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Dunque, io ho questa stessa impressione anche dinnanzi a coloro che filosofeggiano. Se vedo infatti
un ragazzo giovane occuparsi di filosofia (lett. “vedendo la filosofia presso un ragazzo giovane”),
sono contento, e mi sembra una cosa giusta, e ritengo che costui sia un uomo libero, mentre (sott.
“ritengo … sia”) colui che non fa filosofia un pecorone (lett. “non libero”, e quindi “rozzo”, “basso”),
uno che non combinerà mai niente di bello e di grande nella sua vita (lett. “e che lui stesso non sarà
degno di nessuna cosa, né bella né grande”). Ma quando (= se) vedo che uno di una certa età
filosofeggia ancora e non la smette, allora, caro Socrate, mi sembra che questo uomo meriti solo
sberle (lett. “che questo uomo abbia ormai bisogno di sberle”). Infatti, come ti dicevo (lett. “E infatti
dicevo proprio questo”), ad un uomo come questo, anche se ha ottime doti, capita di diventare un
mezzo uomo, perché evita i centri della e dell’agorà, nei quali il poeta (= Omero) dice che gli
polis
uomini si mettono in vista, mentre (sott. capita) di trascorrere il resto nella vita nascosto,
confabulando in un angolo insieme a tre o quattro ragazzotti, senza fare mai un discorso libero, grande
e significativo (lett. “di non dire mai una cosa …”). 45
ἐλεύθερόν ἀνελεύθερον: ἐλεύθερος ἀνελεύθερος.
[…] antitesi tra –
οὗτος ὁ ἀνήρ: οὗτος
nel linguaggio parlato il pronome-aggettivo tende ad avere valore dispregiativo,
come accade anche in italiano (“questo uomo”, “questo uomo qua”).
ὃ γὰρ νυνδὴ ἔλεγον: λέγω.
nesso del relativo. Il verbo è l’imperfetto < λεγ- λέγω,
(cfr. con il
Per il verbo «dire», politematico, i temi ordinariamente usati sono, oltre a
ἐρ-, ῥη- ἐπ-. ει-
significato di «raccogliere»), ed L’apparente aumento in dell’aoristo, che resiste in
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tutti i modi, si spiega a partire da una forma raddoppiata della rad. *ϝειπ- (i.e. *wekw-, cfr. lat. vox):
ϝ...ϝ ϝ...ι) εἶπον. εἶπα
*(ε)-ϝε-ϝπ-ον > *(ε)-ϝειπ-ον (per dissimilazione > > *ἐειπον > La forma è un
ει εἴρηκα
aoristo atematico, modellato sugli aoristi sigmatici. L’aumento del perfetto è un
ϝ
allungamento di compenso dal tema raddoppiato *ϝε-ϝρη- (caduta di interno con allungamento di
ἤγαγον ἀγ-) ἤνεγκον
21 N.B. Altri due esempi molto noti di aoristo forte con raddoppiamento della radice sono (ἀγω, rad. e
ἐνεκ- ἐνοκ
(φέρω, rad. -ἐγκ). 46
a
ε ϝ εἰπέ,
compenso della iniziale e caduta, poi, di iniziale). Ricorda l’accento di 2 persona singolare
dell’imperativo aoristo.
νυνδή: νῦν δή
+ (valore rafforzativo) = “proprio ora”
a
ὑπάρχει: ὑπάρχω ἄρχω): ὑπάρξω ὑπῆρξα
3 persona sing. presente indicativo < (ὑπό + -ξομαι, -
ξάμην, ὑπῆργμαι, ὑπήρχθην, ὑπαρχήσομαι. 47
κἂν πάνυ εὐφυὴς ᾖ: κἄν καὶ ἄν)
proposizione concessiva esplicita introdotta da (= e il presente
a ᾖ εἰμί).
congiuntivo, 3 persona singolare (<
LA PROPOSIZIONE CONCESSIVA: la proposizione concessiva esprime una circostanza che, pur essendo
di ostacolo a quanto si asserisce nella proposizione principale, non ne impedisce il realizzarsi.
La proposizione concessiva esplicita è introdotta da εἰ καί, καὶ εἰ (κεἰ), ἐάν, ἐὰν καί (ἢν καί), καὶ ἐάν,
“anche se”, “se anche”, “sebbene”, “benché”. I tempi e i modi della proposizione concessiva
καὶ ἄν (κἄν),
coincidono con quelli della protasi del periodo ipotetico. Le concessive sono talvolta “segnalate” nella
reggente dalle congiunzioni o “tuttavia”.
