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L
impiegato nella produzione di entrambi i beni. Di conseguenza, non esistono incentivi a spostare l’impiego
del lavoro da un settore all’altro. Dall’ipotesi dell’offerta fissa dei fattori deriva che il lavoro debba
sopportare tutto l’onere.
Conseguenze di una imposta parziale sul lavoro t :
KL
In termini generali, fino a quando i fattori sono mobili tra gli impieghi, un’imposta su un dato fattore in un
unico settore finisce per influire sul rendimento di entrambi i fattori in tutti e due i settori.
Limiti del modello:
• Differenze nei gusti individuali
• Fattori immobili
• Offerte di lavoro variabili
Inoltre, comprendere l’incidenza di imposte molto complesse può essere particolarmente complesso.
Eccesso di pressione tributaria: inefficienza prodotta dalle imposte distorsive
Introduzione di una imposta influenza il benessere sociale in più dimensioni:
• Può determinare una redistribuzione delle risorse fra i componenti della collettività, tipicamente
indirizzata a incrementare il benessere sociale attraverso una riduzione delle diseguaglianze.
• Garantisce un prelievo che può essere utilizzato per finanziarie la fornitura di beni e servizi destinati
al beneficio della collettività. Ciò può contribuire a migliorare il benessere sociale.
• Può modificare le scelte individuali. Si allontanano gli individui dalle scelte che avrebbero
liberamente adottato in assenza di imposte. Ciò determina tipicamente una distorsione dei
comportamenti che porta a una riduzione del benessere.
Introduzione di un tributo altera le decisioni degli agenti economici e la perdita di benessere che ne deriva
è detta ECCESSO DI PRESSIONE TRIBUTARIA. Con questo termine si indica la riduzione di benessere, che
eccede quella legata al prelievo vero e proprio, e a volte viene anche definita come costo o perdita netta di
benessere sociale.
Imposte a somma fissa – non distorsive
Non inducono cambiamenti negli incentivi e nei comportamenti di individui e imprese. Le uniche imposte
non distorsive sono quelle a somma fissa (SF) o Lump Sum Tax.
Agente non è in grado di adottare comportamenti che gli permettono di sottrarsi all’imposta.
• Imposta determinata sulla base di caratteristiche che l’individuo non può modificare attraverso
proprie scelte.
• I comportamenti individuali non permettono né di evitare l’imposta né di modificarne
l’ammontare.
Le imposte a somma fissa presentano profili discutibili dal lato dell’equità: ingiusto perché un individuo è tassato
per qualcosa che non dipende da lui e di cui non è responsabile; inoltre, essendo prelievi in somma fissa per tutti,
i contribuenti potrebbero avere diversi livelli di reddito tra loro.
Imposte distorsive
In generale le imposte non sono a somma fissa.
Le imposte applicate nella pratica finiscono per causare distorsioni degli incentivi e dei comportamenti degli
agenti.
Quando una imposta non è a somma fissa, viene anche detta imposta distorsiva.
In una imposta distorsiva il presupposto dell’imposta è di natura economica: esercizio di attività o il
possesso di un bene.
Effetti sul benessere dei contribuenti
• Effetto reddito: scaturisce dal fatto che si sottraggono risorse al contribuente trasferendole allo
Stato. Ciò comporta una perdita di benessere per il contribuente che vede ridotto il suo potere
d’acquisto generale per un valore pari al valore dell’imposta, ma tale perdita è completamente
assorbita dallo Stato. Le risorse prelevate sono utilizzate per finanziare beni e servizi di interesse
collettivo.
Le uniche imposte a produrre il solo effetto reddito sono quelle non distorsive, mentre le distorsive
producono entrambi gli effetti.
• Effetto sostituzione: le imposte distorsive possono alterare i prezzi relativi rispetto ai valori
precedenti all’introduzione assenza imposta. Il contribuente è allora indotto a sostituire il bene
tassato con quello non tassato.
Ciò comporta un sacrificio e una perdita di efficienza del sistema:
o Il bene tassato viene sostituito perché l’imposta inserisce un cuneo fra il prezzo lordo
versato da chi compra e il prezzo netto ottenuto da chi vende
o Si determinano quindi conseguenze allocative a causa della variazione dei prezzi relativi
Introduzione di una imposta riduce il benessere individuale, perché limita il potere d’acquisto rispetto alla
situazione pre-imposta. Tale perdita di benessere può in linea di principio essere compensata attraverso i
servizi finanziati mediante le entrate tributarie.
In presenza di imposte distorsive vi è tuttavia una perdita aggiuntiva connessa alla variazione indotta nelle
scelte individuali che non corrispondono necessariamente più a quelle socialmente ottimali.
Imposta distorsiva
Graficamente:
• con l’introduzione di un’imposta non distorsiva, il potere d’acquisto del contribuente si riduce per
un ammontare pari: la retta del vincolo di bilancio trasla parallelamente in basso ma senza
cambiare la propria inclinazione. I prezzi relativi dei due beni non cambiano e quindi anche le scelte
del consumatore sono le stesse rispetto alla situazione pre-imposta.
