legge-truffa” e fece un’aspra opposizione ma alla fine nel
1953 la riforma fu approvata.
Eppure il piano De Gasperiano non passò, la dc non arrivò al 50% poiché aveva perso tanti voti che
sono andati verso le destre e la sinistra.
Siamo nella seconda legislatura e non c’è più la certezza del dominio DC, non avendo nemmeno
modo di allearsi ne con le sinistre ne con le destre. Nel 1954 muore De Gasperi e sale al potere
Amintore Fanfani e attuò un espansione del settore delle industrie di stato che nel 1956 venne
centralizzato in un apposito ministero
14.4 IL MIRACOLO ECONOMICO
Siamo nella seconda parte degli anni 50 e il “triangolo industriale” Torino-Milano-Genova stava
subendo un grande processo di industrializzazione.
Il settore industriale aveva conquistato la maggioranza della popolazione (38%) ed è la prima volta
nella storia delle repubblica italiana.
Il meridione non fu toccato da questo processo, infatti nel ventennio 1950-1973 in Italia la
disoccupazione fu la più alta d’Europa.
La guerra di Corea aveva scatenato un ciclo di rialzo dei prezzi e l’Italia si inserì in questo
scacchiere grazie alle esportazioni e agli investimenti statali nel settore delle infrastrutture, il PNL
fece segnare aumenti molto forti fino al 1963 ed è questa l’Italia del boom economico, un’epoca
caratterizzata dalla crescita di produzioni e consumi.
Il divario tra nord e sud si vede però anche dai flussi immigratori interni, infatti tra il 1955 e il 1971
cambiarono residenza 26 milioni di italiani con punte massime negli anni del boom, tra il 58 e il 63.
Le cause di questo boom economico sono le migrazioni, la migrazione interna, centinaia di migliaia
di persone che si muovono dalle regioni del sud verso il nord, che è un nord industrializzato,
soprattutto nel triangolo industriale Milano-Torino-Genova, dal 1955 al 1971 oltre 9 milioni di
persone di muovono verso le regioni del nord.
Quelli che abitano al nord non sono capaci di accogliere queste masse che vengono dal sud, perciò
vi è uno scontro.
I protagonisti di questo boom sono la grande impresa privata, la cui proprietà e in mano a famiglie
importanti, come gli Agnelli a Torino. Una parte consistente del successo economico lo fa lo stato,
perché grazie al sistema delle partecipazioni statali lo stato diventa proprietario di importanti
pacchetti azionari di molte grandi imprese.
Nel 1953 il governo de Gasperi crea l’ente nazionale idrocarburi, l’ENI, sotto la presidenza di Enrico
Matteri che ha il compito di reperire quelle che sono le risorse energetiche e petrolifere di cui l’Italia
è sprovvista e grazie a questa formula si crea un indotto, cioè quelle che sono le esigenze
produttive delle grandi industrie vengono acquistate dallo stato.
Nasce quello che caratterizzerà il sistema 60 economico italiano, ovvero le piccole-medie imprese.
Negli anni del boom lo stato ha un ruolo importante in quelle che sono la creazione delle
infrastrutture, sono necessarie allo sviluppo economico e per questo motivo viene messa appunto
una rete stradale efficiente e ramificata, che deve garantire i collegamenti e deve garantire ai
prodotti di muoversi. Questa meravigliosa epoca ha anche i suoi lati oscuri, fra cui la tragedia del
Vajont, quando viene costruita una diga di oltre 200 metri che non regge e crollando inonda buona
parte di tutti i paesi limitrofi, provocando oltre 2000 vittime.
Nacquero quartieri dormitori e città come Torino furono profondamente cambiate.
Mutarono profondamente anche i valori e i miti infatti si abbandonarono le tradizioni, credenze, riti e
costumi del mondo contadino e si favorì un ingresso dei comportamenti e abitudini del mondo
cittadino, industriale, moderno e quindi americano.
