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CONGIUNTIVO NELLE PROPOSIZIONI INDIPENDENTI
• esortazione, consiglio, invito. È usato soprattutto nella 1 pers.
a
Congiuntivo esortativo (e proibitivo):
plurale (e poco nella 1 singolare). Molto spesso è accompagnato da imperativi cristallizzati e avverbi
a
indicanti incoraggiamento, come ἄγε (ἄγετε), φέρε, ἴθι, ἀλλά, δεῦρο, δεῦτε, da tradurre con espressioni
come “orsù”, “suvvia”, “avanti”. La negazione è μή (congiuntivo proibitivo).
----- nella forma dell’aoristo nella 2 e 3 persona, esso sostituisce l’imperativo
a a
congiuntivo proibitivo:
negativo. 62
• esprime (di solito in forma interrogativa diretta e di solito
Congiuntivo dubitativo (o deliberativo):
nelle prime persone), il dubbio, l’incertezza sul da farsi nel presente. La negazione è μή.
----- Se il dubbio è da riferirsi al passato, di solito si usano le forme dell’imperfetto ἔδει o ἐχρῆν + infinito:
Τι με = “Che cosa avrei dovuto fare?)
ἔδει ποιεῖν;
• funzione di allontanare un presagio negativo, un timore; forma paratattica
[Congiuntivo apotropaico]:
in cui non è espresso il verbum timendi.
τῆς οἴκαδε ὁδοῦ = “Che non dimentichiamo la via del ritorno a casa”.
Μὴ ἐπιλαθώμεθα
οὐκ αἰσχρὸν δοκεῖ σοι εἶναι οὕτως ἔχειν ὡς ἐγὼ σὲ οἶμαι ἔχειν καὶ τοὺς ἄλλους τοὺς πόρρω ἀεὶ
/
φιλοσοφίας ἐλαύνοντας;: interrogativa diretta semplice retorica (con attesa di risposta affermativa).
PROPOSIZIONI INTERROGATIVE: dirette (semplici e disgiuntive) e indirette (semplici e disgiuntive)
Interrogative dirette:
- Semplici:
Introdotte da aggettivi/pronomi e avverbi interrogativi (o segnalate dal solo punto di
domanda), come, ad esempio, τίς, τί, «chi, che cosa», (lat. ποῖος, ποία, ποῖον,
quis, quid?);
«quale?» (lat. indica qualità; πόσος, πόση, πόσον, «quanto grande?» (quantus,
qualis, quale?),
-a, indica quantità; πότερος, ποτέρα, πότερον, «quale dei due?» (uter,
-um?), utra, utrum?),
indica opposizione; πηλίκος, πηλίκη, πηλίκον, «di quale età?», indica età o grandezza;
ποδαπός, ποδαπή, ποδαπόν, «di che paese?», indica provenienza, etc.
γράφει τὴν ἐπιστολήν; “Chi scrive la lettera?”
Τίς ἔχετε; “Come state?”
Πῶς
ἴμεν; “Dove stiamo andando?”
Ποῖ
Ἥκεις; “Vieni?”
Σιγῶμεν; “Dovremmo tacere?”
ἂν πόλις ἀρέσκοι ἄνευ νόμων; “A chi potrebbe piacere (piacerebbe) una città senza
Τίνι
leggi?”
RETORICHE: nella domanda è già contenuta la risposta: attesa di risposta incerta –
affermativa – negativa. 63
sono introdotte nella prima parte da πότερον/πότερα, corrispondente al lat. e
- utrum,
Disgiuntive:
nella seconda da ἤ, corrispondente al latino Il primo elemento, πότερον o πότερα, può anche
an.
essere assente.
(Πότερον) ὁ σοφὸς ἀνὴρ ὄλβιός ἐστιν ἢ ἄθλιος;
(Utrum) vir sapiens est beatus an miser?
“L’uomo saggio è felice o infelice?”