ὅμως ὅμως καί,
La negazione è, generalmente, μή (εἰ μηδέ, ἐὰν μηδέ), ma può trovarsi (più raramente) anche οὐ (οὐδ' εἰ,
οὐδ' ἐάν).
Esempi
μὴ / σωφρονεῖς. [concessiva reale: indicativo nella protasi].
Εἰ καὶ βλέπεις, ὅμως
“Benché tu non veda, tuttavia sei saggio”.
Ἀνὴρ πονηρὸς δυστυχεῖ, / (= καὶ ἐάν) [concessiva eventuale: congiuntivo nella protasi].
κἂν εὐτυχῇ.
“L’uomo cattivo è disgraziato anche se ha fortuna”. 48
πάντες Πέρσαι, / πλήθει γε οὐχ ὑπερβαλοίμεθ' ἂν τοὺς πολεμίους [concessiva della
Οὐδ' εἰ ἔλθοιεν
possibilità: ottativo nella protasi]
“Neppure se tutti i Persiani giungessero, non potremmo superare per numero i nemici”.
ὁ βίος μοι δοκεῖ ὁ ἐμός, τῷ μήκει τοῦ λόγου οὐκ ἐξαρκεῖν. [concessiva dell’irrealtà:
Εἰ καὶ ἠπιστάμην,
indicativo dei tempi storici]
“Se anche fossi capace, mi sembra che la mia vita non basti alla lunghezza dell’argomentazione.
Il valore concessivo può essere espresso anche con una relativa impropria:
Es.
Οὐδὲ βία Ἡρακλέους ἔφυγε κήρᾳ, / φίλτατος ἦν Διΐ.
ὅς περ
“Né sfuggiva alla Parca la forza di Eracle, era carissimo a Zeus (= era carissimo a
che pure anche se
Zeus)”.
Più spesso la proposizione concessiva è espressa in modo implicito:
Participio congiunto (spesso accompagnato da καί o καίπερ)
- Πολλοὶ / τὰ κακὰ / ἐπιθυμοῦσιν αὐτῶν.
ἀναγιγνώσκοντες
“Molti, pur riconoscendo il male, ne sono attratti”
οὑτω σοφὸς / βελτίων ἂν γένοιο.
Καίπερ ὤν,
“Benchè tu sia così saggio, potresti diventare migliore”.
Genitivo assoluto
- Ἀποπλεῖ οἴκαδε / μέσου χειμῶνος
καίπερ ὄντος.
“Salpa in direzione della patria, sebbene sia pieno inverno”.
Accusativo assoluto
- φυγεῖν, / οὐκ ἔφυγεν.
Ἐξὸν
“Pur essendo possibile fuggire, non fuggì”.
* Piccola parentesi sul “Genitivo assoluto” *
Il genitivo assoluto è un costrutto sintattico formato da un soggetto (a volte può non essere espresso) e
un participio espressi in caso genitivo. Esso corrisponde al costrutto dell’ablativo assoluto latino. I valori
sono quelli del participio congiunto (temporale, causale, concessivo, condizionale … mai consecutivo!).
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Si ricordi che:
Nel genitivo assoluto il soggetto può essere sottinteso:
- (πραγμάτων) …
Οὕτως ἐχόντων
“Stando così le cose …”
Può esservi un legame grammaticale con la proposizione reggente (≠ ablativo assoluto):
- Φερῶν / ἐθήτευε Ἀπόλλων.
Ἀδμήτου βασιλεύοντος αὐτῷ
“Quando era re di Fere, / Apollo serviva dietro compenso”.
Admeto presso di lui
Differentemente dall’ablativo assoluto, che può essere espresso senza il participio, dal momento che
- in latino manca il participio presente del verbo (Consule in greco il genitivo assoluto
Cicerone),
sum
ha il predicato espresso: Κικέρωνος ὑπάτου ὄντος.
Il genitivo assoluto con valore causale può avere valore di oggettività ed essere preceduto da οἷον, οἷα
- o ἅτε, o valore soggettivo, ed essere dunque accompagnato da ὡς.
* Piccola parentesi sull’ “Accusativo assoluto” *
Meno frequente del genitivo assoluto, l’accusativo assoluto è un costrutto sintattico costituito da un
soggetto (sostantivo o un pronome - eventualmente accompagnato da un aggettivo -) in accusativo e da
un participio con esso concordato. I valori sono gli stessi del genitivo assoluto (causale, temporale,
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concessivo, etc.). si trova con participi neutri al singolare con valore impersonale, in
Generalmente
espress