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PASOLINI
1. [cap.6 partenza da Deli]
Strutturazione nominale delle frasi; centralità della sensorialità (città indiana “della malinconia”) guidata
dall’osservazione soggettiva.
Paragona la città alla Pianura Padana appena bombardata -> paragone.
“quanto a garanzie pratiche siamo in una botte di ferro” = ironia legata alle soste/sistemazioni pensate da
Moravia; è infastidito da questo continuo programmare che non gli permette di girare come vuole.
Serie di impressioni sensoriali slegate e non presentate in un quadro organico. Es. comparsa dell’incantatore
di serpenti al passaggio al livello. Archetipo del mendicante: qui è l’incantatore, per noi è la zingara.
Visione soggettiva dell’India: uniforme nonostante i km percorsi -> restituisce il pensiero supportandolo con
esempi sensoriali (es. gracchiare delle cornacchie).
Quando vede la scena del Sik – il conducente – che rimprovera i contadini, non restituisce un ragionamento
sulle classi sociali in India e sull’invalicabilità di queste, ma – istintivamente – si schiera contro il suo modo di
fare e in generale di tutti i Sik.
Che lui vede come “milites gloriosi” -> citazione letteraria ad un’opera di Plauto, “soldato spaccone”.
2. [incontro con un bambino chiamato Ravi – non letto]
Durante un’uscita senza Moravia, lo incontra e si interessa al suo destino.
Prova ad aiutarlo – dandogli delle monete – ma lui le rifiuta pk gliele avrebbero tolte gli adulti -> approccio
di aiuto occidentale (carità).
Prima della partenza gli dispiace lasciarlo e quindi si mette in contatto con un prete che gestisce una
comunità di minori per farlo accogliere e accudire da lui: ancora una volta mostra un atteggiamento
stereotipato -> cerca di cambiare un episodio in India con modalità valide in occidente -> probabilmente il
bambino non sarà entrato nell’istituto o comunque non ci sarà rimasto per molto…
MORAVIA
Restituisce sensazioni simili a Pasolini ma le motiva: delusione e sensazione respingente derivano dal caos
cittadino.
Anche lui molto orientato nel giudizio: paese non è bello dal punto di vista artistico e paesaggistico (come
Italia e Giappone), ma interessante. La trova affascinante e piena di mistero ma in parte “familiare” pk
provenendo dallo stesso ceppo di lingua comune (=indo-europea) viene da formulare dei paragoni = fonda il
suo giudizio sul proprio sapere intellettuale.
Si identifica pk si avvicina.
Fortini di Pasolini dice che:
- prevalga il momento valutativo basato sull’affettività
- restituisce un reportage in cui l’io ha un atteggiamento problematico e talvolta incoerente tra un momento
e l’altro.
Pasolini infatti ha un occhio discreto mentre Moravia è sintetico.
➢ Discreto pk da etimologia “discernere”: guardare distinguendo, cogliendo differenza tra particolari -
> focus ai particolari per poi cogliere la chiave di lettura; non parla di tutto.
➢ Moravia invece è sintetico -> giudizio che si basa su una rielaborazione logica: legge e rilegge il testo
per sintetizzare gli elementi più importanti di quanto visto.
-> neo-primitivismo = decadentismo.
Atteggiamento di immersione a-razionale nel reale e identificazione in vista del raggiungimento di
un’essenza del reale, della sua autenticità.
Corrente del ‘900 anche artistica. Es. Picasso e bagnanti di D’Avignon -> disegna volti squadrati come
maschere africane.
Lo scopo è sia l’esotismo che la rappresentazione della versa essenza -> restituiscono un archetipo.
Pasolini basandosi sulle proprie impressioni esprime dei giudizi perentori -> li considera delle chiavi di
lettura, ma in realtà arriva a stereotipi generalizzanti.
Giudizi a contrasto con il Pasolini esponente dell’anti-turismo politico: per la corrente dovrebbe andare alla
ricerca di luoghi poco conosciuti o aspetti nuovi delle mete turistiche note, ma di fatto nell’espressione dei
giudizi riprende questi stereotipi generali diffusi.
Es. idea della borghesia indiana durante la cerimonia.
Parla ad un pubblico che si esprime in modo simile a lui -> rilevante per la resa linguistica.
[letture]
PT2
Sempre scrittura odeporica in ambito dell’anti-turismo politico è…
Autore poco studiato pk eccentrico, ma intellettuale importante per testimonianza politica e impegno etico
-> letteratura come impegno civile e forte valenza etica.
Durante il periodo fascista, per evitare le persecuzioni, cambia il cognome del padre – di origine ebraica – e
prende quello della madre.
Inizia la militanza anti-fascista/resistenziale con l’arrivo in Svizzera -> poi partecipa anche alla militanza attiva
con la Val d’Ossola.
Milita con la sinistra ma spesso si trova vicino alla sinistra extraparlamentare -> atteggiamento critico nei
confronti della sinistra al parlamento per i candidati eletti.
Con il manifesto del Vittorini inaugura una nuova fase della letteratura: non più consolatoria delle
sofferenze, ma che le impedisca; non di evasione e consolazione, ma che impedisca il succedersi delle
vicende. cfr. volponi -> intellettuale scelti da Adriano Olivetti per la fabbrica
nel progetto.
