Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 7
Appunti Psicologia dei gruppi Pag. 1 Appunti Psicologia dei gruppi Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 7.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Psicologia dei gruppi Pag. 6
1 su 7
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Paradigma dei gruppi minimali

Basta dividere le persone in due gruppi per far nascere una conflittualità, mostrando una preferenza per l'ingroup e una discriminazione nei confronti dell'outgroup.

Identità sociale: parte della coscienza di sé, consapevolezza di appartenere ad un gruppo con i sentimenti di appartenenza correlati.

Confronto sociale: attraverso il confronto con gli altri gruppi stabiliamo il valore delle nostre caratteristiche di gruppo, ricavandone un'identità positiva o negativa.

Categorizzazione: processo esemplificativo della realtà che permette di dividere il mondo in categorie e collocarvi al loro interno le persone.

Tre componenti dell'identità sociale:

  1. Cognitiva: riguarda la consapevolezza di appartenere al gruppo.
  2. Valutativa: riguarda come valutiamo la nostra identità sociale, se positivamente o negativamente.
  3. Emotiva: sentimenti e emozioni correlati al far parte di tale gruppo.

(TCS) Teoria della categorizzazione del sé, Turner:

persona può categorizzare la propria identità secondo 3 livelli di astrazione: 1) essere umano 2) come parte di un gruppo 3) come persona individuale La persona non può identificarsi come parte del gruppo e anche individualmente poiché sono mutuamente escludenti. Depersonalizzazione: quando l'individuo si identifica nel gruppo abbandona la propria identità individuale, percependosi come parte del gruppo in cui ognuno è considerato interscambiabile. Metacontrasto: grado in cui tali caratteristiche divengono salienti. Etnocentrismo: percepire la realtà secondo il punto di vista del proprio gruppo di appartenenza. Entitatività: grado in cui il gruppo viene percepito come entità, un ammasso coeso, non vengono percepiti le singole parti di cui è composto ma un solo agglomerato. Teoria frustrazione aggressività: le persone che subiscono frustrazione e che non possono sfogarla nei confronti di chi gliela ha provocata.

Riverserà nei confronti di gruppi persone più deboli.

Teoria deprivazione relativa: discrepanza fra la situazione attuale e ciò che invece pensano che dovrebbero meritare.

Teoria confronto realistico (TCR) Sherif: I gruppi diventano ostili fra loro quando è presente un conflitto d'interesse, ciò è accompagnato anche da pregiudizi, stereotipi e discriminazione nei confronti dell'altro gruppo. I gruppi collaborano fra loro solo se il compito è un compito sovraordinato.

Deindividuazione (Zimbardo): il gruppo conferisce ai membri l'anonimato, perciò si sentono meno inibiti e investiti di responsabilità, così da poter dar sfogo ad azioni violente e antisociali.

Self-serving bias: l'insuccesso viene ricondotto a caratteristiche esterne all'individuo, appartenenza del gruppo, mentre il successo a caratteristiche interne, così da mantenere sempre un'alta autostima anche in situazioni negative.

Errore fondamentale di valutazione:

Errore di valutazione, le azioni della persona vengono ricondotte non a caratteristiche esterne, ma a tratti stabili interni all'individuo.

Essenzialismo soggettivo: il comportamento dell'individuo viene ricondotto all'essenza interna del gruppo, tratto comune a tutti i membri del gruppo.

Stereotipi: processo esemplificativo della realtà, insieme di caratteristiche tipiche di un gruppo che condividono tutti i membri al suo interno. La persona che detiene tali caratteristiche particolari verrà ricondotta a un determinato gruppo.

Bias intergruppi: errore nel valutare i gruppi, viene preferito l'in-group e discriminato l'out-group.

Ipotesi classica: paradigma gruppi minimali: è necessario dividere le persone in due gruppi, teoria del confronto tra gruppi: il confronto fra gruppi si risolverà sempre in conflitto almeno che non ci siano leggi, equità di status, mete comuni.

Ipotesi della superiorità: sistem justification theory: la realtà viene considerata come giusta.

