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La valutazione della performance patrimoniale: solidità

Come già visto, la solidità serve a comprendere come il patrimonio aziendale sia in grado di essere utilizzato come risorsa ai fini dell'attività di un'azienda. L'analisi della performance patrimoniale dell'impresa si basa sull'osservazione del Patrimonio netto e della sua congruità quale primaria fonte di finanziamento dell'impresa stessa. Nello stato patrimoniale, dalla parte delle fonti si hanno due grandi risorse: una derivante da terzi e una da capitale proprio. Quest'ultima va a comporre il patrimonio netto, che a sua volta si compone di fonti che possono derivare da: - apporto dei soci, chiamati a versare un capitale perché sono interessati a diventare imprenditori di un'azienda a cui sono interessati, piuttosto che far parte della compagine sociale; - autofinanziamento, come risultato della capacità dell'azienda di creare unreddito in un certoperiodo di tempo tramite la sua attività, che va ad aumentare il patrimonio netto. All'interno diquest'ultimo troviamo infatti proprio l'utile d'esercizio e l'utile portato a nuovo. Un'azienda cheriesce a perdurare nel tempo e che grazie alla sua attività genera reddito è un'azienda capace diautofinanziarsi contribuendo alla creazione del patrimonio netto.

Indici di solidità: grado di indipendenza dai terzi
Questo indice va quindi ad osservare quanto il patrimonio netto influenzi il totale delle passività. Ossia, afronte di tutte le fonti di finanziamento, quanto è patrimonio netto e quanto capitale di terzi.
Un'ulteriore evoluzione che si può analizzare è vedere come il patrimonio netto si rapporta alle passività finanziarie, ossia le passività di terzi, le fonti di finanziamento esterne. 65
È ovvio che più l'azienda è patrimonializzata,

più il patrimonio netto sarà superiore alle passività finanziarie, ossia ci darà una misura di quanto un’azienda è autonoma nel grado di finanziamento. A livello di rischio, è preferibile avere più capitale netto che di terzi. Ossia quanto più elevato è il Patrimonio Netto della società, tanto maggiore è la sua indipendenza dai finanziamenti esterni e, di conseguenza, la sua solidità patrimoniale.

Abbiamo già detto che la visione del finanziamento è cambiata nel corso del tempo, perché una volta era quasi normale indebitarsi molto, perché il costo del denaro era molto basso e anche la valutazione degli indicatori era fatta diversamente, infatti la capitalizzazione di un’azienda non veniva vista come un campanello d’allarme. Ora è una delle prime cose che viene valutate quando si tratta di solidità: più il patrimonio netto è superiore al

capitale di terzi, più l'azienda è solida. L'equilibrio tra le fonti di finanziamento, e quindi un'ottima capitalizzazione, si otterrebbe con una percentuale di indipendenza finanziaria pari al 50%. Un'impresa ha una discreta indipendenza finanziaria quando l'indicatore si attesta su valori superiori al 20%-30%, anche se dipende dal settore (EX. il settore edilizio è fortemente indebitato, perché si occupa di operazioni di lungo periodo con un ritorno legato all'avanzamento dei lavori, quindi anche l'evoluzione della posizione debitoria è legata al lungo periodo, quindi è quasi normale avere dei debiti più importanti rispetto al capitale netto. Fattori che influenzano il grado di indipendenza da terzi È molto difficile identificare a priori un valore ottimale di indipendenza finanziaria, in quanto le variabili che influiscono su tale valutazione sono diverse. Infatti, l'adeguatezzadell'indipendenza finanziaria dipende da diversi fattori:
  • Il settore di appartenenza (es. edilizia);
  • La tipologia dell'indebitamento (debiti finanziari o debiti funzionali). Avere debiti legati all'attività commerciale, piuttosto che di natura finanziaria verso le banche, è molto diverso;
  • La tipologia degli investimenti che portano ad avere delle posizioni debitorie (es. materiali, finanziari, immateriali, ecc.), che devono essere accoppiate con una tipologia di investimento simile. Ad esempio, non ci si fa un mutuo per comprare la farina per fare il pane, come non si chiede un mutuo trentennale per un bene immobile che si userà per 10 anni, perché si avrebbe uno squilibrio notevole;
  • La presenza di liquidità in termini di cassa e banca. Tuttavia, nel momento in cui si usano delle posizioni debitorie per compensare delle attività di carattere corrente si crea uno sbilanciamento, perché non si hanno delle risorse finanziarie immediate per far fronte alle spese correnti.
entrate di credito a breve e allora si creano dei debiti di lungo periodo. Questi sono i grandi problemi della solidità delle aziende, facilmente riscontrabili soprattutto prima della crisi finanziaria, perché non c'era grossa attenzione a questo genere di bilanciamento. Adesso le banche sono molto attente a tutto ciò. Leva finanziaria (leverage) Totale Passivo Capitale di Terzi + Patrimonio Netto (PN) Leva = ------------------------------------ = ------------------------------------------------------ Patrimonio Netto (PN) Patrimonio Netto (PN) È il rapporto tra il totale delle fonti di finanziamento e il Patrimonio Netto e indica il grado di indebitamento dell'impresa. È un indice molto importante, perché permette di capire, a fronte di una variazione di un indice, cosa è cambiato al suo interno. La variazione dell'indice va spacchettata e analizzata per singola voce. Più questo valore è elevato, più

L'azienda è indebitata nei confronti di terzi, perché significa che si ha meno patrimonio netto. È speculare a quello di prima.