-> riflessioni che refluiscono nel volume di saggi politici “Verifica dei
poteri”: fa il punto della politica di sinistra in questi anni e si avvicina
a posizioni vicine alla sinistra extra-parlamentare.
Per curiosità e autonomia critica segue la rivoluzione di Mao in Cina.
-> percorsi universitari in questo momento – anche per Mario Luzi –
fanno riferimento alla cultura più che al curricolo.
-> Atteggiamento antipodico a Pasolini (P.) -> Fortini è razionale,
intellettuale, sempre carico di moralità e teso alla verifica;
all’insegna di partecipazione politica; in caso di delusioni mette
in discussione le scelte.
Quasi “religioso” pk tentativo di associare a qualsiasi
comportamento una carica morale; indagare in modo esausto il
reale alla ricerca di ciò.
-> tentativo utopico di ricomporre un mondo ideale (speranza)
anche di fronte alle lacerazioni evidenti.
L’opera intellettuale quindi è crocevia tra opera storica e
annuncio di liberazione.
È sempre in bilico fra essere portato della storia e delle vicende,
ma anche vedere un possibile annuncio di speranza = vivere in
equilibrio mobile fra fiducia umanistica nella parola (rivitalizzare
il messaggio di sinistra, marxista) e perdita di fiducia*.
*muore nel ’94 e quindi assiste in vita alla caduta dei regimi con
sistema politico comunista.
Costante della sua vita: principalmente si occupa di queste ma poco note -> forse pk intellettuale impegnato
ma poco etichettabile rispetto alla sinistra (equilibrio mobile).
Il tentativo poetico è quello di esprimersi con un linguaggio senza tempo e pure, assoluto (quasi a
riprendere il simbolismo) per rispondere all’imprevedibilità della realtà. -> si interessa anche di critica
letteraria.
[non letti] Il più importante è “verifica dei poteri”.
Fortini scrittore di viaggio invece emerge nel testo del 1956:
Si apre con delle riflessioni generali sul viaggio e sulla sua idea di viaggio: i problemi dell’Italia lo abbiano
guidato in Cina ma al contempo questa visita gli ha permesso di conoscere una società socialista importante
per il genere umano. Prevede l’importanza della Cina e l’influsso dell’oriente sull’occidente.
In quanto intellettuale di sinistra… -> vuole la rivoluzione comunista anche in occidente.
-> la struttura dell’opera è estremamente simmetrica e studiata.
[lettura passaggi]
o Arrivo e quartiere delle legazioni, sedi diplomatiche, dove vengono accolti
Nota come la prima visione/immagine è quella che si stamperà in modo archetipico -> nell’ottica del noto-
ignoto ognuno poi terrà l’immagine che gli sembrerà più familiare.
o La folla
Vede nella folla i “colori” delle divise associate a ciascuna classe sociale: blu, rosa pesca…
Tutto molto ordinato e composto, anche le file -> si sente mosso da questa massa, anche senza essere
toccato da nessuno.
Vede le 3 generazioni: i vecchi, gli adulti e i giovani; ciascun caratterizzato da una particolarità.
Paesaggio disorientante pk non conoscono le dinastie e l’architettura è una sovrapposizione di queste.
Lettura simbolica e puntualità da militante politico -> riporta la numerosità dei visitatori del parco.
27 marzo 2024
= spaesamento/sradicamento.
Una delle nuove strategie e forme di scrittura di viaggio
citate da Marfè, come fine dei viaggi.
Intende il viaggio di chi è costretto allo spostamento a
causa di un destino avverso: racconti di deportazione
(come romanzi e racconti di Primo Levi) e di migrazione,
sia di italiani verso l’estero alla ricerca di fortuna – come
sull’oceano di de amicis – ma anche persone da altri paesi
che emigrano nella nostra penisola.
A questo sotto-genere si interessano diversi intellettuali, come Todorov: chi è costretto allo spostamento
forzato vive lo sdoppiamento nella percezione del tempo -> binarietà sia dello spazio che del tempo.
-> nel tempo pk vive “in between” fra passato idealizzato/vissuto con rammarico e futuro di speranza
(presente come transizione)
-> lo stesso vale per lo spazio: si desidera iniziare una nuova realtà altrove, ma talvolta il nuovo è deludente
o fonte di frustrazione = proiezione idealizzante all’indietro, per la mancanza del luogo d’origine.
La lingua porta le tracce di questo: si scrive il trauma con lingua balbettante pk per ripresentare il trauma lo
si rivive (attività dolorosa) -> alcuni scrittori impiegano una lingua terza, di mediazione; né d’origine né
accogliente, ma che consente di distanziare il trauma.
La madre-lingua legata alla patria e alla famiglia è più facile da utilizzare e familiare, ma potrebbe riportare
la sensazione bruciante del trauma; la lingua dell’accogliente invece è più incerta e difficile ma allontana il
trauma. La lingua originale è lingua dei ricordi, ma anche lingua del dolore.
[cfr. testo di Michela Meschini e Carla Carotenuto]
Quando si scrive quindi si opta per…
> lingua altra che si distanzia dalla prima lingua; anche balbettante o arricchita/mescolata con termini della
lingua madre;
> silenzio che segue l’orrore: non riesce a raccontare. Es. Edith Brook -> dovere morale di testimoniare
quanto accaduto, ma dolore nel riviverlo mentre si racconta.
Testi dedicati all’eccidio armeno -> p