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Appunti Palermo araba, Contenitori da trasporto nella Sicilia bizantina (VII-X): produzione e circolazione, cimiteri e luoghi di culto Pag. 1
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Dopo l’anno Mille

Si affermano le ingabbiate e le smaltate, queste due nuove produzione vengono usate come

marcatori cronologici. Le ingabbiate è una produzione rivestita da ingobbio e poi graffita e poi

ricoperta da una vetrina piombifera, diffusa in Liguria prende il nome di graffita arcaica tirrenica.

Le smaltate come la maiolica arcaica sono delle produzioni molto fini e raffinate, a cui

appartengono sia forme aperte che chiuse. Sono rivestite da uno smalto a base di stagno, che

conferisce quella colorazione bianca poi decorata con l’uso o del cobalto(per il blu), o del

manganese (marrone) oppure della ramina (verde); erano decorazioni dipinte. Queste vennero

prodotte in Toscana soprattutto presso Pisa, Siena, Pistoia e Firenze. Si attesta una produzione di

maiolica anche a Roma ma sembra non avere legami con quella settentrionale. Un’altra produzione

simile è la Protomaiolica, presente solo nel meridione (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia), di

color bruno-giallo decorata con un reticolo o a griglia (gridiron). In Sicilia viene attestata una

produzione simile denominata Gela Ware, prodotta a Gela e ad Agrigento, di colore bruno. L’uso del

rivestimento a smalto stannifero segna un’assoluta novità, anche se, come sappiamo, in più centri

della Sicilia ceramiche variamente decorate furono prodotte fino dal periodo islamico e più

precisamente dalla seconda metà del X secolo. Lo smalto riveste, in questa nuova produzione, la

superficie interna delle forme aperte, mentre l’esterno è lasciato nudo. Le decorazioni, abbastanza

varie, pur se in genere piuttosto elementari.

Altre produzioni oltre la ceramica:

Palermo araba

Palermo venne conquistata nell’831, ma il suo aspetto come importante capitale araba viene

riportato solo nel X secolo. Dalle diverse fonti si evince che la topografia e l’architettura della città

non mutarono negli anni, nonostante i cambiamenti politici. Inoltre la forma islamica della città

rimane presente anche durante il periodo normanno. Gran parte della storia di Palermo in questo

periodo è poco conosciuta, specialmente nel IX secolo quando fu governata dagli Aghlabidi (831-

909) e nel primo periodo dei Fatimidi (910-948). Le fonti storiche suggeriscono un processo

graduale di cambiamento urbano sotto l'influenza dei Fatimidi, ma le prove archeologiche spesso

indicano una ristrutturazione urbana a partire dalla seconda metà del X secolo. La situazione è

complessa a causa del sistema di datazione basato sulla ceramica invetriata policroma, che è

associato principalmente alla seconda metà del X secolo. La dinastia Kalbidi, fedele ai Fatimidi,

governò Palermo ininterrottamente dal 948 al c. 1040. Palermo è scelta come sede del nuovo

governo civile e militare dell'isola da parte degli Aghlabidi. Gli Aghlabidi si stabiliscono all'interno

del nucleo fortificato dell'antica città, identificato come Balarm e poi come Qaÿr al-qadÿm, noto

come Cassaro nel medioevo. Come avvenne in altre città conquistate dall'Islam, la città bizantina di

Panormos subisce modifiche per soddisfare le esigenze religiose (moschee, terme, cimiteri),

politico-amministrative (sedi governative, zecca, uffici, caserme) e sociali (abitazioni, locande,

magazzini, officine, mercati). Nonostante le informazioni siano limitate, le monete e le fonti testuali

suggeriscono che circa cinquant'anni dopo la conquista islamica, Palermo si era pienamente adattata

al suo ruolo di capitale.

Contenitori da trasporto nella Sicilia bizantina (VII-X): produzione e circolazione

Il contesto siciliano tra l’VIII e il X secolo è contraddistinto da una forte militarizzazione data dalla

compresenza di bizantini e arabi. L’affrontamnento arabo-musulmano contro quello bizantino muta

l’assetto del territorio creando anche una zona di cornice denominata “marca di frontiera”.

VIII: dal punto di vista archeologico individuiamo una forte invisibilità dovuta probabilmente a una

crisi demografica.

IX: rivitalizzazione insediativa ed economica che interessa le aree centrali e sud orientali, prossime

a Siracusa: come Rocchicella

IX-X: con la caduta di Siracusa nell’878 si ha un progressivo restringimento delle aree di

circolazione del contenitori bizantini. Nei contesti islamici è evidente l'elaborazione di un

linguaggio morfologico e decorativo che rende riconoscibili i prodotti siciliani.

Evidenze

Ampia distribuzione di ceramiche fini da mensa di importazione: africana, anfore tunisine e late

roman; esemplificano questa realtà:

area occidentale: Rosignolo, Acquae Segestane, (TP)

prevalenza di anfore tunisine e orientali

area orientale: interland di Siracusa

presenta attestazioni omogenee di anfore africane e orientali.

Attestazioni di fornaci: Naxos, Caronia marina, S. Venera al Pozzo e S. Sofiana

Il quadro produttivo doveva coprire molte più aree, situate soprattutto:

- Nel lato Nord-orientale dell’isola

- Nella costa Tirrenica

- Area etnea, catanese

- Nella Sicilia centrale

Presso Catania, con più precisione nel contesto di S. Agata al carcere, le indagini archeometriche

hanno evidenziato una produzione locale con comuni frammenti di vulcanite con cui si producono:

ceramiche comuni, lucerne, tegola e ceramica da fuoco.

Per la produzione di contenitori da trasporto, tra il VII e il IX secolo, possiamo sicuramente tener

conto del Sito di Sofiana; dotata di 3 fornaci. La cessazione dei rapporti con i tunisini permette lo

sviluppo locale.

➔ produzione di ceramica acroma e impasto depurato

➔ modello di anfora siciliana di medie (40-50 cm) dimensioni per il trasporto di derrate

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
5 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/07 Archeologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Wiandante di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia tardo antica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Arcifa Lucia.