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Il cortile del Belvedere
Nel codice Coner viene rappresentato nella sua versione finale a 3 livelli, con una serie di dettagli e dei rimandi. Nei rimandi si trova uno dei sintagmi, uno dei sistemi di sviluppo di Bramante sulla ricerca sugli ordini: la travata ritmica.
Nel primo cortile ci sono delle logge radicalmente diverse da quelle del secondo cortile. Nel primo cortile le logge sono realizzate su 3 livelli. I tre livelli sono diversi l'uno dall'altro, sia per dimensioni, che per elementi. Il primo rappresenta delle grandi arcate su pilastri, con un ordine dorico addossato al pilastro. Il secondo livello ha in comune con il primo solo l'ordine. L'ultima loggia è una loggia aperta e trabeata, più bassa rispetto alle altre. Questi sono tutti elementi ripresi dall'antico, come anche le finestre ad edicola (finestre con timpano), le nicchie per le sculture.
La TRAVATA RITMICA è presente nel terzo cortile. Essa si chiama così perché
è presente un sistema architravato (ordine contrabeazione continua) che definisce un sistema composito di elementi diversi: un pilastro e un arco. L’arco si imposta sul pilastro, un pilastro doppio e articolato, in quanto presenta due paraste (con plinto che sporge), una nicchia interna, e un riquadro superiore. Si tratta di un’invenzione di Bramante in cui gli elementi della cultura antica (gli ordini) vengono articolati rispetto ad una struttura portante più varia a costituire un elemento unitario. In corrispondenza degli ordini la trabeazione avanza. Il fatto che il pezzo di muro intermedio sia un’unita è dimostrato anche dal fatto che sul tale pilastro appoggia anche la copertura del loggiato (botte sui pilastri, crociera sull’arcata).
Nel primo cortile Bramante usa un ordine dorico. La trabeazione dorica è un esempio di quanto complicato sia lavorare con gli ordini in tale modo, in quanto essa si compone di una serie regolare di elementi (metope, triglifi, mutuli) che si ripetono lungo tutta la trabeazione.
triglifi) che hanno una loro dimensione modulare e devono corrispondere alla colonna (triglifi). Teoricamente ciò dipende dal fatto che i triglifi sono le teste delle travi appoggiate sull'architrave. Usare la trabeazione dorica richiede una conoscenza approfondita del sistema di relazioni che legano tra loro le varie forme dell'ordine antico.
Il cantiere più importante avviato da Bramante a Roma è la costruzione di San Pietro, un cantiere abbandonato e desiderato da molti predecessori di Giulio II. Il primo a voler ricostruire l'antica basilica costantiniana è Niccolò V (colui che lavorò con Alberti). Egli è un pontefice che si occupa dell'intera città di Roma e inizia a riportarla agli splendori dell'antichità come prova del potere della chiesa. Niccolò V inizia ad intervenire su più punti costruendo il "Piano Nicoline per Roma", il quale non è un piano urbanistico.
Questo piano allinea il pontefice agli altri signori del '500. Bernardo Rossellino affianca il pontefice nella costruzione materiale. Egli è un architetto fiorentino che è legato al linguaggio albertiano. A lui spetta il progetto della riorganizzazione di San Pietro che prevede soprattutto l'ampliamento della zona del transetto e del coro. Egli voleva lasciare le 5 navate praticamente intatte e ampliare la parte in cui si conservano le reliquie del santo e la parte in cui la chiesa agisce dal punto di vista liturgico. Giulio II riprende il progetto nel 1503-1513. Il suo lavoro verrà proseguito da Leone X (1513-1521), il quale lavorò con moltissimi architetti. Questa fabbrica conserva un archivio molto ricco di documenti e disegni e quindi molti studi. Bramante presenta dei progetti che devono rappresentare l'età dell'oro di Giulio II. Egli prepara diversi progetti: il primo è il piano di pergamena Uffizi 1 A. Si tratta del primo
Disegno di architettura di una delle raccolte più importanti al mondo. Si tratta di un disegno su pergamena, ciò significa che vuole impreziosire il disegno, per essere donato ad un committente importante, inoltre essa è molto più resistente della carta. Thoenes lo definisce "il big bang dell'architettura", in quanto da questo momento parte il nuovo modo di pensare l'architettura, il quale si fonda sull'idea che l'architettura e l'edificio non è solo un corpo in cui tutte le parti devono essere in relazione tra loro, ma che la sua struttura è espressione di qualcosa, in quanto il dialogo tra struttura e ornamento, fa di ciò qualcosa di inscindibile (es. travata ritmica). Il disegno originale raffigura solo un pezzo della chiesa: una delle ipotesi è che tale disegno sia la metà di un grande complesso a pianta centrale; un'altra ipotesi vuole che sia una parte da aggiungere alla basilica esistente.
