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La storia di Foca e Sclero
Siria e parte dell'Armenia. Ma Foca si proclamò imperatore e si alleò con Sclero, che in seguito fece imprigionare prendendo il controllo delle sue truppe. L'imperatore chiese aiuto al principe russo Vladimiro, promettendogli in sposa sua sorella Anna a patto che si fosse convertito al cristianesimo; Vladimiro accettò ed inviò un contingente di soldati permanente chiamato Guardia Variaga. L'imperatore allora distrasse Foca facendo sbarcare un esercito in Anatolia nordoccidentale e attraversò l'Armenia in cerca di sostenitori (per lo più del vecchio esercito di Sclero), e lo stesso fece Foca attraversando l'Iberia; quest'ultimo fu preso di sorpresa a Costantinopoli nel 989 dopo che Basilio ebbe assunto il comando della Guardia Variaga; lui e suo fratello lo sconfissero poi marciarono contro il grosso dell'esercito ad Abido dove Foca morì sul campo. Sclero si dichiarò ancora imperatore prima della
fine di quell'anno, ma si sottomise in cambio della grazia. Basilio II vincitore, decise a quel punto di non prendere moglie di condurre una vita all'insegna della guerra. Punì prima l'Iberia per aver concesso aiuti a Foca, ma fu placato venendo nominato imperatore dell'Iberia meridionale; poi fece retrocedere i Bulgari dalla Grecia settentrionale e catturò il loro imperatore Romano, mentre il loro capo militare, Samuele, rimase libero; costrinse un precedente alleato di Sclero, l'emirato marwanide dell'Armenia, ad accettare il protettorato bizantino. Anche se voleva continuare la campagna contro i Bulgari, Basilio rinunciò per finanziare l'assedio ancora in corso ad Aleppo, contro i Fatimidi. Nel 996 confermò la legge di Romano del 934 sui terreni venduti illegalmente; se ne servì per smantellare proprietà di alcuni proprietari terreni a lui ostili; chiese in restituzione tutte le proprietà alienate da
Basilio Lecapeno, fatta eccezione per le assegnazioni approvate personalmente dall'imperatore. Samuele di Bulgaria riprese gli attacchi in Grecia, i bizantini però lo respinsero e lui accettò il loro protettorato. Quando però scoprì della morte di Romano in prigionia bizantina, si proclamò imperatore e la guerra continuò. Nel 999 prese Serdica, mentre l'impero perse Durazzo ma riconquistò la maggior parte della Bulgaria orientale. Quando il principe d'Iberia morì, Basilio annesse il territorio come ducato d'Iberia. Dopo aver stipulato una tregua di dieci anni con i Fatimidi, tornò sul fronte Bulgaro dove i Bizantini furono sconfitti a Durazzo. Basilio avanzò in Bulgaria occidentale, riconquistando molti avamposti; si servì delle spese della guerra come scusa per far pagare ai grandi proprietari terrieri le tasse anche per i loro vicini piccoli proprietari che non erano in grado di.Pagare. Operazioni contro i Bulgari vennero però sospese nel 1004. Rinnovò la pace con i Fatimidi per altri 10 anni e riprese ad invadere la Bulgaria nella speranza di istituire un protettorato. Nel 1014 l'imperatore prese 15.000 prigionieri Bulgari e li accecò; a quella vista Samuele morì di un attacco di cuore. Suo figlio Gabriele gli succedette, offrendosi come vassallo bizantino, ma Basilio lo fece uccidere; quindi suo cugino Giovanni divenne imperatore e gli fece la stessa proposta; dopo averla accettata, si rese conto che anche lui cospirava contro l'impero e si diresse verso Ocrida, dove fece una strage. Il re Giorgio di Georgia ed i Fatimidi ne approfittarono per avanzare il primo in Iberia e gli altri ad Aleppo. Giovanni di Bulgaria occupò Ocrida, ma morì nel 1018 dopo aver fallito a Durazzo, così l'imperatore prese il controllo della Bulgaria trasformandola in un ducato (gli ultimi forti bulgari nel medio Danubio).
