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1.1 ORGANIZZAZIONE E PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA
nel contesto competitivo in cui oggi le aziende si trovano ad adoperare il prodotto, la tecnologia, capitale
finanziario, gli assets fisici, sono elementi importanti rispetto alla performance aziendale in quanto finti del
vantaggio competitivo a breve termine. Per garantire un vantaggio competitivo di lungo periodo è
necessario che tutti i membri dell’organizzazione siano messe in azione correttamente. Pertanto, subentra
il concetto di organizzazione. In economia aziendale il termine organizzazione ha almeno tre significati:
• il processo attraverso il quale l'insieme di persone che, con il loro lavoro, partecipano direttamente
allo svolgimento dell'attività dell'azienda viene strutturato secondo i principi di divisione del lavoro
e coordinamento, sicché tale insieme acquisisce una struttura e diventa un sistema;
• la funzione aziendale che svolge detto processo;
• il risultato di detto processo. In questo senso il termine organizzazione può essere considerato
sinonimo di azienda (il termine "organizzazione" è particolarmente usato nella letteratura
aziendalistica di area anglosassone, laddove nella tradizione italiana si preferisce "azienda").
Il concetto di organizzazione che si intende adottare richiama quello di ordine e di controllo. Le attività si
dicono dunque organizzate se sono ordinate e controllate, ovvero se:
• sono rivolte ad una certa finalità e rispecchiano la medesima finalità;
• non sprecano risorse;
• sono accettate dalle persone che vi prendono parte.
Aspetti significativi della progettazione organizzativa sono:
• l’assetto organizzativo che riguarda scelte relative alla divisione del lavoro e al coordinamento;
• il processo che porta all’individuazione e implementazione dell’assetto.
L’organizzazione aziendale è dunque il complesso delle modalità di divisione del lavoro e del
coordinamento delle attività interdipendenti tra loro.
1.2 DIVISIONE DEL LAVORO E COORDINAMENTO
dividere il lavoro significa:
• nella scomposizione dei processi aziendali in attività elementari e nel raggruppamento di queste
ultime in compiti secondo un qualche criterio logico o tecnico;
• nell'assegnazione dei compiti alle posizioni organizzative, ossia ai ruoli definiti all'interno
dell'azienda; i compiti assegnati ad una posizione costituiscono le sue mansioni;
• nell'assegnazione di una o più persone a ciascuna posizione, creando così gli organi aziendali.
I vantaggi della divisione del lavoro comprendono l’aumento della produzione e della produttività,
l’aumento della destrezza, il risparmio del tempo, l’invenzione di nuove macchine e vantaggi politici
(maggiore controllo sui lavoratori). Inoltre, riduce i costi di apprendimento e i costi del lavoro. È
espressione di divisione del lavoro anche la creazione delle unità organizzative all’interno di un’impresa. La
divisione del lavoro non significa però soltanto che i diversi attori considerati fanno cose diverse, ma
sviluppa e richiede anche differenziazione, ovvero diversità delle conoscenze e degli orientamenti cognitivi
ed emotivi. La divisione del lavoro crea interdipendenza che necessita di un giusto coordinamento basato
sull’allineamento delle attività, sull’integrazione e sulla risoluzione del problema di
motivazione/controllo. Le prime due dimensioni rinviano alle esigenze di meccanismi che permettano il
coordinamento; la terza dimensione all’esigenza di meccanismi che spingano le persone al coordinamento.
Il riferimento al coordinamento rende evidente come la progettazione organizzativa possa essere vista in
termini di elaborazioni ed informazioni e come un problema di bilanciamento tra esigenze e capacità di
elaborazione delle informazioni. La divisione del lavoro pone in primo piano i costi di produzione (costi di
3
realizzazione di un certo bene o servizio) mentre il coordinamento pone l’accento sui costi di transazione
(costi di governo delle relazioni).
1.3 , ,
EFFICACIA EFFICIENZA EQUITÀ
sono i caratteri che esprimono il grado d’ordine e di controllo dei sistemi di attività. L’efficacia esprime il
grado di raggiungimento degli obiettivi organizzativi e quindi la capacità di ottenere i risultati previsti; pone
l’accento sul posizionamento e sui rapporti con l’ambiente. L’efficienza riguarda le risorse scarse impiegate
per il conseguimento dei risultati ovvero il risparmio di risorse nell’ottenimento dei prodotti e dei servizi
che comprende efficienza produttiva (costi di produzione) ed efficienza transazionale (costi di transazione).
Pone l’accento sulle attività interne. L’equità misura il grado di soddisfazione degli attori coinvolti e
richiama criteri di equità o giustizia organizzativa. Due sono le componenti della giustizia: giustizia
distributiva (il che cosa spetta a chi, rapporto ricompense-contributi, eguaglianza delle ricompense) e la
giustizia procedurale (il come, politiche e procedure utilizzate per l’allocazione delle ricompense).