Su taledocumento riflettono anche tutti gli architetti che vengono dopo Bramante. Bramante in ogni caso preparerà altri progetti a pianta longitudinale. Taledisegno pone alcuni problemi: non sappiamo qual è la scala del disegno. Se si tratta di un disegno della pianta centrale vediamo un edificio con al centro una grande cupola sostenuta da 4 pilastri. Attorno a tale cupola si dispongono altre 4 cupole (circa ¼ di quella centrale). Agli angoli ci sono 4 ambienti con delle murature esterne molto grosse che sono quasi certamente 4 campanili. Si tratta di una croce greca, i cui bracci terminano con 4 absidi. I pilastri sono posizionati in diagonale e quindi permette di avere degli spessori murari più importanti in modo che i pennacchi siano più ampi e che più facilmente accompagna la transizione dallo spazio quadrato a quello della cupola. Per la prima volta l'edificio si vede pensato come modo di intendere il muro come qualcosa che parla e la
struttura dell'edificio diventa forma dell'edificio. Egli ha mantenuto una parte del disegno del Rossellino nel coro; quindi, tale disegno mette insieme parte dell'edificio esistente e parte del progetto precedente. Nella medaglia del Caradosso, (una delle poche raffigurazioni della cupola ideata da Bramante) cioè la medaglia di fondazione, possiamo individuare molti degli elementi del piano di pergamena: la cupola centrale, le cupole minori, la terminazione absidale dei transetti, i campanili. La restituzione più accreditata degli Uffizi 1 A è che, sovrapposta alla basilica costantiniana, vedrebbe la distruzione di parte dei palazzi vaticani e lasciare scoperta una parte della basilica precedente. L'ipotesi dell'edificio a pianta centrale è molto problematica. La cupola non è documentata ma è l'elemento che creerà più problemi anche agli architetti successivi. Di tale progetto l'unica cosa cheRimane nella fabbrica realizzata sono i pilastritagliati sulla diagonale della cupola. Sebbene modificati successivamente, l'idea generale è la stessa. L'elemento della cupola ritornerà in tutti i progetti successivi fino a Michelangelo, in quanto è l'elemento più qualificante di tutta la fabbrica.
Realizzata sul modello delle cupole antiche con alcune novità: l'avere un tamburo. Il tamburo è circondato da colonne nella parte esterna. In esso si alternano tratti di muratura piena e vuota (finestre schermate da colonne), in quanto il peso della volta grava qui.
