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2-GLI STRUMENTI E I PRODOTTI FINANZIARI: ASPETTI GENERALI
Parliamo di strumenti finanziari e si fa riferimento al concetto di valore mobiliare
(strumento che si muove facilmente grazie a mercato primario e mercato secondario):
1-azioni, obbligazioni e qualunque altro titolo che permetta di acquistare o vendere
azioni, obbligazioni e altri titoli equivalenti;
2-strumenti del mercato monetario che hanno durata entro l’anno;
3-quote di organismi di investimento collettivo del risparmio.
4-strumenti derivati.
Strumenti del mercato monetario hanno durata breve entro i 12 mesi, elevata liquidità
e sono emessi da organismi con elevato merito creditizio; emessi da soggetti pubblici
(BOT) e da privati.
I titoli a medio-lungo termine sono strumenti che hanno durata superiore ai 12 mesi e
ci sono varie tipologie. Possono essere emessi da pubblici e da privati (obbligazioni).
Se dispongo di soldi e voglio fare investimento ma non voglio investire con durata
superiore ad un anno (voglio fare investimento di natura monetaria per stare entro 12
mesi); posso usare tutti gli strumenti di mercato monetario per fare questo ma si
potrebbe anche comprare un BTP emesso 9 anni fa con scadenza 10 anni (sul mercato
secondario). Anche in questo caso sto investendo a un anno. La distinzione tra
strumenti di mercato monetario e strumenti a lungo termine riguarda i tratti
morfologici ma poi qualunque strumento può essere oggetto d’investimento (un BTP a
lunga scadenza può essere usato come strumento di mercato monetario grazie
all’esistenza del mercato secondario). Gli strumenti del mercato monetario si dice che
sono dotati di liquidità ma tutti gli strumenti sono dotati di liquidità. Un bot che scade
fra un anno naturalmente vede liquidità fra un anno mentre un BTP che scade fra molti
anni non vede naturalmente liquidità fra un anno ma la può vedere se lo si mette sul
mercato secondario (liquidità artificiale/liquidità naturale). Il mercato secondario
garantisce liquidità a qualsiasi strumento ma non tutti gli strumenti garantiscono lo
stesso livello di liquidità, lo stesso grado di liquidabilità. La durata dell’investimento si
può cambiare solo se esiste un mercato secondario per quell’investimento.
Titoli azionari non prevedono nessuna durata e di per sé, se non esistesse un mercato
secondario non sarebbero liquidi; la borsa è l’unico modo per rendere liquido un
investimento in azioni. Un titolo azionario è privo di liquidità naturale ma è solo dotato
di liquidità artificiale. Le azioni possono scadere se nello statuto è prevista una data di
scioglimento della società (liquidità naturale molto flebile). Le azioni necessariamente
devono avere un mercato secondario liquido. I fondi comuni di investimento aperti si
occupano prevalentemente di titoli negoziati nei mercati secondari mentre i fondi di
investimento chiusi possono investire in azioni di società non quotate (questo
investimento è molto meno liquido).
Strumenti derivati non hanno le caratteristiche degli altri strumenti ma sono contratti
dove le parti stabiliscono dei ruoli. Chiamare gli strumenti derivati “strumenti
finanziari” è una forzatura perché, affinché possano essere negoziati nei mercati
secondari, devono essere standardizzati. Gli strumenti derivati sono stati disciplinati
da legge 1-2 gennaio 1991. Prima non esistevano gli strumenti derivati, c’erano
contratti a premio che erano strumenti i cui effetti erano simili a quelli delle opzioni.
Qui si parla di contratto uniforme a termine (1991) e significa che le regole del
contratto sono standardizzate e solo se hanno queste caratteristiche possono essere
oggetto di negoziazioni. Se uno vuole dare vita a uno strumento derivato non
negoziato nei mercati standardizzati si hanno i forwards.
Tabella. Azioni e partecipazioni nel 2022: il 25% di strumenti finanziari in possesso
dalle famiglie italiane sono titoli azionari. Questo dato è elevato perché esistono molte
imprese a conduzione familiare (piccole imprese sotto forma delle società per azioni)
in cui tutte le azioni sono possedute dalla famiglia; la distinzione dovrebbe essere fatta
tra azioni quotate e non quotate (questa è anomalia).
3-GLI STRUMENTI DI MERCATO MONETARIO
Esiste un tratto comune che caratterizza gli strumenti che nascono e muoiono nel
mercato monetario: tendenzialmente sono emessi a sconto (non prevedono interessi,
si paga un prezzo più basso e a rimborso si riceve 100). Il rendimento è dato dalla
differenza tra il prezzo pagato più basso e il prezzo di rimborso più alto (alla pari).