Divennero il ducato di Sirmium). I Serbi ed i Croati divennero spontaneamente vassalli dell'impero, così come il governatore fatimide di Aleppo chiese di diventare un tributario bizantino. Il re di Georgia invece pensò di essersi spinto troppo oltre invadendo l'Iberia, perciò si alleò con i Fatimidi ed il re armeno degli Ani. Basilio invase quindi la Georgia, spingendo il re a chiedere la pace ottenendo anche condizioni favorevoli. Uno dopo l'altro, i sovrani del Caucaso richiesero la pace diventando vassalli o tributari ed assicurando il controllo imperiale. Malgrado le vittorie di Basilio, Niceforo Foca, figlio del vecchio ribelle Barda Foca, si proclamò imperatore nel 1022 in Anatolia; anche se venne appoggiato da Giorgio e dagli Ani, fu rapidamente assassinato. Consapevole che le sue conquiste avevano portato pochi benefici al popolo, Basilio annullò per due anni le tasse sul territorio e sulle persone, ma mantenne in vigore la
Codici promossi da Leone e da Basilio (Novellae e Basilika) permisero ai giuristi di poter usare completamente il primo codice di Giustiniano. La letteratura secolare venne rivista, per lo più con l'interesse di imitarla; si ricominciò a scrivere di storia. La rinascita culturale comunque permise alla burocrazia, ora più veloce nel calcolo e nella lettura, di funzionare meglio. Dopo il periodo buio del VIII secolo, la rinascita fu possibile solo grazie ad una fortunata successione di imperatori competenti.
L'IMPERO NEL XI E XII SECOLO: Basilio, dopo la sua morte, non si preoccupò della successione: avrebbe dovuto far sposare una delle figlie di suo fratello Costantino VIII con un uomo valido e invece, dopo il breve regno di Costantino, sua figlia Zoe ormai quarantanovenne sposò Romano Argiro, un uomo facilmente manovrabile dai funzionari. Romano III, salito nel 1028, per prima cosa eliminò l'editto di Basilio, spendendo soldi nella
Costruzione di chiese e progettando di annettere l'emirato d'Aleppo (all'epoca inoffensivo). Attaccò nel 1030, ma dopo due imboscate si diede alla fuga; si riscattò grazia al generale Giorgio Maniace, che invase l'emirato e riconquistò Edessa (persa durante il regno di Basilio). Romano però morì per mano della moglie nel 1034, che sposò il suo amante Michele Paflagone. Il principale consigliere di Michele IV era il fratello Giovanni l'Orfanotrofo, di cui Zoe aveva adottato il nipote come successore. Giorgio Maniace fu inviato alla conquista della Sicilia, ma fu imprigionato dopo aver preso Siracusa da Giovanni, con l'accusa di infedeltà; ciò permise agli Arabi di riprendere la città e ai mercenari Normanni di cominciare la conquista dell'Italia meridionale. Giovanni inoltre ordinò ai bulgari di pagare in contanti le tasse che avevano sempre pagato in natura, generando una rivolta. Nel 1041
Michele IV morì, gli successe il nipote Michele V. Questi esiliò lo zio Giovanni, liberò Giorgio Maniace e lo mandò alla ripresa dell'Italia meridionale. Nel 1042 esiliò anche Zoe, scatenando la rivolta del popolo; dopo averlo costretto a richiamare Zoe, la folla la acclamò imperatrice insieme alla sorella Teodora e depose, accecandolo, Michele V. Zoe, disinteressata al governo, sposò il terzo marito Costantino Monomaco. Sotto di questi le casse dello stato si svuotarono e l'esercito fu trascurato (soprattutto perché l'imperatore preferiva assumere mercenari alla bisogna, così anche le truppe migliori caddero in rovina). Quando ordinò a Maniace di tornare in Italia, questi si ribellò; si sarebbe potuto impadronire del trono, se non fosse stato ferito gravemente in battaglia, cosa che lo arrestò. Nel 1050 Zoe morì; Costantino iniziò a coniare nomismata che erano solo per tre quarti.
In oro50, facendo così scendere il valore della paga militare. Nel 1053 in cambio dei pagamenti annuali congedò dal servizio i 50.000 soldati dei temi armeni lungo la frontiera nordorientale. A quel punto i musulmani Turchi Selgiudichi attaccarono senza ovviamente trovare opposizione. Costantino cercò di fermare la conquista normanna dell'Italia con un'alleanza col papa, ma i Normanni sconfissero gli alleati e catturarono il papa. Un'ambasceria papale inviata a Costantinopoli nel 1054 si scontrò con il patriarca Michele Cerulario, che si opponeva alla pratica occidentale del pane non lievitato. I legati papali ed il patriarca si scomunicarono a vicenda, segnando un distacco tra le due chiese. Alla morte di Costantino nel 1055, prese il potere una Teodora ormai settantacinquenne che morì dopo un anno di regno, adottando come erede Michele Bringas, il logoteta militare. Michele VI ebbe subito problemi con i generali anatolici, che le 1057
proclamarono imperatore Isacco Comneno, che marciò sulla capitale; Michele perse ed Isacco salì al trono. I tentativi di Isacco I di frenare le esenzioni fiscali, tagliare i salari e rivendicare.