Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
I VIRUS
Sono entità biologiche dotate di un genoma virale (DNA o RNA), non sono considerati
organismi viventi in quanto necessitano di un ospite per potersi replicare.
Batteri = micron 10^-6
Virus = nanometri 10?-9 capside,
Sono protetti da un involucro proteico chiamato composto da monomeri
proteici chiamate capsomeri, che racchiude al suo interno il genoma virale
envelope,
Esistono virus con una membrana estera in cui vengono esposte proteine
speci che che deriva dalla membrana cellulare delle cellule che il virus infetta.
Al suo interno si trova comunque il capside del virus con il materiale genetico.
Il virus non possiede citoplasma e membrane di rivestimento, in oltre non compie attività
enzimatiche.
Il materiale nucleico del virus contiene l’informazione necessaria alla sua replicazione, ma
deve utilizzare le attività sintetiche della cellula ospite.
fi fi fi ff
I virus esistono quindi in 2 stati: extracellulare ed intracellulare.
vironi particelle virali
Nel primo caso si parla di o
Il corpuscolo del virus è diviso in:
- Collare
- Tubo del Core
- Guaina della coda
- Setole
- Fibra della coda
Il virus agisce infettando cellule
ospiti attraverso strutture simili a
siringhe con il proprio materiale
genetico.
Anche i batteri possono subire
infezioni virali, i virus che attaccano
batteriofagi.
i batteri sono chiamati
ciclo litico
Il è il nome che prende il
ciclo riproduttivo di un virus.
È diviso in piu passaggi:
1) la particella virale interagisce e viene assorbita dalla cellula (se ostacolo ciò creo
resistenza virale)
2) Materiale genetico del virus viene iniettato.
Si formano inizialmente enzimi in grado di idrolizzare il DNA microbico.
3) Il DNA dell’ospite viene digerito, inattivando delle capacità che la cellula puo
manifestare dal punto di vista fenotipico
4) Il DNA virale si moltiplica, utilizzando il materiale derivante dall’ idrolisi del materiale
genetico della cellula ospite
5) L’ospite trascrive e traduce il materiale genetico fagico generando “proteine del fago”,
che si autoassemblano intorno al DNA virale per formare nuove particelle virale
6) Uscita dalla cellula ospite, che avviene grazie a 2 attività enzimatiche:
- Destrutturazione della membrana, creando dei buchi grazie alla proteina
“holina”
- Rottura della parete batterica, grazie alla proteina “peptoglicano idrolasi”
I virus che utilizzano questo processo per la propria replicazione sono chiamati Virus
Litici. ciclo lisogeno
Alcuni virus batteriofagi hanno un
Le fasi iniziali sono le stesse, ma invece di aver un idrolisi del DNA dell’ospite, si ha una
integrazione del DNA virale nel genoma batterico.
profago.
Il batteriofago in questa forma è chiamato
Il microrganismo si divide normalmente conservando il DNA virale, ma in determinate
condizioni il profago va ad excidersi, provocando nella cellula un ritorno del ciclo litico
(ma con già milioni di cellule infettate).
Il virus rimane quiescente no a che le condizioni ambientali fanno scatenare il
meccanismo di excissione.
L’interazione virus-batterio è molto speci ca.
Per contare i virus devo fornire delle cellule ospiti da infettare (per i batteriofagi il terreno
di coltura sara dato da batteri).
Uso terreno che consente la crescita della mia coltura microbica.
Si usa la conta vitale ma con UFP (unita formanti placca)
Se non ci sono virus avrò una crescita normale.
Se ho particella fagiche allora il terreno infetto subisce una lisi: il terreno da torbido
diventa nuovamente trasparente nella zona di attacco.
I metodi che utilizzano i batteri per difendersi dai batteriofagi sono:
- Ostacolare l’adsorbimento del virus tramite l’esposizione di polisaccaridi
- Degradare il materiale genetico del virus
Grazie a dei processi che portano all’aggiunta di un gruppo metile alle basi azotate del
materiale genetico microbico, ciò fa si che un enzima prodotto dal microbo stesso sia
in grado di degradare il DNA non mutilato (del virus)
MECCANISMI DI SCAMBIO GENETICO
Microganismi procarioti hanno solo riproduzione asessuata.
Microrganismi eucarioti possono avere una riproduzione asessuata e sessuata nel
momento in cui si formano dei gameti.
La riproduzione sessuata porta a una ricombinazione del patrimonio genetico, dando
origine a progenie con corredo cromosomico arricchito.
Questo arricchimento può avvenire anche nei microrganismi con riproduzione asessuata,
tramite due modi:
- Mutazioni, l’ambiente seleziona il mutante più e ciente
- Trasferimento genico orizzontale
Il trasferimento genico orizzontale è un meccanismo che consente il trasferimento tra due
cellule della stessa specie o specie / generi diversi.
Consiste in uno scambio di materiale genetico non proprio.
Nei batteri avviene attraverso 3 meccanismi distinti.
trasformazione
Il processo di consiste nell’aquisizione di DNA libro dall’ambiente, che
diventa parte integrante del genoma.
Questo DNA puo ad esempio essere rilasciato da animali morti post degradazione.
Il DNA ambientale è una molecola estremamente resistente e disponibile ad interagire con
delle cellule microbiche che si trovano in uno stato siologico ben preciso detto “stato di
competenza“. fi fi ffi fi
La cellula deve avere sulla super cie esterna delle proteine leganti il DNA che svolgono la
funzione di internalizzare la molecola.