Quindi sia i dominanti che i dominati contribuiranno a mantenerla poiché reputata come giusta. I dominanti, per mantenere lo status quo, discriminano l'outgroup e preferiscono l'ingroup, i dominati, accettando come giusto il sistema ma essendo svantaggiati, esprimono una falsa coscienza che vada tutto bene così, preferendo l'outgroup e discriminando l'ingroup. Social dominance theory: esprime che le risorse positive sono ripartite fra i gruppi dominanti, le risorse negative sono ripartite tra i gruppi dominati. Ipotesi dell'inferiorità: si basa sul self bias, per salvaguardare l'autostima si riconduce la propria inferiorità non a caratteristiche personali ma all'appartenenza di gruppo. I gruppi di status inferiore si percepiscono e vengono percepiti più omogenei e mostreranno più discriminazione verso l'outgroup, i gruppi di status superiore verranno percepiti e si percepiscono in modo più eterogeneo. 5 fasi della socializzazione di gruppo (Moreland e Levine): 1.Esplorazione: il gruppo cerca un individuo che possa contribuire al raggiungimento degli scopi di gruppo, l'individuo cerca un gruppo che possa soddisfare i propri bisogni personali. Se si trovano d'accordo, l'individuo entra nel gruppo. Socializzazione: il gruppo cerca di modificare il nuovo membro per farlo contribuire maggiormente al raggiungimento degli scopi di gruppo. Se ciò avviene, avviene l'accettazione. Mantenimento: inizia la negoziazione di ruoli, il gruppo cerca un ruolo dell'individuo in cui possa dare la massima prestazione per il raggiungimento degli scopi di gruppo. L'individuo cerca un ruolo con cui poter raggiungere i bisogni personali. Se si accordano, continuano a collaborare, altrimenti viene emarginato. Risocializzazione: si cerca di far convergere il membro divergente sulla decisione presa dal gruppo. Se non si adegua, viene allontanato dal gruppo, uscita. Ricordo: l'individuo pensa alla passata relazione con il gruppo. 4 tecniche che permettono di entrare piùfacilmente nel gruppo: giocare il ruolo di nuovo entrato, collaborare fra nuovi entrati, condurre un efficace processo di ricognizione durante la fase di esplorazione, cercare referenti di fiducia. Covariazione di dechamps: le relazioni interindividuali e intergruppi sono molto simili fra loro e sono interdipendenti. Leadership: Approccio dei tratti (teoria del grande uomo): teoria in cui si sostiene che il leader sia determinato da alcuni tratti che un individuo debba possedere fra cui: responsabilità, capacità di iniziativa, socialità, influenza sociale, capacità motivazionale, abilità. Strategia identitaria: si sostiene che l'individuo non nasca con tali caratteristiche che gli permettono di fare il leader, ma adotta una strategia identitaria mirata ad assumere la posizione di leader, questo porta numerosi benefici per la propria identità, ma anche costi per mantenere tale status. Situazionale: l'attenzione si sposta sulla situazione, in base allasituazione verrà deciso le caratteristiche che deve avere il leader. Modelli della contingenza: integrano l'aspetto situazionale con lo stile di leadership da adottare. Modello di Fiedler: sostiene l'interazione fra stile di leadership e la situazione e distingue fra leader centrati sulla relazione e leader centrati sul compito, l'orientamento del leader può essere più o meno efficace determinato da tre fattori di favorevolezza: 1. Qualità delle relazioni leader-membri, 2. grado di strutturazione del compito, 3. potere legato alla posizione del leader. Modello Vroom e Yetton: In base alla situazione si adotterà uno stile di leadership diverso. Perciò va tenuto in considerazione i fattori situazionali: la quantità di informazioni detenute dal leader e dai subordinati, importanza delle decisioni, chiarezza del problema, grado di accettazione dei subordinati, livello di motivazione e disaccordo. Vari stili: autocratico, autocratico con richiesta di informazioni ai collaboratori.

consultivo individuale, consultivo di gruppo, partecipativo.

Modello path-goal theory: modello che si basa sulla motivazione dei membri. In questo modello il leader deve incentivare la motivazione dei membri facendoli percepire che il suo scopo è lo stesso di quello del gruppo e che è capace di condurli all'obiettivo.

