Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Il Pantheon
Il Pantheon fu fondato nel 27 a.C. da Agrippa, genero di Augusto. Fu fatto ricostruire dall'imperatore Adriano a seguito di un incendio tra il 120 e il 124 d.C. ad opera (forse) di Apollodoro di Damasco. Il tempio venne dedicato a tutti gli dei. Per quel che riguarda il primo edificio, sappiamo che era disposto in modo rettangolare con cella disposta trasversalmente, costruito in blocchi di travertino rivestiti da lastre di marmo. L'edificio era rivolto verso sud, in senso opposto alla ricostruzione adrianea, preceduto da un pronao. Davanti a esso si trovava un'area scoperta circolare, una sorta di piazza. Per il nuovo edificio furono recuperate le fondamenta, ma venne invertito l'orientamento verso nord. Il Pantheon attuale si trova isolato in uno spazio libero. Il fronte consiste in un ampio pronao con timpano triangolare sorretto da 8 colonne corinzie in granito egizio e con al centro un'aquila bronzea. Il suo aspetto esteriore è perciò quello di untipico tempio octastilo. Oltrepassato però il pronao, si avverte un enorme senso di smarrimento improvviso, causato dalla presenza dell'inaspettato ed enorme ambiente circolare. Il pronao viene unito al corpo circolare retrostante attraverso un avancorpo a forma di parallelepipedo costituito da 3 file di colonne corinzie in marmo egizio rosa che si trovano in asse con i pilastri rivestiti in marmo che serrano le 2 grandi nicchie laterali che dovevano ospitare le statue di Augusto e Agrippa. Il pronao risulta dunque diviso in tre parti. La struttura intermedia che collega il pronao alla cella è un avancorpo in opera laterizia (mattoni) costituita da due massicci pilastri che si appoggiano alla rotonda, collegati da una volta che prosegue fino al pronao. Nei pilastri sono inserite scale di accesso alla parte superiore della rotonda. La parete è rivestita con lastre di marmo pentelico. I pilastri con archi lacunari tra pronao e avancorpo vennero poi ripresi da LeonBattista Alberti per Santa Maria Novella. Il tetto adoppio spiovente è sorretto da capriate lignee, sostenute da muri in blocchi con archi poggianti sopra le file di colonne interne. Il portale d'ingresso viene coperto da una volta a botte con 5 lacunari impostata su due coppie di lesene corinzie. La rotonda cilindrica viene coperta da una cupola emisferica. In pianta sono evidenti le 7 nicchie che vengono ricavate nell'apparato murario. Queste sono quadrate o semicircolari alternate e vengono serrate da due pilastri corinzi. A dividere ogni nicchia dallo spazio centrale ci pensano due colonne in marmo pavonazzetto o giallo antico. La trabeazione è continua ed aggettante in corrispondenza dell'abside. Tra una nicchia e l'altra sono disposte delle edicole con timpani triangolari e curvilinei alternati. 8 piloni sorreggono la grande cupola, la quale si imposta sul tamburo e misura circa 43 metri di diametro. Per controllare le forze spingenti, i Romani hannoagito su materiali e sull'orientamento delle spinte. La realizzazione fu resa possibile grazie a una serie di espedienti che contribuiscono all'alleggerimento della struttura: dall'utilizzo dei cassetti all'uso di materiali via via sempre più leggeri verso l'alto. La muratura, di circa 6 metri, viene realizzata in mattoni coperti da un getto in calcestruzzo. I materiali impiegati variano a seconda dell'altezza. A partire dal basso, si riscontrano cinque diversi tipi di calcestruzzo. Il muro della rotonda, fino alla prima cornice esterna, è costituito da calcestruzzo in cui sono visibili scaglie di tufo e travertino; tra la prima e la seconda cornice, il calcestruzzo è composto da tufo e mattoni. Il muro sopra la seconda cornice e il primo anello della cupola è in calcestruzzo con mattoni frantumati, mentre il secondo anello della cupola è costruito con calcestruzzo contenente tufo e mattoni frantumati. La calotta della cupola.È stata costruita una cupola in calcestruzzo contenente pomice granulare e tufo, con uno spessore progressivamente decrescente. La cupola è internamente decorata con 5 ordini di cassettoni, per un totale di 28, decrescenti verso l'alto. L'oculo zenitale, di circa 9 metri, è aperto e permette la penetrazione della luce nella cella. Le spinte statiche sono molteplici e di conseguenza molteplici sono le soluzioni.
Innanzitutto, la base della cupola tende a spingere il muro della rotonda, nella quale sono presenti anche sezioni vuote. Il peso della cupola è sorretto dagli otto pilastri massicci in muratura. Il muro esterno agisce da contrafforte. La base della cupola presenta una serie di sette anelli di calcestruzzo disposti a gradoni, che convertono le spinte laterali in una spinta verticale. Nello spessore della rotonda sono inclusi dei grandi archi di scarico, che indirizzano le spinte sui pilastri della rotonda. Altri archi di mattoni sono inclusi nel muro.
Della rotonda reindirizzano le spinte verso i pilastri. La copertura bronzea della travatura lignea del pronao fu asportata nel 1625 sotto papa Urbano VIII per la realizzazione di 80 cannoni di Castel Sant'Angelo e forse in parte minima per l'edificazione del Baldacchino di San Pietro, opera di Bernini.