• con l’introduzione di un’imposta distorsiva (es. imposta ad valorem sull’orzo, che ne fa aumentare il
prezzo), la retta del vincolo di bilancio del consumatore ruota internamente e cambia la propria
pendenza: all’aumentare del prezzo dell’orzo, il consumatore sostituisce parte del consumo di orzo
aumentando il consumo di frumento (il cui prezzo è rimasto invariato), modificando quindi le
proprie scelte di consumo.
Qualsiasi tributo porta inevitabilmente il contribuente su una curva di indifferenza più bassa. La questione
importante è se il tributo sull’orzo comporti una riduzione in termini di utilità superiore di quanto sia
l’onere fiscale del tributo che corrisponde al gettito dello Stato.
Per calcolare l’eccesso di pressione tributaria, occorre scomporre i due effetti e calcolare la VARIAZIONE
EQUIVALENTE:
• per calcolare l’effetto reddito, si ipotizza l’introduzione di un’imposta non distorsiva: ciò provoca la
traslazione parallela del vincolo di bilancio a sinistra. A parità di utilità, l’individuo può ora ottenere una
quantità inferiore di entrambi i beni ma sempre nella stessa proporzione. Dato che l’inclinazione della
retta non è cambiata significa che i prezzi relativi dei beni non sono cambiati e così anche le scelte del
consumatore. In questo caso, la perdita di benessere individuale è completamente assorbita dal gettito
fiscale per lo Stato, senza generare distorsioni (PERDITA DI BENESSERE INDIVIDUALE = GETTITO FISCALE
PER LO STATO). Graficamente, il gettito fiscale del contribuente è dato dalla differenza tra le due rette del
vincolo di bilancio (= variazione equivalente).
• nella realtà, tuttavia, esistono solo imposte distorsive che provocano un cambiamento nelle scelte dei
consumatori: questi sono infatti incentivati a sostituire il consumo del bene tassato con un altro bene
meno tassato (effetto sostituzione). Dato che cambiano le proporzioni dei beni significa che si modificano
i prezzi relativi di questi: graficamente si assiste alla rotazione del vincolo di bilancio e modifica
dell’inclinazione. Il consumatore si ritrova su una curva di indifferenza che assicura un’utilità minore.
In questo caso, la perdita di benessere individuale eccede il gettito fiscale per lo Stato: la differenza è chiamata
appunto eccesso di pressione tributaria (PERDITA DI BENESSERE INDIVIDUALE = GETTITO FISCALE + ECCESSO DI
PRESSIONE TRIBUTARIA). Significa che l’imposta peggiora le condizioni dell’individuo in misura superiore rispetto
al gettito fiscale generato.
La perdita di benessere individuale si ottiene sempre dalla differenza tra vincolo di bilancio iniziale e vincolo di
bilancio ottenuto con l’effetto reddito.
Il gettito fiscale si ottiene invece dalla differenza tra vincolo di bilancio iniziale e vincolo finale ottenuto dopo
l’effetto sostituzione.
Infine, l’eccesso di pressione è dato dalla differenza tra vincolo di bilancio finale (dopo effetto sostituzione) e
vincolo di bilancio intermedio (dopo effetto reddito). L’eccesso di pressione è la conseguenza della distorsione
provocata dalla modifica delle scelte di consumo e dipende quindi dal solo effetto sostituzione.
L’imposta peggiora le condizioni della persona in misura superiore al gettito fiscale che viene generato.
L’obiettivo dello stato è quello di trovare la tipologia di imposta che permette di MINIMIZZARE L’ECCESSO
DI PRESSIONE TRIBUTARIA: dato che tutte le imposte sono nella realtà distorsive, l’eccesso di pressione è
inevitabile.
Tutti i tributi comportano un eccesso di pressione?
L’imposta in somma fissa è una forma di tassazione che prevede il pagamento di un importo stabilito
indipendentemente dal comportamento del contribuente.
Se lo Stato impone al consumatore un’imposta in somma fissa pari a 100 euro, al consumatore non resta
altro da fare che pagarla, a meno di non lasciare il Paese.
I tributi sull’orzo che abbiamo considerato prima, invece, non era in somma fissa, perché l’entrata tributaria
dipendeva dalle scelte di consumo del soggetto.
Perché nella realtà le imposte a SF non vengono spesso applicate?
Difficoltà politiche: possono provocare iniquità e la capacità contributiva degli agenti è molto differenziata,
ma ciò non può costituire il criterio per calcolare il debito d’imposta dei singoli, nel caso di imposte a SF.
Difficoltà tecniche: è difficile identificare caratteristiche non modificabili su cui basare il meccanismo di
tassazione. I presupposti su cui fondare il debito d’imposta devono essere equi e facilmente osservabili.
Imposta a somma fissa è uno strumento poco attraente per varie ragioni, in particolare si tratta di una
tassazione iniqua perché tutti devono pagare la stessa somma indipendentemente dalla loro condizione
economica.
Se la domanda di un bene non cambia quando sul bene grava un tributo, significa che non esiste eccesso di
pressione tributaria?
Abbiamo detto che l’eccesso di pressione tributaria deriva dal fatto che le decisioni di consumo vengono
alterate dall’introduzione del tributo.
Eccesso di pressione – domanda rigida
Se la domanda è rigida e non varia dopo l’introduzione di un’imposta, significa che non c’è eccesso di
pressione tributaria?
Nel grafico:
la variazione equivalente è RE3, che supera il gettito fiscale E1E2 per un ammontare pari a E2S.
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