’
1.4 IL CAMPO DELL AZIONE ORGANIZZATIVA
sul piano strategico l’azienda sceglie il proprio dominio individuando l’ambiente rilevante. Sulle attività
legate al dominio scelto e su quelle collegabili ai punti di contatto con l’ambiente rilevante, l’azienda deve
valutare e scegliere il tipo di controllo da esercitare:
• un controllo di tipo diretto, attraverso il possesso e l’esercizio del diritto di proprietà sulle risorse
impiegate nelle attività e l’uso delle autorità sulle persone che svolgono i processi;
• un controllo di tipo indiretto, nel quale le risorse impiegate nei processi non sono di proprietà
totale dell’impresa e le persone coinvolte sono relativamente autonome;
• un controllo che si fonda solo su relazioni di mercato.
La scelta relativa al tipo di controllo da esercitare si traduce nella progettazione e nella gestione di una
doppia rete di relazioni: interne (controllo diretto) ed esterne (controllo indiretto).
L’impresa si trova a dover competere con altre imprese (concorrenti); occorre dunque decidere il proprio
posizionamento strategico attraverso scelte che attengono a:
• la collocazione o il posizionamento verticale lungo la supply chain (insieme delle imprese della
filiera che sono collegate all’impresa focale da rapporti diretti ed indiretti di scambio: di fornitura a
monte e di distribuzione a valle); occorre introdurre il concetto di filiera produttiva (flusso
produttivo che dai materiali grezzi porta al prodotto finito e alla vendita). La fase di filiera può
essere collocata a monte o a valle dell’attività già svolta, dunque si distingue in integrazione
ascendente o a monte e integrazione discendente o a valle. L’integrazione verticale può arrivare al
punto in cui un’impresa svolge tutte le fasi della filiera produttiva (integrazione totale). Si parla di
integrazione verticale completa quando gli input principali non vengono più acquistati sul mercato
ma prodotti all’interno. L’integrazione è parziale quando l’impresa acquista una parte non
trascurabile degli input. Con l’integrazione contrattuale il grado di coinvolgimento dell’impresa
nella gestione del rapporto con i suoi partner è nettamente inferiore.
• La collocazione o il posizionamento orizzontale riguarda i rapporti tra l’impresa e i suoi concorrenti
e si collega alla definizione di: strategia di diversificazione(aggiunta di una o più linee di prodotti)
che può essere correlata(i legami tra i business sono molti) non correlata(le entrate e nuovi settori
è riconducibile a considerazioni di rendimento del capitale investito); strategia di leadership di
costo, consiste nel produrre beni o servizi con caratteristiche accettabili per il cliente al costo più
basso rispetto a quello dei concorrenti; strategia di differenziazione che consiste nel produrre beni
o servizi che i clienti percepiscono come differenti per aspetti che sono importanti per loro
mediante il design, la qualità e l’innovazione di prodotto. Anche nell’ambito dei rapporti orizzontali
le imprese hanno avvertito la necessità di cooperare per aumentare il valore creato.
Numerosi sono i collegamenti fra posizionamento dei confini (verticali o orizzontali) e organizzazione.
L’organizzazione svolge un ruolo importante nella realizzazione della strategia, le decisioni strategiche non
sono una scelta istantanea tra due o più alternative note, ma un processo.
4
1.5 LA PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA
rappresenta il percorso attraverso il quale i manager gestiscono le dimensioni e le componenti
dell’organizzazione per dare ordine o controllo alle attività necessarie per raggiungere gli obiettivi o
realizzare la strategia. Si tratta di un processo finalizzato a garantire o migliorare la capacità dell’azienda
nella realizzazione dei suoi obiettivi (misurati temporalmente, rispetto al destinatario, sulla base di
parametri economici e sul piano competitivo). Tale processo si svolge in condizioni di razionalità limitata
(limiti che riguardano conoscenze, capacità di attenzione, memoria, comprensione e comunicazione,
obiettivi) differente dalla razionalità oggettiva la quale implica che il decisore conosca tutte le alternative
oggettivamente possibili, tutte le conseguenze e le valuti rispetto alle sue preferenze e scelga l’alternativa
migliore. Realizzandosi in condizioni di razionalità limitata le informazioni non solo sono incomplete, ma si
formano anche durante lo svolgimento del processo inoltre non vengono poste in primo piano altre
spiegazioni delle scelte organizzative. La progettazione organizzativa è un processo nel quale è molto
importante la coerenza o il fit. Deve realizzare la coerenza tra cinque elementi, ovvero: strategia, struttura,
processi e relazioni laterali, risorse umane e sistemi di ricompensa. Il concetto di coerenza è associabile a
quello di complementarità. La progettazione organizzativa è un processo caratterizzato da equi finalità (lo
stato finale può essere raggiunto partendo da condizioni iniziali diverse con risorse diverse e in modi
diversi). Risulta inoltre rilevante la dimensione temporale.
1.6 I LIVELLI DI PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA
nella progettazione intra-organizzativa possono essere individuati tre livelli:
• il livello micro o microstruttura: l’unità di analisi (il building block) è costituito dal compito e cioè
dall’insieme di attività umane elementari necessariamente collegate fra di loro. Oggetto di
progettazione organizzativa sono le mansioni;
• il livello meso: dove il building block