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LAVORO EDUCATIVO E COMPLESSITÀ ORGANIZZATIVA

In molte organizzazioni educative come scuole, servizi sociali, comunità di minori si nota una tendenza da parte degli operatori a vedere il proprio lavoro come un lavoro individuale, mettendo più sullo sfondo il contesto materiale e sociale. È come se le persone che lavorassero all'interno dell'organizzazione avessero una scarsa considerazione del far parte di un'organizzazione.

Si parla di:

  • Sottovalutare la complessità organizzativa: l'intendere le comunità o le scuole come organizzazioni ne delegittimi in qualche misura l'azione educativa
  • Sotto-considertazione del proprio lavoro. Esso viene considerato in chiave unicamente personale e affascinato dall'abbaglio educativo di una relazione speciale o esclusivamente con il minore, bambini o gli studenti.

In questo quadro deve essere valutata l'organizzazione e la strutturazione come un tutto.

modello che possiede delle fragilità OPERATIVE (come comunità x minori): OSSERVAZIONE ETNOGRAFICA DISAGLIETTI

Inadeguata distribuzione del lavoro tra gli operatori che lavorano altissimo turnoverà degli operatori, le conoscenze che vanno via con gli operatori e c'è difficoltà a costruire una comunità stabile che faccia tesoro delle pratiche

Alto rischio di burn-out (esaurimento emotivo) --> connesso alle poche risorse, alle situazioni psicologicamente pesanti,

Il burn out è dato anche dalla scarsa definizione degli obiettivi del servizio Scarsa documentazione organizzativa poca capacità di rendere visibile e pubblico il proprio lavoro con ricadute sulla socializzazione lavorativa dei novizi e sulla qualità globale del servizio offerto

Non uso di risorse di sostegno – artefatti per mantenere traccia e condividere pratiche di lavoro. Tutto sta nella testa dei singoli

operatoriSpazi non spazio privato per le operatrici sarebbe fondamentale che ci sia uno spazio§ àprivato per far discutere le operatrici tra loro

Tempi di lavoro dei lavoratori i lavoratori turnanti sono professionisti che vanno da un§ orario a l’altero e i tempi di lavoro erano disastrose. Momenti vuoti, turni poco pensati,negoziati

I RISULTATI DELL’OSSERVAZIONE DI S. RIPORTANO CHE LA TIPOLOGIA DEI CONTENUTIDELL’AGENDA avevano:

  1. Messaggi rivolti a specifiche operatrici (vari stili, vari contenuti)
  2. Messaggi rivolti al generico lettore dell’agenda (dove qui si sovrappongono diversi scrittorie registri di scrittura
  3. messaggi che dialogano con altri messaggi

L’agenda confusa (come questa su riportata) è indizio di una confusione tra un utilizzo in chiaveeducativa e termini procedurali poco chiara

RAPPRESENTAZIONE DEL MESTIERE DELL’INSEGNANTE

Situazione simile si trova nelle scuole:

  • svolge il suo lavoro da solo
  • il luogo
dell'attività lavorativa è essenzialmente in classe- l'insegnamento è un mestiere fatto di competenze dichiarative insegni perché hai delle competenze DALLA CLASSE ALLA SCUOLA COME ORGANIZZAZIONEAttività fuori, prima, dopo, attorno alla classe e in interazione con altri.Nessuno lavora in un vuoto sociale; le organizzazioni educative come comunità di comunità di pratiche professionaliLe migliori organizzazioni educative sono quelle nelle quali scelte, articolazioni e progettazione organizzativa, curricolare, sono condivise, negoziate e co-costruite: spazi di partecipazione e autorialità, cioè spazi pieniLa complessità è sia interna che esterna (che rapporti hanno con gli altri, chi li serve). Le scelte politiche qualificano le scelte educative.In ogni organizzazione educativa c'è un'idea di sviluppo, di apprendimento. Ogni organizzazione costruisce una specifica

La storia della scuola dell'infanzia: la preistoria

Nel 1873 Friedch Fobel apre Giardini di Infanzia: ha una funzione educativa esplicita che è quella di promuovere lo sviluppo di una personalità equilibrata e aperta. Al fine di effettuare tale obiettivo al meglio, fu il primo ad utilizzare i materiali didattici strutturati.

Nel 1861 La legge Casati: istituisce una scuola Materna (non ammette nella legge nessuna funzione educativa) con una funzione economica come risposta sociale al problema delle madri lavoratrici.

Inoltre, nello stesso anno, 1861, vi è una situazione assai eterogenea in Italia. Da un unico asilo in provincia di Cagliari, 5'0 a Torino, in tutto 2139 legati ai tassi di occupazione femminile (se ci fosse funzione educativa esplicita se la madre dovesse esserci in casa manderebbe il bambino a scuola in egual modo).

Dell'infanzia: attivismo pedagogico italiano

In Italia, nel 1895, incominciò a espandersi l'attivismo pedagogico, il quale, successivamente, ci influenzò il resto del mondo. Le massime esponenti di tale corrente furono le sorelle Agazzi introducendo la prima scuola materna a Mompiano (Brescia). Ispirandosi a Frobel istituirono un Metodo attivo, il quale prevedeva:

  • i campi di esperienza -> le giornate non venivano organizzate in base alle materie, ma ai campi di esperienza
  • aiuto reciproco - introducono situazioni stabili di aiuto tra i bambini
  • (tutor pupillo) contrassegno
  • museo delle cianfrusaglie - riempire la scuola con giochi che avanzavano a casa per far comprendere che essa non è un luogo strutturato e rigido
  • Giardinaggio - orto a cui facevano partecipare i bambini, per poterli insegnare a prendersi cura delle cose. Inoltre, le attività venivano svolte sia in un ambiente chiuso che aperto
  • mobili a misura di bambino

Idea talmente avanzata che non è diventata sistemica: 1906 Maria Montessori- Case Dei Bambini, basate su il suo innovativo <<metodo>> educativo basato su ricerche scientifiche: materiale strutturato, organizzazione spazio, mobili a misura di bambino, attività su aree tematiche.