Gearing ratio 66. Mette in evidenza il rapporto tra il valore dei debiti finanziari o della posizione finanziaria netta ed il patrimonio netto. È lo stesso rapporto visto prima, ma in modo speculare, perché si vanno a prendere i debiti legati soprattutto ad aspetti finanziari, sottolineando l'importanza del fatto che queste passività non devono superare il patrimonio netto.

La valutazione è ottima se raggiunge un valore pari a 1, ovvero la posizione finanziaria netta ha il medesimo valore del patrimonio netto. Se questo valore è compreso tra 1 e 3, ancora la situazione è accettabile, ma nel momento in cui questo continua a salire, significa che l'azienda è indebitata, ma questo dipende sempre anche dal settore di appartenenza dell'azienda, per cui si dovrebbero fare ulteriori

valutazioni.Copertura immobilizzazioni con Capitale Proprio

Questo indice ci permette di vedere quanto il patrimonio netto di un'azienda è in grado di coprire il suo attivo immobilizzato. Quanto più si avvicina all'unità, tanto più l'azienda può essere considerata solida, perché significa che il patrimonio netto è in grado di coprire quell'attivo che per natura ha un'utilità di lungo periodo. Il patrimonio netto viene visto in riferimento all'attivo immobilizzato perché si considera, e ci si aspetta che il capitale fornito dai soci sia un debito di lunghissimo periodo consolidato.

Si noti come tale ratio altro non sia che la trasformazione in rapporto del margine di struttura (PN - Attività fisse); quando il margine di struttura è positivo, l'indice si attesta in valori superiori all'unità, quando il margine è negativo, il valore assunto

dall'indice è compreso tra 0 e 1.

Copertura delle immobilizzazioni con fonti durevoli

Quanto le fonti di lungo periodo (quindi il patrimonio netto e le passività consolidate) sono in grado di coprire l'attivo di lungo termine. Tale rapporto risulta significativo soprattutto se si accetta il postulato in base al quale per attuare investimenti di una certa durata si debba ricorrere a finanziamenti di durata almeno pari. Partendo da questo presupposto si dovrebbe considerare buono questo indice solo se superiore all'unità, poiché infatti valori inferiori all'unità starebbero a significare che investimenti "a lungo" sono finanziati con fonti "a breve", il che potrebbe essere, con forte probabilità, la prima avvisaglia di uno squilibrio finanziario dell'azienda.

Se si utilizzano dei debiti a breve termine per coprire un'immobilizzazione (di lungo), si crea un disequilibrio di solidità incredibile.

EX. se si fa un finanziamento di 5 anni per comprare un macchinario che ne dura 10, ciò significa che tra 5 anni si deve fare un ulteriore finanziamento, perché non si è finito di coprire il costo del macchinario.

Questo era uno dei maggiori problemi che si avevano prima della crisi finanziaria, quando le banche andavano dalle aziende offrendo dei finanziamenti di EX. 10.000€ per 10 anni ad un certo tasso di interesse, con il quale l'imprenditore si poteva comprare un macchinario. Se però questo macchinario veniva usato per 15 anni, poi doveva tornare da quella banca per farsi fare un altro finanziamento. Per cui si creavano continui scompensi tra attivo immobilizzato (lungo) e posizione debitoria (breve), anche perché se il debito è di breve periodo, la banca lo esige a breve, ma a quel punto non c'è un attivo corrente che lo va a bilanciare. Ecco perché:

A fronte di un'immobilizzazione di lungo periodo è

È necessario avere un debito che la copra per il medesimo periodo.

ANALISI ECONOMICA: REDDITIVITÀ

Riclassificazioni di conto economico

Ce ne sono diverse, che tengono conto di diversi aspetti:

  1. Conto economico a margine di contribuzione
  2. Prevede una suddivisione in macroaree dei costi in fissi e variabili. È una classificazione che si può fare solo se si hanno queste informazioni sui costi, che ci fanno capire quanto un'azienda è immobilizzata, ingessata in termini di costi che variano o meno in relazione alla produzione;

  3. Conto economico "a ricavi e costo del venduto"
  4. Prevede una suddivisione dei costi per destinazione all'interno delle tre grandi aree di risultato all'interno dell'azienda: l'area industriale (relativa alla produzione), commerciale (alla vendita dei prodotti) e amministrativa (di struttura, che permette di avere le altre due). Per sapere quanto vale il "venduto", questo si va a spacchettare.

partecipato alla sua creazione.4. Bilancio d'esercizioRappresenta la situazione finanziaria dell'impresa in un determinato periodo di tempo, evidenziando le entrate, le uscite e il risultato finale.5. Bilancio consolidatoViene redatto dalle società che controllano altre società, al fine di fornire una visione complessiva del gruppo.6. Bilancio socialeMisura l'impatto sociale dell'impresa, evidenziando le azioni e gli investimenti realizzati a favore della comunità e dell'ambiente.7. Bilancio di sostenibilitàRappresenta l'impatto ambientale, sociale ed economico dell'impresa, evidenziando le azioni intraprese per garantire uno sviluppo sostenibile.8. Bilancio previsionalePrevede le entrate e le uscite future dell'impresa, al fine di pianificare le attività e valutare la sua capacità di generare profitti.9. Bilancio di liquidazioneViene redatto al momento della chiusura dell'impresa, al fine di determinare il valore dei beni e delle passività e distribuire il patrimonio tra i soci.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
87 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher EleCal99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Lettura e analisi del bilancio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Verona o del prof Moggi Sara.