V.
Deve essere scelto un nuovo sovrano e Carlo secondo prima di morire aveva designato il duca
d'angiò appartenente alla famiglia dei Borbone di Francia era un discendente diretto di Luigi
quattordicesimo questo però non viene gradito da diciamo altre potenze diciamo si temeva che si
creasse un'alleanza all'insegna della dinastia borbonica indissolubile tra Spagna e Francia e quindi
scoppia la guerra di successione Spagnola che si conclude nel 1713-1714 con capace e Utrecht e di
Rastad che tra l'altro implicano che la Spagna perda i domini spagnoli In Italia tant'è che nel 1714
dice il Regno di Napoli passa sotto il controllo dell'impero asburgico, quindi abbiamo la fase austriaca
del Regno di Napoli che durerà fino al 1734.
La Spagna dovette cedere anche le Fiandre quindi anche qui l'impero asburgico si prese questa
importante regione che oramai non era più indipendente.
Quindi salì al trono Il Duca d'Angiò come Filippo V di Borbone, si inaugura la nuova dinastia che
Filippo V è un Borbone e quindi ha nella sua cultura la sua visione di governo profondamente
assimilato il centralismo francese, è un discendente diretto del Re sole e quindi nel momento in cui
sale al trono della Spagna Filippo V vuole introdurre un meccanismo di governo più affine al
centralismo francese. Infatti promulga dal 1707 al 1716 una serie di decreti che sono passati alla
storia con il nome di 'De neuva planta',realizzano in gran parte quel programma che il Conte duca di
olivares aveva già individuato, cioè la Castiglianizzazione di tutta la Spagna.
Finisce l'epoca dei viceré , i consigli che si occupavano dei territori appartenenti alla corona
d'aragona vengono soppressi e vengono riunificati(parliamo solo del il consiglio di Castiglia che si
occupa dei domini relativi alla penisola iberica).
In ogni città dell'aragona, Catalogna e Valencia viene nominato il corregidor e questo comporta la fine
dei tradizionali fueros quindi questa tradizione autonoma che aveva una sua origine secolare viene
meno.
Le cortes vengono unificate nelle cortes di Madrid, quindi a non ci sono più cortes catalane,aragonesi
e valenciane ma abbiamo solamente le cortes di Madrid, e cioè le cortes spagnole. Quindi le viene
anche importata dalla Francia la figura dell'intendente ecco si passa quindi da questa Unione di
dinastica ad un'unione amministrativa ad una monarchia spagnola a tutti gli effetti , una monarchia
ormai viene consolidata e strutturata sul modello castigliano, come ho detto è la Castiglianizzazione
della Spagna. E tuttavia questo crea delle forti tensioni che emergeranno periodicamente come ho
detto le radici anche delle tensioni attuali nella Spagna odierna risalgono a questo periodo cito per
chiudere un brano di un testo che si intitola 'LA SPAGNA IMPERIALE' di uno storico che si chiama
Elliot il quale descrive così questo momento e le sue conseguenze: " la soppressione dell'autonomia
catalana nel 1716 quando si chiude ciclo appunto di emanazione dei decreti dei 90 segna una vera e
propria frattura tra la Spagna degli asburgo e quella dei borboni.Certo è che il mutamento avvenne
nel modo peggiore la Spagna si avviò sotto il regime borbonico alla centralizzazione dalla
Castiglianizzazione ma la trasformazione avvenne in un momento in cui l'egemonia economica della
Castiglia del 500 era a causa del passato, così di un governo centralizzato alla castigliana venne
imposto sulle più floride regioni periferiche, che dovettero essere tenuti a freno con la forza con la
forza di una Castiglia economicamente arretrata, ne esordì allora una struttura tragicamente
artificiosa che però impaccio lo sviluppo politico della Spagna, dato che nei due secoli successivi si
ebbe una separazione continua tra potere economico e potere politico. Il centro e la periferia si
fronteggiarono in un' agonismo reciproco e gli antichi conflitti tra regioni diverse continuarono
ostinatamente a persistere la dicotomia Castiglia-Aragona non era tale da poter essere emarginata
contratto di penna anche se a tenere la penna era la mano di un Borbone".
Quindi una politica incentrata sulla Castiglia ma sviluppo economico più florido più accentuato nei
territori della corona d'Aragona, una dicotomia che per certi aspetti sarebbe arrivata fino ai giorni
nostri.
Lezione 4/03/2025
La questione, come ho detto anche nella prima lezione, del rapporto tra centro e periferia in Spagna,
e si riproporrà fino a tempi a noi recenti quindi è importante avere consapevolezza delle origini delle
problematiche in atto, in particolare la questione molto dolorosa dei paesi baschi con forme di
terrorismo che portate avanti dall' ETA,oggi invece c'è persiste la questione del rapporto con la
Catalogna. Certo è che appunto c'è questa differenza che caratterizza la Spagna di oggi tra un centro
politico che ha come sede Madrid e una parte economica piuttosto florida che rimane ancorata
appunto alla realtà catalana. Leggendo tempo fa un libro di un'importante scrittore spagnolo che si
chiama Javier cercas, autore di moltissimi libri tra cui uno titolato 'anatomia di un istante' che
ricostruisce il tentativo di colpo di Stato del 1981, mi sono imbattuto in questa frase che è molto
significativa libro, a un certo punto c'è un personaggio che dice : "noi catalani i politici non siamo
affatto bravi ma quella imprenditori siamo bravissimi". Anche qui è evidente questa dicotomia
castiglia-catalogna viene raffigurata in termini da una parte di capitale politica e dall'altro invece di una
storica capacità di fare affari e di dedicarsi al commercio e all'industria.
