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Estratto del documento

C’erano moltissime agenzie assicurative e quindi una frammentazione.

Tratti tipici:

assicurazioni obbligatorie e frammentazione degli schemi assicurativi (per categoria);

● contrattazione collettiva nazionale (riguardava la grande impresa), la cassa integrazione solo alle

● grandi aziende.

protezione/regolazione calibrata su lavoratori a t.ind. delle grandi aziende (es. CIG, ma anche art.

● 18); peso limitatissimo e regolazione stringente su lavoro a tempo determinato, del tutto residuale.

Forte sbilanciamento tra insider lavoratori a tempo indeterminato preferibilmente delle grandi

aziende, con una situazione super controllata e regolata; e outsider disoccupati o lavoratori con

forme contrattuali non standard - mercato del lavoro «duale». I contratti a termini determinato non

potevano essere facilmente scelti.

prevalenza politiche passive, di sostegno al reddito, ancorate al pilastro assicurativo (insider);

● monopolio pubblico del collocamento, politiche attive molto limitate (es. avviamento al lavoro).

● Fortemente centralizzato e con politiche attive molto limitate (c’era l’avviamento al lavoro, negli anni

’50-’60 c’erano le scuole di avviamento professionale)

Anni ‘50 fino anni ‘90 regolazione stringente del mercato, le tutele solo per i lavoratori a tempo

indeterminato e le aziende superiori a 15 dipendenti, riguardano due categorie: operai e dipendenti della

pubblica amministrazione.

Art. 18 – licenziamento senza giusta causa non impediva i licenziamenti, ma veniva invocato tutte le volte

che il lavoratore considerava il licenziamento illegittimo, per motivo disciplinare, di tipo economico,

discriminatorio, spettava solo ai lavoratori a tempo indeterminato in aziende con un numero di lavoratore

superiore a 15.

Anni ‘90:

Cominciano a cambiare le cose, nuovi assetti di governo (governi tecnici), concentrazione e pressioni

esterne (Mercato unico). Provvedimenti che modificano la configurazione del modello originario di politica

del lavoro. Cominciano ad introdurre delle politiche diverse,

che tengano insieme l’aumento del PIL (x

parametri di Maastricht) e far aumentare

l’occupazione. Come contenere la spirale inflattiva

dei salari?

Liberalizzazione al margine del mercato del lavoro e contenimento delle dinamiche salariali.

❖ Viene abolita la scala mobile, immaginando anche che le dinamiche inflative sarebbero state

➢ meno dipendenti dal governo nazionale.

Si liberalizza il mercato del lavoro, quindi i contratti, ma solo in entrata; non si aumenta la

➢ flessibilità in uscita - si voleva rendere più semplice l’assunzione permettendo di usare tanti tipi

di contratti diversi. Entrano contratti atipici: il lavoro interinale - oggi lavoro somministrato,

contratto per cui l’impresa che ha bisogno di un lavoratore va ad un’agenzia di somministrazione,

quindi il lavoratore è dipendente dall’agenzia, il datore mi compra dall’agenzia per un

determinato tempo. Il tempo parziale, tempo determinato, co.co.co (contratto di collaborazione

coordinata e continuativa) sono alle tue dipendenze per un certo tempo e sono mansioni che

prevedono la coordinazione con altri soggetti per portare a termine un certo progetto. La legge

prevedeva che il ricorso a certi tipi di contratti atipici dovesse essere accompagnata da una

causale.

Promozione della contrattazione collettiva decentrata, un contratto collettivo nazionale in una

➢ situazione frastagliata in cui il bisogno di maggiore produttività in alcune aree del paese fa

divenire opportuna una decentramento, una regolamentazione a livello locale che possa andare

incontro a delle esigenze territoriali

Rafforzamento degli strumenti di sostegno/mantenimento reddito.

❖ Introduzione dell’indennità di mobilità in caso di licenziamento collettivo (solo aziende > 15

➢ dipendenti).

Tentativi falliti di revisione del sistema degli ammortizzatori sociali, spinta per resi di salvataggio

➢ pagati con la fiscalità generale. Rimane invariata la differenza tra insider e outsider.

Revisione del sistema dei servizi per l’impiego.

❖ Abolizione del monopolio pubblico del collocamento e apertura ad agenzie private (previa

➢ autorizzazione ministeriale).

Decentramento di funzioni e compiti a regioni e province che devono iniziare a mettere in piedi i

➢ propri centri per l’impiego.

Anni ‘90 – crisi economica, versante economica, Italia esce dallo SME, le imprese cominciano ad andare dove

costa meno. Rendere flessibile il mercato del lavoro: non si tocca la protezione, l’articolo 18, si cerca di

rendere più facile assumere, togliere delle regole, liberalizzare in entrata, dando alle imprese la possibilità di

ricorrere a contratti più flessibili. Gli ammortizzatori sociali rimangono agganciati ai lavoratori garantiti.

Si privatizza, si riconoscono le agenzie interinali che insieme allo stato concorrono a far incontrare domande

e offerta di lavoro.

Anni 2000:

l’impronta dei governi di cdx (2001-2005) e la rottura del fronte sindacale. La situazione non cambia nei

primi anni 2000, governo Berlusconi II (2001-2006). Si liberalizzano le forme accessorie, non vado

a ripensare le relazioni contrattuali, si lascia

com’è il contratto standard (x evitare conflitto

con i sindacati).

- Legge Biagi (2003): Ulteriore frammentazione

della flessibilità in entrata (forme dei contratti

atipici): es. lavoro a progetto, lavoro

somministrato e lavoro a chiamata.

