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SISTEMI GIURIDICI COMPARATI
Il diritto comparato o "comparazione giuridica" è la scienza giuridica volta ad individuare, studiare e spiegare le somiglianze e le differenze tra due o più sistemi giuridici. Per la dottrina, un sistema giuridico è l'insieme coerente e ordinato di norme giuridiche volte a regolare una comunità, mentre per il diritto comparato non si intende un semplice insieme di regole, ma un insieme di atteggiamenti radicati circa la natura del diritto e il ruolo che deve svolgere all'interno di una comunità.
Il diritto comparato distingue il concetto di sistema giuridico da quello di tradizione giuridica, che ha varie concezioni: per Merryman una tradizione giuridica è un insieme di istituzioni e procedure legate ad una certa cultura, per Glennn e Krygier una tradizione giuridica è l'insieme di informazioni tramandate dal passato alle quali attingiamo costantemente per costruire il presente.
comparazione può essere di due tipi (a seconda di che cosa viene comparato):- SINCRONICA quando si confrontano due o più sistemi giuridici o istituti della stessa epoca;
- DIACRONICA quando si fa un confronto tra sistemi giuridici o istituti di epoche diverse;
- Storia del diritto: l'individuazione di somiglianze e differenze tra sistemi giuridici può riuscire solo attraverso lo studio dell'evoluzione storica di quegli stessi sistemi giuridici. Infatti, attraverso lo studio della storia si percepiscono le differenze che incorrono nei modelli giuridici. Può esistere un diritto con o senza legislatore, giurista, Stato o anche un diritto
Il diritto comparato offre una distinzione al suo interno:
- MACROCOMPARAZIONE studia e analizza somiglianze e differenze tra sistemi giuridici nel loro complesso;
- MICROCOMPARAZIONE studia e analizza somiglianze e differenze di un singolo
istituto o di un frammento dello stesso di diversi sistemi giuridici;
In linea generale tutto può essere comparato ma a seconda della distanza tra gli oggetti in esame, la comparazione potrà rivelarsi più o meno significativa.
All'inizio del Novecento la comparazione tra alcuni sistemi giuridici veniva percepita come molto alta, ad esempio fino al 1920 si credeva che il Common law non potesse essere comparato con il Civil law oppure ancora fino al 1960 si credeva che non fossero comparabili tra loro il diritto degli "Stati socialisti" con il diritto degli "Stati borghesi". Nonostante queste diffidenze ad oggi siano state in gran parte superate, esistono ancora studiosi che ritengono come alcune culture giuridiche siano ancora troppo diverse per raggiungere risultati scientificamente validi.
PIERRE LEGRAND sostiene che il diritto comparato sia un'attività scientifica estremamente difficile da condurre. La sua logica l'ha portato
A sostenere che per poter comparare due o più sistemi giuridici è necessario studiare a priori la cultura in cui quelle stesse norme (oggetto di studio) che vengono applicate, altrimenti la comparazione sarà difettosa. Legrand per questa sua teoria è stato aspramente criticato per aver implicitamente dichiarato impossibile condurre una comparazione giuridica.
WERNER MENSKI sostiene che la comparazione giuridica sia un'attività molto difficile da portare avanti. Questo perché la maggior parte dei comparatisti si limita ad intaccare la superficie del sistema giuridico in esame, recependo solo ciò che è familiare al loro sistema giuridico di appartenenza e ciò non permette di condurre la comparazione giuridica correttamente.
MATHIAS SIEMS in "The limits of comparative law", identifica i limiti del diritto comparato tra cui la sua complessità: comparare diversi sistemi giuridici è uguale a comparare
diverse visioni del mondo, tutti i sistemi giuridici sono singolari e le somiglianze sono solo superficiali o apparenti (riprende il pensiero di Legrand).
Ogni scienza tende a classificare l'oggetto del proprio studio e il diritto comparato non è da meno.
La prima classificazione ad essere entrata ufficialmente in uso è stata elaborata da René David nel 1960.
Per la sua formulazione egli si basò su un criterio residuale, che gli permise di raggruppare sistemi giuridici diversi in famiglie giuridiche molto ampie. Il risultato fu strabiliante:
- FAMIGLIA DI CIVIL LAW
- FAMIGLIA DI COMMON LAW
- FAMIGLIA DI DIRITTI A BASA SOCIALISTA
- FAMIGLIA DI DIRITTI RELIGIOSI E FILOSOFICI/ MISTI
Tuttavia la classificazione mostrò ben presto i suoi difetti: eurocentrismo, staticità, prevalenze di diritto civile, eccessiva ampiezza di osservazione e disomogeneità sul piano dei criteri.
Ugo Mattei tentò di risolvere le problematiche
- RULE OF LAW
- RULE OF POLITICS
- RULE OF TRADITIONS
Tipologie di mappe e in base al dato extra giuridico che si utilizza si mettono in luce aspetti differenti, ad esempio esistono mappe per popolazioni e mappe per reddito.
ANDREW HUXLEY definisce il suo approccio "genealogico". In parole più semplici Huxley sostiene che i migliori indicatori della natura di un sistema giuridico non possano che essere i suoi stessi genitori, ma a differenza della genealogia umana, nella genealogia giuridica non si esclude che i genitori possano essere più di due. Si prenda l'esempio della Repubblica democratica e popolare del Laos e si considerino i suoi genitori: il padre marxista e la madre francese e coloniale; ma se volessimo maggiori informazioni, potremmo considerare i nonni (tra cui Napoleone e Rama I di Bangkok) e i bisnonni (tra cui Bartolo e Shin Dhammavilasa di Pagan).
CAPITOLO 2
Il diritto è un fenomeno culturale e sociale, quindi è in continua evoluzione e allo stesso tempo è anche per questo
su una norma costituzionale, in quanto essa rappresenta il fondamento e il pilastro su cui si basa tutto il sistema giuridico di uno Stato.tra:
- una norma di condotta (regolano i comportamenti);
- una norma di struttura (attribuiscono poteri);
Vien da sé la risposta, sarebbe certamente una norma di struttura perché è una norma che attribuirebbe ad un unico soggetto di decidere tutte le altre questioni.
CIRCOLAZIONE DEI MODELLI GIURIDICI
La circolazione dei modelli giuridici non è un dato moderno basti pensare alla Politica di Platone e allo Spirito della Leggi di Montesquieu; per Watson dovrebbe essere ormai generalmente accettato che nella maggior parte di epoche e luoghi, il prestito di un elemento giuridico ad un diverso ordinamento ha rappresentato la forma principale di evoluzione del diritto, motivo per cui non esistono sistemi giuridici puri o autoctoni.
In linea di principio tutti i formanti possono circolare, a tal proposito Lupoi parla di un "flusso giuridico", sostenendo che ciò che guida questi fenomeni di circolazione dei modelli a livello globale è la
Percezione della rilevanza di un dato straniero, che inevitabilmente crea uno squilibrio.