4 stili di leadership: strumentale (orientato al compito, pianifica il lavoro), supportiva (orientata a creare un clima sereno e tiene conto dei bisogni dei sub.), orientata ai risultati (elevate aspettative, forte incentivazione), partecipativa (mette in comune le informazioni e accetta consigli).

Modello Hersey e Blanchard: si focalizza sulla corrispondenza stile di leadership e caratteristiche maturative dei membri.

4 stili: Telling (molta guida, poco sostegno, dà ordini), selling (molta guida, poco sostegno come il telling ma fornisce supporto), participating (poca guida, molto sostegno, forti relazioni interpersonali), delegating (poca guida e poco sostegno).

Teorie

utilizza la sua influenza per ispirare e motivare i membri del gruppo a raggiungere obiettivi comuni. Questo tipo di leadership si basa sulla fiducia, sulla comunicazione aperta e sulla capacità di influenzare positivamente il comportamento e le attitudini dei membri del gruppo. Leadership transazionale: il leader transazionale si concentra sulle transazioni e sugli scambi con i membri del gruppo. Questo tipo di leadership si basa su un sistema di ricompense e punizioni, in cui i membri del gruppo vengono motivati ​​a raggiungere gli obiettivi attraverso incentivi e sanzioni. Leadership situazionale: il leader situazionale adatta il suo stile di leadership in base alle esigenze e alle circostanze del gruppo. Questo tipo di leadership si basa sulla flessibilità e sulla capacità di adattarsi alle diverse situazioni e alle diverse esigenze dei membri del gruppo. Leadership carismatica: il leader carismatico è in grado di ispirare e influenzare i membri del gruppo attraverso il suo carisma e la sua personalità magnetica. Questo tipo di leadership si basa sulla capacità di creare un forte seguito e di motivare i membri del gruppo attraverso la fiducia e l'entusiasmo. Leadership autentica: il leader autentico è in grado di essere se stesso e di mostrare autenticità e integrità nel suo ruolo di leader. Questo tipo di leadership si basa sulla sincerità, sull'onestà e sulla coerenza tra i valori personali del leader e le sue azioni come leader. Leadership democratica: il leader democratico coinvolge i membri del gruppo nelle decisioni e nel processo di leadership. Questo tipo di leadership si basa sulla partecipazione attiva dei membri del gruppo e sulla condivisione del potere decisionale. Leadership coercitiva: il leader coercitivo utilizza la forza e l'autorità per ottenere il rispetto e la conformità dei membri del gruppo. Questo tipo di leadership si basa sulla paura e sulla coercizione come mezzo per ottenere risultati. Leadership affiliativa: il leader affiliativo si concentra sulle relazioni e sul benessere emotivo dei membri del gruppo. Questo tipo di leadership si basa sulla creazione di un ambiente di lavoro positivo e sulla promozione della collaborazione e dell'empatia tra i membri del gruppo. Leadership coach: il leader coach si concentra sullo sviluppo e sulle capacità dei membri del gruppo. Questo tipo di leadership si basa sulla guida e sul supporto dei membri del gruppo nel raggiungimento dei loro obiettivi e nel miglioramento delle loro competenze.

Andando incontro ai bisogni dei membri va incontro anche lui stesso ad una modificazione.

Leadership carismatica: il leader carismatico è colui che possiede speciali caratteristiche come: la dominanza, l'influenza sugli altri, fiducia in sé, consapevolezza delle proprie capacità, in grado di attivare attraverso la comunicazione la motivazione nei subordinati.

Donne e leadership: Rapporto fra genere e stile di leadership: la struttura gerarchica maschile è verticale basata sulla differenza di status, quella femminile è a rete dove non ci sono differenze di status e la decisione viene presa in modo consensuale. Il potere per i maschi viene visto come grado di dominanza sugli altri mentre per le femmine viene visto come energia da condividere all'interno. Il conflitto dai maschi viene vissuto come una minaccia all'azione di gruppo mentre per le donne un'occasione di confronto per poter migliorarsi e innovare il gruppo, le differenze i maschi le disprezzano.

svalutandole mentre le donne valorizzano le differenze come portatori di innovazione.

Forze centripete: conformità

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
7 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Cici89 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dei gruppi e delle relazioni sociali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Guazzini Andrea.