Una volta all’interno può subire due destini:
- Viene degradato come se fosse DNA virale
- Viene integrato ed utilizzato dai batteri per sopravvivere alle condizioni di
quell’ambiente
coniugazione
La è un processo mediato da plasmidi coniugativi, e puo avvenire tra ceppi
della stessa specie o tra ceppi di specie e generi diversi.
È di uso sia nei GRAM+ che nei GRAM-
Sono necessarie 2 condizioni a nché si veri chi:
- Vicinanza sica
- Una delle due cellule deve contenere un plasmide di tipo coniugativo
Plasmide coniugativo: una molecola extracrosomale che possiede le informazioni
necessarie al suo trasferimento alla cellula ricevente.
Il processo è gestito interamente da questi plasmidi
A seguito della vicinanza si instaurano meccanismi, grazie al plasmide coniugativo, che
fanno in modo che ci sia una fusione delle membrane cellulari delle due cellule.
In una cellula possono essere presenti diversi plasmidi coniugativi e di diverse dimensioni.
Quello che si trasferisce è un singolo lamento di DNA, perché è su ciente per creare
una copia.
L’ambiente determinerà il successo dello sviluppo.
N.B. Viene trasferito il plasmide coniugativo
trasduzione
La è un meccanismo mediato da batteriofagi, entrano quindi in gioco i virus.
Essi trasportano pezzi di DNA batterico da una cellula all’altra.
A seconda del meccanismo si parla di:
- Trasduzione generalizzata, l’idrolisi del genoma batterico provoca frammenti che
possono venire internati nel capside insieme al DNA virale (con una frequenza
bassissima) Una volta che il virus neo formato infetterà un’altra cellula, inietterà anche il
materiale genetico del batterio
- Trasduzione specializzata, richiede l’integrazione del genoma virale nel cromosoma
batterico, viene e ettuata quindi solamente da virus lisogeni.
Il genoma virale viene iniettato nella cellula e si integra tra due geni.
Una volta che il DNA virale si excide puo portare via con se una porzione a monte o a
valle della regione di integrazione.
Si viene a creare un “virus chimera”, ovvero con materiale genetico estraneo e quindi
potenziato.
Quando il virus chimera andrà ad infettare una nuova cellula, inietterà anche la nuova
informazione.
ff fi ff ffi fi fi fi ffi
TASSONOMIA MICROBICA
Indicazioni su regole e strumenti per identi care e classi care i microrganismi, si
suddividono i viventi in:
DOMINIO Bacteria
PHYLUM Proteobacteria
CLASSE Gamma proteobacteria
ORDINE Enterobacteriales
FAMIGLIA Enterobacteriacee
GENERE Escherichia
SPECIE Coli
Il punto di riferimento per la nomenclatura dei procarioti è chiamato Manuale di Bergey
IL 16SS rRNA
È un componente del ribosoma procariotico utilizzato nella ricostruzione della logenesi.
È un gene molto piccolo, circa 1500 nucleotidi.
È un singolo lamento di rRNA, 5’-3’, che assume struttura secondaria estremamente
precisa e che è la stessa per tutti gli organismi viventi.
Alcune mutazioni avvengono nelle regioni de nite “loop”, dove non ci sono doppi legami,
e sono quelle che vanno a di erenziare tra di loro le specie.
Se confronto due microrganismi e le di erenze sono nelle regioni loop, allora da un punto
di vista logenetico non sono molto distanti.
Se confronto due microrganismi e le di erenza sono nelle regioni dei doppi legami, allora
da un punto di vista logenetico sono lontanissimi, in quanto sono mutazioni che
avvengono con una probabilità in nitamente bassa.
Si puo dividere la sequenza di questo gene in:
- Regioni Conservative, dove la sequenza è identica in tutti i batteri
- Regioni Semi-conservative, dove la sequenza è uguale tra batteri della stessa specie
- Regioni Variabili
fi fi fi ff fi ff
ff fi fi fi fi
IDENTIFICARE UN BATTERIO
Si parte da un campione ambientale e si coltiva in piastrina petri.
Studio poi una sola colonia in coltura pura ed estraggo il DNA attraverso rottura
meccanica o lisozima.
Elimino le proteine tramite proteasi e le faccio precipitare, mantengo quindi il DNA in
soluzione acquosa.
Viene fatto precipitare il DNA eliminando acqua di solvatazione, aggiungendo etanolo
reazione a catena della polimerasi (PCR),
Viene usata poi la che ci permette di ottenere
grosse quantità, in maniera selettiva, di un gene che ci interessa (16SS rRNA), e che viene
poi confrontato con le banche dati.
Per appartenere alla stessa specie tollerato il 2-3%, quindi se le sequenze sono uguali tra
loro tra il 97 ed il 100% siamo sicuri che appartengono alla stessa specie.
Per la PCR ci serviranno:
- Desossiribonucleotidi trifosfati da polimerizzare
- Il DNA deve essere denaturato
- Devono esserci gli inneschi, breve sequenza di DNA complementari alle estremità 5’ e
3’ dei frammenti da riprodurre
- Enzima “DNA polimerasi”
Metto tutto in una provetta ed inizio il processo:
1) Denaturazione termica a 95°C
2) Gli inneschi si attaccano uno a valle ed uno a monte del singolo lamento, in
corrispondenza del singolo lamento che voglio copiare.
Si agganciano riportando la T ai 55-65°C.
3) A T=72°C la polimerasi inizia a lavorare e, vedendo il substrato dato dagli inneschi,
inizia a sintetizzare il lamento di DNA, an