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LA

A pochi anni dal dopoguerra nelle maggiori città occidentali paesaggio urbano e quotidianità

domestica cambiano molto (pannelli promozionali, neon lampeggianti, cartelli, elettrodomestici,

nuove stoviglie). Consumi crescono e la pubblicità li segue, favorita da nuove conquiste Pop

tecnologiche. Clima ottimista, emerge attitudine lontana da drammatico Espressionismo.

art Popular art.

abbreviazione da Si diffonde prima in Inghilterra e poi negli Stati Uniti.

Gli artisti lavorano sull’iconografia della cultura di massa, i soggetti sono cantanti rock, dive di

Hollywood, politici, fumetti, auto di lusso, cibi di produzione industriale. Questi vengono

riprodotti a collage, disegnati tramite un proiettore, serigrafati, quindi l’immagine viene

riprodotta meccanicamente. Colori sono piatti, tecnica fredda e distaccata. L'intento di questi

artisti è quello di svuotare quello che è il significato di un'immagine di oggetti comuni. Artisti:

Jasper Jons e Robert Rauschenberg. L’intento degli artisti è svuotare l’immagine dal proprio

significato di oggetto comune.

This is tomorrow

Nel 1956 a Londra mostra “ ” con proposito di fare il punto della situazione

dell’uomo contemporaneo nella società dei mass media. 12 ambienti saturi di immagini con

una ricca varietà di fonti luminose, tattili e sonore.

Per realizzare il manifesto dell’evento, Richard Hamilton ingrandì un suo collage fotografico dal

titolo:

Just What is that Makes Today’s Homes so Different, so Appealing?

1956, Richard Hamilton, “cos’è che rende le case degli architetti così particolari e attraenti?

Ambiente domestico moderno con un Mister Muscolo armato di un gigantesco lecca-lecca, una

pin-up provocante, una casalinga con l’aspirapolvere. Intorno vediamo cibi preconfezionati, un

quotidiano, un televisore, un registratore audio. Sulla parete un fumetto romantico affianco a un

ritratto di altri tempi. Dalla finestra panorama hollywoodiano, sul tappeto folla umana vista da

collage

lontano e la stanza manca di soffitto. Immaginario ultramoderno ma tecnica del

fotografico, montaggio di immagini scollegate tra loro, indifferenza per norme prospettiche già

viste in Metafisica, Dadaismo, Surrealismo.

Pop Art,

In Inghilterra a metà anni 50 nasce la la mostra “This is tomorrow” ne rappresenta il

l’Indipendent Group,

lancio pubblico. Nel 1952 si forma con artisti, critici, scrittori, architetti

accomunati da desiderio di confronto con nuovi linguaggi della modernità. Argomenti di cui

parlano sono film, musica, immagini pubblicitarie e di moda, design industriale e fantascienza.

Young Contemporaries”

Nel 1961 si tiene la mostra “ che segna l’ingresso sulla scena

londinese di una seconda generazione più giovane di artisti pop.

Primo passo, 1966,

- Allen Jones: nuovo immaginario erotico femminile, rappresentava

corpi talmente esibiti da risultare disturbanti

Copertina per l’album dei Beatles Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band,

- 1967, Peter

Blake: si confronta con lo scenario musicale contemporaneo

A bigger splash,

- 1967, David Hockney: trasferitosi a Los Angeles diventa autore di scene

domestiche ambientate in grandi ville razionaliste

AFFERMAZIONE A NEW YORK: ANDY WARHOL

Pop Art

Dopo la mostra del 1961 la inglese conobbe una stagione espositiva intensa, anche

Pop Art

oltreoceano. Nessuno riassume l’idea di come Andy Warhol. Punti su cui poggia la sua

ricerca negli anni Settanta e Ottanta sono interesse per immaginario dei consumi, mimesi del

linguaggio pubblicitario, stile freddo e in apparenza anonimo. Figura chiave dell’intero

Novecento, incarna la nuova iconografia dell’artista nella contemporaneità, uomo di successo

capace di dettare le mode, sin dagli esordi fama planetaria. Pone fin da subito cura nella

costruzione della sua immagine pubblica.

Nasce a Pittsburgh nel 1928 da una coppia di immigrati cecoslovacchi, 17 anni corsi di disegno e

arti decorative. 1949 giunge a New York collabora con riviste di moda e agenzie di pubblicità.

1960 si converte alla pittura. I primi quadri riproducono su grande scala le strisce dei fumetti o i

prodotti di largo consumo. Poi abbandona questa tecnica per la serigrafia, che garantisce

l’impersonalità dell’esecuzione. Il 1963 segna un passaggio decisivo nella carriera: trasferisce lo

studio in un grande loft a New York e allarga l’attività creativa. Qui nascono opere serigrafiche

ma anche fotografie e film. Negli ultimi anni della carriera si dedica e televisione e editoria.

Dallo stile eccentrico, magro capigliatura di colore improponibile o parrucche argentee.

Tra le sue opere ci sono lungometraggi: sleep (uomo che dorme 5 ore 20 min). obiettivo

annoiare il fruitore perché vuole svuotare il significato dell’azione del personaggio.

Lavender Marilyn,

- 1962, Andy Warhol. Nel 1962 inizia a confrontarsi con Marilyn Monroe,

morta da poco. Serigrafia. Immagine già esistente, foto ingrandita per enfatizzare i tratti

del volto, volto inclinata sulla sinistra, colori piatti e vividi. Volto realistico (grazie alla foto)

ma anti-illusionistico (trattamento cromatico). Riproduzione in serie.