La storia della scuola dell'infanzia: attivismo pedagogico italiano

1895- Sorelle Agazzi- Prima scuola materna a Mompiano (Brescia)

Metodo attivo (ispirato da Frobel): i campi di esperienza, aiuto reciproco (tutor pupillo), contrassegno, museo delle cianfrusaglie, giardinaggio, mobili a misura di bambino.

1906 Maria Montessori- Case Dei Bambini, basate su il suo innovativo <<metodo>> educativo basato su ricerche scientifiche: materiale strutturato, organizzazione spazio, mobili a misura di bambino, attività su aree tematiche (1922- 1945).

1923. La Riforma Gentile

L'obbligo scolastico a elevato a 14 anni, alla fine del ciclo unico elementare (anche se

èperlopiù disatteso)

  • Pianificazione dei titoli di studio
  • Introduzione insegnamento religione cattolica (dissidio tra scuola statale e scuola cattolica)

Dopo le elementari (frequentate da 5 milioni di bambini) obbligo di scelta (a 11 anni) tra:

  • Ginnasio-liceo: (165.000) SD
  • poi università: 130.000
  • Istituzioni tecnici, scientifici e avviamento del lavoro (130.00)
  • Magistrale 213.000
  • E gli altri?(gli insegnanti sono 175.000) (1947- 1968)

Nel 1947, con l’articolo 34, venne sancito il diritto allo studio dalla Costituzione dello stato repubblicano. La scuola fu aperta a tutti e l’istruzione inferiore fu approvata per almeno 8 anni, rendendola obbligatoria e gratuita. Quindi, all’individuo viene riconosciuto il diritto di raggiungere gradi alti di istruzione, anche se, effettivamente, erano privi di mezzi sociali ed economici (borse di studio e altre forme di agevolazioni). Statisticamente parlando nel 1947 il 60% dei ragazzi di 14 anni erano

privi di una licenza elementare e, fra questi, un terzo era analfabeta certificato. Inoltre, in tale anno venne introdotto il primo voto a suffragio universale in cui potevano partecipare anche le donne.

Negli anni 50 ci fu una grande trasformazione sociale ed economica, a seguito di una fortissima emigrazione territoriale dal sud (paese agricolo) al nord. Questo avvenne perché in tali aree si costituirono i primi paesi industriali.

Dal 1950-1955 inizia ad aumentare il numero di bambini che prendono la licenza elementare (che era preclusa ai loro genitori e nonni).

Questo processo venne incrementato grazie alle invenzioni di quel periodo:

  • 1954 arriva la tv
  • 1958 tele scuola (permette di partecipare ad un'impresa educativa)

L'invenzione della tv influenzò e consentì l'istruzione di 1 milione di italiani. Infatti, negli anni 1962 e 1968 il programma "Non è mai troppo tardi" di A. Manzi permise alla popolazione di prendere la

Licenza elementare. Nel 1961, nonostante queste crescite, ci furono ancora 4 milioni di analfabeti (8,3%), fra cui 500.000 bambini tra 10 e 14 anni non finiscono la scuola dell'obbligo (perdita ancora consistente).

STORIA DELLA SCUOLA (1962-1968)

- 1962 istituzione della scuola media unica, triennale, statale, obbligatoria e gratuita così come era previsto dalla costituzione. È un grande spartiacque perché prima della scuola media unica a 11 c'era chi andava a lavorare, ma ora vuol dire che tutti devono andare a scuola per 8 anni. C'è dunque la fine della segregazione di classe ed è uno sforzo importante che lo Stato fa per la costruzione dell'uguaglianza sociale.

- dal 1966 al 1986 La scuola pubblica fa si che gli alunni della scuola dell'obbligo (...+media unificata) aumentano del 54%. Quelli della media superiore del 107%. Università del 176%.

- 1968 cominciano ad essere diffuse nelle scuole le proteste degli studenti e

Subito propongono una riforma per l'esame di maturità e per la prima volta non è una decisione politica ma è una decisione presa dagli studenti che chiedono e ottengono questa riforma. Da lì poi inizia una stagione ricca di innovazioni di riforme scolastiche.

Dagli asili religiosi e privati si passa alla istituzione delle scuole materne statali. Si riconosce il diritto all'istruzione dei bimbi dai 3 ai 6 anni con la legge 444 hanno diritto ad educazione e istruzione. Si richiede un diploma per gli insegnanti, prima lo facevano le suore senza titolo di studio.

1971 viene istituito nella scuola elementare il tempo pieno, si sperimenta una forma organizzativa diversa in cui non c'è più un maestro ma più insegnanti le quali quelle più formate provano ad immettersi nell'insegnamento del tempo pieno.

1974 idea che la scuola non poteva essere gestita solo da presidi e insegnanti ma la legge sui decreti delegati prevede la

gestione da

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
29 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher irenea.tar di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dei gruppi e delle organizzazioni educative e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Zucchermaglio Cristina.