La cupola si avvicina ai modelli antichi: il pantheon ha cupola a cassettoni a sviluppo semicircolare. All'esterno la cupola parte molto più in alto che all'interno in quanto è presente una muratura che serve a contenere le spinte che si producono alla base fino ad 1/3 del suo sviluppo. Esso serve da contrafforte ed elemento di contenimento delle
spinte della volta interna. Inoltre, la muratura della volta non ha lo stesso spessore in tutti i punti: mano amano che sale si assottiglia. Non è presente una lanterna. Bramante inserisce una grande lanterna. Anche la sua cupola ha una sezione che si assottiglia e parte internamente più bassa che all'esterno. Esternamente il "tamburo" è nascosto da una serie di gradoni, elemento ripreso sempre dal pantheon. Le immagini della cupola di San Pietro sono contenute nel terzo libro di Serlio, pubblicato a Venezia nel 1540. Serlio ci aiuta nello studio delle opere prodotte a Roma in questi anni in quanto non si hanno altri disegni se non i suoi. Egli presenta anche altri progetti di Bramante (es. travata ritmica, altri progetti per San Pietro, ecc.). L'opera di Serlio è diffusa a stampa e quindi ha una diffusione più capillare e quindi gli edifici diventano dei modelli di riferimento per gli architetti che operano nella seconda metà del
‘500.È presente un altro disegno: Uffizi 20 A. si tratta si un foglio su cui Bramante disegna molte cose una sovrapposta all’altra. Ci permette di entrare nellamente di Bramante mentre fa i conti con le preesistenze, con le spese, con i materiali, con la struttura statica. Esso testimonia che Bramante non parte da un’idea eroica ma tiene conto delle preesistenze. Si tratta di un foglio quadrettato con un unità di misura precisa (palmi romani) e quindi siamo in grado di dimensionare tutte le varianti raffigurate in tale disegno. Tutti i progetti (4) partono dalla fabbrica costantiniana, dal coro del Rossellino, l’ipotesi del transetto più spesso fatta da Rossellino. In un’ottica di economia sovrappone il proprio progetto a quello di Rossellino. Qui Bramante sta pensando ad un edificio di dimensione e complessità che supera quella già ampia di Rossellino, in quanto egli si immagina un secondo coro con un deambulatorio che corre
Esternamente all'abside, che si innesta su cappelle angolari e che torna nel transetto con un altro abside che si collega ad un'altra cappella cupolata, la quale è l'avvio di una navata che copre tutta la superficie della basilica costantiniana. Bramante pensa ad una chiesa che è il doppio della basilica antica.
Bramante pensa sia ad un progetto a pianta centrale che ad uno a pianta longitudinale ma in due modi diversi, in quanto quando deve sviluppare il tema di una grande chiesa sul modello antico pensa ad un modello a pianta centrale, ma quando deve mettere insieme le sue idee con le preesistenze utilizza la pianta longitudinale.
Il progetto di Bramante arriva fino a noi perché viene usato dai suoi successori, i quali sono legati anche alla successione dei pontefici. Quando muore Giulio II e viene eletto Leone X, Bramante mantiene il suo incarico ma gli vengono affiancati altri architetti, in particolare Giuliano da Sangallo e Fra' Giocondo.
Il passaggio di committenza è un processo fondamentale nel ciclo di vita di un progetto. Durante questo passaggio, il controllo e la responsabilità del progetto vengono trasferiti dal team di sviluppo al team di gestione o al cliente. Durante il passaggio di committenza, è importante assicurarsi che tutte le attività e le funzionalità del progetto siano state completate e soddisfino i requisiti stabiliti. Questo può includere la revisione e l'approvazione di documenti, la verifica del codice sorgente, il collaudo del software e la formazione del personale. L'obiettivo principale del passaggio di committenza è garantire che il progetto sia stato completato con successo e che sia pronto per essere utilizzato o implementato. Questo processo può anche includere la consegna di documentazione, manuali utente e altri materiali pertinenti. Durante il passaggio di committenza, è importante comunicare in modo chiaro e trasparente con tutte le parti interessate. Ciò può includere incontri di revisione, sessioni di formazione e la risoluzione di eventuali problemi o domande che possono sorgere. In conclusione, il passaggio di committenza è un momento critico nel ciclo di vita di un progetto. È importante assicurarsi che tutte le attività siano state completate con successo e che il progetto sia pronto per essere consegnato al cliente o al team di gestione.