Medium determinate di questo processo fu la televisione, con una grande affermazione della lingua
italiana a discolpa dei dialetti, il grande condottiero fu Mike Bongiorno.
Si affermarono i “status-symbol” e i giovani avevano ritagliato una loro fetta di mercato
nell’economia.
14.5 GLI ANNI 60 E IL CENTROSINISTRA
La debolezza della formula di governo centrista favorì l’affermazione di una nuova fase politica,
condizionata anche dalla spaccatura a sinistra.
Il PSI e il PCI si divisero per colpa dell’invasione in Ungheria. Infatti il PSI denunciò l’intervento
militare, il PCIinvece ribadì il proprio “legame di ferro”.
Nel frattempo c’era un cauto disgelo tra i rapporti americani e sovietici e ciò favori un’apertura
americana ad una sinistra italiana. Anche il Vaticano si aprì ad un laicismo dopo la morte di PIO XII
(1958).
DC e PSI, nel 1956, si allearono e crearono il primo governo centro-sinistra.
Nel 1960 il partito liberale uscì da questa coalizione affinché la DC dovesse fare i conti interni tra le
varie correnti.
Ne uscì un governo monocolore democristiano a guida Tambroni che non esitò ad accettare i voti
neo-fascisti del MSI. Ciò suscitò una grande risposta popolare in piazza che sarà soppressa da una
grande violenza: moriranno 9 persone sotto il fuoco della polizia.
Tambroni si dimise e Fanfani creò un nuovo governo con l’astensione dei monarchici e del PSI,
definito da Aldo Moro il governo delle convergenze parallele.
Questa prospettiva fu confermata nel 1962 dalla formazione di un nuovo governo Fanfani con
l’astensione del PSI, che entrerà però nell’esecutivo del 1963 a firma Aldo Moro.
Questo governo di centro-sinistra non avrà però un grande appoggio popolare infatti la DC perderà
consensi alle elezioni del 1963 e il PSI ottenne un piccolo aumento.
Saranno premiate però le opposizioni, sia a destra che a sinistra.
I nuovi governi si proposero di sviluppare l’intervento dello Stato, partendo con la nazionalizzazione
di settori importanti come quello energetico.
La seconda riforma importante riguardava la scuola (1962), l’obbligo scolastico venne portato a 14
anni cercando di salvare i bambini dalle scuole medie professionali con cui i ragazzi venivano avviati
precocemente al lavoro e privati di ogni opportunità di ascesa sociale.
Anche se davanti si può vedere un aspetto benevolo ciò che spinse molto questa riforma fu la
richiesta di manodopera più moderna.
Nonostante i grandi cambiamenti provocati dal miracolo economico il capitalismo italiano rimaneva
comunque legato a poche grandi famiglie e strettamente legate alla politica.
In questo contesto le riforme del centro-sinistra furono frenate dalle lobby economiche più
importanti.
Prima della nazionalizzazione dell’energia elettrica il ministro del Bilancio Ugo La Malfa aveva
allegato al programma del governo una Nota aggiuntiva centrata sullo sviluppo industriale del
Mezzogiorno, lettera divenuta morta per l’opposizione dei poteri forti dell’economia.
I limiti di questo governo riformista uscirono alla metà del decennio quando l’economia ebbe un
rallentamento e i grandi impegni annunciati da Moro tra il 1964 e il 1966 non ebbero mai attuazione,
rafforzando così l’opposizione conservatrice.
Ci furono anche altri ostacoli più oscuri all’attuazione delle riforme, rappresentati da attività illegali
portate avanti da enti statali.
Un grande esempio è il Piano SOLO del 1964: in caso di disordini SOLO l’arma dei carabinieri
poteva intervenire occupando le prefetture, i centri nevralgici dello stato e arrestando gli oppositori
politici. L’attuazione non era possibile per ovvi motivi eppure faceva emergere come fosse
necessario il compromesso nella prima repubblica e l’alone di mistero che la avvolgerà fino alla sua
caduta.
Nel 1964 il ciclo positivo del miracolo economico si esaurì e gli investiment