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RITI
Adunate/inaugurazioni/discorsi/comizi. L’obiettivo è ottenere il consenso delle
grandi masse.
-Adunate: configurate con la scelta del luogo adatto ad accogliere le grandi
masse di persone, le piazze, che si trovano al centro delle città, onorando il
punto che ha sempre aggregato la popolazione. Inoltre essendo un luogo
aperto ha molta importanza la scenografia circostante.
-Inaugurazioni: per inaugurare le grandi opere ed eventi come il museo dell’arte
fascista e le bonifiche dell’Agropontino, le ferrovie e i lavori nelle miniere
(Carbonia).
-Discorso/comizio: avvengono nelle piazze, si posiziona sempre in alto, per
dominare la piazza, essere sempre visibile, trasmettere un senso di
soggezione. Utilizza i balconi di palazzi/municipi, che rappresenta un’immagine
religiosa e divina. Nel balcone è posizionato sempre davanti, con a fianco
figure militari e i vari organi di stato. Il linguaggio era semplice, allo scopo di
raggiungere quante più persone possibili, dal momento che la maggioranza era
analfabeta.
Oratoria di Mussolini: dialogo diretto tra oratore e folla, l’obiettivo è quello di
sedurre le masse attraverso domande retoriche che prevedono risposte secche
e brevi, seguite da ovazione.
-Feste: il fascismo come abbiamo visto voleva occuparsi anche del
divertimento dei cittadini, grande importanza viene data alle feste popolari che
dovevano sostituire quelle religiose. Erano arricchite con carri, eventi sportivi,
fuochi d'artificio. Le feste riguardavano la celebrazione della Patria, dei caduti,
di Roma e del ruralismo che assume importanza dopo la politica autarchica.
Per la propaganda fascista furono molto importanti i mezzi di comunicazione
quali:
-stampa: per la maggior parte soggetta a censura e ad un rigido controllo, le
testate del regime erano “Popolo d’Italia”, “Corriere padano”, “Il telegrafo”,
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inoltre vi era il Ministero della cultura popolare (MinCulPop).
-radio: EIAR (ente italiano audizioni radiofoniche), nel 1929 nacque il primo
radiogiornale, erano trasmesse anche le dirette sportive.
-cinema: Istituto Luce, strumento di propaganda con protezione obbligatoria in
tutto il Regno d’Italia (Cinecittà 1937).
LA SECONDA GUERRA MONDIALE
Con la Guerra d’Etiopia nel 1935-1936 il Regno d’Italia riesce a inserirsi nel
contesto internazionale, proclamando l’Impero, aveva quindi delle colonie,
motivo di prestigio sul piano geopolitico, inoltre la vittoria fu importante per la
propaganda, riscattando la sconfitta di Adua del 1896. Questo fu il maggior
momento di consenso al regime ma anche di avvicinamento alla Germania
nazista.
Oltre all’aggressione italiana dell’Etiopia le cause della guerra erano molteplici,
dalla crisi della pace di Versailles per le pietose condizioni imposte, la guerra
civile in Spagna e l’espansionismo tedesco con l’annessione dell’Austria e dei
Sudeti al Terzo Reich. L’aggressività della Germania mirava, oltre che alla
revisione del trattato di Versailles, a riunificare tutti i popoli di lingua tedesca e
creare uno “spazio vitale”. Inoltre l’aggressione giapponese alla Cina nel 1937
contribuì ad aumentare la tensione internazionale.
L’Italia si avvicinò a Hitler prima con l’asse Roma-Berlino, per sancire una forte
alleanza politica, partecipando alla guerra civile in Spagna a sostegno di
Franco. In seguito l’introduzione delle leggi razziali nel 1938 e il Patto d’Acciaio
nel 1939, legarono l’Italia alla Germania che si preparava al conflitto, con un una
politica di forte riarmo. L’esercito italiano era però impreparato contando solo
un milione e mezzo di uomini, scarso equipaggiamento e preparazione. L’idea
di Mussolini era quella di dare l’immagine di uno Stato forte e potente, la sua
politica consumò le riserve della banca d’Italia, fece calare gli stipendi e
aumentò la povertà e la sfiducia nel regime.
La guerra si apre con l’invasione da parte della Germania del “corridoio di
Danzica”, Francia e Inghilterra dichiarano guerra ai nazisti. In virtù del patto
Molotov-Ribbentrop, l’Urss invade l’altra parte della Polonio e la Finlandia. I
tedeschi dopo aver occupato Danimarca e Norvegia, violano la neutralità del
Belgio e invadono la Francia, che sarà divisa in due, la parte nord controllata
direttamente dai tedeschi e la parte sud sotto il governo collaborazionista di
Vichy.
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Nell’agosto-settembre 1940 la Luftwaffe e la Royal Air Force combattono nella
Battagli d’Inghilterra che termina con una vittoria del primo ministro Churchill
dopo estenuanti bombardamenti.
L’Italia, dopo alcuni mesi di “non belligeranza”, entra in guerra il 10 giugno 1940,
aprendo il fronte parallelo. In Albania e Grecia dopo una serie di vittorie,
l’esercito italiano viene respinto, mentre le truppe guidate dal generale Graziani,
invadono la Somalia britannica e apriranno un fronte tra Libia ed Egitto. In
entrambi i casi verranno respinti dagli inglesi.
Il 22 giugno del 1941 si apre l’operazione Barbarossa , il piano di invasione
dell’Unione Sovietica con 153 divisioni tedesche più il supporto degli stati
precedentemente invasi. Gli obiettivi sono 3: a Nord Leningrado (obiettivo
ideologico), al centro Mosca (obiettivo politico), a sud Kiev (obiettivo
economico), considerato il granaio d’Europa. L’avanzata tedesca sembra
inarrestabile ma il rigido inverno russo ferma le truppe naziste.