----- N.B. Le domande possono essere parziali (= risposta aperta: “Come si chiama il figlio di Odisseo?”
richiede una risposta precisa: “Telemaco”) o totali (= risposta chiusa o “sì” o “no” o “forse”). Nel
caso delle domande totali, le risposte tendono ad essere espresse:
Ripetizione φημί, φάσκω, “dico (di sì)”; οὔ φημι, “(dico di) no”;
- verbum dicendi:
Particelle affermative o negative (uso più raro): ναί, “sì”; οὐ, οὐχί, “no”;
- Pronome personale rafforzato: ἔγωγε, “(io) sì”;
- Avverbi o neutri avverbiali con funzione intensiva: μάλα, μάλιστα, “certo!”, ταῦτα, “sì”, “è così”; πάνυ
- μὲν οὖν, “certo”, οὐδαμῶς, ἥκιστα, “nient’affatto”, οὐ δῆτα, “no di certo”;
Ripetizione del verbo stesso.
-
Interrogative indirette:
introdotte da aggettivi/pronomi e avverbi interrogativi (+++ condizionale εἰ, “se” e il
- Semplici:
pronome indefinito-interrogativo ὅστις).
Λέγε μοι λέγει τοῦτο.
ὅστις
“Dimmi dice questo”.
chi
Ἐπήρετο τὸν Μηδοσάδην, ἀληθῆ ταῦτ' εἶπεν. Ὁ δ' ἔφη.
εἱ
“Domandava a Medosade avesse detto la verità. Egli disse di sì”
se
Ὁ πατὴρ ἀνηρώτα τὸν ἄνθρωπον εἴη καὶ ὁποδαπός.
ὅστις
“Il padre chiedeva all’uomo fosse e da quale paese venisse”.
chi 64
sono introdotte dalla correlazione πότερον (πότερα)… ἤ; εἴτε… εἴτε; εἰ… ἤ, da tradurre
- Disgiuntive:
“se…o”.
Ἡ μήτηρ διηρώτα τὸν Κῦρον βούλοιτο μένειν ἀπιέναι.
πότερον [= εἴτε = εἰ] ἢ [= εἴτε ]
“La madre chiedeva a Ciro volesse rimanere partire”.
se o
οὕτως ὡς ἐγὼ σὲ οἶμαι ἔχειν καὶ τοὺς ἄλλους τοὺς πόρρω ἀεὶ φιλοσοφίας ἐλαύνοντας: ὡς,
[…] οὕτως,
in correlazione con introduce qui una proposizione comparativa.
USI E FUNZIONI DI ὡς
ὡς CON VALORE AVVERBIALE
• rafforza il significato dell’avverbio
ὡς + avverbio:
ὡς ὁμοίως = “nello stesso identico modo”; ὡς ἀληθῶς = “in verità” (“il più veramente possibile”)
• rafforza al massimo grado il superlativo
ὡς + superlativo:
ὡς πλεῖστοι= “il maggior numero possibile”; ὡς τάχιστα = “il più velocemente possibile”
• ha il significato di “circa” e indica un’approssimazione della quantità
ὡς + numerale:
ὡς τριάκοντα = “circa trenta”
• ha il significato di “come”, “in qualità di”
ὡς + sostantivo o aggettivo:
Ὡς φύλλον πίπτει = “Cade come una foglia”
• ὡς esclamativo usato con nomi, aggettivi e verbi (indicativo o infinito)
Ὡς καλόν ἐστι / εἶναι = “Che bello!”
Ὡς ἀστεῖος ὁ ἄνθρωπος = “Che uomo amabile!”
• limitazione validità di un’affermazione
ὡς + infinito (o sostantivo o aggettivo):
ὡς εἰπεῖν = “per così dire”; ὡς ἐμοὶ δοκεῖν = “per quel che mi sembra”
Ἦν δὲ οὐδὲ ἀδύνατος, ὡς Λακεδαιμόνιος, εἰπεῖν = “Era un buon parlatore, per essere uno Spartano”
• valore desiderativo
ὡς + ottativo (+ indicativo dei tempi storici):
Ὡς γένοιο εὐτυχής = “Possa tu essere fortunato!”
Ὡς τοῦτο ἐγένετο = “Oh se ciò fosse avvenuto!”
• indica l’atteggiamento del soggetto, a
ὡς + participio congiunto (causale) / participio futuro finale:
prescindere dalla convinzione di chi parla o scrive.
Συλλαμβάνει Κῦρ&omicr