Hanno alto grado di liquidita (liquidità naturale perché scadono entro l’anno). Quando
sono emessi nei mercati sono negoziati per importi rilevanti perché operatori
professionali possono comprare e vendere strumenti di mercato monetario nel
mercato monetario stesso. Gli strumenti di mercato monetario tipici sono i BOT
(strumento più diffuso), cambiali finanziarie, polizze di credito commerciale,
accettazioni bancarie, certificati di deposito e pronti contro termine. Tutti questi
strumenti possono essere emessi da imprese poiché anche le imprese hanno necessità
di ottenere finanziamento a breve termine (strumenti emessi da imprese sono più
rischiosi e l’importo è rilevante). Si hanno anche certificati di deposito che vengono
invece emessi da banche (chi ha soldi anziché metterli sul conto corrente decide di
comprarsi un certificato emesso dalla banca con scadenza a un anno). Si può vincolare
un deposito ad un anno ma il deposito non ha la stessa liquidità del certificato di
deposito che invece può essere venduto. Le operazioni di pronti contro termine sono
contratti e non strumenti finanziari se ne parla come strumenti perché è
l’abbinamento di un’operazione a pronti e una a termine in cui le controparti decidono
di scambiare uno strumento sottostante e stabilire un prezzo al quale un soggetto lo
compra a pronti e lo vende a termine. Es un soggetto dispone di 100mila euro e vuole
fare un investimento di durata breve e vuole avere certezza sul rendimento
(investimento su 70 giorni). Si ha certezza del prezzo di acquisto ma non si sa quale
sarà prezzo di vendita. Uno strumento che mi consente di avere questa certezza è un
pronto contro termine in cui la banca cede a cliente titoli ad alto mercato (es BTP) e fa
pagare un prezzo. Il cliente dà il prezzo dei titoli alla banca (il cliente compra titoli che
la banca ha ad un certo prezzo); contemporaneamente si stabilisce anche il prezzo al
quale il cliente rivenderà i BTP fra 70 giorni. Si riesce ad avere il rendimento
dell’operazione ed esso è concordato con la banca (i pronti contro termine sono una
delle quattro forme di provvista della banca). Se titoli ceduti dalle banche prevedono
cedole, il cliente per 70 giorni incassa cedole: se 2,5% si guadagna sotto forma di
cedola allora il prezzo a termine deve dare guadagno dell’1,5% se il rendimento
stabilito è 4%. Se invece le cedole danno rendimento del 5%, il prezzo a termine è più
basso del prezzo a pronti perché rendimento delle cedole sui 70 giorni è maggiore
rispetto al rendimento totale stabilito, concordato per l’operazione. Operazione di
pronti contro termine può essere sia operazione di impiego sia operazione di
finanziamento e vede rovesciate le parti del cliente e della banca (chi compra e chi
vende).
4-GLI STRUMENTI DI DEBITO A MEDIO E LUNGO TERMINE
Ne esistono varie tipologie: titoli pubblici (di Stato), titoli di enti sovranazionali o titoli
emessi da privati (obbligazioni). Queste categorie sono titoli di debito ordinari (che
presentano le caratteristiche di qualunque titolo di debito). Poi le obbligazioni sono
titoli ordinari con qualcosa in più che ne modifica i connotati. Quando si parla di titoli
di debito a medio lungo termine negoziati nei mercati si parla di titoli di massa (es
l’emittente e si indebita perché vuole 200milioni non con un solo soggetto ma con una
massa di sottoscrittori), il rapporto è uno a tanti. Sono emessi in serie perché si
emettono una serie di titoli con le stesse caratteristiche al portatore (si rimborsa non a
chi ha sottoscritto ma a colui che porta alla scadenza). Se si vende il titolo prima delle
data di scadenza, esso viene rimborsato al nuovo soggetto che detiene il titolo, al
portatore (oggi i titoli sono dematerializzati, non esistono più fisicamente). La durata
all’emissione è superiore ai 12 mesi, incorporano diritto alla restituzione della somma
indicata sul titolo (valore nominale), incorporano altri diritti accessori (tra cui il
pagamento degli interessi), sono contraddistinti da un codice identificativo unico
(ISIN).
I titoli sono distinguibili per 4 elementi distintivi: tasso di interesse nominale annuo
(TNA), modalità di estinzione, durata e prezzo di rimborso. Tasso annuo e prezzo di
rimborso sono fissi e immodificabili per la durata se il titolo è ad elementi fissi,
altrimenti si parla di strumenti ad elementi variabili se almeno uno dei due è
modificabile. Gli strumenti la cui variabilità è nota sin dall’inizio sono però diversi dagli
strumenti in cui la variabilità non è nota ma è nota la modalità in cui avviene la
variabilità delle loro caratteristiche (indicizzazione). Il titolo è a tasso variabile non
indicizzato se il tasso di interesse nominale per il primo anno è il 4%, per il secondo
4,2% già accordato (so che varia tasso di interesse nominale e so di quanto varierà
tasso di interesse nominale, nel caso dell’indicizzato non si sa di quanto varierà tasso).
Il valore nominale e il prezzo di emissione sono elementi utili perché qualunque titolo
di debito ha prezzo di emissione, di negoziazione e di rimborso sul mercato che è una
percentuale del suo valore nominale (sono tutte percentuali in relazione al valore
nominale). È difficile confrontare obbligazioni sul valore nominale, esso è sempre
rapportato a 100. I prezzi dei titoli di debito sono sempre espressi in percentuali, cosa
che non avviene per le azioni in cui il prezzo è rapportato al valore nominale. Vedere
slide. Il taglio minimo non è un elemento morfologico ma una caratteristica di
negoziabilità sul mercato secondario (es. quanto più lo strumento è rischioso tanto più
il taglio minimo è elevato perché non venga sottoscritto dalla clientela retail (taglio
minimo elevato=maggior grado di rischio).
05/10/2023
Tasso di interesse nominale è la percentuale rapportata al valore nominale che viene
corrisposta come remunerazione periodica. Non si può parlare di