La "Casa d'oro" in latino, proprio perché in essa si utilizzò molto di questo prezioso metallo, era una villa urbana voluta da Nerone intorno al 54-68 e venne affidata agli architetti Severo e Celere. La villa si estendeva dal Palatino all'Esquilino, separati all'epoca dalla zona del foro e da una depressione che ospiterà prima un lago artificiale ed in seguito il Colosseo, e comprendeva anche il colle Oppio. Nerone concepì la casa come un insieme di strutture collegate tra loro da portici, caratterizzata dalla presenza di alcune emergenze o infrastrutture che rendevano gradevole l'insieme con giardini, ninfei.
residenze. Iniziarono i lavori, ma ben presto Nerone non rimase contento delle dimensioni, che riteneva ancora troppo esigue. Per questo promuove l'incendio del 64, con lo scopo di distruggere gran parte della città di Roma per ottenere più spazio libero. Tuttavia il suo intento viene ostacolato dalla corte e, non potendo più ampliare le dimensioni, decise di concentrare la sua attenzione alle ricchezze decorative, usando non più solo stucchi e marmi ma introduce pietre preziose come oro e lapislazzuli. Il lago venne alimentato dalle sorgenti del colle Celio e per dare un'immagine ancora più fastosa venne predisposto un grande muro artificiale a costituire un immenso ninfeo dove scorreva l'acqua fino ad arrivare al lago. L'insieme era reso ancora più maestoso dalla presenza di un grande portico vicino al lago, dove era collocato il colosso in bronzo raffigurante Nerone nelle vesti di Apollo. La Domus era divisa in due parti,
girare completo di 360 gradi. Questo permetteva agli ospiti di godere di una vista panoramica durante i banchetti. Nella parte orientale del complesso si trovava anche un grande teatro, con una capacità di circa 9000 spettatori. Il teatro era costruito in modo da garantire una buona acustica e offriva una vista eccellente del palcoscenico da ogni angolo. Oltre alle residenze imperiali, il complesso comprendeva anche una serie di edifici amministrativi e religiosi. Tra questi c'era un tempio dedicato agli dei, dove l'imperatore poteva offrire sacrifici e pregare per il benessere dell'impero. Complessivamente, il complesso era un esempio straordinario di architettura e ingegneria romana. La sua grandezza e la sua bellezza erano un simbolo del potere e della ricchezza dell'imperatore. Oggi, anche se gran parte del complesso è andato distrutto nel corso dei secoli, alcune parti sono ancora visibili e testimoniano l'importanza e la magnificenza di questo luogo.giro completo in 24 ore come il mondo. Al centro, Nerone, identificato come il sole, siedeva mentre petali di fiori piovevano dall'alto. La vera residenza di Nerone rimase comunque quella dei palazzi imperiali del Palatino, mentre l'edificio sull'Oppio fu adibito a dimora quando prediligeva rimanere negli horti, e gli edifici con vestibulum e stagnum erano utilizzati per le feste, dove riceveva il popolo di Roma. La domus Aurea fu detestata dalla popolazione, poiché era stata costruita grazie alle spogliazioni dei cittadini più abbienti di Roma e dell'intero impero, depredando i templi di Roma, oltre a quelli di Asia e Grecia, delle loro numerose statue. Dopo la morte di Nerone, il terreno della Domus Aurea venne "restituito al popolo romano" dagli imperatori successivi, se pur non immediatamente, a causa dell'impopolarità e dell'ideologia che l'avevano ispirata. Già a partire da Vespasiano si avviò il processo
Di distruzione della Domus. In circa un decennio ladimora neroniana venne spogliata dei suoi rivestimenti preziosi: Vespasiano utilizzò lo spazioin cui era stato scavato il lago artificiale, drenando le acque e prosciugandolo, oltre adistruggere gli edifici che collegavano il vestibulum con lo stagnum, rasandoli e riempiendolidi macerie per innalzare il terreno per costruire l'Anfiteatro Flavio.
Dopo la morte di Nerone nel 69, i Flavi cercano di condurre una politica atta a risollevare lesorti dello stato e soprattutto promuovono una serie di attività che avevano come scopo quellodi far dimenticare l’operato di Nerone, coprendo anche la sua attività edilizia svolta a Roma.
La fu realizzata sul Palatino. La residenza è costituita da tre settori che siDomus Flaviaallineano su tre assi paralleli. Il primo settore, chiamato domus Flavia, è la parte riservata allarappresentanza. La parte centrale, chiamata domus augustana, era riservata alla vita privata12dell’imperatore.
Il terzo settore è l'ippodromo o Spazio Palatino. Proprio questa associazione tra la residenza e il palazzo introduce il concetto di palazzo imperiale. Affinché un palazzo possa essere definito imperiale deve avere, a partire da questo momento, un ippodromo o un circo. Questa disposizione ha probabilmente origine nei palazzi orientali ed ellenistici. A Nord, in direzione del foro, si trova il Lalario (Arario), ovvero una specie di posto di guardia, dove si trovavano i centurioni che controllano l'ingresso al palazzo. Il suo nome deriva dal fatto che sono presenti all'interno dell'ambiente le statue dei Lari, ovvero i protettori della casa. Sull'asse principale del complesso, quello nord-sud, si affacciavano sul peristilio due grandiosi ambienti. La sala detta era la sala destinata alle udienze imperiali, molto ricca di decorazioni e probabilmente coperta da una volta a botte cassettonata. La Basilica era a pianta rettangolare con abside.
religiose dell'Impero. Le navate erano decorate con affreschi e mosaici, mentre le colonne erano scolpite con dettagli intricati. L'Auditorium era un luogo di grande importanza, dove si prendevano decisioni cruciali per l'Impero.