La dialettica autonomia e centralismo andrà avanti a nella storia spagnola, e il momento in cui si
comincerà nuovamente a riconoscere le autonomie sarà quello della seconda Repubblica spagnola
del 1931, la cui costituzione riconoscerà appunto la una forma di autonomia alle varie realtà
territoriali. Ma come sapete con la GUERRA CIVIL si andrà invece verso la vittoria del franchismo e
con Francisco Franco ci sarà invece il momento più centralistico in assoluto con il divieto di parlare
catalano, il divieto di parlare la lingua basca, queste lingue non potevano essere parlate in pubblico e
questo tendenza centralistica rimarrà fino all'approvazione della costituzione odierna nel 1978 che ha
riconosciuto le comunità autonome però il problema come abbiamo detto ancora non è stato
certamente risolto in via definitiva.
Bene quindi lasciamo adesso la Spagna e andiamo a vedere qual era invece il modello francese
anche perché abbiamo chiuso con Filippo V di Borbone, discendente diretto del sole che vuole
introdurre una maggiore centralizzazione ispirandosi appunto alla sua terra d'origine la Francia
vediamo appunto come si costruisce lo stato francese.
FRANCIA
La monarchia francese risale come data di origine al 987, quando con Ugo Capeto inizia la dinastia
dei capetingi, ed è importante questo evento perché è con Ugo Capeto che la corona francese
diventa ereditaria e quindi si instaura una dinastia nel senso che la corona viene trasmessa di padre
in figlio. In questo momento peraltro i territori della monarchia che sono soggetti all'autorità del
sovrano sono molto limitati, la Francia è suddivisa in grandi feudi che hanno una sostanziale
indipendenza anche perché era stato riconosciuto il principio della ereditarietà dei feudi e l'autorità del
sovrano su questi feudi e su questi feudatari era molto scarsa.
Come procede quindi la costruzione dello Stato francese?
Con il progressivo ampliamento dei territori che sono soggetti all'autorità del sovrano, quindi c'è una
progressiva estensione della realtà territoriale che è sottoposta ad il controllo del sovrano. A volte
questo avviene anche con delle guerre con delle operazioni militari sfruttando dei momenti di crisi, il
caso più celebre è quello dell'annessione della lingua d'oca nel sud-ovest della Francia, la famosa
long doc, e il pretesto fu la volontà di sterminare la l'eresia catara, quindi la crociata contro gli albigesi
condotta dal sovrano Filippo Augusto, che si concluse con dei veri e propri massacri di questi presunti
eretici e questo comunque ha consentito dal punto di vista politico di ampliare in questo caso
ulteriormente il territorio sotto la giurisdizione del sovrano.
In questo processo di creazione e di costituzione dello Stato francese è senz'altro da sottolineare il
momento dell' ascesa al trono e del governo del re Filippo il bello, A cavallo tra il 200 e il 300, è
importante questo periodo perché abbiamo un'evoluzione del significato e del ruolo del monarca
Anche da un punto di vista dottrinario anche in riferimento al ruolo del diritto romano e al rapporto
sovrano imperatore.
Nel medioevo oltre al diritto consuetudinario si era nuovamente fatto ricorso, adattandolo alla realtà
medievale al diritto romano,e il presupposto di tutto questo a livello generale era che il diritto romano
in qualche modo legittimava la figura dell'imperatore del sacro romano impero, il quale si poneva in
linea diretta continuità con l'epoca romana. Non solo ma il l'imperatore veniva ritenuta, da un punto di
vista sempre dottrinario, l'unica autorità in grado di essere di procedere all'emanazione di nuove
norme legislative perché se questo era stato fatto dai suoi predecessori nella Roma antica poteva
essere fatto ora anche dagli imperatori del sacro romano impero.
Ora in Francia questa teoria aveva suscitato molte preoccupazioni in quanto, appunto, si tendeva a
legittimare l'idea che il potere del l'imperatore fosse nettamente superiore come fonte di legittimità a
quello dei sovrani nazionali. Basti pensare che sotto il Regno di Filippo Augusto, nei primi decenni del
200 si decise di vietare proprio l'insegnamento del diritto romano nell'università di Parigi, la Sorbone,
e fu vietato proprio perché legittimava troppo l'idea di una supremazia imperiale.
E invece sotto il Regno di Filippo il bello le cose cambiano completamente proprio a partire dalla
dimensione dottrinaria perché viene stabilito un nuovo concetto: "rex in regno suo est imperator”, e
cioè il re è imperatore nel suo Regno, ed è un concetto nuovo è un concetto che prevede che il
sovrano, il monarca nazionale, all'interno dei territori e cioè nell'ambito del proprio possedimenti
territoriali, abbia le stesse funzioni dell'imperatore a quel punto si riprende anche la scuola del diritto
romano perché si ritiene di poter affermare che se è servito per legittimare l'autorit&ag
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