La cosa dirompente è la maggiore liberalizzazione in entrata.

Risultati:

Le riforme realizzate tra l'inizio degli anni novanta i primi anni 2000 comportano una prima significativa

ridefinizione delle politiche del Lavoro italiane.

L'obiettivo: crescita dell'occupazione anche indipendentemente dalle ricadute sulla qualità e sulla

produttività del lavoro.

La nuova posta in gioco è dunque la flessibilizzazione del mercato del lavoro

L’esito: aumento del tasso di occupazione

Questo policy outcomes comporta 3 importante implicazioni:

1. le politiche di deregulation del mercato del lavoro determina una netta crescita dei lavoratori con

contratti a termine

2. è possibile osservare un importante contrazione della crescita media annua dei salari reali

3. i bassi livelli salariali sono anche riconducibili alla stagnazione del livello di produttività del lavoro

in Italia che aumenta tra il 1985 e 2007.

Governo Berlusconi, 2001, incidere sul mercato di lavoro, primo tentativo di limitare l’utilizzo dell’articolo 18,

andare sulla flessibilità in uscita. Lo fa, comincia una lotta con i sindacati che culmina con una

manifestazione nel 2002 con più di 3 milioni di lavoratori con la CGIL - una tra le ultime grandi

manifestazioni.

Questo viene bloccato.

Ci si sposta nella flessibilità in entrata - legge Biagi + altre forme come lavoro a chiamata, fino al

2008-2009.

Dagli anni 2008:

la recessione, il puzzle dei governi e la rottura del bipolarismo Periodo che inizia con la grande crisi

finanziaria, il contesto è analogo a quello

degli anni ‘90 che aveva spinto alla

flessibilizzazione.

Italia - periodo di ristagno dell’economia, in

particolare, nell’agosto 2011, il governo

italiano riceve una lettera da Draghi - Trichet

- banca dell'Unione europea.

L'esigenza di riformare il sistema di

contrattazione salariale collettiva – decentramento della contrattazione - ha luogo a livello

territoriale, in certi contesti, con particolare situazione critica, si possono erogare alcune forme

contrattuali. In modo da adeguare le condizioni di lavoro alle condizioni specifiche dell’azienda.

Rivedere l’organizzazione del lavoro a seconda delle esigenze delle aziende.

Revisione delle norme che regolano l’assunzione e il licenziamento, sistema di assicurazione

➔ della disoccupazione e politiche attive – maggiore flessibilità in entrata e in uscita e garantire

maggiori sistemi di assicurazione.

Forte impegno ad abolire o a fondere alcuni strati amministrativi intermedi, le province.

Dal 2008 - 2011

Abbiamo 3 riforme:

1. Legge Fornero - 2012 – bisogna rispondere alla lettera, governo Monti. La legge va in doppia

direzione: da un lato, in controtendenza alle riforme precedenti:

a. va a regolamentare il lavoro atipico (introduce elemento della causale - se lo vuoi usare devi

giustificare il perché utilizzo quel contratto e non quello standard);

b. e non permettere di reiterare continuamente i contratti a termini, si può rinnovare solo una

volta. Si regolamenta il lavoro atipico, e si muove la flessibilità in uscita. I sindacati sono al

minimo storico per quanto riguarda il supporto, erano divisi, frammentati (CISL è più

filo-governativa e va per conto suo rispetto alle altre 2).

c. Per quanto riguarda l’articolo 18, lo depotenzia, non lo abolisce, ma lo rende, per quanto

riguarda il licenziamento di tipo economico, il datore non è obbligato al reintegro ma al

pagamento di un'indennità - clausola reintegro.

d. Mette in ordine i sistemi di protezione del reddito – aumentare la copertura dei soggetti che

non hanno il lavoro, introduce l’ASPI, più generosa e viene fatta la mini-ASPI - forma di tutela,

sostegno al reddito per i lavoratori che non hanno erogato i contributi necessari per avere la

tutela intera, ottengono un mini sostegno – tipo i lavoratori dipendenti a tempo determinato in

quanto hanno una carriera frammentata - non riguarda quei lavoratori a chiamata. Aggiunge la

protezione per chi non l’aveva, rende tutti i sistemi di ammortizzamento condizionali - li prendi

solo se sei attivo, ovvero se cerchi lavoro, rispondi alle domande, rispondi alle varie iniziative,

verso la rioccupabilità. Viene fatto poco per la riorganizzazione dei centri dell’impiego.

2. Jobs Act - 2015, preceduto dal decreto Poletti sempre nel periodo di stagnazione, liberalizza i

contratti a tempo determinato, toglie la causalità, e aumenta la possibilità di rinnovi, e i mesi in cui si

possono utilizzare. Introduce voucher lavoro – sono dei buoni prestazioni pagati una volta che ha

completato il lavoro. L’idea è quella di far crescere l’occupazione e i consumi. Renzi inoltre introduce

il bonus di 80 euro per coloro che hanno un reddito inferiore a una certa soglia, per andare a

stimolare i consumi. L’idea era di andare verso una significativa riforma del lavoro, con l’obiettivo di

toccare tutti e 3 i punti.

a. Contratti: elimina una serie di contratti, come co.co.co. Introduce il contratto a tempo

indeterminato a tutela crescente – assumo con un contratto a tempo indeterminato ma il livello

di garanzia e tutela che avrà u

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
52 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sararabbi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Analisi delle politiche pubbliche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Profeti Stefania.