Il 7 dicembre 1941 senza una formale dichiarazione di guerra, i giapponesi
attaccano Perl Harbor siglando “il giorno dell’infamia” e facendo scendere in
campo gli Stati Uniti che aprono il fronte del pacifico dichiarando guerra al
Giappone. Con la mondializzazione del conflitto diventa una lotta ideologica.
Dal 1942 la sorte cambia in favore degli Alleati. Sul fronte orientale i russi
accerchiano i tedeschi nella battagli urbana di Stalingrado e nel 1943 la VI
armata tedesca al comando del feldmaresciallo Friedrich von Paulus si arrende
e inizia la ritirata. Gli USA arrestano l’avanzata giapponese con la vittoria alle
isole Midway mentre le truppe italo-tedesche vengono sconfitte a El-Alamein.
In seguito le truppe anglo-americane sbarcheranno in Sicilia e apriranno un
secondo fronte con lo sbarco in Normandia.
Nel 1944 gli Alleati entrano a Parigi dove viene insediato un governo provvisorio
con a capo De Gaulle, nel 1945 varcano il Reno e assieme ai sovietici
circondano il Reich. Hitler si suicida il 30 marzo 1945 mentre il 25 aprile
Mussolini viene catturato e giustiziato. La guerra termina il 2 settembre 1945
dopo lo sgancio dell’atomica su Hiroshima e Nagasaki il 6 e 14 agosto.
LA GUERRA IN ITALIA
Allo scoppio della guerra Mussolini proclama inizialmente la “non belligeranza”,
ma spinto del desiderio di prestigio e convinzione di una facile vittoria, scende
in guerra nonostante l’impreparazione dell’esercito. Il fallimento in Africa e nei
Balcani iniziano ad erodere la fiducia nel regime. Il 25 luglio 1943 Mussolini
viene sfiduciato dal Gran Consiglio del Fascismo e arrestato, il governo viene
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affidato a Badoglio che l’8 settembre dello stesso anno firma l’armistizio con gli
Alleati, a Cassibile. I reparti militari italiani sono lasciati allo sbando.
Dopo l’invasione dell’Italia da parte dei tedeschi, Mussolini viene liberato e
viene istituito lo stato fantoccio della Repubblica Sociale Italiana, che inasprisce
le leggi razziali del 1938, aumentando le deportazioni e i rastrellamenti.
Soprattutto nel nord del paese nasce una forte resistenza, dopo lo sciopero
della FIAT, formatasi dall’unione dei principali gruppi antifascisti nel CLN, con
l’azione da parte dei Gruppi di Azione Patriottica di sabotaggi contro i
nazifascisti. Vi erano diverse brigate di appartenenza politica: Garibaldi
(comuniste), Matteotti (socialiste), Giustizia e Libertà (azioniste) e Verdi (senza
partito).
Dopo l’8 settembre i militari italiani vengono disarmati e coloro che non
proseguono lo sforzo bellico con l’ex alleato, vengono deportati (Internati
Militari italiani).
Con la svolta di Salerno, il governo Badoglio viene riconosciuto dai sovietici e si
apre la collaborazione tra PCI e quest’ultimo, rinviando la questione
dell’assemblea costituente.
Roma viene liberata il 4 giugno 1944, Badoglio lascia le redini a Bonomi che
forma un nuovo esecutivo. Il 25 aprile il CLN emana l’ordine di insurrezione
nazionale e l’Italia viene liberata.
L’ITALIA REPUBBLICANA E IL MIRACOLO ECONOMICO
Dopo la guerra l’Italia affronta una forte crisi, data sia dall’inflazione sui prezzi
dei beni di consumo che dai danni provocati dai bombardamenti. I disoccupati
arrivano a due milioni, i trasporti e le comunicazioni sono compromesse e le
abitazioni distrutte, il PIL crolla del 45% dal 1939.
a) Democrazia Cristiana: fondata in clandestinità nel 1943, si rifà agli ideali del
partito popolare di don Luigi Sturzo, seguendo la dottrina di Camaldoli: il fine
dello stato è il bene comune e garantire l’uguaglianza dei diritti. Partito cattolico
e antifascista, vi sono due anime, una democratica e progressista più
improntata a sinistra e una clerico-conservatrice improntata agli ideali della
Chiesa.
b) Partito Comunista Italiano: fondato nel 1921, guidato da Palmiro Togliatti, si
propone come un partito fortemente centralizzato, con legami all’Urss di Stalin,
vuole realizzare una democrazia parlamentare con l’innesto di elementi di
economia socialista.
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c) Partito Socialista Italiano: guidato da Nenni, è legato al mondo del lavoro sia
proletario che nelle campagne.
d) Partito d’Azione: partito antifascista, di ideologia liberal-democratica e
socialista, Nel 1946 c’è una scissione che porta alla formazione del partito
Repubblicano. Nel 1947,dopo gli scarsi risultati elettorali, molti confluiscono nel
PSI e la minoranza di Calamandrei nei socialdemocratici di Saragat.
f) Movimento Sociale Italiano: di ispirazione neofascista, ne rivendica la
continuità storica, si pone come partito antisistema.
Dopo la guerra era necessario dare un nuovo e diverso assetto istituzionale alla
penisola, nuove basi economiche e sociali, nonché un patrimonio comune di
valori che rendesse l’Italia affidabile agli occhi delle potenze vincitrici e a quelli
dei cittadini.
Al referendum del 1946 trionfa la repubblica con il 54.27% dei voti. Viene
formata l’Assemblea Costituente come organo legislativo, espressione dei
partiti che hanno animato la resistenza antifascista