Disasters,

- Tra 1963 e 1964 sviluppa ciclo dedicato al tema della morte (esecuzioni

capitali, suicidi, incidenti stradali). Si confronta con repertorio sinistro e spettacolarizza la

morte, cosa che stavano già facendo i mass media.

FUMETTI

Sin dagli anni Trenta i fumetti rivestono ruolo importante nella cultura popolare americana,

durante guerra impiegati come propaganda militare. cartoon

Roy Lichtenstein (1923-1997) fa del linguaggio dei il perno della sua ricerca a partire

dal 1961. Con la pittura raggiunge un effetto identico a quello dei fumetti, usa gli acrilici.

comic strip

Scelta la la proietta sulla tela e ricalca i profili a matita, campisce il colore, ripassa i

confini con il nero e completa con la scritta in stampatello. Attraverso puntini identici fra loro

simula il retino tipografico proprio delle immagini a stampa. Effetto finale di forte impatto.

Preferenze per scene dal tono emotivo come donne in lacrime, supereroi, bombe, aerei prima

dello schianto. Selezionando la vignetta la sottrae alla narrazione originaria impedendo la

comprensione del significato. In parallelo inizia ad applicare il linguaggio dei fumetti anche a

immagini di storia dell’arte.

Tom Wesselmann originario dell’Ohio si trasferisce a New York nel 1956, dove si ritrova a

caricaturare l’esistenza dei propri contemporanei in un’America consumista, superficiale, facile

preda delle lusinghe.

Still life number 30,

- 1965, Wesselmann.

In appartamento newyorkese spesa svuotata sul tavolo in attesa di essere riposta,

all’istante individuiamo prodotto, genere e marchio (quadro o manifesto pubblicitario?).

Oleografia di un quadro di Picasso anni Trenta: avanguardia francese un tempo

dirompente ora addomesticata in contesto casalingo. Base a olio e smalto, alimenti da

foto ritagliate da riviste, porta del frigo e quadro sono veri

George Segal si esprime nel 1980 e afferma di avere delle riserve su alcune definizioni critiche

Pop Art

della che hanno accentuato un’esaltazione dell’America volgarmente materialistica. La

carica allegra e spensierata non gli appartiene ma le sue sculture ambientali preferiscono

atmosfere di sospensione, malinconia. Dai primi anni Sessanta sperimenta la tecnica dei gessi e

da allora da modelli in carne e ossa ricava calchi di porzioni anatomiche che poi assembla. I

dettagli somatici vengono lasciati ruvidi e approssimativi e l’insieme non veniva colorato. Poi

inseriva i calchi in ambienti sottratti dalla realtà urbana.

The Diner,

- 1964-66, George SegalRicostruzione in scala 1:1 di un momento di vita

insignificante: un uomo seduto dietro al banco attende il caffè dalla barista. È tutto vero

ad eccezione dei corpi, verosimili ma incolori: presenze mummificate, senza vita e assenti

anche a loro stesse

POP ART

LA IN ITALIA

Le profonde trasformazioni economiche che avevano contraddistinto il mondo anglosassone

cominciano a interessare anche l’Italia, che tra gli anni Cinquanta e Sessanta si avvia a una

rapida industrializzazione. Alcuni artisti italiani cominciano a misurarsi con la rete di nuovi “miti”

e le rispettive immagini.

Già da fine anni Cinquanta Fabio Mauri (1926-2009) osserva il mondo della pubblicità e

Cassetta

assembla una con scatole di pasta e altri oggetti. Pop Art

La pubblicità è uno dei termini ricorrenti nell’opera dell’artista più rappresentativo della

italiana, Mario Schifano (1934-1997).

Tutta propaganda,

- 1963, Mario SchifanoGrandi macchie bianche, gialle e nere, con

alcune colature di colore, si sovrappongono e in parte cancellano marchi celebri e scritte

di cartelloni pubblicitari. Più in basso scritta di caratteri maiuscoli come giudizio

perentorio sul sistema della comunicazione pubblicitaria: “TUTTA PROPAGANDA”

“optical art”, in contrapposizione alla pop art, si basava su dottrine psicologiche della

percezione. Ispirata alle teorie di espansione dell’universo.

lalla

ESPERIENZE MINIMALISTE

“Primary Structures” è il titolo della mostra che si tenne il 1966 presso il Jewish Museum di New

York, a questa si fa coincidere la nascita della scultura minimalista. Il filosofo Richard Wollheim

definì le opere che si presentavano ai visitatori “Minimal Art”: la sala era ingombra di

mastodontici solidi perfettamente sagomati, grazie ai successi della lavorazione industriale,

isolati o assemblati fra loro. Materiali: acciaio, alluminio, plastica, legno. La rottura con il passato

in questo caso consiste nel ridurre ai minimi termini l’opera: questa non allude a nulla se non a

sé stessa, di fatti quello che rende evidente è il ‘vuoto’ e la ‘mancanza di contenuto’. Le parole

chiave del movimento sono ordine, chiarezza e rigore. Modelli per lo sviluppo di questa corrente

furono il suprematismo e De Stijl, la differenza è che ora non si alludeva allo spirito, filosofia,

psicologia, ma l’obiettivo era il grado 0 della forma. Si estese anche al mondo della musica

Carl AndreRealizza sculture estranee rispetto alla tradizione scultorea. Utilizza come

- elementi base dei semplici quadrati, ottenuti industrialmente e identici fra loro, questi

vengono disposti come moduli per formare composizioni più grandi. Sono realizzati con

piastre non saldate tra loro ma solo accostate, no verniciate, no abbellimenti, no

manutenzione. “La mia opera è atea perché è priva di forma trascendente, non ha

caratteristiche spirituali o intellettuali, è materialista perché costit

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Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher melchiondagabriella di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Iacobone Damiano.
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